Praha Seventhies Hotel – un hotel di Praga

Da quando siamo tornati dalla Repubblica Ceca ho pensato che dove abbiamo alloggiato, un hotel di Praga piuttosto vintage, meritasse almeno una citazione: non per i suoi servizi o il suo comfort (pur essendo un 4 stelle, ne avrebbe potute avere 3 e sarebbero state comunque  abbondanti), quanto per lo stile prettamente “sovietico” della struttura, più adatto a Praga capitale della Cecoslovacchia che non alla Praga di oggi.
(Foto tratta da sito del Parkhotel Praha)
Un hotel di Praga alto almeno 10 piani, appollaiato su una collinetta e circondato da un giardino malandato, con la struttura quasi “sospesa” su esili gambe squadrate e le due facciate principali completamente ricoperte di vetri: questo è stato il mio primo impatto con il Parkhotel di Praga.
 
 Varcata la porta d’accesso, si è aperto uno scenario incredibile: una hall immensa, squadrata, uscita da una rivista degli anni 70, ancora con gli arredi e con le scritte al neon che avrebbero fatto felici i mugiki di tolstojana memoria portati in vacanza premio a Praga.Lo so, sto esagerando (volutamente…) ma, davvero, non mi aspettavo di trovare un hotel di Praga che fosse anche un reperto della seconda metà del ‘900, forse a suo modo bello e particolare nella sua vetustà ma comunque non al passo con le esigenze di oggi.
 
Ogni complemento, ogni arredo richiamava al passato: unico tocco di colore e di “contemporaneità”, i due vasi arancioni accanto ai due (lentissimi) ascensori.  
 
Anche gli addetti alla reception (cordiali quanto una zitella acida a cui hanno pestato un callo) sembravano usciti da una pagina in bianco e nero della Pravda: un saluto o un sorriso non facevano parte dei compiti previsti da contratto, né le informazioni richieste sono mai state fornite con quel minimo di cordialità che ci si aspetta da un albergo di livello medio-alto. Le divise “ministeriali”, i compiti nettamente suddivisi (c’è l’addetto per spostare le valigie, quello per custodirle, eccetera..), il negozio di souvenir con le vetrine colme di matrioske, colbacchi, memorabilia… tutto ha contribuito a rendere il Parkhotel  un hotel di Praga fuori dalla realtà!
L’incredibile (e terribile…) lampadario della sala colazione.
 La vera apoteosi dello stile post sovietico l’abbiamo vissuta nell’immensa sala colazione, dove tra grandi vetrate, enormi lampadari, arredi scuri e “pesanti”, tavoli sciatti e incredibilmente sudici, torme di cameriere inesperte che, con la leggiadra manina, gettavano a terra le briciole degli avventori che ti avevano preceduto (e in terra non c’era mattonato, ma una terribile moquette che probabilmente aveva imprigionati tra le sue fibre anche gli avanzi della colazione di Breznev…).
 
 
Qui abbiamo assistito allo spreco assoluto del cibo (tanto, tantissimo, di ogni genere e sapore, dal risotto con i fagioli alla carne, dal dolce con i semi di papavero all’insalata, passando per lo yogurth e la macedonia di frutta) spesso prelevato dagli avventori in quantità esageratamente enormi e lasciato a languire sui tavoli.
 
Per fortuna le stanze erano state rinnovate da poco e, a parte l’aria condizionata che ha funzionato male creando qualche problema di non poco conto in un giugno che si è rivelato caldissimo, erano pulite e decorose, con arredi nuovi seppur standard, i bagni passati con la candeggina fino a renderli immacolati.
la stanza da letto (tratta dal sito del Parkhotel)
A favore dell’hotel (oltre al costo), la posizione, vicinissimo al Veletržní palace (Museo di Arte contemporanea), alla Fiera ed al Parco Stromovka e ben collegato tramite tram al centro ed al Castello di Praga (acquistate i biglietti giornalieri per i mezzi pubblici, sono convenienti e non avrete problemi a salire e scendere da una linea all’altra). Vicino ci sono piccoli negozi di alimentari, banche (anche un Unicredit), caffetterie, non lontano un bar che serve caffè Illy, ristoranti abbastanza economici: noi abbiamo provato la pizzeria dell’hotel, che sforna pizze buone e cheap e  un ristorante-birreria esattamente davanti alla fermata del tram, mentre in centro abbiamo provato l’Universal, la birreria  “U černého vola” (Al bue nero) ed un ristorante specializzato in cucina austriaca (totalmente turistico!) vicino al ponte Carlo.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

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    TuristadiMestiere Luglio 26, 2012

    o mio Diooooooooooo! briciole + moquette = schifo! Scusa l’espressione, ma non riesco a immaginare una scena peggiore! 🙁 L’importante è che il rapporto qualità prezzo sia giusto e che non si paghi da 4* quando sono appena 3*! P.S. però quanto è bella Praga!

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  2. Avatar
    Lallabel Luglio 25, 2012

    essendo stata in un hotel a 1 stella gestito da cinesi non mi impaurisce.. ma non riesco a smettere di pensare alla moquette nel ristorante… brrrr!
    Comunque, se economico e di comoda posizione.. si può fare!

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