A Castelfalfi si gioca a golf!

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A Castelfalfi si gioca a golf ed io, l’ho fatto! Ero profondamente convinta che non avrei mai trovato il coraggio di pubblicare le foto del mio primo approccio con i campi da golf, quelli veri, dove si va con il caddy che ti porta la sacca con i “ferri”, dove sarebbe (ehm, appunto, sarebbe…) necessario un abbigliamento adeguato e ancor più adeguate scarpe, che sono di gomma e morbido cuoio ed hanno la suola con i chiodini per aderire al terreno, non certo dei fangosissimi scarponcini da trekking!

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Fino a maggio 2013 l’unica parvenza di golf che avevo praticato era il minigolf di Follonica, con le sue pistine in cemento e l’ostacolo più difficile il mulino a vento con le ruote che girano.Questa volta no, ho sfidato me stessa: i campi erano quelli veri, grandi, immensi, con bandierine e buche messe nel mezzo alla campagna, qualche volta propria accanto ad un laghetto o ad uno stagno, con coniglietti e lepri che di tanto in tanto facevano capolino dalle tane. E’ invece inutile che vi parli dell’approccio del Signor Sportivo per Eccellenza, che ha vissuto l’esperienza con leggerezza, come se in tutta la sua vita non avesse fatto altro che mettere palle in buca (ehm!).

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In occasione del nostro soggiorno a Castelfalfi (ne ho parlato già in alcuni post, se siete curiosi di sapere come ci siamo capitati, potete andare a leggerli) abbiamo infatti avuto la possibilità di prendere una lezione di golf con un vero maestro federale (mi spiace per lui, ma credo che allieva più indisciplinata e imbranata di me non gli sia mai capitata!) che ci ha spiegato, con calma olimpica, i rudimenti dello sport.
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 Innanzitutto la mazza da golf (no, si chiama “ferro” e ce ne sono di tanti tipi, mica semplice capire quale serve!) non si prende alla “come capita”. No, c’è una tecnica particolare che permette di impugnarla con agilità mantenendo la precisione nel tiro. Io sono stata bravissima: ho provato solo 1.250 volte e alla 1.251esima ho capito dove era il trucco. Peccato solo che il ferro che mi avevano assegnato era, come dire, un tantino grandino per la mia altezza (e come spesso mi accade, ho dovuto ripiegare sulla versione junior dell’attrezzatura!).
Il povero maestro cercava di indirizzare i miei lanci ma ben presto ha scoperto che io ho una passione sfrenata, purtroppo non ricambiata, per il tappeto erboso: un tiro, una zolla d’erba lanciata, due tiri, due zolle d’erba che prendevano il volo… insomma, temo che a Castelfalfi la mia ora di lezione sia costata tantissimo, se non altro per il ripristino del manto verde!
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Nel frattempo, mentre io sudavo come nemmeno alla maratona di New York (immagino si sudi, la mia performance più vicina sono i 25 mt. per prendere il tram), il Signor Sportivo per Eccellenza lanciava palle con stile e classe, eseguiva swing fantastici e raggiungeva distanze che a me sembravano degne di Tiger Woods, il golfista americano che ha vinto non so quante coppe e premi.
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Però anche se sono una frana, i campi da golf di Castelfalfi mi sono piaciuti tantissimo: sono immersi nella natura e nel verde e la vista che può spaziare all’infinito in quello che è il paesaggio toscano per eccellenza. E chi sa giocare davvero ha di che divertirsi, perché a Castelfalfi i campi sono ben due, per un totale di 27 buche dislocate su 140 ettari di terreno. Frequentato da clientela che arriva da ogni parte del mondo: tedeschi, americani, canadesi, australiani ed ovviamente italiani (molto ben frequentato… la nostra Hyundai parcheggiata accanto alle Mercedes, alle BMW ed alle Porche era così indifesa!), può contare su un bel campo pratica (che è poi quello che ho decorato a pois lanciando le zolle d’erba) e – per il momento in una struttura provvisoria – in una club house dove riposarsi dopo le dure fatiche del golf.
 
In realtà, dopo l’ora di lezione, a me più che un cocktail sarebbe servito un servizio di rianimazione, ma pare che al momento non sia previsto… 🙂
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

5 Comments

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    Giovanna Sperti Ottobre 26, 2013

    La decorazione a pois caratterizza la giornata! Brava Claudia, è bello mettere sempre un pizzico di noi in tutto ciò che facciamo!!

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    Beta Ottobre 25, 2013

    ah ah ah… ma a noi i pois ci piacciono!!!! 😉

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    gabryfly3 Ottobre 25, 2013

    Sei troppo simpatica …mi piace la tua autoironia,mi piace cm ti approcci in qualsia cosa tu faccia!!ti stimo!!! ;)sei una grande! <3

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    allaricercadishambala Ottobre 25, 2013

    bellissima questa lezione di golf letta con humor e ironia… pure io e mio marito, anni fa quando abitavamo in Repubblica Ceca, siamo stati invitati a provare una lezione con maestro ed è stata la stessa scena, io un’handycappata del ferro che prendeva zolle a manetta o aria fritta e mio marito che le beccava tutte tra i complimenti dell’insegnante e i “WoW che swing… eh, già #sonsoddisfazioni

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    Anna Ottobre 25, 2013

    ahahaha Claudia, m’hai fatta sbellicare! Ma come, vuoi dirmi che l’allenamento che faccio al minigolf del campeggio non mi prepara ad un’esperienza “dal vero”? che classe Francesco!

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