Milano, il Naviglio e i lavandai.

Lo ammetto: fino a qualche anno fa non conoscevo Milano. Per me era lontana, non tanto fisicamente quanto mentalmente. Una città immaginaria dove si concentravano tutti i peggiori stereotipi letterari e cinematografici: nebbiosa, buia, frenetica, senza passione, distratta e distante. Forse per questo non era mai diventata meta dei miei viaggi. Andavo a Trento, a Bolzano, a Torino, a Venezia, ad Aosta ma Milano no, restava racchiusa dentro un recinto inespugnabile.
Poi, all’improvviso, una serie di occasioni interessanti e ravvicinate come la festa per i 15 anni di Casa Facile, la visita alla sede della Mondadori, l’evento Indesit, la BIT) mi hanno spronato ad andare alla scoperta della città. Mi sono sentita come una bambina che per la prima volta assaggia un dolce sconosciuto, buonissimo e goloso. Altro che nebbie, altro che città scostante! Mi sono innamorata dei colori di Milano, delle sue piazze, del frastuono che riempie le sue piazze, degli angoli più nascosti dove ancora può capitare di ascoltare il dialetto meneghino, dei piccoli negozi di Brera, dei suoi musei di respiro europeo, dell’aria internazionale che si respira nei suoi bar e nei suoi locali.
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Mi sono persa a guardare alcuni paesaggi cittadini che raccontano di una città scomparsa, le (poche) case di ringhiera rimaste, gli stralci urbani dove abita il ragazzo della Via Gluck, dove le chiatte scivolano lungo il Naviglio Grande ed il rumore dell’acqua sembra ancora confondersi con i canti dei lavandai. Già, perché non distante dall’alzaia del Naviglio Grande e dalla darsena di Porta Ticinese è ancora possibile trovare uno spaccato della Milano ottocentesca, quando i panni venivano lavati a mano con la lisciva, la spazzola di crine e soprattutto la forza delle braccia.
Il lavatoio del Vicolo dei Lavandai (si, al maschile, perché pare che nel 18° secolo il compito fosse affidato agli uomini!) è ancora quello di tanti anni fa, ancora alimentato dalle acque del Naviglio – che a lavarci oggi i panni avrei qualche remora –  e c’è ancora il gradino (il “brellin”, in dialetto, da cui prende il nome il ristorante che si trova accanto) su cui ci si inginocchiava per poter lavorare.
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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

14 Comments

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    acasadiclara Novembre 20, 2013

    io ci sono nata, ci abito e non la amo. perchè dipende dalle età della vita e dalla vita che fai. non la amo perchè è troppo piccola come metropoli e troppo grande come cittadina. ha piazze che sono rotonde per le auto e viali dove non si può andare in bici, parchi pieni di cani che scorrazzano e in proporzione troppo pochi spazi per le persone. per chi viene da fuori invece è vivace e affascinante. lo capisco. ha una lunga storia, ha ancora edifici antichi, ha musei rinomati. per il resto boh. per la gente boh. sono scettica su Milano, non mi convincerà mai del tutto!

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      Shanta Novembre 20, 2013

      Quel che tu dici di Milano lo penso esattamente anche io di Roma, dove vivo: forse conosciamo talmente tanto le nostre città che non riusciamo più a farci prendere dall’emozione. Dovremmo, sia io che te, una volta tanto provare a vederla con gli occhi dei turisti, di chi la scopre per la prima volta… insomma, provare ad innamorarcene di nuovo! Che dici, ci proviamo?

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    Shanta Novembre 20, 2013

    Mi fa piacere essere riuscita a trasmettere, in poche frasi, la mia immagine di Milano. E come dicevo poco sopra, non vedo l’ora di tornarci, perché ho ancora tanto da scoprire!

