In crociera nel Mediterraneo con la Royal Caribbean

La prima crociera non si scorda mai, un’esperienza diversa da tutti i viaggi fino ad oggi fatti, una vacanza dove è possibile trovare nello stesso tempo attività sportive, culturali, gastronomiche e con il plus della navigazione, che ogni giorno ti permette di svegliarti in un luogo diverso. Non pensavo che mi sarebbe piaciuta, eppure l’esperienza a bordo – con i suoi riti e le sue tradizioni – mi ha affascinato. Chi sceglie un a vacanza in crociera cerca comodità, relax ed anche un po’ di sogno. Forse talvolta è troppo ‘villaggio vacanze’, dove ogni cosa è organizzata e strutturata, tuttavia è sufficiente sapersi ritagliare i propri spazi per trasformare anche una vacanza in crociera in una piccola avventura!
Di seguito, il racconto dettagliato della nostra crociera nel Mediterraneo a bordo della Navigator of the Sea, della compagnia Royal Caribbean. Protagonisti delle scene: io, Francesco, e Laura al tempo diciottenne. Ambiente: mediterraneo orientale (Sicilia, Grecia, Turchia), periodo settembre, durata crociera 7 notti/8 giorni.

16 settembre 2009 – Roma – Civitavecchia (nave Royal Caribbean) – navigazione. Le valigie sono pronte, dobbiamo solo di chiuderle e mettere il lucchetto, mentre gli zainetti sono stati riempiti con gli oggetti di uso immediato. Ho controllato bene, i documenti sono tutti a posto, la piantina del porto di Civitavecchia stampata, la benzina fatta, il gas e l’acqua di casa ben chiusi: ora non ci resta che cercare di dormire perché domani con Francesco e Laura partiamo in crociera! Finalmente, dopo più di tre mesi vissuti febbrilmente cercando quante più informazioni possibili sulla realtà delle crociere e sui porti di scalo, è arrivato il momento di imbarcarci, per la nostra prima crociera, sulla Navigator of the Seas della Royal Caribbean!

La sveglia per tutti è alle 8.00, alle 9.00 siamo già in macchina per attraversare Roma e dirigerci verso Civitavecchia. E’ domenica, la città è ancora sonnacchiosa e sembra che le strade siano tutte per noi. Già dall’autostrada vediamo in lontananza la sagoma bianca e verde della Royal Caribbean, la nostra nave: la sensazione è particolare, ci sembra di essere ritornati bambini e di avere dinanzi il gioco che tanto avevamo sognato!

Arriviamo facilmente al porto, le indicazioni della AloisBros per raggiungere il parcheggio sono state utilissime, inizialmente ci sembra tutto molto confuso e privo di regole, ma l’organizzazione della Royal Caribben è davvero strepitosa. Proprio dinanzi al parcheggio un addetto ci consegna le etichette da applicare alle valigie e, dopo averle caricate nel bagagliaio dello shuttle, saliamo sul bus. Dopo nemmeno 4 minuti siamo già sotto bordo. Siamo stupiti da quante persone siano pronte per imbarcarsi e che non vi siano assolutamente file. Ci consegnano il modulo sanitario per i controlli sull’influenza A1H1: per velocizzare, provvedo a compilarli io per tutti e tre, ma nella fretta commetto un errore che ha rischiato di costarmi davvero caro. Infatti sul mio modulo barro prima il SI (contatti con persone ammalate e stati influenzali pregressi), mi rendo conto dell’errore e quindi segno il NO, ma oramai la cancellatura resta e lo sbaglio è fatto. E con la salute sulle navi da crociera proprio non si scherza! Entriamo quindi nel grosso hangar che svolge la funzione di terminal, l’aria condizionata è piacevole, se si ha sete ci sono bevande free, ma anche qui non vi è fila e quindi velocemente procediamo verso il check in, presentando il Set Sail Pass (in pratica la carta di imbarco), i documenti, la necessaria carta di credito.

Ma… aiuto, il mio modulo pasticciato diventa un problema e viene trattenuto: io sono pregata di accomodarmi in attesa del medico di bordo. Inutile spiegare che si trattava di un mero errore materiale, che era stata la fretta, nulla da fare: mentre vedevamo le persone imbarcarsi, noi siamo rimasti più di trenta minuti in attesa (ed in ansia) che il medico mi incontrasse. Chiarito l’equivoco (sorry, but it’s a great mistake!), finalmente ci consentono di completare la procedura di imbarco e ci consegnano le Sea Pass. Non è la chiave del Paradiso ma della nostra cabina a bordo. Evviva, ce l’abbiamo fatta!

Il fotografo di bordo ci obbliga a “pagare pedaggio” con una foto prima di poter guadagnare la passerella, superato il controllo della security – che scatta una foto identificativa – alle 12.20 finalmente entriamo “nel ventre della balena”. Attimo di smarrimento: ed ora, cosa facciamo? Dove andiamo? Come funziona?

Un addetto della Royal Caribbean vede la nostra perplessità da croceristi novellini e ci indirizza agli ascensori, suggerendoci di andare al Ponte 11 per uno spuntino. Il primo impatto con il Buffet del ristorante Windjammer è indicibile: ci sono davvero montagne di cibo dolce, salato, pasta, frutta, verdura, affettati, carne, verdure, piatti tipici americani ed italiani, dolci, dolcetti e torte che attendevano soltanto di essere scelti, bevande a libero consumo (acqua ghiacciata, limonata, amarena, thé freddo, thé caldo, caffè americano, latte, ecc…). Laura punta subito un hot dog con ketchup e patatine, Francesco si dedica alla paella, io opto per un paio di hamburger con verdure.. per poi continuare, ovviamente, con macedonia e dolci!

Appena terminata la prima di quella che sarà una lunga serie di “assaggi”, arriva l’annuncio che le cabine sono pronte per la consegna: quindi giù di corsa al ponte 7, per prendere possesso di quella che per sette giorni diventerà la nostra casa galleggiante. La cabina mi ha fatto una buona impressione, abbastanza ampia da consentire la coabitazione tranquilla di tre adulti, arredata con le suppellettili necessarie, un armadio ampio ed accessoriato di mensole e barre, con un bagno ben strutturato. I colori dominanti sono il crema delle paratie, il frassino dei mobili ed il verde e bianco dei tessili. Il 3° letto, destinato a Laura, era sollevato, in attesa di essere abbassato per la notte. Sul balcone avevamo un piccolo tavolino rotondo e due poltroncine in metallo e plastica, su cui nessuno di noi si è mai seduto nel corso della crociera (e quindi non posso giudicare se comode o meno!).

Mentre stavamo ultimando l’esplorazione della cabina, sono arrivate le nostre valigie. Chiusi in cassaforte i nostri “averi”, ci siamo dedicati con più calma alla visita della nave: subito al ponte 5 per la Promenade, che con il suo effetto Disneyland è stata particolarmente apprezzata da Laura, poi al 4 per il Casinò e lo Schooner Bar, al 3 per la scenografica sala da pranzo, al 2 per la pista di pattinaggio, andiamo poi a vedere il teatro, no, il Metropoli è chiuso e allora di nuovo velocemente al ponte 11 per vedere le piscine e la palestra, poi ancora su al ponte 12 per verificare il tracciato da jogging e la parete di arrampicata, al 7 per vedere la biblioteca. Sembravamo diventati delle palline dentro un grosso flipper! 🙂
 
