Lexicon 80
Nel corso delle #invasionidigitali che si sono svolte la scorsa settimana a Buonconvento, uno degli oggetti esposti nel Museo della Mezzadria senese ha catturato la mia attenzione come pochi altri: un autentico reperto dell’era pre-digitale, un esemplare – ancora funzionante – di Olivetti Lexicon 80, quasi un dinosauro rispetto ai tablet che ci portiamo nelle tasche.
Disegnata da Marcello Nizzoli e progettata da Giuseppe Beccio (fonte: archivio storico Olivetti), è stata immessa sul mercato nel 1948 e rappresenta un’icona del design italiano, assieme alla più nota Olivetti Lettera 22. Talmente innovativa per l’epoca (viene utilizzata la pressofusione per ottenere una scocca dalle forme morbide e continue) da meritare di essere tra gli oggetti di culto del Museo di arte moderna (MOMA) di New York.
Ciò che più mi ha più emozionato sono stati i ricordi che questa macchina da scrivere ha fatto risalire alla memoria: era una delle tante con cui giocavo da bambina quando andavo a trovare babbo in ufficio ed è stata anche la prima su cui ho cominciato, per gioco, a scrivere le mie prime “produzioni letterarie” (ehi, qui non si parla di premio Nobel per la letteratura, ma di romantiche, allo stesso tempo goffe e tenere letterine destinate al ragazzino dai capelli biondi che sedeva nel banco davanti al mio alle scuole elementari!).
Molto spesso le emozioni che ci trasmettono gli oggetti, così come i luoghi in cui ritorniamo dopo molto tempo, si incanalano nella nostra coscienza più remota e risvegliano incanti e turbamenti, fanno rivivere attimi del passato, ci consentono di vivere – almeno nella mente – nuovamente accanto a chi ci è stato vicino.
1 Comment
Certi oggetti sono veramente evocativi, in questo caso particolare poi ti capisco benissimo!