#FrantoiAperti13, tra oliveti, frantoi e giovani imprenditori

Con Frantoi Aperti 2013 ci siamo immersi nelle antiche tradizioni umbre e nei sapori genuini e veri, abbiamo ritrovato, ancora attuali, abitudini e antichi mestieri, ci siamo lasciati trasportare dall’emozione di vivere, anche solo per poche ore, in un territorio splendido che guarda al futuro senza rinnegare la tradizione.
Grazie a due inaspettate giornate di sole e temperature ancora miti, cieli azzurri tersi con solo qualche nuvoletta fugace, abbiamo potuto seguire l’itinerario lungo la via dell’olio e dei frantoi partendo da Montecchio, piccolo paesino medievale arroccato su una collina non distante da Orvieto, fino ad arrivare a Castel Ritaldi in provincia di Perugia.
Le soste lungo il percorso ci hanno permesso di catturare tante immagini e incontrare storie e luoghi (tra cui, indimenticabile e meraviglioso, il pernottamento presso Villa Zuccari a San Luca di Montefalco, dove oltre alla cordialità dei proprietari, alla simpatia del cane Pippo e alla meraviglia del grande parco, ci ha incuriosito non poco la ricchissima collezione di zuppiere antiche – oltre 500 – conservata nei saloni della Villa!).
Frantoi Aperti è un modo diverso ed intelligente di fare turismo e promozione: le aziende olearie aprono le porte ai visitatori, condividono i propri saperi e permettono di verificare di persona la produzione. E per provare l’olio non c’è nulla di più buono che assaggiarlo “in versione bruschetta”, su una bella fetta di pane tostato!

Tante le attività e le proposte adatte ad ogni età, dal trekking naturalistico tra vigne in pieno foliage autunnale e olivi ancora carichi di frutti, che noi abbiamo apprezzato ancor di più grazie a Daniele Piermarini, guida ambientale capace di coinvolgere tutti i partecipanti con i suoi racconti sul paesaggio umbro, alla possibilità di fare lente passeggiate a cavallo o sentire scorrere l’adrenalina guidando un quad rombante, fermarsi nelle cantine per assaggiare il vino novello (a poca distanza c’è Montefalco con il suo Sagrantino…) o nei ristoranti caratteristici per provare i menù del territorio o anche veder impastare il pane “come una volta” con il lievito di pasta madre!

A proposito di quad, il veicolo con 4 ruote motrici utile per andare fuori strada su terreni scoscesi: Francesco, il Signor Sportivo per Eccellenza, non si è fatto scappare l’opportunità… e mentre io arrancavo a piedi nell’oliveto seguendo la guida che ci spiegava le diverse qualità di cultivar di olivi e sottoponendo i miei scarponcini da trekking ad un trattamento cosmetico intensivo a base di fango ed acqua lui, tranquillo e beato, scorrazzava divertito sul quad tra i campi, senza fatica e soprattutto senza sporcarsi!

Soprattutto per chi, come noi, vive in una grande città,  i ritmi lenti che accompagnano l’andare di frantoio in frantoio, assaggiare i diversi oli, cercare di comprendere le diversità di produzione, ascoltare le esperienze di chi la campagna ancora la rispetta e la vive non è solo un modo per ritrovare le proprie radici ma un vero balsamo per l’anima, che rasserena e allontana lo stress.

In quello che doveva essere “solo” un fine settimana alla scoperta dei frantoi umbri siamo andati anche per cantine, abbiamo assaggiato formaggi fatti ancora con metodi tradizionali, partecipato a cooking show e a dimostrazioni. Che poi sono le normali attività di tanti eventi simili sparsi per l’Italia. Ma qui c’era un elemento diverso, dirompente ed innovativo se correlato al periodo storico ed economico in cui ci troviamo: in tutte le aziende che abbiamo visitato, nessuna esclusa, i protagonisti sono ragazzi giovani che hanno l’entusiasmo e la competenza per scommettere nel futuro, che “tornano alla terra” nonostante lauree e specializzazioni ed, anzi, pongono il loro sapere al servizio della tradizione per innovarla e rilanciarla.

