Copenaghen dopo la tempesta splende sempre il sole!

Siamo arrivati a Copenaghen con un volo sull’orlo del delirio, il pilota preannunciava “venti forti come se ne parla solo nella Bibbia”, l’equipaggio era seriamente preoccupato e ci ha costretti a restare con la cintura allacciata per tutto il viaggio preannunciando atterraggi da panico assicurato.
 
Per non parlare del passeggero con cui condividevamo il sedile, giovane ingegnere italiano terrorizzato che abbiamo dovuto tranquillizzare, come se io non avessi altrettanto bisogno di conforto!
Comunque giovedì 5 dicembre 2013 a Copenaghen è stata davvero una giornata terribile, meteorologicamente parlando. La tempesta Xaver, un uragano in realtà, ci ha dato il benvenuto nella capitale danese abbracciandoci con tutta la sua forza. Venti polari soffiavano a raffica e spazzavano la città, la pioggia gelida scendeva incessante, di tanto in tanto il rumore di rami spezzati e cartelloni abbattuti squarciava il silenzio delle via della città mentre le insegne ed i cartelli oscillavano impazziti…
Nonostante ciò siamo andati alla scoperta della città, percorrendo tutto lo Strøget, la lunga via commerciale dove si affacciano tutti i grandi marchi del lusso e del design, fermandoci alla Chiesa dello Spirito Santo dove oltre ad ammirare lo stupendo organo (nella chiesta si tengono spesso concerti) ed i grandi lampadari, ne abbiamo approfittato per rinfrancarci e ripararci dalla pioggia: inutile tentare di aprire gli ombrelli, la violenza del vento li strappava di mano!
Zuppi come pulcini siamo infine arrivati al porticciolo di Nyhaven dove abbiamo cenato (molto bene!) in compagnia di un gruppo di danesi che ad ogni brindisi intonava allegre canzoni. Chi pensa che la cucina danese non sia all’altezza della cucina mediterranea deve ricredersi: l’uso di materie prime freschissime, la semplicità delle ricette, la grande cura nella presentazione la rendono gradevole e appetitosa.
Tuttavia il freddo ed ancor più il vento avevano svuotato le vie centrali di Copenaghen per cui dopo cena, camminando in una città incredibilmente vuota, siamo velocemente rientrati al calduccio in hotel, mentre fuori le raffiche di vento continuavano ad imperversare. 
La mattina successiva un buffissimo nevischio (o forse era grandine?) formato da milioni di piccole palline rotonde di ghiaccio che venivano sollevate dal vento si è alternato al sole, permettendoci di scoprire i colori della città. Ne abbiamo approfittato per visitare il  Design Museum, girare per gallerie d’arte e negozietti alternativi, passeggiare intorno al Kastellet e salutare la Sirenetta (omaggio dovuto ai miei ricordi di bambina che leggeva le fiabie di H.C. Andersen), visitato la fabbrica della birra Carlsberg (che ovviamente abbiamo assaggiato), fatto un po’ di shopping “mirato” (Arne Jacobsen, Normann Copenaghen…), bevuto Gløgg e perfino imparato qualche parola in danese giocando con le similitudini con l’inglese ed il tedesco. E questo solo nelle poche ore di luce che l’inverno danese concede! Ovviamente non ci siamo fermati qui… il nostro programma di visite prevedeva ancora tanti altri punti di interesse ma… vi lascio un po’ di curiosità e vi rimando al prossimo post!

Temo comunque che né i miei racconti di viaggio né le centinaia di foto scattate riusciranno a trasmettere la cordialità che ho apprezzato in tutti i danesi, davvero un popolo felice!
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

6 Comments

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    fioly Dicembre 09, 2013

    bellissima… ci sono stata a giugno e già ci tornerei! 🙂

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    Marilu Dicembre 09, 2013

    Come dire… “qual buon vento ti ha portato lì?” 😉

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    Isabo Dicembre 09, 2013

    Mi hai fatto ricordare il viaggio che feci da bambina…e grazie a te ora ho voglia di ritornarci. Magari un giorno…

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    Annalisa Guarelli Dicembre 09, 2013

    Che bello, anche col tempo avverso, quando c’è lo spirito di avventura c’è tutto!

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    di buona forchetta Dicembre 09, 2013

    prima o poi ci andrò anche io! Sandrino Malandrino bel reportage il tuo

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