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    La Weddy Novembre 20, 2013

    Bellissimo post! Io che vivo a Milano da quasi 10 anni non posso che avere la pelle d’oca mentre leggo le tue parole che sento così mie. In Italia non potrei più vivere in nessun’altra città e sentirla così casa come Milano. Purtroppo spesso è oggetto di stereotipi e pregiudizi ma se si ha la voglia e la curiosità di scoprirla sa regalare grandi sorprese!
    Laura

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    La Ste Novembre 20, 2013

    Bel post! Facile giudicare Milano ma la cosa difficile, e tu ci sei riuscita, è scrivere di questa città pur non abitandoci e far sentire il sapore di casa a chi invece ci vive da una vita!

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      Shanta Novembre 20, 2013

      Immagino che vedere una città con occhi “altri” è ben diverso di chi la vede quotidianamente. Dovremmo provare a sentirci sempre un po’ turisti nella nostra città (e vale anche per me che vivo a Roma…)

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    Angel Novembre 20, 2013

    Per me ogni citta’ ha il proprio fascino ha la propria storia da raccontare e la sua bellezza da mostrare,basta vederle con occhi diversi e cercare al fondo cosa c’e’,anche il mio paesello sperduto in Sicilia che fa 10 mila abitanti appena ha la sua bellezza malgrado la sua deteriorazione…bisogna amare ogni angolo dell’Italia .VOGLIO ANDARE AL NAVIGLIOOOO 😉

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      Shanta Novembre 20, 2013

      Questa è anche la mia filosofia, se segui il mio blog ti accorgi che molto spesso riservo grande spazio ai piccoli paesini, ai borghi semisconosciuti, a quei nuclei abitati che non sono più paesi ma nemmeno città: ciascuno di loro ha grandi potenzialità e può riservare “sorprese sorprendenti”!

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    miss suisse Novembre 20, 2013

    Milano. La si odia o la sia ama. Anzi, magari la si odia, poi ci si allontana e si viene presi da una nostalgia pazzesca. Io ci son cresciuta, poi son andata all’estero, e tornarci è sempre una festa del cuore. Perchè è caotica, puzzona, peggiorata negli anni, ma succede sempre qualcosa, e a dispetto di quanto si dice è accogliente. BAsta saperla prendere. 🙂

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      Shanta Novembre 20, 2013

      Per me è stata una vera scoperta e ti dico la verità… non vedo l’ora di avere un’altra occasione per tornarci!

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    Claudia Novembre 19, 2013

    Ho classificato eccezionale questo post, perché mi hai dato una bella soddisfazione: io ho scelto di lasciare Milano per vivere al mare, ma sempre e comunque Milan l’è on gran Milan… Ho fatto scoprire a Romano il naviglio grande meno di un mese fa, la domenica col mercatino dell’antiquariato: centinaia di bancarelle (di nuovo con cose interessanti, come non se ne vedevano da tempo, forse per colpa della crisi…), tutti i locali aperti anche di giorno e i cortili delle case ringhiera che ospitano gli atelier di molti artisti, pieni di fiori e di cose bellissime… Ho fatto un sacco di foto, ma non voglio mica (nota il milanesismo che esce!!!) farti concorrenza … 🙂

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      Shanta Novembre 19, 2013

      Mi sarebbe piaciuto vedere il Naviglio in autunno e con il mercato di antiquariato! Cioè, meglio non averlo visto con il mercato… non sarei stata capace di trattenermi negli acquisti, mi conosco!
      P.S.: fammi concorrenza, ti prego! 🙂

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    Lallabel Novembre 19, 2013

    Grande Claudia! Mai partire prevenuti… e che dire? Milan l’è un gran Milan!

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      Shanta Novembre 19, 2013

      proprio vero… i pregiudizi sono dannosi e tolgono un bel po’ di pepe e di zucchero alla vita! Ma sai che non mi sarei mai immaginata che Milano mi affascinasse così tanto? Rispetto a Roma è più… più… non mi vengono le parole adatte, quella che si avvicinano di più sono “viva” e “vivace”!

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