Scendiamo di nuovo in cabina per sistemare i vestiti, le valigie svuotate finiscono sotto il letto e già all’altoparlante annunciano l’esercitazione per l’evacuazione della nave, il c.d muster drill che tanto mi aveva incuriosito. Per fortuna, siamo esentati dal metterci i giubbotti salvagente e dobbiamo semplicemente recarci al ponte 4, nella postazione assegnata. L’esercitazione non fa in tempo a terminare che già sentiamo muoversi la nave e, si!, siamo partiti! La costa laziale si allontana lentamente, mentre cominciamo a prendere confidenza con il (poco) piacevole rollio della nave.
Saliamo nuovamente sul ponte piscine, dove conosciamo Pietro, il Direttore dell’animazione internazionale. Per chi non è stato sulla Navigator, basterà dire che si tratta del tipico esemplare di animatore di villaggio vacanze anni ’80, eccessivo e ridanciano, che cerca disperatamente di creare un clima di allegria coinvolgendo i passeggeri in balli di gruppo e gare genere “le gambe maschili più belle della nave” (lo stile del signore in questione non ci ha molto convinto!).
Rapida doccia, cambio di vestiti (comodi ed informali), ancora qualche giretto sulla nave, piccola merendina al buffet (la nostra cena è programmata dopo le 21.15!), bicchierone di caffè americano al Cafè Promenade (che in assoluto si rivelerà il migliore della nave, forse dipende dal particolare erogatore, che non ho visto da altre parti) e scappiamo al ponte 4 per partecipare alla serata di benvenuto organizzata presso il Teatro Metropolis, che per questa sera ha un turno unico alle 20.30. Gli artisti presenti, cantanti e ballerini del cast della Navigator, sono strepitosi: e cosa dire dei due eccezionali e spericolati acrobati australiani Kym & Les: ci hanno lasciato senza parole! Carlo Truzzi e Simona, i due “maghi delle ombre cinesi”, hanno poi dispensato poesia allo stato puro e piccante ironia!
Via, ci aspetta il Nutcracker, il ristorante del ponte 3 della Royal Caribbean. Abbiamo la fortuna di essere assegnati ad un tavolo vicino agli oblò ed i nostri compagni di tavolo sono una simpaticissima giovane coppia di romani e una cordiale coppia di Assisi che festeggia l’anniversario dei 25 anni di matrimonio. E’ stato davvero un bene non aver scelto il My Time Dining (ogni sera puoi scegliere l’orario di cena, cambiando tavolo) altrimenti cambiando commensali tutte le sere, non si sarebbe creato il piacevole clima di condivisione.
La nostra waitress si chiama Samantha, viene dai Caraibi, parla disinvolta un po’ di italiano ed è una vera forza della natura: sorridente, allegra, sempre con la battuta pronta. Prende Laura particolarmente in simpatia, e tra le due spesso ci saranno allegre chiacchierate in inglese (meno male, così fa pratica…). A supporto di Samantha c’è l’aiuto cameriere Gerson, peruviano, anche lui molto gentile e professionale, e studente modello della lingua italiana. Davvero un bel team. Fa anche una rapida apparizione al tavolo anche il Maitre, oriundo italiano, che tuttavia non ci “emoziona” granché.
Il menù che ci viene proposto è particolarmente curato, con piatti di cucina italo-internazionale. Anche le porzioni sono abbondanti e la pasta è cotta al dente! Sin da Roma avevo acquistato – via internet – un pacchetto vino e ne abbiamo approfittato per assaggiare un Cabernet californiano della cantina di Robert Mondavi estremamente corposo (14°). Ottimo, tant’è che anche la sera successiva abbiamo fatto bis!
La serata potrebbe ancora continuare, proviamo ad andare all’Ixtapa Lounge dove c’è il Direttore internazionale Pietro che organizza un quiz a premi per gli ospiti italiani: non è proprio il massimo del divertimento e quindi, con la stanchezza della giornata che inizia a farsi sentire, poco dopo mezzanotte ci ritiriamo nella nostra cabina. Il letto di Laura è già pronto, c’è una scaletta rimovibile per salire, gli asciugamani del bagno sono stati sostituiti, il letto rassettato e preparato per la notte (ogni sera, povera cameriera!, vengono tolti i cuscini e la sovraccoperta verdi, per poi essere messi nuovamente la mattina).
La nostra prima notte in nave in verità non è stata splendida, abbiamo subito per tutta la notte una sorta di effetto terremoto, la Navigator ha ballato la salsa, il mambo, la rumba e pure il cha cha cha: beccheggiava e rollava e nella notte si intravedevano le onde alte e spumeggianti che si infrangevano sulla nave, con il mare che letteralmente “ruggiva”. Credo, almeno io, di aver dormito per non più di tre ore!


7 settembre 2009 – navigazione – Messina – navigazione: mi sono svegliata alle 6.30 di mattina con le isole Eolie, bellissime, che emergevano dal mare, finalmente calmo e placido sotto il sole! Lo sbarco a Messina è stato veloce e rapido, basta consegnare la Sea Pass all’addetto alla security (viene “timbrata” in un apparecchio e poi restituita), e abbiamo iniziato una bella passeggiata per le vie della città, in attesa che l’orologio meccanico del Duomo iniziasse la sua danza alle 12.00 in punto. Siamo passati lateralmente al Municipio, ci siamo fermati per un caffè, di nuovo lungo la strada principale fino ad arrivare all’Università ed al Palazzo di Giustizia, acquistato per i colleghi di ufficio (che hanno molto gradito) biscottini di pasta di mandorle in Via I° Settembre, spedito cartoline, visitato il Duomo e fatto tante foto! Alle 12.00 ci siamo radunati, assieme a moltissimi altri turisti, sotto al Campanile del Duomo. Con un ruggito il Leone d’Oro ha dato avvio al teatrino degli automi: piacevole, diverso dai carillon di Monaco di Baviera e di Vienna, anche se abbiamo avuto l’impressione che un gruppo di statue non funzionasse. Breve inciso: passeggiare per le vie di Messina e vedere, da qualsiasi punto, la sagoma della Navigator, che sovrasta i vicini palazzi, è davvero incredibile!

Un leggero languorino iniziava a farsi sentire. Memore delle indicazioni lette sul forum, ho proposto a Laura e Francesco di andare da Famulari, specializzato in arancini di riso. Entrare nella premiata rosticceria Famulari è stata la cosa più bella che abbiamo fatto a Messina (no, scherzo, la città è molto piacevole da visitare): arancini al sugo, ai pistacchi, al limoncello, ai funghi, alla carne, alle melanzane, alla peperonata, al ragù, al formaggio, tutti buonissimi e preparati sul momento, a prezzi davvero economici (3 arancini e 3 bibite, 5,80€ ).
Finita la pausa ristoratrice, il caldo iniziava a darci fastidio e abbiamo pensato di rientrare in nave. Lungo la strada in discesa poco dopo Famulari, ho visto una pasticceria stile anni ’50 (gli amici messinesi riusciranno a capire di quale negozio si tratta, io non rammento se c’era un’insegna) dove si vendeva la granita di gelso. Come non assaggiare un dolce così particolare? Il pasticcere ha prelevato il sorbetto da un contenitore “di quelli di una volta”, con il coperchio rotondo, bellissimo anche da vedere! Sempre nella medesima pasticceria ho poi acquistato altri biscotti di pasta di mandorle e pistacchio, davvero molto buone (assaggiate a Roma dopo il rientro dalla Crociera, ed erano ancora freschissime!), con prezzi stracciati e tantissima cortesia e cordialità del proprietario.
Badge Royal Caribbean alla mano, ed abbastanza stremati dal caldo, siamo rientrati a bordo. Doccia, pantaloncini e via in piscina, per un fare po’ di “zuppa” nell’idromassaggio, con un cocktail colorato (ed un po’ troppo dolce, per i mie gusti) a farci compagnia. Prima, però, abbiamo ritirato i teli da mare per i lettini.   Per “noleggiare” teli blu della Royal  veniva chiesta la SeaPass (che veniva strisciata e quindi segnata) e così anche al momento della riconsegna. I teli sono carini, in pratica sono quelli del merchandising della compagnia che è possibile acquistare anche tramite internet a, se non sbaglio, 16 euro (e quindi ecco spiegati i 20$ di addebito nel caso di mancata riconsegna!). In generale, sono piuttosto piccolini, e non riescono a coprire completamente il lettino (ce ne vorrebbero almeno due…). Noi li abbiamo presi due volte, per un paio d’ore, e li abbiamo immediatamente riconsegnati, proprio per evitare problemi.
Mentre la nave riprendeva il mare e lasciavamo le acque italiane, Francesco e Laura proseguivano il loro pomeriggio in palestra, mentre io mi sono dedicata alla Royal Promenade ed ai suoi negozi, per verificare la merce proposta ed i prezzi. Con il cambio dollaro/euro, è stato facile trovare oggetti più convenienti che in Italia (e alla fine della crociera ho deciso di regalarmi un orologio pagandolo, tra sconti proposti dal negozio e cambio favorevole, poco meno di 130 Euro (il prezzo iniziale era di 380$).

