Caratteri di Provenza

Impossibile racchiudere in qualche foto e poche parole l’essenza della Provenza: ci hanno provato in tanti, prima di me, senza riuscirci e non sarò certo io, con i miei pochi mezzi, a incasellare le sue mille storie.
Perché Provenza è colore, sapori, odori… è il fascino delle piccole cittadine con le case color cipria e le finestre dalle imposte rosa, azzurre, lilla, verde penicillina…
E’ campagne generose che producono frutta deliziosa e fiori profumati, è lo stile vecchiotto che si ritrova nelle botteghe che vendono tessuti ed oggetti per la casa, sono i dolci tipici che chiedono solo di essere assaggiati (avete mai provato i calissons alle mandorle di Aix en Provence o la frutta sciroppata di Apt?).
E’ gli atelier d’arte dove si creano dipinti ma anche “poterie” uniche, che meritano vetrine ben più importanti di un mercatino settimanale. E’ il pane che profuma ancora di grano, sono i tavolini dei bar che danno vita ad un salotto all’aperto, sono i “boulodrome” dove gli anziani si sfidano al gioco della petanque, sono i lunghi viali ombrosi ed i canali dove l’acqua riflette la luce del sole, che accarezza la regione.
Sono i vigneti ed i campi di girasole, l’olio e le terre rosse, è un pastìs ed un kyr sorseggiati pigramente in attesa della cena. E’ l’eleganza senza tempo, dove un cappello di paglia che ha visto giorni migliori diventa il dettaglio che fa la differenza di stile.
Nel nostro itinerario abbiamo solo fatto un piccolo assaggio del menù che la Provenza offre ai suoi ospiti.
Forse, per pigrizia, ci siamo limitati a seguire mete fin troppo turistiche (Roussillon, Vaucluse, Verdon, Avignon, Aix en Provence): tuttavia impossibile non percorrere il Sentiero delle Ocre o la strada delle Crete, non seguire il percorso delle acque che furono cantate da Francesco Petrarca e men che meno non spendere almeno un paio di ore per entrare nel mondo di Cézanne, di Granet, di Van Gogh, di Mistral…
Ad oggi, abbiamo visitato:
  • Aix-en-Provence, una bella città borghese, notevoli palazzi, belle fontane, negozi, ristoranti, un ottimo ufficio del turismo ed un altrettanto ben organizzato sistema museale. Un po’ caotica, a dir la verità!

  • Forcalquier: la “citadelle” si dipana lungo la collina e lungo le vie si trovano bei negozi. Il mercato delle ceramiche propone in vendita la produzione dei maestri ceramisti.
  • Ventabren: la chiesa ed il priorato, i resti del castello della Regina Giovanna, i mulini a vento, un bell’acquedotto a tre ordini di archi del 1800 che riprende lo stile degli acquedotti romani.
  • Roussillon: andateci. Non ci sono scuse: qui il colore ocra è declinato in 1000 sfumature, il sentiero delle ocre regala sensazioni uniche, al Conservatoire il colore è – anche – il filo conduttore di una storia fatta di uomini e fatica.
  • Gordes e l’Abbaye de Senanque: la Provenza come appare in cartolina (letteralmente!). Da non perdere, se non altro per scattare le foto più belle…

  • Fontaine de Vaucluse: se avete studiato le liriche di Francesco Petrarca ed il suo “Chiare fresche dolci acque…” vi ha fatto battere il cuore, dovete assolutamente vederla. Anche se è diventata turistica, anche se lungo il corso delle acque imperano le bancarelle, il fascino è immutato da quando il Poeta componeva le sue poesie pensando all’amata Laura…
  • L’Isle sur la Sorgue: il paradiso degli amanti del brocante, con magazzini interi pieni di antichità, ma anche tanti negozi di ogni genere dove perdersi e dar fondo al budget!

  • Valensole: la lavanda è qui! Durante il percorso avevamo trovato solo qualche campo di lavanda miserello. Superata Manosque si sale verso la montagna, cambia il clima, il panorama e… le coltivazioni. Campi di lavanda a perdita d’occhio, cespugli di fiori viola in fila come tanti obbedienti soldatini. Vi accorgerete della presenza della lavanda a centinaia di metri di distanza per il profumo intenso che pervade l’aria!
  • Riez: paesino delizioso (il mercoledì si tiene un bel mercato che richiama molti visitatori) con diversi resti romani.

  • Les Gorges du Verdon: un patrimonio naturale di inestimabile valore culturale, pareti scoscese che precipitano nell’orrido dove scorre il fiume di un incredibile color azzurro, che poi sfocia nel Lago di St. Croix (portatevi il costume…).
  • Avignone: bella, ma in luglio estremamente caotica! Una città che è Provenza ma al tempo stesso non lo è, ricca di palazzi dalle architetture medievali, romaniche, haussmaniane. Centro culturale e universitario, nelle sue vie eleganti si aprono negozi e griffe di lusso. Da non perdere il ponte di St. Beneuzet, il mitico ponte “dove si danza”…
  • La zona vinicola di Chateneuf du Pape: vigneti a perdita d’occhio e “caves”, cantine, dove fare wine tasting…

  • Vaison la Romaine: resti romani, costruzioni medievali, negozi, un notevole Duomo di epoca romanica, intorno vigne sopraffine, boschi e colline… c’è di che fermarsi qualche giorno, ad avere il tempo…
  • La vetta del Mont Ventoux: il gigante di Provenza si eleva con i suoi 1900 metri. Avete presente il detto: “toccare il cielo con un dito”?
  • Arles: cambia architettura, colori, volti, stili. Un angolo di Spagna gitana che si divide tra corride, palazzi con il fascino del tempo sulle facciate, uno stupendo teatro romano ed un anfiteatro che, senza impalcature, deve essere bellissimo… Una città lontana dagli stereotipi provenzali, un mondo a sé.

  • Santes Maries de le mer: la città immersa nella pianura della Camargue (lo so, non è più veramente Provenza, ma è vicina…) e affacciata sul mare, conosciuta per essere la meta dei gitani in occasione della festa di Santa Sara. Turistica fin nelle fondamenta. Ma “va” vista. Ed anche i fenicotteri che trovano rifugio nello stagno vicino alle case.
  • La Camargue: difficile raccontare senza foto un luogo dove la natura ancora ha il sopravvento sull’uomo. Parco nazionale assolutamente da visitare, al primo impatto può non piacere (così piatta, selvaggia e acquitrinosa), poi l’innamoramento è totale…

  • Aigues Mortes: non più Provenza ma Linguadoca, è il baluardo costruito dal Re Santo dei Francesi per fornire un sicuro approdo ai crociati che andavano alla conquista della Terrasanta. Mura di cinta, torri e bastioni  che dominano da lontano la pianura camarguense. Stagni e saline (da vedere assolutamente! Prendete il trenino turistico, con pochi euro di costo (9€) avrete la possibilità da fare un percorso guidato e commentato dove una sola scheda di memoria non sarà sufficiente  a contenere tutte le foto che scatterete!

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

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    Anna Luglio 26, 2013

    Io dico che ci sono andata una volta tanti anni fa ed è ora che ci ritorni, troppo bella!

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  2. Avatar
    Dada Crea Luglio 25, 2013

    Fantastica la Provenza, io me ne sono innamorata <3 ed hai ragione a dire che è impossibile trasmettere il fascino nei racconti. Anche se le foto sono comunque un piccolo assaggio.
    P.S. Mi son persa a cercare il cappello di paglia 😀 (??)

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