Praga e la ricerca della magia.

L’immaginazione è una delle componenti più importanti di un viaggio: immaginare un luogo, pregustarne i colori, i sapori, i ritmi ancor  prima di arrivarci predispone l’animo e lo aiuta a comprenderne i lati più genuini, anche quando la realtà non corrisponde – ahimé –  pienamente alle attese.
 
Preambolo complicato ma che si può da tradurre in due parole: pensavo che Praga fosse “di più”. Più grandiosa, più elegante, più romantica, più moderna, più europea, più magica (e allora, Ripellino, per cosa lo abbiamo letto?), più ricca di cultura e di arte.
Bella lo è, ed anche tanto,  divisa (ed al tempo stesso unita) com’è in due parti dal corso della Moldava che ne è anche spina dorsale; piena di vestigia antiche, con chiese e piazze imponenti, il quartiere di Josefov con i suoi vicoli e le sue botteghe, immutato dai tempi in cui ci viveva Kafka.
 
Pensavo di trovare una città in evoluzione, con alle spalle la locomotiva a vapore dell’Unione sovietica per agganciarsi al treno (sia pure sferragliante e con tante fermate impreviste) dell’Europa. Insomma. mi aspettavo emozioni e suggestioni, le stesse che ho provato leggendo libri e sognando su immagini dei magazine di viaggio.
 
 
Ho invece avuto l’impressione di entrare in una realtà che non è più est ma non è nemmeno ovest, un luogo che non fa  parte del passato ma non è ancora nel presente né, tanto meno, vede vicino il futuro; un sistema sociale che stenta a decollare, in attesa di trovare la propria dimensione.
 
E poi, è troppo, davvero troppo turistica, non soltanto per le migliaia di visitatori che affollano il suo centro storico o  per le centinaia di botteghe e mercatini pieni di paccottiglia da smerciare a poco prezzo. E’ proprio “turistica nell’anima, come se avesse abiurato la sua storia a favore del profitto.
 
Persino il bellissimo complesso del Castello è stato tramutato in una sorta di Disneyland ad uso e consumo degli stranieri, il cambio della guardia di marziale non ha nulla, e ancor meno aiutano le divise azzurro cielo dei militari.
 
 
Certo, il Ponte Carlo, l’orologio astronomico (mi spiegate perché i turisti-spettatori devono sempre fare un applauso alla fine della danza degli automi?), la chiesa di S. Maria di Tyn,  Mala Strana, Stare Mesto, il Castello con la Cattedrale di S. Vito ed il vicolo d’Oro: tutti belli, affascinanti, interessanti, imponenti. Come potrebbe essere altrimenti in  una città che  contiene praticamente tutte le tracce dell’architettura europea, dal gotico al barocco, dal liberty al razionalismo ed al funzionalismo?
La cancellata di ingresso al complesso del Castello di Praga
Il Castello di Praga è anche la sede del Presidente della Repubblica Ceca
 
Scorcio dei giardini del castello
La Chiesa di S. Vito (oppure devo definirlo Duomo? Va meglio chiamarlo Cattedrale? In ogni caso, è l’essenza stessa di Praga) domina dall’alto, le sue torri sono visibili da qualsiasi punto della città. Ed anche qui la storia ed il sacro lasciano il posto, ahimè, a torme di turisti cui interessa solo poter dire “l’ho visto!”, senza curarsi del significato profondo che questa Cattedrale ha per tutta la nazione.
La Cattedrale di S. Vito
Ancora la Cattedrale di S. Vito. L’abside.
La guglia della Cattedrale
All’interno del Castello di Praga (una vera città nella città)
Nel Castello
Case di Praga
Santa Maria di Tyn
Sulla Moldova
Solo alla sera  la morsa dell’assedio delle migliaia di turisti “mordi e fuggi” si allenta ed è possibile, ascoltando i sussurri che si alzano dalle strade ed escono dai palazzi, ritrovare – almeno in parte – la magia nascosta della città.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

5 Comments

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    Palmy Luglio 25, 2012

    Penso che si tratti di accenti, tu dici: bella, ricca d’arte, storica etc e però… Io prediligo un altro accento: ci sono molti turisti però Praga rimane bella, grandiosa, affascinante… Anche Parigi è piena di turisti e tutti fanno le stesse foto e gli stessi percorsi; Venezia poi non ne parliamo… ma io confido in tre cose, che proprio in quelle città affollate si sono rivelate vere:
    -se ci sono molto turisti deve essere per forza bellissima
    -sarò là per quasi sei giorni avrò tempo di tornare in orari diversi negli stessi giorni
    -non me ne frega niente di quante altre persone stanno guardando quello che guardo io perché quello che guardo vibra dentro di me e io darò spazio a quella vibrazione.
    Forse tu non eri in sintonia con la città?

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    I SOGNI DI CLAUDETTE Luglio 23, 2012

    Bel viaggio….è grazie per aver dato un sincero giudizio su questa bella città..
    ciao da Claudette
    ps. il tuo compleanno è a giorni!!!

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    I SOGNI DI CLAUDETTE Luglio 23, 2012

    Bel viaggio….è grazie per aver dato un sincero giudizio su questa bella città..
    ciao da Claudette
    ps. il tuo compleanno è a giorni!!!

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  4. Avatar
    Tiziana Bergantin Luglio 23, 2012

    Molto interessante scoprire un’altro punto di vista che riguarda questa città. Io quando l’ho visitata (settembre 2011) per me è stata una folgorazione. Mi sono totalmente innamorata dei suoi spazi, dei suoi vicoli, dei suoi palazzi color pastello, dei suoi quartieri, insomma io ci andrei a vivere. Forse l’ho vista in un momento dove i turisti non erano tantissimi, sempre molti certo, ma si poteva girare in modo tranquillo, consapevoli di calpestare le vie di una delle città più visitate d’Europa. Ciao cara Claudia.

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    Gua-sta Blog Luglio 23, 2012

    Come mi riconosco nel tuo resoconto! Purtroppo adesso è così… in tanti vogliamo visitare i luoghi di cui abbiamo letto e favoleggiato e contribuiamo tutti a rovinarli e a sfalsarli. E’ un circolo vizioso.

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