In gita da Roma: in moto in Sabina. La meta è Orvinio, la sosta è da Emma.

Questa volta l’occasione per allontanarci da Roma, oltre al caldo agostano che non fa sconti e che fa sognare distese di acque cristalline di montagna o abetaie dove il sole non riesce a far capolino, c’era tutta: domenica scorsa è stato il mio compleanno! Ebbene sì (sic!), si diventa vecchi… (meglio dire vetusti, che almeno c’è implicita l’idea di valore, un po’ come i mobili di antiquariato!). E se il “festeggiamento ufficiale” era stato anticipato alla sera prima con la cena in un circolo sul Tevere (cui siamo approdati grazie ad amicizie di lavoro), domenica io e Francesco abbiamo deciso di fare una festa “core a core” (traduzione per chi non è di Roma: “cuore a cuore”) on the road con la moto, che ci porterà a scoprire Orvinio, uno dei “Borghi più belli d’Italia”.

Come spesso accade nelle passeggiate in moto domenicali, siamo partiti senza avere un itinerario già programmato: il bello dei viaggi su due ruote è la libertà assoluta di poter cambiare direzione seguendo i cartelli stradali che si incontrano nel percorso, per scoprire territori che ancora non conosciamo!

Seguendo via Nomentana siamo arrivati fino a Mentana (la città da dove Garibaldi tentò l’assalto allo Stato Pontificio e dove i francesi sconfissero le camicie rosse) e quindi abbiamo preso la via provinciale 23a del Ponte delle Tavole, per poi proseguire sulla 23b fino ad arrivare a Stazzano e da lì fino a Moricone. Poco prima di arrivare al centro del paese, una freccia indica la strada provinciale (la 29a), tutta in salita, per raggiungere Monte Flavio: pian piano la pianura e le coltivazioni lasciano spazio alla vegetazione di montagna e il clima cambia repentinamente: ancor prima di arrivare in cima, l’afa si trasforma in fresco rigenerante! Se avete con voi la macchina fotografica, da qui avrete la possibilità di fare decine di belle foto: il Monte Soratte appare piccolo e lontano e l’ampio panorama permette allo sguardo di perdersi lungo la valle del Tevere fino ad arrivare ai primi paesi umbri.