Alle 19.00 siamo andati allo studio B per vedere lo spettacolo sul ghiaccio, trovando tranquillamente posto: bravi, davvero bravi gli artisti, soprattutto un’atleta americana non molto esile ma davvero capace, divertenti le coreografie e bella la pista. Un punto a favore della Navigator: peccato che il medesimo spettacolo sia stato ripetuto più volte durante la crociera, e non ve ne siano stati altri, diversi. A proposito di spettacoli e di animazione: la sera ci sarebbe stata la prima delle due “serate di gala” previste, ed ero molto curiosa di scoprire di cosa effettivamente fosse: ne avevo sentito parlare molto e nei forum dei Croceristi ci sono topic appositamente dedicati. Per evitare gaffe, abbiamo scelto di tenere un “profilo alto” e, dopo un accurato make-up, abbiamo indossato i nostri vestiti da sera: volete la verità? Sembravamo pronti per fare le comparse ad un party di Holliwood! Ci aspettavamo “effetti speciali e cotillons”, ma la serata di gala si è rivelata semplicemente un momento in cui tutti si vestono bene per andare a cena: non vi è stata musica, o balli, o eventi particolari: solo il saluto di benvenuto del Capitano norvegese Leif Otto Bang (5 minuti, non di più, e poi tutti di corsa al ristorante). Anche il menù proposto per la serata non mi è sembrato molto diverso da quelli che poi avremo avuto nei giorni successivi.

Rapido sguardo d’intesa e, prima di scendere alle 23.30 al teatro Metropolis per lo spettacolo musicale “All Access” con il cast artistico della Navigator, di corsa in cabina per metterci vestiti più comodi (siamo in vacanza, e di occasioni per vestirsi “in tiro” ne avremo sin troppe al rientro a casa). Considerata la giornata piuttosto piena, dopo lo spettacolo di corsa tutti a nanna ma… anche questa sera il mare ha deciso di dare il peggio di sé e quindi altra nottata di balletti e saltelli, forse peggio di quelli della notte precedente ma per fortuna la stanchezza ha avuto il sopravvento ed abbiamo, in qualche modo, dormito.
8 settembre 2009 – navigazione: un’intera giornata di navigazione, e il nostro intento è cercare di riuscire a “riempirla” di cose da fare e/o da vedere quanto più possibile. Con Laura partecipiamo ad una lezione di yoga, preceduta da una mezz’ora di stretching, ma passando prima dal Caffè Promenade per un bicchierone di caffè ed un pasticcino, tanto per fornire all’organismo la giusta energia 🙂 . L’istruttore è capace, la lezione è in inglese e siamo le uniche italiane della classe. Nel frattempo Francesco è andato in palestra, per un assaggio di tapis roulant. Questa mattina, dopo l’intensa attività sportiva, abbiamo deciso di tradire il buffet del Windjammer per provare l’eccellente servizio colazione del ristorante. Davvero ottimo!
Alle 10.00 ci siamo spostati sul deck 11: volevamo andare in piscina, ma l’idea di fare di nuovo i “baccalà in ammollo” non ci sorrideva, quindi siamo andati al ponte 12, dove abbiamo fatto qualche fotografia ed abbiamo continuato ad esplorare la nave. Il giorno precedente era stato recapitato in cabina l’invito a partecipare al Meet & Mingle, occasione di incontro con altri croceristi della Royal Caribbean, per cui alle 11.30 siamo andati al ponte 14 presso la Cosmopolitan Lounge.
Il Meet & Mingle  è un momento di aggregazione e di scambio di opinioni, come appunto dice il nome: gradevole il rinfresco offerto e simpatici i gadget donati e i nuovi amici americani hanno particolarmente gradito l’estrazione a sorte dei modellini di auto e motocicli, nonché di una caffettiera moka, che avevamo portato quale “omaggio italiano”! L’idea di scambiare dei regalini è ottima perché ha contribuito a sciogliere il ghiaccio e, prima timidamente, poi con più confidenza, abbiamo cominciato a scambiare idee sulla vita in crociera.
Il resto della giornata si dipana tra il pranzo al Windjammer, un riposino ristoratore mentre in tv passavano il film ‘Un chihuaua a Beverly Hill’ (che poi avremo rivisto in versione inglese e spagnola :), qualche passeggiata sui ponti superiori, sulla Promenade, ancora sul ponte della piscina, cercando di far passare il tempo sino all’ora di cena, e scoprendo l’utilità del servizio in camera per rifornirci di caraffe d’acqua, thé e limonata (in cambio di una piccola mancia). La cena la trascorriamo al buffet del Windjammer per assaggiare il sushi e la cucina orientale: ho provato Nigiri e California Rolls, buoni i noodles, ma ci sono mancati gli involtini primavera ed il tempura. Probabilmente è sbagliata la location per offrire sushi, perché al Windjammer ci sono sempre affamati & curiosi che si gettano sul sushi per poi lasciarlo nei piatti perché non è di loro di gradimento. Forse si potrebbe pensare di prevedere un ristorante “speciale” orientale, così come credo stiano programmando di fare per la nuova classe Oasis delle navi Royal Caribbean.
Alle 23.00 sulla Promenade, è scattata l’ora della festa anni ’70. Ci siamo fatti trascinare dal ritmo e sia io che Francesco abbiamo “saltellato” a tempo di Macho Men! La serata non è ancora terminata: alle 23.30 ci aspettava lo spettacolo al Teatro Metropoli, che era strapieno perché questa sera, signori e signori ladies and gentlemen, c’è nientepopodimeno che… la cover dei Beatles! Nemmeno ai concerti ho mai visto così tante persone coinvolte che cantavano e ballavano… è stato uno spettacolo di alto livello, molto bravi e convincenti i Backbeat Beatles. Abbiamo fatto tardissimo, siamo in pesante carenza di sonno ma  domani ci aspetta una giornata pesante, con sveglia programmata alle 6.00!
9 settembre 2009 – navigazione – Pireo/Atene – navigazione
La mattina Francesco mi sveglia che è ancora notte fonda, ma ne è valsa la pena: stiamo attraccando al porto del Pireo, le luci di Atene sono lucciole nel buio, ed in lontananza si vede il Partenone illuminato che ci porge il suo benvenuto. Avrei voluto fermare il tempo, tanto è stato bello! Ma ci aspetta una lunga e pesantissima giornata, ho pianificato le attività e le visite da fare con precisione svizzera, e dobbiamo rispettare il programma o rischiamo di perdere la nave al rientro. Fortunatamente la giornata non è troppo calda, con nuvole che parzialmente coprono il cielo.


