Paestum, tre templi dorici e migliaia di mozzarelle di bufala

uno dei tre Templi di Paestum

Wooow!

Si, lo so che è un’esclamazione datata, che fa tanto “vecchia girl anni ‘80”, ma è il solo modo che conosco per rendere il grido di stupore che ho lanciato quando ho visto, per la prima volta in vita mia, i superbi templi di Paestum, l’antica colonia greca di Posidonia! Ma andiamo con ordine, e cerchiamo di raccontare tutto dall’inizio…
 
Lo scorso venerdì, per chiudere in bellezza questo scorcio d’estate che proprio non ne vuole sapere di trasformarsi in autunno, abbiamo deciso con Franz di dedicarci al nostro passatempo preferito: girovagare e scoprire nuove località!
Questa volta la scelta è caduta sul Cilento ed i suoi territori, con alcune mete definite fin dall’inizio ed altre lasciate all’improvvisazione del momento.
 
Grazie anche ad un voucher di Groupalia acquistato da parecchio tempo, che ci ha permesso di avere come base dei nostri vagabondaggi l’agriturismo La Mimosa di Perdifumo (paese nei dintorni di Castellabate), lo scorso venerdì la nostra macchinina rossa ha percorso felice e contenta l’autostrada fino a Salerno, “saltellando” piuttosto spaventata tra tantissimi grossi autoarticolati. La strada è stata solo un nastro di asfalto che correva veloce, la giornata calda e assolata ci invitava al relax ma… avevamo un programma da rispettare!

La vecchia cascina dell’agriturismo La Mimosa

Dopo una rapida sosta all’agriturismo per prendere “possesso” della nostra casetta (una piacevole stanza, semplicemente arredata ma pulitissima, inserita in un vecchio casolare ristrutturato) e conoscere Luigi, il simpatico proprietario, e dopo  un rapido tour al paese di Castellabate, che domina il promontorio ed è stato reso famoso dal film con Claudio Bisio “Benvenuti al Sud”, quindi prendiamo la direzione di Capaccio-Paestum, dove alle due ed un quarto del pomeriggio siamo entrati (mi verrebbe da dire “trionfalmente”!) in una delle aree archeologiche più belle d’Italia e sicuramente una delle più affascinanti.

 
Lungo la Via Sacra di Paestum

Il sole scalda l’aria, le pietre della Via Sacra lucidate dal tempo  costeggiano gli antichi templi di origine greca ed i pochi alberi presenti sono presi d’assalto dai turisti stranieri accaldati, affascinati da tante antiche vestigia.

 
Noi, muniti di bottiglia d’acqua per sopravvivere al caldo torrido, giriamo lentamente per tutto il sito, aiutandoci con una vecchia guida Touring e con gli antichi ricordi del liceo per cercare di ritrovare gli edifici che punteggiavano l’antica città, scattando mille foto e lasciando correre la fantasia per immaginare la vita quotidiana che tanti anni fa doveva caratterizzare questo luogo, prima che venisse abbandonato e lasciato all’incuria del tempo… non uno, non due, ma ben tre templi in stile dorico (Hera, Nettuno ed Olimpia) perfettamente conservati, che sembrano essere parte di una scenografia cinematografica per quanto son perfetti, mi hanno fatto sentire davvero orgogliosa di vivere in questo disastrato ma stupendo Paese, che possiede un inestimabile patrimonio artistico, che se valorizzato adeguatamente potrebbe dar lavoro e prosperità a tanti…
I Templi
Per fuggire dal caldo insopportabile, non rinunciamo nemmeno a visitare il Museo archeologico, che scopriamo avere un ottimo allestimento ed essere ricco di pezzi unici, uno tra tutti il famoso affresco del “tuffatore”, rinvenuto in una sepoltura e che rappresentava il passaggio nel mondo dell’Aldilà celeste.

L’affresco del tuffatore (Museo archeologico di Paestum)
Non ancora stanchi, lasciamo Paestum per visitare Agropoli, facendo un giro per le strade del borgo antico e riusciamo a visitare “di straforo” il castello aragonese che domina il promontorio.
il Castello di Agropoli, ponte levatoio

Non mi dilungo a parlare delle bellezze naturali e della limpidezza del mare, perché credo che una foto possa descriverle assai meglio di me…

il mare del Cilento

Devo ora fare una precisazione fondamentale per la tutela della salute pubblica: la zona di Agropoli/Capaccio può provocare pericolosi sensi di vertigine agli amanti dei formaggi: sono infatti la patria della mozzarella di bufala DOP, decine e decine di caseifici, più o meno artigianali, si succedono senza sosta lungo la strada provinciale, offrendo al moderno viandante mille delizie cui è difficile resistere: noi abbiamo assaggiato la mozzarella, ovviamente, ma anche i bocconcini alla panna ed il caciocavallo (che ci hanno servito grigliato), il gelato e lo yogurth di latte di bufala. Sono prodotti eccellenti e pieni di sapore: se dovessi suggerire il più buono non saprei davvero cosa scegliere!

Agriturismo La Mimosa
La sera, prima di rientrare alla nostra “capanna nel verde” accolti dal piccolo geco spaventato che ci abita, ci fermiamo per cena in un ristorante di Santa Maria di Castellabate (L’Arlecchino) dove, nonostante le pietanze – ed il conto! – non siano propriamente eccezionali, il rumore della risacca del mare ci culla augurandoci una serena notte, coperti dal cielo blu pieno di stelle.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

  1. Avatar
    Marilu Ottobre 11, 2011

    Posti meravigliosi, prima o poi ci devo andare… nel fratempo ci sono stata grazie a te! 😉

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