Lo Scheletrone di Foligno

Avete idea di cosa sia una “Calamita cosmica”? No?
La risposta la trovate a Foligno, racchiusa tra le nude pareti di una chiesa del 1700 edificata su disegno dell’architetto Carlo Murena, rimasta per secoli incompiuta, restaurata dopo il terremoto del 1997 e riconvertita in contenitore di arte. Ma non impressionatevi troppo se quello che vi appare è lo Scheletrone di Foligno!
Perché non tutti i passanti a cui chiederete dove si trova la chiesa monasteriale della Santissima Trinità in Annunziata sapranno aiutarvi, ma se domandate dove si trova lo “scheletrone di Foligno”, sicuramente le indicazioni per raggiungerla non tarderanno ad arrivare. Ma insomma! Calamite, scheletroni, chiese incompiute: che fai oggi, con questo post, farnetichi? Oppure, qualche bicchiere di vino sagrantino di troppo bevuto nel tuo week-end in Umbria ha avuto un effetto dirompente sulle tue capacità mentali?
No, tranquilli, è che davvero non trovo le parole per raccontarvi l’impatto emotivo che ho provato al cospetto della gigantesca (ed anche un po’ inquietante, a dir la verità) “Calamita Cosmica”, opera dell’artista anconetano Gino De Dominicis che – letteralmente – riempie gli spazi spogli di quella che doveva essere la Chiesa di un convento di monache ed oggi è stata trasformata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno in un grandioso polo museale. Una volta entrati, il percorso obbligato ci porta fino all’ingresso della navata dove si è “costretti” ad entrare passando accanto al cranio dello “Scheletrone di Foligno”, scultura che rappresenta uni scheletro fuori misura che giace supino, occupando tutta la struttura settecentesca.
Le dimensioni dell’opera? Ben 24 metri di lunghezza per 4 di larghezza!
Gli ampi volumi della struttura diventano piccoli al cospetto della scultura, anzi sembrano quasi contenerla a fatica. Nonostante il primo impatto possa dare un leggero turbamento (uno scheletro di così grandi dimensioni fa emergere il timore ancestrale della morte) pian piano l’occhio si focalizza sulla sacralità del luogo ed il simbolismo, sull’insieme e sui particolari. Lo Scheletrone di Foligno è un capolavoro inserito dentro un altro capolavoro, in cui il passato che si sposa con l’oggi, e l’architettura settecentesca si fonde con l’arte contemporanea.
Insomma: la sobrietà e la dissacrazione.
Senza dubbio un’opera d’arte provocatoria che, come afferma il critico d’arte Italo Tommassoni, direttore artistico del Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, è “inarginabile”. Uno scheletro(ne) che sembra di uomo ma non lo è: il curioso naso a punta, elemento diverso e in certo modo irriverente, lo trasforma in un essere fantastico. Per avere la visione complessiva dell’insieme, salite fino al ballatoio del primo piano: lo scheletrone vi apparirà in tutta la sua mole.
Esposto per la prima volta al Museo di arte contemporanea di Grenoble, lo “scheletrone di Foligno” ha viaggiato per l’Italia ed in Europa prima di trovare la sua sede definitiva a Foligno.
Lo spazio espositivo è visitabile dal venerdì alla domenica, con orario 10.00 – 13.00 e 15.30 – 19.00.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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