Alle 7.35 siamo usciti dalla nave, assolutamente senza dover fare file o trovare rallentamenti. Ad aspettarci sotto bordo c’era la navetta gratuita dell’autorità portuale, che parte ogni 15 minuti per tutto il tempo di sosta della nave. La navetta, comodissima, ci ha portati sino all’ingresso del porto. Da lì, insieme ad una coppia americana abbastanza simpatica e chiedendo spesso la direzione ai passanti, abbiamo raggiunto la stazione metro del Pireo (a piedi abbiamo impiegato non più di 20-25 minuti, e trovarla non è difficilissimo, basta costeggiare il porto avendo come riferimento l’unico edificio più alto del Pireo). I greci sono gentili e cordiali, e parlano praticamente tutti inglese.

Alla stazione della metro, capolinea, abbiamo preso la linea verde 1, dopo aver acquistato i biglietti orari ad 1€. Siamo saliti sulla metro alle 8.20 e, seguendo le indicazioni di un ragazzo gentile, siamo scesi ad Omonìa (e non a Monastiraki come inizialmente pensavo di fare), cambiando metro (2, rossa) sino alla stazione di Akropoli, dove siamo arrivati alle 8.45. Nel frattempo, si era aggregato al nostro mini gruppo anche una comitiva di croceristi romagnoli sbarcati dalla Costa Vittoria che, non parlando mezza parola di inglese, non riuscivano a capire come arrivare al Partenone: per un momento, mi sono tanto sentita una tour leader, mi mancava solo la paletta di riconoscimento!
Dalla fermata di Akropoli, in non più di 10 minuti a piedi lungo Odos Dionysiou Areopaghitou, siamo arrivati all’entrata del Teatro di Dioniso, dove senza incontrare fila e con un’addetta che parlava orgogliosamente italiano, abbiamo fatto i biglietti per accedere al sito archeologico (adulti 12€, validi per vedere anche altri siti archeologici, mentre i ragazzi (da 0 credo sino ai 25 anni – ma non sono sicura – entrano gratis. Laura, 19 anni, non ha pagato).
Da lì, ci siamo inerpicati lungo la rocca dell’Acropoli, passando accanto alla Stoà di Eumene e all’Odeion di Erode Attico, siamo arrivati ai Propilei, ovvero alla porta di accesso dell’Acropoli. Il Partenone è in piena attività di restauro, ed è davvero un peccato vederlo impacchettato: foto di rito (tante) e breve accenno storico-economico sociale per Laura sulla funzione svolta dal Partenone nella storia greca e sulla nascita della democrazia, quindi passeggiata sulla rocca per vedere il Tempio di Atena Nike e soprattutto l’Eretteo con le Cariatidi, che da sempre mi affascinano. Laura ha apprezzato la visita culturale ed anche Francesco è stato soddisfatto dell’itinerario che avevo studiato a tavolino, ma debbo dire che la vista di Atene dal Partenone, la consapevolezza di calpestare pietre che hanno accompagnato l’evolversi della nostra civiltà, emozionano sempre.
Dopo aver visitato l’Acropoli (che nel frattempo si era letteralmente riempita di turisti e croceristi in visita accompagnata), abbiamo nuovamente ripercorso a ritroso la via Dionysiou Areopaghitou, sino a raggiungere il nuovo Museo dell’Acropoli: architettonicamente è molto bello, praticamente sono due scatole di vetro sovrapposte e sfalsate… Non abbiamo resistito e siamo entrati: ed abbiamo avuto una bella sorpresa! Infatti, sino al 31 dicembre 2009, si entrava al Museo al costo simbolico di 1€, ed ovviamente i ragazzi non pagavano! Bellissimo, emozionante, con ottimo allestimento visivo e didascalico e con le vere statue delle Cariatidi esposte al posto d’onore! Per chi può interessare, il Museo si visita in circa 2 ore (senza soffermarsi troppo su tutte le spiegazioni, altrimenti… senza tempistica!) ed è dotato di un buon book shop, di caffetteria e, servono pure quelle, di toilettes pulite.
Dopo aver soddisfatto la nostra sete di cultura e di arte, e mentre il sole iniziava a scaldare con la sua potenza, ci siamo rilassati passeggiando nelle stradine della Plaka, dove in un chioschetto abbiamo preso un giropitta ciascuno ed una bibita fredda. Poi, ancora passeggiata e un po’ di shopping: salse alle olive kalamata e spezie profumate ed aromatiche (non tutte profumate in realtà, quella per lo tzaziki è un po’ puzzolente perché c’è l’aglio!), saponi all’olio e dolcetti. Dalla Plaka abbiamo raggiunto piazza Sintagma (=Costituzione), ovvero la piazza del Parlamento di Atene, dove i soldati Euzones (quelli con i pon pon) ogni ora fanno il cambio della guardia. Breve inciso: a piazza Sintagma abbiamo anche acquistato i francobolli per le cartoline nell’ufficio postale e siamo rimasti particolarmente sorpresi dall’organizzazione greca.
Dopo aver gironzolato per la piazza (trafficatissima, il caos di bus, auto e taxi regna sovrano), ci siamo diretti lungo la via (odòs) Stadiou, sino a piazza Klatemonos dove, alla fermata proprio dinanzi alla Piazza Kòrai, abbiamo preso il bus turistico circolare dell’Azienda dei trasporti di Atene, il n. 400. Piccola precisazione: l’autobus passa ogni mezzora (alla fermata di Kòrai ai minuti 24 e 54 di ogni ora) e deve essere fermato “al volo”, con un gesto del braccio, perché è a richiesta. Il costo è di 5€ a persona e con il medesimo biglietto è possibile girare una giornata intera su tutti i mezzi pubblici di Atene, metro per il Pireo inclusa. Se volete invece salite a Piazza Sintagma, trovate la fermata – segnalata da un’insegna blu – sul lato destro della piazza, guardando il Parlamento.
Saliti sul bus abbiamo visto, con tempi e modi “alla giapponese”, tutti i principali monumenti e luoghi storici della città. E’ stato un tour molto utile perché ci ha permesso di avere un “quadro di insieme” della realtà ateniese, e di vedere quartieri e luoghi che, con una normale escursione, non saremmo mai riusciti a vedere in così poco tempo. L’intenzione era di completare l’anello, ma, giunti a Monastiraki, non abbiamo resistito: troppo particolare l’ambiente del mercato, le botteghine che sembravano uscite dal un film del neo realismo, volti scavati dal sole, spezie e legumi, carne e pesce, articoli di ferramenta e cesti di paglia: insomma, l’Atene come uno si immagina, lontana dalle architetture moderne ed iperefficienti!
Di nuovo a piedi verso la Plaka, per qualche altro acquisto di gadget kitsch locali da portare alle vecchie zie (peccato aver scoperto solo dopo che a Creta si trovano i medesimo oggetti – anzi, forse meglio – ad un costo minore) e, per non dover stare troppo stretti con i tempi, alle 16.30 abbiamo preso nuovamente la metro a Monastiraki per il Pireo (questa volta senza cambi), che abbiamo raggiunto alle 17.00. Passeggiata tranquilla lungo il porto, navetta, e finalmente di nuovo sulla nave! Giornata di escursioni perfetta, conclusa con la cena al ristorante, dove la waitress Samantha ha continuato a viziarci (invece del solo dolce richiesto, ce ne ha portati altri tre da assaggiare!). La direzione artistica ha previsto per questa sera il party “ballando sotto le stelle” con il buffet in piscina, ma la nostra meta è stata la cabina 7244 del Deck seven, perché domani ci aspettava un’altra giornata molto, molto impegnativa.
10 settembre 2009 – navigazione – Kusadasi – navigazione: abbiamo lasciato l’Europa per attraccare in Asia, siamo infatti a Kusadasi, cittadina turistica e balneare della Turchia e porta d’accesso per visitare le antiche rovine romane di Efeso, per cui anche questa mattina la sveglia suona alle 6.00. Colazione veloce al Windjammer perché alle 7.30 dobbiamo trovarci al teatro Metropolis per partecipare all’escursione organizzata. Da tempo abbiamo infatti prenotato l’escursione Efeso Dydima e Mileto, pranzo incluso (meno di € 65,00 p.p.), purtroppo pubblicizzata solo sul sito USA della Royal. Pur avendo tentato di avere la guida nella nostra lingua, eravamo gli unici italiani e quindi ci è toccato il tour in inglese.
