Ancora Civita di Bagnoregio

L’Italia è davvero un posto stupendo, nessun luogo escluso! Mare, montagna, laghi e poi dune sabbiose, boschi ombrosi, paesini e città, amene località dove ogni mattone, ogni rudere, sono arte e storia. Il nostro, è davvero un Paese unico, dove il bello è talmente usuale che rischiamo di apprezzarlo. Percorrere l’Italia dalle montagne del Sudtirolo fino a Lampedusa è come sfogliare un catalogo pieno di spunti ed ispirazioni: è sufficiente guardarsi intorno per scoprire patrimoni artistici, magari ad un passo da casa! Civita di Bagnoregio (VT), ad esempio, è uno dei Borghi più belli d’Italia ed è anche un insediamento urbano  la cui particolare conformazione e la base su cui poggia – tufo calcareo – lo rende unico. Civita di Bagnoregio merita di essere visitato programmando una giornata (o anche solo qualche ora…) per ammirare la sua eccezionalità.
Per arrivare a Civita di Bagnoregio, la via migliore è prendere l’autostrada A1 ed uscire al casello di Attigliano (se si viene da sud) o ad Orvieto (provenendo da nord) per poi proseguire in direzione Lubriano  fino ad arrivare al paese di Bagnoregio. Qui seguite le indicazioni per Civita (circa un paio di chilometri). Una volta arrivati nelle vicinanze di Civita di Bagnoregio, sarete costretti a lasciare la macchina ed obbligati ad incamminarvi su un lungo ponte pedonale in muratura sospeso sui calanchi e sulle forre, un precario cordone ombelicale che collega il paese al “resto del mondo”, per raggiungere finalmente la scoscesa piattaforma di tufo che sostiene le vestigia della Città che muore.
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Si sale rapidamente (si, perché il ponte è in forte salita e vi assicuro che l’ultimo tratto impegnerà non poco la vostra resistenza fisica) verso Civita di Bagnoregio, quasi si ascendesse al Paradiso, perché in questo luogo sospeso nel tempo e nello spazio è possibile ritrovare se stessi e scrutarsi nella profondità dell’anima.

Sopra la Porta di S. Maria (o della Cava), unico accesso alla città, due leoni di pietra trattengono tra le zampe teste umane e rammentano la fierezza con cui gli abitanti di Civita combattevano i nemici. Una volta dentro, la prima sensazione che si prova è di straniamento: acciottolati polverosi e sconnessi, palazzi antichi che lentamente si sgretolano, portoni aperti verso il nulla, niente traffico o macchine, solo un paio di furgoncini Ape per i piccoli trasporti. Pochi abitanti, un paio di ristoranti, un bar, una grande chiesa che si affaccia sulla piazza principale, vicoli e scale scavati nel tufo. E poi gatti sornioni che si muovono pigri ed indisturbati tra i vasi di fiori, padroni dei cortili e degli orti. Nell’aria c’è odore di antico e di pane. E silenzio, tanto silenzio, ovunque.
Dentro il borgo, la nostalgia per la vita scandita da ritmi lenti e dal mutare delle stagioni assalirà anche il visitatore più frettoloso e distratto. E’ come entrare in un set cinematografico, dove ogni muro, ogni arco, ogni finestra è un set pronto ad animarsi. Resta solo da attendere un regista capace che dia il ciak di avvio per vedere il borgo riprendere vita, le case illuminarsi e le voci ed i canti delle lavandaie risuonare tra le strade.
L’impianto urbanistico di Civita affonda le radici nella storia etrusca e romana, con strade disposte secondo la suddivisione in cardi e decumani. Le case rimaste sono di epoca medievale, così come la Chiesa di San Donato, dove è custodito un pregevole crocifisso ligneo del XVI secolo che viene portato in processione il venerdì santo. Accanto agli edifici in rovina appaiono di tanto in tanto case ben restaurate, in genere abitate stagionalmente da stranieri cui non crea preoccupazione né l’isolamento del borgo né l’erosione continua dello sperone di tufo su cui è costruito.
Civita di Bagnoregio vista all’alba o al tramonto può essere incredibilmente romantica: andateci nel tardo pomeriggio per vedere il sole che si nasconde dietro i calanchi. E non vi basterà visitarla una volta, perché vorrete – proprio come me – ritornarci di nuovo.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

6 Comments

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    Daniela Stampatori Ottobre 15, 2013

    Bellissimo, complimenti! Io sono una guida turistica abilitata per la Provincia di Viterbo e leggere descrizioni dei così appassionate dei viaggiatori nel nostro territorio mi emoziona sempre tanto…
    Per deformazione professionale, faccio solo un piccolo appunto: quando si parla della chiesa di San Donato, la foto che è stata pubblicata non ritrae l’edificio di Civita e può essere fuorviante.
    Per il resto… perfetto! 🙂 Torna presto nella Tuscia!!

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    Francesco Cijecam Bonini Ottobre 25, 2012

    Da Civita di Bagnoregio erano partiti dei migranti italiani protagonisti di Terra Nostra 2 soap della brasiliana rede globo… Eheh che perle eh?! ^_^

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      Shanta Ottobre 15, 2013

      Cijecam, lo sapevo!!!! 🙂 Ma giuro che non ho mai visto soap in vita mia…

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    Laura Settembre 23, 2012

    Bellissimo! Noi ci siamo stati ormai 5 anni fa. Eravamo in Umbria, vicino ad Orvieto e da lì è un attimo arrivare in Lazio. Posto consigliatissimo! Ciao!

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    Laura Settembre 23, 2012

    adoro la nostra Italia ci sono stata quest’estate, hai visto il mio post? Bellissimo posto, bacio

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    Lallabel Settembre 23, 2012

    Come non essere d’accordo con te, sai anche tu come la penso sull’unicità di ogni angolo italiano!
    E ancora una volta questo tuo post conferma il mio pensiero e mi fa conoscere una ltro piccolo gioiello

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