Questi Etruschi! Alla scoperta di Sovana: tufo, tombe e vie cave

C’è una zona, a cavallo tra il Lazio e la Toscana, dove fortissime sono le influenze storiche ed artistiche degli etruschi. Ci sono tracce ovunque: nelle valli, lungo i fiumi, tra i boschi. Perfino nelle  fisionomie che ancora oggi caratterizzano gli abitanti, discendenti da un popolo colto ed amante del bello.  Avrete già capito che sto parlando del territorio che si estende tra Pitigliano, Sovana, Sorano, Manciano: terra di Maremma ma con saldi agganci con la vicina Tuscia, in un mix di idiomi e di storie.
Se ne avete la possibilità, programmate una gita, anche giornaliera, in queste zone, approfittando delle giornate che da qui a breve diverranno più lunghe: dirigetevi senza indugio a Sovana, dove la civiltà etrusca convive con la storia medievale. Sarà un’esperienza incredibile, anche per i bambini!
Passeggiando senza fretta per le sue strade lastricate, ammirate le case medievali costruite con i mattoni di tufo, ingentilite da piante e in primavera da fiori, perdetevi nella piazza dove sorgono il Palazzo Comunale con il suo orologio, il Palazzo Pretorio e la Loggia del Capitano.
Entrate nelle chiese che costellano il paese, come la splendida la Chiesa di Santa Maria, di impianto trecentesco e caratterizzata da un tabernacolo che catalizza l’attenzione del visitatore; raggiungete il Duomo di San Pietro e Paolo (databile intorno all’anno 1000), riempitevi gli occhi con gli elaborati ricami del suo  portale di accesso in pietra e con i raffinati capitelli, restate ammaliati dalla cupola ottagonale e  scendete nella cripta, dove  si trova la tomba di San Mamiliano.
Già territorio della Repubblica di Siena, Sovana tra i suoi figli illustri annovera Ildebrando di Sovana, che divenne Papa come Gregorio VII, dando  avvio alla riforma gregoriana e che non dimenticò mai la sua terra natale, arricchendola di opere e di privilegi.
Dall’altro capo del paese sorgono invece i resti della Rocca Aldobrandesca, strumento di difesa e di controllo del borgo oramai ridotto a mero memento della potenza che aveva contraddistinto Sovana.
Ma è a poca distanza dall’abitato di Sovana che si nasconde il suo tesoro più prezioso: la ricca necropoli etrusca, venuta alla luce solo a metà del 1800.

 

Qui, in un bosco fitto ed ombroso, lungo un percorso pedonale segnalato da cartelli, accanto alle semplici tombe ad inumazione o ai sepolcri ad edicola si elevano le più belle tombe monumentali della zona: la Tomba Ildebranda a forma di tempio a 12 colonne, la Tomba del Tifone con la testa della figura mitologica scolpita sul frontone, la Tomba Pola, che era caratterizzata colonne (ne resta purtroppo una sola) e da decori policromi, la Tomba dei Demoni alati, che prende il nome dalle due statue erette nella nicchia.
Si resta senza parole dinanzi alla grandiosità delle opere: la natura selvaggia ed i secoli di oblio le hanno preservate nella loro bellezza senza tempo.
 Nel Parco Archeologico si aprono anche le Vie Cave, i sentieri scavati nel tufo che furono il cardine del sistema viario etrusco, utilizzati come strade di collegamento tra paesi vicini ancora fino a non molti decenni fa.
Il Cavone di Sovana ha ancora sulle sue pareti simboli esoterici che i suoi antichi frequentatori incidevano contro i cattivi incontri (i cosiddetti “scacciadiavoli”), ed edicole dove veniva posti ex voto devozionali.
Camminare  lungo queste tagliate è un’esperienza unica, l’odore delle radici e della vegetazione, l’ombra degli alberi, il rumore attutito dal tufo… a tendere l’orecchio si riescono ancora ad udire i rumori ed i suoni che ascoltavano i nostri misteriosi progenitori etruschi!
Informazioni utili:
la necropoli etrusca di Poggio Prisca, Poggio Felceto e  Poggio Stanziale, dove si trovano le tombe sopra descritte,  è aperta dal 31 marzo al 7 ottobre, dalle 10.00 alle 19.00. Accanto all’ingresso c’è un ampio parcheggio ed è necessario acquistare un biglietto (5 euro) presso la casetta in legno all’inzio del percorso, che si snoda nel bosco lungo terreni tufacei che non consentono la fruizione ai diversamente abili dotati di carrozzine o di ausili per la deambulazione. E’ comunque preferibile indossare scarpe da trekking o almeno scarpe da ginnastica. e portare con sè una piccola scorta d’acqua (non ci sono punti di ristoro).  Assieme al biglietto, viene fornita una piantina con le indicazioni per raggiungere le tombe.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

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    Lallabel Gennaio 21, 2013

    Questa è una delle tante mete che ho in agenda, così affascinante la civiltà etrusca!

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    Alessandra Gennaio 21, 2013

    Il mio primo scavo l’ho fatto da queste parti. Nel fine settimana giravamoo nei dintorni a caccia di altre tracce archeologiche. Son posti straordinari sotto ogni aspetto.

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