L’organizzazione “americana” dei diversi gruppi e l’assegnazione alle guide turistiche è rapida ed organizzata: ad ogni fila di poltrone del teatro è stato assegnato un numero e tutti noi abbiamo ricevuto uno sticker colorato e numerato, per cui abbiamo semplicemente dovuto sederci sulle poltrone che riportavano il nostro numero ed attendere che l’assistente di crociera ci prelevasse per portarci ai pullman. Ottimo sistema!
Sul pullman, nuovo, con piacevole aria condizionata, ciascuno di noi riceverà un piccolo gadget ed una bottiglietta d’acqua in omaggio. E, soprattutto, facciamo conoscenza con la nostra guida, il giovane Bekem, che parla un buon inglese. La giornata escursionistica prende avvio dal porto di Kusadasi, che lasciamo velocemente per inerpicarci attraverso le colline e raggiungere Efeso, importante sito archeologico, situato a circa 30 minuti di bus. Lungo il tragitto attraversiamo cittadine moderne ed occidentalizzate, villaggi agresti circondati da campi di cotone, mi colpisce che tutte le case hanno il loro bravo impianto per la produzione di energia solare. Le piccole moschee che vediamo sfilare lungo la strada, assieme alle donne con il velo che vediamo soprattutto nei borghi di campagna, ci rammentano che siamo in un Paese musulmano, per di più in tempo di Ramadan.
Efeso fu una delle più grandi città ioniche in Anatolia, alla foce del fiume Caistro e dal 129 fu la capitale della provincia romana dell’Asia e noi iniziamo un percorso tra le sette meraviglie: nonostante le spiegazioni avvengano in lingua inglese riusciamo tranquillamente a comprenderle tutti (anche Francesco che con l’inglese normalmente ci litiga!). Bekem è molto bravo, perché oltre alle informazioni storico-artistico culturali, ci racconta tanti episodi ed aneddoti sul suo Paese.
Partendo dall’ingresso superiore del sito archeologico, passiamo accanto alle Terme di Vario, per poi ammirare l’Agorà e l’Odeion, il Tempio di Domiziano ed il monumento di Memmio. Attraversiamo la Porta di Ercole, che immetteva nel “corso” di Efeso, percorrendo la via dei Cureti. Sulla destra ci appare la Fontana di Traiano, e poi le Terme di Scolastica…davvero una visione sublime, le strutture sono state restaurate molto bene grazie anche all’intervento degli archeologi austriaci, ed è ancora possibile vedere i frontoni lavorati e decorati con volti, foglie e volute, come invece non è quasi più possibile fare nelle zone archeologiche di Roma, che in epoca medievale e rinascimentale hanno subito una pesantissima azione di distruzione dei marmi, macinati per trarne calce per le nuove costruzioni (avete presente il detto: hanno fatto meno danni i barbari che non i Barberini?). Bekem ci porta a far vedere un luogo bizzarro: nientemeno che le antiche latrine pubbliche! Questo posto meriterebbe un breve saggio, tanto è indicativo del livello di civiltà e delle conoscenze idrauliche che la dominazione romana aveva trasferito nei suoi territori. Subito dopo, strizzandoci l’occhio, ci porta nella Casa d’Amore, ovvero il lupanare della città. Ma ecco che, sullo sfondo, già ci appare ciò che, da sola, avrebbe meritato l’escursione: la meravigliosa Biblioteca di Celso!
Continuiamo la visita con il Grande Teatro, ovvero il luogo dove San Paolo aveva tenuto le sue lezioni e le sue prediche e che ancora oggi viene utilizzato, per la sua ottima acustica e per la sua grande capacità, per concerti di musica classica e pop. Improvvisamente squillano le trombe, una piccola processione di giovani in costume romano avanza lungo l’antica via del Porto: la Tura Turiszm, ovvero l’ente che gestisce le visite guidate della Caribbean, ha improvvisato una brevissima rievocazione storica ad uso e consumo dei crocieristi. Simpatica e, per fortuna, molto breve! Bekem ci lascia un po’ di tempo libero, noi ne approfittiamo per ritornare al Teatro che è davvero spettacolare e merita tante foto. Consiglio spassionato: se avete bisogno di “lavarvi le mani”, non utilizzate le toilette del sito archeologico (la cui igiene mi ha lasciato un po’ perplessa), ma cercate, all’uscita, i servizi dedicati ai croceristi della Royal: più puliti di così è impossibile!
Tutti di nuovo sul pullman, ci attende una lunga strada prima di arrivare a Mileto e Bekem ne approfitta per spiegarci la situazione sociale e politica, la struttura economica, il sistema scolastico e universitario della Turchia. Bravo! A Mileto, che fu un grande porto dello Ionio (anticamente conformazione oro geologica costa turca era completamente differente, per cui sia Efeso che Mileto erano sul mare!) il sole è molto forte e fastidioso, ma non possiamo non visitare il grande teatro e le rovine dell’antica città. Bekem ci spiega che la strana costruzione quadrata che vediamo ai piedi del Teatro è un Caravanserraglio, ovvero una sorta di Stazione di Posta che gli Ottomani avevano installato a distanza regolare di 6 km una dall’altra per consentire il riposo e dare sicurezza ai viandanti.
Bekem ci sollecita a salire nuovamente a bordo, per pranzare e poi raggiungere il tempio di Apollo a Didyma. Lungo la strada, vediamo scorrere la costa turca accanto a noi, ed attraversiamo alcune cittadine balneari moderne e dotate di infrastrutture turistiche. Il mare è splendido e la sabbia chiara, il verde degli alberi fa da cornice… ideale per un vacanza al mare! Il ristorante, una sorta di trattoria nostrana, è praticamente di fianco all’antico tempio. Assaggiamo i mezzè turchi (ovvero gli antipasti misti ed assortiti, prevalentemente a base di verdure e riso cucinati in tantissime varianti), ci portano poi pesce cotto alla brace e possiamo prendere dal buffet fichi, anguria, uva e baklava (un dolce dolcissimo!). Dopo pranzo andiamo ad ammirare il magnifico, imponente, grandioso Tempio di Apollo. Molte volte saccheggiato e dato alle fiamme, il tempio aveva un colonnato con 120 colonne altissime, le cui poche ancora presenti riescono comunque a far comprendere la maestosità del luogo.
Il nostro tour archeologico volge al termine: ancora 60 minuti di pullman trascorsi tra un sonnellino e qualche scatto fotografico e di nuovo arriviamo al porto di Kusadasi. Bekem ci invita ad assistere ad una dimostrazione sulle tecniche di tessitura dei tappeti, ma proprio non siamo interessati. Salutiamo e ringraziamo la nostra preziosa guida e ci dirigiamo al Bazar, il regno dei “veri orologi falsi” (ma non solo!). Per farla breve: assodato che noi non siamo capaci a contrattare, finiamo per comprare magliette, scatole istoriate, scatole di thé alla mela, raki, dolcetti e caffè turco in quantità ecessiva!.
Laura e Francesco vogliono tornare in nave per andare in palestra, io invece voglio utilizzare sino alla fine il tempo di sosta a Kusadasi per fare il mio sport preferito e mi infilo quindi nello shopping center dentro al porto, dove finisco per acquistare una bella tovaglia ecrù di lino tessuta a mano (così mi dice il venditore, ma se anche non fosse, è davvero bella) e, al duty free del Porto, due stecche di sigarette americane (quelle del cow boy), per la collega di ufficio fumatrice, a soli 33 euro (risparmio rispetto a Roma di oltre 40€!!!). Mi diverto poi a fare tante foto alla nave da crociera Silversea Wind “parcheggiata” accanto alla Navigator: il confronto delle dimensioni è impressionante, ma la Silver è proprio bella e raffinata: addirittura è previsto un magiordomo per ogni passeggero! Purtroppo debbo tornare in nave, Kusadasi ed i suoi tesori forse sono stati un tappa davvero piacevole e ricca di ispirazioni.