Monte Flavio in realtà non è, come potrebbe far pensare il toponimo, un monte ma un piccolo borgo. Se lungo la strada non abbiamo incontrato molte auto, i parcheggi del paese erano strapieni: si festeggiava la “Madonna Pellegrina di Fatima” ed i devoti dei dintorni erano accorsi per la celebrazione domenicale. Dopo un caffè e 4 passi rapidi di perlustrazione, decidiamo di proseguire il nostro “birthday tour on the road” alla volta di Montorio Romano e Nerola e quindi lungo la Salaria Vecchia fino ad arrivare ad Osteria Nuova, da cui proseguiamo lungo la via Liciniese alla volta di Poggio Moiano. Stiamo attraversando la Sabina Reatina, famosa per il buon olio DOP extravergine e gli olivi sono ovunque! Da Poggio Moiano abbiamo due possibilità: deviare alla volta del Lago del Turano oppure proseguire ancora lungo la Via Liciniese, costeggiando boschi e pascoli, fino ad Orvinio.
Dopo una veloce consultazione dello smartphone, la scelta cade decisamente sulla seconda opzione: Orvinio è un bel paese, anzi, uno dei “Borghi più belli d’Italia”, inserito nel cuore del Parco Regionale dei Monti Lucretili. La meta perfetta!
Di antiche origini latine (anzi, tornando ancor più indietro con i secoli, le origini vengono fatte risalire a quando i Siculi invasero la Sabina), la leggenda vuole che qui Carlo Magno abbia sconfitto, nel IX secolo, i Saraceni invasori. E’ caratterizzato dall’imponente castello medievale dei Marchesi Malvezzi Campeggi ed ha un nucleo centrale ben conservato che ancora oggi mostra l’importanza avuta quando era sede del potere politico, giudiziario ed ecclesiastico e riferimento per tutto il circondario.
Orvinio si dimostra subito un piacevole ed interessante luogo da esplorare: a differenza dei tanti paesini incontrati lungo l’itinerario, ha un fascino ed uno stile architettonico unico: si “sente” che è stato un paese dove l’abbondanza dei secoli passati ha permesso che abitazioni patrizie e borghesi sorgessero lungo la via principale, intitolata a Vincenzo Manenti pittore ed artista locale, cui si accede passando sotto un bell’arco in pietra.
Anche lo stile architettonico è diverso, forse più simile nelle linee, nei materiali e nei colori ai vicini borghi d’Abruzzo (da cui in linea d’aria dista non troppo chilometri) che non a quelli della Sabina. E poi, qui si sta bene, è fresco (siamo ad oltre 840 mt.) e, da quel che capisco vedendo la fila fuori dall’unico forno del paese, si mangia anche bene!
Le mura recentemente restaurate che racchiudono il Castello sopraelevato, la bella chiesa parrocchiale dedicata a S. Nicola di Bari, il pavimento in acciottolato che caratterizza le strade pedonali, le costruzioni massicce dove la pietra è il materiale più utilizzato o la Chiesa dei Raccomandati, nella parte alta del paese: qui la cura e l’attenzione per il passato hanno fatto il miracolo di conservare un piccolo gioiello in perfette condizioni e metterlo a disposizione del viaggiatore e del turista curioso.
Dopo una bella passeggiata attorno alla cinta muraria e qualche foto, l’appetito inizia a farsi sentire: se Orvinio e la sua storia fatta di nobili, imperatori e monaci (nel medioevo fu possedimento dei Benedettini) sono stati una rivelazione, ancor più sorprendente sarà il ristorante “Da Emma” dove abbiamo deciso di festeggiare il “birthday tour on the road”. Casualmente scoperto grazie all’insegna nel parcheggio, “Da Emma” propone(va) cucina tipica locale reinterpretata da uno chef bravo e attento. Noi abbiamo assaggiato un buon antipasto a km. 0, dei tagliolini “cacio e pepe” fatti con vera maestria e talmente buoni, cremosi ed equilibrati nel gusto che anche ora che scrivo ne sento nuovamente il sapore, poi una porzione ciascuno di baccalà con le cipolle, perfetto nella sua saporita semplicità (assolutamente non salato o insipido), accompagnato da un tortino di patate ripassate e pomodori rossi appena colti dall’orto. E, da bere, il “vino della casa (un rosso di Montefalco che Anselmo, il maitre, va a prendere in Umbria e che ci ha vivamente consigliato). Altre specialità sono i “cecamariti” (pasta acqua e farina sul genere dei pici toscani), minestre di tagliolini e ceci, secondi di agnello e carne e quando è il periodo polenta e lumache. Ciò che più ci ha sorpreso è stato proprio Anselmo, il maitre-proprietario! E’ sommelier, è assessore alla cultura di Orvinio, è un piacevole conversatore ed è anche un valente primario (lui, modestamente, ci aveva detto solo di fare il chirurgo, ma internet è pettegolo peggio delle comari dei paesi!). AGGIORNAMENTO LUGLIO 2016: siamo tornati ad Orvinio e il ristorante Emma ha chiuso!
Scommetto che vi ho fatto venire, almeno un poco, voglia di fare una gita alla volta di Orvinio… se non volete ripercorrere il nostro itinerario (lo ammetto, è stato contorto, lungo e piuttosto dispersivo… ma più che un’escursione turistica abbiamo fatto una vera “gita di compleanno”), potete arrivarci velocemente da Roma in poco meno di un’ora prendendo l’autostrada A24 “dei Parchi” fino al casello di Vicovaro Mandela e quindi proseguire lungo la Via Liciniese in direzione di Licenza – Percile – Orvinio (circa 60 km. in totale). Oltre a boschi, montagne ed aria buona, troverete ancora persone genuine, legate alle proprie radici ed al valore dell’accoglienza. E poiché gli antichi romani ben sapevano dove trovare quiete e riposo, non dimenticate, lungo la strada, di fermarvi a Licenza per visitare la Villa del poeta Orazio.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

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    Sandro Settembre 19, 2017

    Indicazioni e foto notevoli
    Grazie
    Sandro

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    Gua-sta Blog Agosto 13, 2013

    Che bella escursione! Bisogna dire che avete proprio naso per i bei luoghi …. per non parlare dei ristoranti!

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