Storie dall’altra parte dell’oceano in periodo di Avvento

 
 
“Bentornati! Come è andato il viaggio?”
Ecco la frase che mi è stata rivolta più spesso da lunedì pomeriggio, amici, parenti e colleghi sono curiosi di conoscere la mia opinione su quella che viene definita come “the big apple”, “la città che non dorme mai”, insomma…  su New York!
 
 
Ed allora, cosa meglio di un post (ma forse uno solo non sarà sufficiente…) per condividere la mia esperienza?
  
 
Innanzitutto, ho finalmente capito perché NY è anche la città della grande maratona: basta percorrere di buon passo un paio di Avenues dall’inizio alla fine e già si è fatto un ottimo allenamento! Tanto per rendere l’idea, questa è la mappa!
 
Il primo impatto con la città è stato piuttosto doloroso…  infatti le vesciche non hanno fatto davvero complimenti ed hanno partecipato, tutte felici, all’esplorazione: New York è grande, grandissima, anzi esagerata, perché non è solo Manhattan con i grattacieli e le avenues infinite che siamo abituati a vedere nei telefilm, ma ci sono anche Harlem, Brooklyn, Staten Island, il Queens, il Bronx e insomma…. si cammina tantissimo, perché nonostante l’ottimo servizio di autobus e metropolitane, le migliaia di taxi gialli che raggiungono capillarmente tutta la città, è troppo piacevole passeggiare ed osservare quanto sia varia l’architettura (che risente degli influssi inglesi, olandesi, ma anche irlandesi e italiani) e come i quartieri cambino repentinamente da una strada all’altra: a poca distanza tra loro si trovano le classiche townhouse a mattoni, immensi grattacieli con facciate di vetro e acciaio, villette in stile liberty, case fatiscenti e lussuosi condomini presidiati da impeccabili portieri in livrea.
  
 
NY è anche la città del gospel (un genere musicale che mi piace molto e che soprattutto fa tanto “Natale”) e domenica non abbiamo resistito ad imbucarci in una cappella di Harlem dove abbiamo assistito alla funzione religiosa, una esperienza che definire “corale” è dir poco…, anche se in alcuni momenti mi è sembrata un po’ troppo rivolta ai tanti turisti che, come noi, affollavano il luogo.
 
La città è strapiena di negozi (su, gente, comprate, comprate…) ma davvero non ho trovato molto di davvero interessante o che valesse la pena di riportare a casa, quasi tutto made in China, gli oggetti più belli e prestigiosi sono made in Italy. Sono rimasta delusa anche dai pochi addobbi natalizi che abbellivano Manhattan…(tutto sotto tono, sarà per colpa della crisi?). Ed io che pensavo di trovare la città tutto un sfolgorio di luci! Lo stesso albero del Rockfeller center (la piazza è piccola, in Tv sembra mooolto più ampia) non è così sfolgorante… ma questo mi è sembrato degno di essere fotografato!
 
 
Tuttavia visitare i musei di NY è molto piacevole, il Moma è bello, soprattutto i piani 4 e 5 che mostrano arte dell’800, che “riesco” a capire, mentre il 3 ed il 2 sono decisamente meno alla mia portata… qualcuno sa spiegarmi cosa rappresenta una tavoletta di legno inserita nel muro e segnata con il pennarello rosso? Ma io mi sono letteralmente innamorata della leggiadra ballerina di Degas…
 
Il Guggenheim vince il premio per il miglior allestimento e chiarezza delle informazioni (la mostra speciale era su Cattelan e, nonostante la particolarità delle sue opere, sono riusciti a farmelo piacere), mentre il Metropolitan ed il Museo di scienze naturali sarebbero da riallestire … troppo “vecchio stile”!.
 
Tra le nostre mete abbiamo inserito anche un luogo che è un simbolo della città meno conosciuto, che normalmente viene ignorato dai turisti ma che racchiude quasi tutto il Mondo: la sede dell’ONU. Il palazzo è oramai datato e comincia a mostrare i segni dell’età, la visita guidata è stata decisamente troppo affrettata, i controlli di sicurezza estenuanti ma l’emozione provata a sedersi nella sala dell’assemblea generale è stata unica…!
 
 
Nel sito dove si innalzavano le Twin Tower… tante gru, cantieri, operai in movimento, dove si è consumata la tragedia più grande del terzo millennio, c’è ora un cantiere a cielo aperto, il nuovo WTO che si eleva quasi terminato, migliaia di persone si dirigono verso la metro passando accanto come se nulla fosse….signori…the show must go on!
 