La nave “alza le ancore” e prende di nuovo la via verso la Greci mentre accanto sfilano isole grandi e piccole illuminate dal tramonto. Tuttavia la nostra giornata non è ancora terminata: alle 21.00 ci attende un tavolo riservato al Ristorante Portofino, un ristorante particolare in cui si deve pagare un piccolo supplemento per accedere (anche questo prenotato in anticipo via internet). All’entrata del ristorante troviamo il Maitre, che ci fa accomodare e ci affida ad una cameriera peruviana che parla un buon italiano. I tavoli sono allestiti in stile moderno e non facciamo in tempo a sederci che già ci portano un cestino di pane assortito e delle ciotoline con salse al tartufo e tapenade. I piatti proposti sono allettanti e di chiara derivazione italiana o comunque mediterranea. Io e Francesco per antipasto scegliamo calamari fritti (porzione abbondante, un secondo, in realtà) mentre Laura opta per melanzane ripiene con ricotta e pesto. Come primo piatto scegliamo la pasta con il pesce e le fettuccine funghi e tartufo. In continuazione ci servono acqua e vino (benedetto l’acquisto del pacchetto vini) e ci chiedono le nostre opinioni sul cibo. A sorpresa arrivano i sorbetti di limone, seguiti dai secondi piatti: filetto tenerissimo, spiedino di mare e pesce arrosto con salse e verdure. Praticamente siamo già abbondantemente sazi, ma ci viene ancora offerto un piattino di petit four, con fragole ricoperte di cioccolato bianco, al latte e fondente, biscottini e choux alla crema. Ovviamente molto, molto buoni, solo l’anteprima dei dolci che ci vengono serviti (tiramisù accompagnato da liquore, misto dolci assortito e torta al cioccolato). Serata davvero piacevole e cibo ottimo. Il costo aggiuntivo del Ristorante (comunque minimo rispetto al livello ed alla effettiva qualità, $ 20 p.p.) è davvero giustificato.
In teoria potremmo andare al Teatro Metropolis per ascoltare le cover di Celine Dion cantate da Tracey Shield, ma non amando molto la cantante canadese, preferiamo fare un rapido giro al Casinò (dove i 20 euro che avevamo con noi finiscono per ingrassare il montepremi delle slot, tanto per evidenziare a Laura che il gioco d’azzardo non paga mai), per poi andare a dormire. Domani abbiamo un’altra giornata di escursioni 🙂 .
11 settembre 2009 – navigazione – Heraklion – navigazione: la  sveglia suona ancora alle 6.00 del mattino ed oggi sole ha deciso di andare in vacanza ed ha passato il comando a Giove pluvio. Il tempo è nuvoloso e coperto, ma le previsioni non indicano pioggia. Solita routine mattutina e subito pronti per partecipare all’escursione guidata al palazzo di Cnosso, questa volta con guida in italiano. Le indicazioni sui biglietti indicano quale punto di incontro la Sala Ixtapa dove, nonostante la consegna del solito sticker numerato, troviamo una gestione completamente differente da quella “americana” del giorno prima: nella sala si affollano, senza alcun ordine e punti definiti di ritrovo, gruppi di croceristi italiani vocianti con al seguito parecchi bimbi piccoli. Mi diverto a far notare a Laura e Francesco il diverso modo di affrontare un’escursione: gli “americani” vestiti sportivi, con zainetti e cappellini, scarpe da trekking o comunque sneakers, gli italiani (soprattutto le signore) con vestiti da giorno e scarpe con il tacco (proprio l’ideale per camminare!). Le due hostess italiane iniziano a chiamare i gruppi, ed ho la perversa sensazione che parecchi dei miei compagni di gita non sappiano esattamente bene cosa stiano andando a vedere. La nostra guida, Ekaterina, è una ragazza giovane e solare, che cerca, nonostante il tempo poco favorevole, di farci amare la sua Creta.
Dopo più di mezz’ora in mezzo al traffico terribile, lungo una via con tantissimi negozi di mobili, raggiungiamo Cnosso. Dalle spiegazioni di Ekaterina, capiamo che è tutto praticamente ricostruito ed anche un po’ falso. Il sito archeologico, già non troppo grande, è strapieno di croceristi e turisti. Facciamo file su file per vedere fotocopie di affreschi, ricostruzioni poco attendibili e per fare fotografie al simbolo di Cnosso, le corna del toro. Nel frattempo Giove Pluvio si arrabbia di brutto e decide di punirci con un acquazzone strepitoso. Ovviamente nessuno di noi tre ha lontanamente pensato di prendere poncho impermeabili oppure ombrelli per cui la sola arma contro il diluvio sono i nostri miseri cappellini per il sole.
Fradici ed infreddoliti risaliamo sul pullman, perché la guida ci deve portare nel centro storico di Heraklion, dove avremo tempo libero per visite e shopping. Il pullman ferma in via Demokratias e la guida ci accompagna, passando per Eleftherias Square, sino all’imbocco di via Dedalou, piena di negozi di firme internazionali e di boutique, per poi terminare in piazza Venizelou, dove c’è la fontana del Morosini. La nostra prima tappa è necessariamente un venditore di ombrelli pieghevoli e poi un bar con insegna italiana per un cappuccino caldissimo: ma contro l’umidità oramai penetrata nelle ossa c’è ben poco da fare! Per ripararci dalla pioggia entriamo dentro Aghios Markos, vecchia chiesa sconsacrata adibita a museo d’arte della città di Heraklion. Avremmo anche voluto visitare Aghià Minà e Aghià Titos, due chiese ortodosse, percorrere Via 25 Agosto, magari per raggiungere a piedi il porto e vedere da vicino l’antico arsenale veneziano, ma praticamente non siano riusciti a fare quasi nulla sia per il poco tempo che per la pioggia che ci ha sempre fatto sgradita compagnia. In attesa di salire nuovamente sul bus, raggiungere la nave e fare una doccia bollente anti raffreddore, ci limitiamo a girovagare nei negozietti “turistici” che affollano Via Evans, dove acquisto ancora gadget e spezie (come ho già detto, i prezzi sono minori rispetto ad Atene). In particolare prendo buste di origano (già provato sui pomodori e nel pesce, ottimo), stecche di cannella, erbe contro la tosse (non riesco a tradurre il nome greco), pepe in grani e miele di timo. Come naufraghi torniamo in nave. Non vediamo l’ora di riposarci un po’ e di mangiare qualcosa di molto caldo al Bistrot del ristorante principale per riprenderci.
In serata è prevista seconda cena di gala: memori della prima esperienza, decidiamo di assistere allo spettacolo (che per noi è alle 20.00) ancora vestiti in bermuda e magliette: certo, ci ha fatto uno strano effetto vedere accanto a noi signori in smoking e dame in lungo, ma noi siamo stati comodi e ci siamo goduti lo spettacolo ed abbiamo anche ballato! Lo spettacolo “Now and Forever – un tributo contemporaneo a Broadway” con la partecipazione del cast della Royal, è come sempre un’ottima performance, cantanti strepitosi, in particolare Abbey ha una voce potente e armoniosa. I ballerini superano se stessi e la trama è piacevole: un excursus sui più famosi musical del ‘900, per finire con “Mamma mia!” degli Abba, che ha scatenato tutto i presenti. Il teatro (e noi per primi) ha iniziato ad ondeggiare e muoversi, e questa volta la causa non era il mare in tempesta, ma una sferzata di pura energia ed allegria che impediva a chiunque di rimanere fermo. Dovevamo assolutamente ballare!
