Toscana: un colore, tre aggettivi, un immagine.

Voglio provare a fare un gioco insieme a voi: riuscite a definire la Toscana e la “toscanitudine” con un colore e tre aggettivi (solo tre, mi raccomando…)?

Io, tanto per cominciare, direi…
– verde
– incantevole
– gustosa
– melodiosa

 

Verde come la campagna morbida come il velluto, come le  mille sfumature di colore che assumono in primavera le colline ondulate dai crinali punteggiati di cipressi e distese  di olivi centenari a far da sfondo; incantevole come le pievi ed i castelli che improvvisi appaiono alla fine delle strade polverose che corrono tra i campi di grano maturo, tracce di storia disseminate con sapienza sul territorio; gustosa come la cucina, rustica e raffinata nello stesso tempo, che attrae l’epicureo ed il salutista grazie ai prodotti genuini che finiscono nelle pignatte non appena colti dagli orti per dare vita a pietanze che riempiono la mente ancor prima del  palato. E melodiosa, come l’armonia creata dal cinguettio dei mille uccelli che popolano i suoi boschi mescolata al suono delle campane che da lontano si sentono rintoccare e come le lettere “ci” e “gi” che diventano dolcemente sdrucciole nel parlare di chi vi abita.

E, continuando il gioco: se pensate ad un’immagine che riassuma tutti gli aggettivi che avete scelto per la Toscana, cosa vi viene in mente?

Ecco, io qui devo arrendermi all’evidenza: nonostante conosca bene la Toscana ed i suoi tanti e diversi paesaggi che incantano lo sguardo, io  non ho più dubbi: da quando sono stata a Castelfalfi, ho scoperto che l’essenza stessa della toscanitudine è nascosta tra le pietre di questo borgo, sotto le tegole di cotto che sono sui tetti, in mezzo ai boschi e lungo i campi che si spandono a perdita d’occhio. Ed è qui che il meglio delle provincie di Firenze, Pisa e Siena emerge prepotente.

Qui c’è tutto quello che l’immaginario collettivo associa alla Toscana: un castello, una pieve romanica, un borgo medievale di mattoni rossi, vigneti a perdita d’occhio, oliveti con piante centenarie, il bosco, la fauna selvatica che tuttavia non ha paura dell’uomo: non vi stupite se nei prati le volpi e lepri inscenano danze misteriose, se lungo la strada bianca che collega i diversi punti della tenuta i coniglietti vi verranno incontro saltellanti e se Ghiga, la cinghialina orfana  adottata da cucciola, vorrà essere accarezzata nemmeno fosse un cagnolino…

Se poi aggiungete uno scenario ed un panorama che sembrano usciti da una rivista patinata, perfetti e nello stesso tempo selvaggi quanto basta nonostante le gru che ancora svettano sopra il Castello in restauro, non potrete che innamorarvene perdutamente e sussurrare, sottovoce che “la Toscana e’ qui!”.

Vi va di continuare il gioco?
Quali sono i 3 aggettivi che rappresentano la “vostra” idea di Toscana? E qual’è il colore che esprime di più la sua anima?
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

3 Comments

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    Andrea Giugno 04, 2013

    Bella l’idea e bello il gioco e bello il post… credo però che per partecipare si debba tenere in considerazione l’umore del momento… se facessi il gioco ora della toscana avrei il ricordo carico di rancore del periodo vissuto a Firenze per cui direi grigio come colore, inospitale, chiusa e burbera-ma so che non è così… magari in un giorno diverso penserei al Parco dell’Uccellina per cui sarebbe un bel blu accompagnato da calda, luminosa e solare…

    Brava davvero!

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  2. Avatar
    silvia ceriegi Giugno 04, 2013

    continuo io e continuo presto… l’aggettivo toscanitudine (io avevo pensato a toscanità) me l’hai tolto di bocca… non anticipo, ci leggeremo!

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