Seguendo il suono delle campane ed il canto delle sirene.

Foto e ricordi di un  fine settimana lungo (siamo a fine inverno 2012 n.d.r.), alla ricerca dell’Italia meno conosciuta e più vera, immersi nella neve sul percorso di quelli che una volta erano tratturi percorsi dai pastori durante la transumanza delle greggi. Comincia così, in un mare infinito di bianco, la nostra escursione tra Molise ed Abruzzo. L’ auto corre solitaria tra boschi e alberi spogli, solo orme di animali a segnare la presenza di esseri viventi. Ma noi proseguiamo, perché vogliamo andare via dalla confusione della città, lontani dallo stress della quotidianità, regalarci un ritorno – salutare e benefico – alla semplicità della natura.
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Chilometro dopo chilometro Agnone, la nostra meta, diventa sempre più vicina e il lungo viadotto – un nastro di asfalto sospeso  sul  vuoto, ci appare sempre più simili ad un cordone ombelicale che collega la natura incontaminata al cuore pulsante città sannita, allo stesso tempo avamposto e sentinella che domina sull’immenso patrimonio storico e naturalistico dell’Alto Molise. Una visione? No, non lo è, ma dopo tanta strada nel bianco totale della neve ancora fresca, Agnone compare all’improvviso, protesa sul colle come una nave in procinto di salpare, un borgo antico che emana la forza della tradizione.
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I campanili svettano alti, richiami per i viandanti e simbolo della maestria dei suoi fonditori (non per nulla le “antiche fonderie Marinelli”, antichi fornitori pontifici, sono uno dei vanti della città e sono visitabili). Quest’anno la neve di febbraio è stata imponente: ha ricoperto ogni vicolo, ogni passaggio. E le auto sono soltanto scatole colorate sotto una coltre fredda mentre grandiose trine di ghiaccio decorano tetti e balconi, i portoni chiusi aspettano  il primo sole per schiudersi.
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Gli antichi ritmi lenti si rivelano i più saggi ed i più sicuri per superare il disagio del ghiaccio. Un passo dopo l’altro, gli scarponi affrontano il manto freddo per scoprire i tesori nascosti nelle tante chiese di Agnone, come la piccola chiesa di Sant’Emidio, dal bel portale romanico.
Il freddo è anche una buona scusa (come se ne avessimo bisogno!) per assaggiare nelle botteghe storiche  i sapori di Agnone, le mandorle confettate, i formaggi tradizionali (caciocavallo, burrino, scamorze ma anche mozzarelle e stracciate) prodotti con il saporito latte locale. Difficile trovare formaggi più genuini: le mucche locali forniscono latte che diventerà formaggio. Piccoli caseifici, non grandi aziende. La qualità è assicurata.
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Ad un’ora di viaggio, il Molise lascia spazio al mare d’Abruzzo ed anche il clima cambia repentinamente: non più neve ma sole, caldo, luce intensa. La neve è solo un ricordo in lontananza e la marina di Vasto (Ch) ci porge il benvenuto con la sua sirenetta flessuosa. I trabucchi protesi nel mare sembrano esseri con lunghe braccia, affamati di pesce. Il silenzio che ci avvolge è ora diverso, rotto dal rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia. L’orizzonte infinito invita già a sognare l’estate, la frenesia delle notti di agosto, le risa dei bambini, il calore della sabbia. Nel punto più alto, Vasto diventa magico, forse misterioso, comunque affascinante: davanti il mare e l’orizzonte, vestigia di chiese antiche ed un porta magica pronta ad accogliere i moderni viandanti, un passaggio che a seconda dell’umore può essere simbolico oppure romantico.
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Il forte di Vasto, il pozzo con l’anfora pronta da riempire, la piazza vuota in cui risuonano i nostri passi: anche qui il ritmo è diverso da quello della grande città, c’è sempre tempo per un saluto e per  parlare, il rito dell’aperitivo al bar, i tavolini pieni di mille chiacchiere e di infiniti sorrisi. Vita lenta forse, di sicuro vita migliore.
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Dalle vetrine delle botteghe fanno capolino gli stampi  per cuocere le “nevole” o ferratelle, dolce impasto di uova, farina e zucchero che grazie al calore si trasforma in cialde croccanti da gustare con marmellate, miele o ancor più golosamente con creme alla nocciola. Ogni stampo è un’opera d’arte e ogni nevola è una festa, una ricorrenza familiare da celebrare.
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Il mare è calmo ed il golfo è un arco quasi perfetto ma in lontananza le colline imbiancate dalla neve ci invitano a tornare tra le nostre montagne del Molise. Ci aspettano ancora città da scoprire, silenzi da assorbire prima di tornare in città, paesaggi fantastici da ammirare.
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Soprattutto ci aspetta Isernia, città molisana che ha pagato un enorme tributo di vite umane durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale: non c’ più traccia del dolore a distanza di anni e le sue stradine strette sono intrise di saperi preziosi: botteghe artigiane, musei, tracce di storia antica. Ogni angolo racchiude un suo fascino, ogni pietra una storia, un talento.
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Qui ancora si pratica l’antica arte del ricamo a tombolo, lavorano ebanisti ed intagliatori, ci sono botteghe di sarti e fabbri: gli antichi mestieri che altrove sembrano scomparsi ad Isernia sono mestieri di prestigio, grazie ad una illuminata politica che vede nelle “botteghe d’arte” il baluardo all’oblio ed alla perdita delle conoscenze.
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E’ ora di riprendere la strada, si torna a casa ma il Molise e le sue montagne vengono con noi: abbiamo uno zaino pieno di emozioni, tante foto, gioia negli occhi ed un paniere colmo di dolci e formaggi squisiti!
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

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    Lallabel Marzo 05, 2012

    Posti straordinari che confesso di non avere mai visitato e che sono nel mio “carrello” … da visitare al più presto!

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  2. Avatar
    Gua-sta Blog Marzo 05, 2012

    Bel giro! L’Italia è meravigliosa: nel giro di pochi chilometri monti, mare, monumenti, gastronomia ed artigianato.

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