Al termine dello spettacolo, che dura all’incirca 50 minuti, veloce fuga in cabina per cambio di vestiti (meno impegnativi rispetto alla prima esperienza, tanto abbiamo compreso che la serata di gala coincide con la cena) e via, sino al ristorante. Mentre attendiamo che aprano le porte della sala, decidiamo di fare le foto “di scena” con il fotografo della nave, che ci fa posare in mille modi possibili (una volta stampate risulteranno essere davvero terribili!).
Anche questa sera il menù proposto è come al solito molto buono (ho però l’impressione che le pietanze siano un pochino ripetitive) ed il vino francese scelto (Bejoulais) buono. Mi chiedo dove saranno stipate tutte le bottiglie di vino, le casse di frutta e verdura, la carne, il pesce: certo che se avessero organizzato un giro per le cucine, curiosa come sono di scoprire cose nuove, vi avrei sicuramente partecipato! Francesco, finita la cena, “molla gli ormeggi” e sale in cabina, mentre io e Laura girovaghiamo per la nave e vediamo 10 minuti 10 di “Sanremo in alto mare”, premiato spettacolo in lingua italiana con la direzione di Pietro, che non ci piace. Ci sarebbe ancora il “Club 20” cui andare, ovvero la discoteca in stile Miami in piscina solarium, ma siamo tutti davvero molto stanchi e soprattutto abbiamo il timore che il freddo e l’umidità della giornata possano giocarci brutti scherzi proprio alla fine della crociera. Buonanotte, domani siamo ancora sul mare e… sarà l’ultimo giorno di crociera!
12 settembre 2009 – navigazione: questa mattina sveglia comoda, senza fretta, tanto siamo in navigazione e nessuna escursione ci attende. Di nuovo scegliamo il ristorante principale per fare colazione, ci sembra molto più curata e decisamente molto buona. Francesco e Laura optano per una sessione di palestra, mentre io, che volevo andare a pattinare sul ghiaccio, ho fatto tardi e la lezione per avanzati è terminata, trovo la pista riservata ai ragazzini: proverò ad andare anche più tardi, ma la troverò sarà sempre strapiena. Ed ora, aiuto, cosa faccio? Girovago senza meta, scatto foto alla nave ed al mare, vado sul Peek A Boo Bridge da dove si possono vedere le manovre degli ufficiali di navigazione, scendo al ponte 4 e vado dritta a prua, dove la nave finisce e davanti c’è solo il mare… bel posto, tranquillo, stimola la meditazione e l’introspezione. E pure un po’ di malinconia, a dir la verità!
Alle 12.30 avrei la dimostrazione di piegatura degli asciugamani al ponte 4, ma mi piace molto di più la contemporanea dimostrazione culinaria dello Chef al ponte 5 (ma come si fa a programmare nello stesso orario due proposte di attività pratiche quando ce ne sono già così poche?). L’esibizione (perché di questo si tratta, per non più di mezz’ora) dello Chef e della sua brigata di cucina è molto interessante e divertente. Alcune signore italiane che erano dietro di me non si fanno scrupoli di chiedere in continuazione chiarimenti sull’esecuzione delle ricette proposte e… non si tireranno indietro nemmeno al momento di assaggiare quanto preparato al momento! Gli ospiti di lingua inglese sono particolarmente interessati alla preparazione del vero tiramisù all’italiana, mentre io… al sushi! Il giovane Chef filippino che intaglia angurie e meloni traendone delle vere opere d’arte è stato bravissimo: ovviamente nessuno degli spettatori ha chiesto di tentare: anni e anni di tirocinio non si improvvisano in 5 minuti!
L’appuntamento con Laura e Francesco è alle 13.30, per andare a pranzo (di nuovo il Bistrò del Nutcracker): cucina espressa italiana servita al tavolo e buffet libero: continuo a ripetere che tutto è molto più buono – ad anche più leggero, con la possibilità di avere insalatone assortite a piacere – rispetto al Windjammer.
Peccato che abbiano programmato il torneo di calcio, che poteva seriamente interessare Francesco, tra le 13.00 e le 14.00, così come nel medesimo orario è stata prevista la lezione di merengue ed il torneo di pallavolo. Vorrei proprio tirare le orecchie ai direttori di crociera: non hanno per nulla gestito in modo coerente gli orari delle attività proposte! Dopo pranzo, superato lo stretto di Messina e mentre Laura e Francesco leggono, decido di iniziare a preparare la mia valigia, in modo da non intralciarci l’uno con l’altra. Panico. Le mie cose sono lievitate. Non riuscirò mai a far rientrare tutto nella valigia: meno male che ci siamo portati una borsa in più per i nuovi acquisti!
Con Francesco andiamo a poppa, per vedere la grande scia tracciata dalla nave: la sensazione è di tornare indietro nel tempo e di trovarsi su un piroscafo che solca gli oceani con il suo carico di umane speranze. Abbiamo pensato ai tanti emigranti italiani che hanno affrontato il mare per raggiungere un nuovo futuro, così come ancora oggi tanti partono dall’Africa per cercare libertà, democrazia e possibilità di una vita migliore. Possiamo capire il presente solo se non dimentichiamo le nostre origini, la nostra storia e le nostre povertà. Ecco, a me l’ultimo giorno di crociera sale la malinconia, non so che farci!
Il problema ora è far passare il pomeriggio, ed arrivare sino alle 20.00. L’idea era di andare in piscina, ma vediamo che è già iniziata la fila dei croceristi per restituire il telo mare (ed evitare l’addebito di 20 dollari!) e che gli addetti alla piscina hanno iniziato a rassettare per coloro che domani, a Civitavecchia, prenderanno il nostro posto. Andiamo in biblioteca, per prendere il foglio del Quiz odierno, ma è troppo specifico per la cultura anglosassone, e riusciamo ad indovinare solo 5 risposte. Scendiamo quindi al ponte 4 e per puro caso scopriamo la pista di shuffleboard. Accanto, in armadietti metallici, troviamo l’occorrente per giocare ed un pannello con le regole del gioco. Ma sì, proviamo, il ponte è quasi deserto, c’è solo un cameriere stravolto dalla stanchezza che si è seduto per una sigaretta: incredibile che un gioco così semplice e ‘antico’ ci abbia fatto passare un’ora piacevole, con me e Laura inizialmente imbranate e poi sempre più brave! Inutile dire che ”l’atleta di casa” è stato bravissimo!
Andiamo in cabina per applicare le etichette alle valigie. Lasciamo solo un bagaglio a mano dove abbiamo messo l’occorrente per la notte, il beauty e il cambio di vestiti per l’indomani e qualche souvenir particolarmente delicato. Per fortuna domani scenderemo per ultimi, così come abbiamo chiesto per poter avere più tempo per la colazione e per sistemare le ultime cose. Mettiamo i bagagli fuori nel corridoio, in attesa che vengano prelevati per essere poi riconsegnati allo sbarco a Civitavecchia. Fa una strana sensazione rimanere nella cabina vuota, senza quasi più nulla di personale, come se la nave pian piano, con dolcezza, ci preparasse al momento dei saluti. E so già che questa sera la cena vedrà partecipare, praticamente tutti i commensali, in “tenuta da sbarco”.
Alle 20.00, prima di cena, assistiamo allo spettacolo di arrivederci, nuovamente con gli strepitosi acrobati australiani Kym & Les e gli altri artisti internazionali, ed una rappresentanza dell’equipaggio, capitano incluso, che porge l’arrivederci. Domani sera tutti loro dovranno ricominciare di nuovo con un altro gruppo di crocieristi e quindi apprezzo ancora di più la loro estrema professionalità!