Giovani imprenditori come Alessandro Ricci, proprietario del primo frantoio visitato (nuovo e davvero efficiente) che nonostante la laurea in scienze della comunicazione ha deciso che il suo futuro sarà a Montecchio (poco più di 1700 abitanti!) per seguire le coltivazioni olivicole di famiglia: cura personalmente la grafica e il brand del marchio Frantoio Alessandro Ricci,  segue con attenzione tutti i processi produttivi fin dall’iniziale stoccaggio delle olive all’imbottigliamento finale, i rapporti con i fornitori ed i clienti e mette talmente tanto entusiasmo che riesce ad ottenere un olio che facilmente raggiunge l’eccellenza se non la perfezione.
Ugualmente presso il Vecchio Frantoio Bartolomei, sempre a Montecchio, la gestione del Frantoio e del Museo didattico, l’accoglienza, la cura degli ospiti e la commercializzazione dei prodotti è affidata ai figli Carla, Pierluigi e Rita, che aggiungono innovazione ed imprenditorialità alla gestione alle generazioni precedenti (e si inventano un’iniziativa geniale come l’adozione a distanza degli olivi!).

Siamo rimasti ugualmente entusiasti della passione che Cinzia Lattanzi, giovane casara di 21 anni, che con il  latte del suo gregge produce artigianalmente un formaggio pecorino semplice e gustoso e della scelta dei giovani Celesti di Colle del Marchese, minuscola frazione di Castel Ritaldi, che hanno deciso di seguire la tradizione di famiglia occupandosi della cantina Terre del Marchese e produrre vino e passito con i vitigni autoctoni della zona.

Perfino la (lunga!) dimostrazione della preparazione dell’impasto per il pane utilizzando il lievito madre è stata fatta da una ragazza, che continua a compiere con passione il rito della panificazione (vi assicuro che è una vera fatica: occorre tempo, rispetto per la materia e davvero tanta costanza!). 

In comune tutti questi ragazzi hanno l’amore per la propria terra, intesa come proprietà agricola ma anche e soprattutto come territorio. Dalle loro parole traspare l’orgoglio di appartenere ad una Regione dove il valore del lavoro è tenuto in grande considerazione e viene dato giusto rilievo all’eccellenza che deriva da tradizioni vere e concrete, radicate nel tempo, che rispettano i ritmi delle stagioni.

Anche per questo è stato interessante e coinvolgente partecipare a Frantoi Aperti 2013, non solo per aver potuto ammirare il sole che al tramonto infuoca i vicini Monti Martani, esserci scaldati davanti ai camini accesi (perché tutti i frantoi in Umbria hanno sempre un focolare, dove le fette di pane diventano dorate ed attendono ansiose di essere irrorate con l’olio nuovo per regalare il sapore unico del cibo semplice), aver assaggiato l’olio appena franto – che non è assolutamente paragonabile all’olio che compriamo in bottiglia al supermercato! –  ed imparato a degustarlo nel modo corretto per esaltarne il profumo intenso ed i sapori che raccontano di fiori, di pane caldo appena sfornato, di erba falciata.

Frantoi Aperti 2013 prosegue per tutti i fine settimana fino all’ 8 dicembre prossimo. E ci sono ancora tante attività da fare e luoghi da scoprire (qui il programma)!

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

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    mammapiky Dicembre 02, 2013

    Arrivo dal blog di Ma la notte no, e. Mi crociolo in queste foto e nel racconto. Da Umbra doc, ringrazio per i complimenti alla mia Regione! Piacere mi chiamo Mamma Piky ed abito ad Assisi

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  2. Avatar
    ...ma la notte no! Dicembre 02, 2013

    per prima cosa:grazie per aver partecipato al cocco della blogger!
    e poi che bello leggere della mia terra! Son contenta che tu l’abbia scoperta! secondo me è poco valorizzata e conosciuta (colpa nostra per lo più!)
    grazie ancora!

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