 
 
Altro punto controverso: il cibo. A NY si mangia, sempre, in continuazione, in autobus, nei parchi, per strada, si compra food nelle farmacie, si acquistano hot dog e falafel dai carrettini di cibi etnici che invadono le strade, nei grandi centri commerciali ci sono bar e ristoranti, ad ogni angolo ci sono fast food che propongono tutte le pietanze del mondo, incluse le patatine viola ma… di negozi e di supermercati classici ce ne sono proprio pochini!
 
 
I newyorkers mangiano spesso e volentieri fuori casa, se proprio devono acquistano già pronto o da portare via, ed ho avuto la sensazione che si sia perso il piacere di cucinare che invece ancora è fortunatamente ben presente in Europa (ed in Italia soprattutto).
 
 
I dolci sono esagerati (ed i  muffins ed i cup cakes buoni ma incredibilmente zuccherosi; un paio di pan cakes con sciroppo d’acero equivalgono ad un pranzo), va di moda mangiare “organic”, un bicchiere d’acqua minerale, ovviamente “iced”, costa come due bottiglie di cola, il caffè… bé, è davvero un caffè all’americana!
 
 
 
Comunque NY è… piacevole, nel senso che forse dopo tanti film, telefilm, romanzi… me l’aspettavo ancora “di più”. I grattacieli sono alti ma non altissimi come immaginavo (oramai anche a Londra, Parigi e Berlino ce ne sono tanti), Central Park è bello e vale la pena farci delle belle passeggiate, la vista dall’alto dell’Empire State Building, nonostante la nebbiolina che velava il cielo, è affascinante, Little Italy è diventata proprio piccina, una sola strada completamente circondata dal quartiere di Chinatown.
 
 
Ecco, ora dirò un’eresia, ma… per quanto turistico, Little Italy è stato il posto della città dove ho più sentito l’atmosfera di Natale: addobbi, decorazioni, musiche di sottofondo, luminarie…
 
 
Cerco di ricapitolare un po’ di impressioni e/o sensazioni: la città è bella, particolare, caotica quanto basta per restare due ore in autobus in mezzo al traffico per passare dalla 48ma alla 47ma strada, commerciale, contraddittoria, ospitale, multirazziale, distratta, impaurita, orgogliosa, coraggiosa, costosa, cordiale… è tutto e niente, il grande e l’infinitamente piccolo, la storia ed il futuro…
 
 
Per finire, qualche breve informazione di servizio:
come vettore aereo abbiamo utilizzato Lufthansa (volo scontatissimo acquistato su internet 6 mesi prima della partenza a 350€ a/r, scalo a Francoforte): volo tranquillo, servizio impeccabile e cordiale, hostess e steward simpatici che parlavano l’italiano… che altro chiedere? Forse un upgrade in business…!
L’hotel in cui abbiamo soggiornato è il Washington Square Hotel, nel Greenwich Village (buon hotel, ottima colazione al buffet o al ristorante, stanza piccola ma bagno grande, pulito e ricco di accessori… insomma, ottimo rapporto qualità-prezzo!).
 
 
Per risparmiare un po’ e saltare qualche fila, abbiamo acquistato sia la Metro Card (valida per tutti i bus e le metro di NY) che il NY City Pass, che consente di visitare le 6 attrazioni più conosciute (include 4 musei, Statua della Libertà o crociera lungo Manhattan e la visita dell’Empire).
 
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

4 Comments

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    Claudia Novembre 21, 2013

    sono stata a New York per il ponte dell’8 dicembre del 1999 e ne ho davvero un bel ricordo, ma il momento era diverso…le twin tower decorate in modo elegantissimo toglievano il fiato, c’erano addobbi e vetrine mai viste da noi. Forse la tragedia ha ridimensionato loro nel frattempo abbiamo cominciato a copiare un po’ noi… Per l’anniversario della morte di John Lennon, Strawberry Fields, a Central Park era pieno di fiori e di persone che non si conoscevano, ma si guardavano come se fossero amiche da sempre…

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    Gua-sta Blog Dicembre 15, 2011

    Welcome home! Bella New York, anch’io sono stata un paio di volte. Ne ho un ricordo entusiasmante, forse perchè ero più giovane… Vent’anni fa sembrava avanti decenni rispetto all’Europa, forse adesso siamo meno provinciali. Però un giretto vale sempre la pena. Invidia pura.

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    Marilu Dicembre 15, 2011

    Interessante leggere il tuo punto di vista Claudia, è stato molto piacevole seguirti anche con i tuoi commenti quasi “in diretta” su FB.

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    Lallabel Dicembre 15, 2011

    Aspettavo con curiosità questo post.. forse a causa del troppo lavaggio del cervello televisivo e cinematografico ti aspettavi di più e ti sei trovata di meno… ma io non demordo, sono sicura che quando avrò l’opportunità di andare la troverò meravigliosa!
    Anzi, ho apprezzato molto i consigli pratici su volo e albergo!

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