Nel pomeriggio ci sono stati consegnati i voucher per le mance, che per Samantha, Gerson e l’assistente di cabina integriamo con qualche euro in più e che, dopo la mini sfilata di tutto il personale di sala, consegniamo direttamente agli interessati (la busta per il Maitre non è stata volontariamente consegnata, ma tanto credo che i voucher siano solo “per scena”, e gli importi saranno direttamente accreditati agli interessati dalla Royal). Baci, saluti, ringraziamenti, foto di rito assieme a tutti coloro con i quali abbiamo condiviso l’avventura di “navigatori dei mari”. Ancora un momento di spettacolo, ancora un arrivederci dello staff di animazione e dei pattinatori: sulla Promenade prende avvio la breve sfilata di Carnevale Mardì Gras, in stile New Orleas. Noi riusciamo a vederla bene affacciati dall’atrio del 7° ponte, prima di rientrare in cabina per la notte.
13 settembre 2009 – Civitavecchia – casa!!!! Dopo sette giorni intensi, con sveglie all’alba che nemmeno in caserma, abbuffate da fame arretrata, passeggiate senza meta sulla Promenade per negozi e sul ponte 12 per vedere il mare, un po’ di casa mi fa davvero piacere!
Ricapitolando: per essere stata la mia prima esperienza, tutto sommato, non è andata così male: ottima l’organizzazione, la cordialità del personale e la puntualità degli appuntamenti, accoglienti le cabine, gustose le pietanze proposte, belli gli spettacoli serali, entusiasmanti le escursioni, soprattutto Efeso, Didima e Mileto ed Atene, piacevole Messina, mentre su Creta mi riservo il giudizio – troppo breve il tempo e poco convincente il sito di Cnosso, pioggia a dirotto tutto il tempo.
Unico vero problema, le due giornate di navigazione, in cui ci siamo sono annoiati parecchio! Premesso che siamo tutti iperattivi (Francesco in particolare non starebbe mai fermo un attimo, ed è un ottimo atleta), non abbiamo trovato nelle proposte della Royal nulla che ci entusiasmasse particolarmente, a parte andare in palestra e seguire qualche lezione, comprese quelle a pagamento. Probabilmente i nostri tempi, non avendo bimbi piccoli ma una ragazza adulta e autonoma, erano totalmente diversi da quelli delle famiglie con bambini, e fondamentalmente eravamo molto liberi. Forse è per questo che ci è “avanzato tempo”. Oppure, ed è la realtà, siamo abituati a “sfruttare” fino in fondo le occasioni per fare qualcosa (avete presente il mio “ruolino di marcia” per Atene? Abbiamo riempito ogni momento utile, senza mai fermarci!). E’ infatti questa è la nostra idea di “vacanza”, che mettiamo in pratica anche quando andiamo in campagna o al mare in Toscana: praticamente non stiamo mai fermi e cerchiamo luoghi da scoprire, attività, eventi, manifestazioni cui partecipare. Ecco perché ci sarebbe piaciuto impiegare meglio il tempo di navigazione, oltre a girovagare per la promenade ed i ponti superiori senza meta. L’esperienza ci sarà di lezione per una eventuale futura vacanza con navi da crociera: non aspettarsi troppo dall’animazione della nave (se poi c’è, meglio!), MAI dimenticare a casa libri da leggere e parole crociate, portare sempre qualche lavoretto da fare, ricordarsi il netbook e, fondamentale, cercare crociere con giornate di navigazione limitate!
Tanto per ribadire il concetto, se si escludono le classi di ginnastica, non è stato programmato praticamente nulla che non fossero attività rivolte a famiglie con bambini (che davvero avevano un’ampia scelta di attività e di tempi dedicati) o dimostrazioni per incentivare l’acquisto di prodotti (macchine fotografiche, abbigliamento, merchandising della Compagnia, gioielli, orologi). Le cosiddette “conferenze” erano sempre volte a vendere qualche cosa (tipo pacchetti o terapie presso la Spa). L’asta d’arte, che ci incuriosiva, era in inglese (e preferiamo comunque acquistare nelle gallerie certificate di Roma). Il Quest della biblioteca era decisamente rivolto a persone di cultura anglosassone e di dimostrazioni divertenti c’è stata solo l’esibizione della brigata di cucina, con il Capo Chef che forniva indicazioni e consigli. Altro? Io non l’ho ne’ visto, ne’ trovato. L’unico momento ludico che abbiamo veramente apprezzato? Lo shuffleboard! Abbiamo anche provato ad andare a pattinare sul ghiaccio, ma la pista era strapiena… il minigolf era dominio delle famiglie e dei bambini, la parete di arrampicata, che Francesco avrebbe voluto provare tanto per fare qualcosa, idem come sopra. La piscina e gli idromassaggi, così come la sauna e il bagno di vapore in palestra, dopo due ore stancano o forse l’idea di “pucciarmi ” nella mini piscina o nell’idromassaggio non mi entusiasmava moltissimo per non parlare dell’intrattenimento proposto dal “Direttore dell’animazione internazionale” Pietro era terribile (anche con gli scout riuscivamo a fare di meglio…).
Cosa avrei voluto?
Sicuramente meno tempi morti nell’organizzazione delle giornate e nell’animazione (che doveva essere un pochino diversa da quella proposta dall’animatore italiano, sicuramente adatta per bambini ed adolescenti ma per il resto no comment), avrei voluto la possibilità di visitare la nave (come già detto, mi è mancata la visita delle cucine), dei veri tornei sportivi (e non solo un’ora o due di pallavolo e qualcuna di calcio, per di più programmate in orari impossibili), delle conferenze sulla vita a bordo e sul lavoro dell’equipaggio, ascolto guidato di musica, lezioni di lingue straniere (con un equipaggio proveniente da 160 diversi Paesi, non sarebbe stato difficile organizzarle). Non vorrei sembrare incontentabile, ma la stessa impressione l’hanno avuta anche Francesco e Laura (che tuttavia era giustificata perché davvero per la fascia 18-25 non organizzano quasi nulla!). Anche le cabine, per quanto piacevoli e ben strutturate mi sono sembrate un pochino vetuste: un po’ di rinnovamento non guasterebbe!
La crociera è indubbiamente una vacanza indicata per coloro che amano stare tranquilli e che amano la vita di piscina e di lettino. Ma, soprattutto, è una vacanza ideale per le famiglie con bambini, sia piccoli che adolescenti, in quanto permette ai genitori di avere (finalmente!) tempo libero per se stessi con la sicurezza di avere il “pupo” affidato a persone competenti e a portata di mano. Questo, ovviamente, non significa che tutto sia stato negativo! Abbiamo apprezzato molto la perfetta organizzazione americana ed internazionale, la cucina (e la serata che ci siamo regalati al Portofino ha ampiamente confermato le capacità gastronomiche dei cuochi), la struttura in sé della nave (divertente come un giro di giostra al luna park), la possibilità di visitare, sia pure con il mordi e fuggi, Paesi diversi, (di contro, manca il tempo per conoscere in profondità la realtà locale, ma non si può avere tutto ed eventualmente si può sempre approfondire successivamente con tour tradizionali); gli spettacoli serali internazionali stati tutti convincenti e con ottimi artisti (non posso dare giudizi sull’animazione serale italiana, cui abbiamo partecipato solo per mezz’ora il primo giorno di navigazione, per decidere che non era per noi…), la possibilità di confrontarci con usi e costumi di tante persone provenienti da realtà diverse dalle nostre (e non mi riferisco solo ai crocieristi, ma anche e soprattutto al personale di equipaggio). Se dovessi dare un voto alla mia vacanza in crociera? Direi 80/100 (quindi ottimo ma non eccellente, se fosse un esame di maturità non sarebbe così male, no?), e sicuramente migliorabile alla prova di appello! 🙂
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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