Gestione dell’emergenza: riflessioni

Domani tutto il mio ufficio sarà impegnato in una simulazione di procedura emergenza e qui stiamo già studiando i percorsi da seguire e memorizzando i punti di ritrovo. Far uscire velocemente da un palazzo alto 8 piani costruito negli anni ’30 (e quindi con scale strette) più di 800 persone non è uno scherzo ed è obbligatorio studiare ogni dettaglio della procedura.

Sarà una mattinata caotica, già lo immagino: ci sarà chi uscirà senza aspettare le indicazioni o, peggio, chi resterà abbarbicato alla scrivania perché “tanto è una prova”. Eppure, per quanto sia una novità per me ed i miei colleghi, la gestione delle emergenze dovrebbe diventare routine collettiva, un po’ come in Giappone dove, ad esempio, è un obbligo civile avere sempre pronta una borsa con beni di prima necessità. Non dimentichiamoci che anche l’Italia è un territorio a rischio sismico e non sempre lo “stellone”, simbolo della nostra Repubblica, riesce a proteggerci dalle calamità!
La gestione dell’emergenza dovrebbe essere insegnata fin dalle scuole elementari e come è previsto oggi per legge per le realtà produttive, dovrebbero essere individuati punti di raccolta dove riunirsi anche nei quartieri e nei paesi. Sapere dove andare, cosa fare, chi contattare, quali sono gli anelli deboli della catena che devono essere supportati (anziani, diversamente abili) semplificherebbe il lavoro dei soccorsi e renderebbe più rapido l’intervento della protezione civile. 

Se ci pensate, quando saliamo su un aereo una delle prime cose che ci vengono spiegate dagli assistenti di volo è come comportarsi in caso di emergenza (e, per quanto distratti, nonostante sia la millesima volta che saliamo in aereo, le indicazioni le ascoltiamo più o meno tutti). Ugualmente sulle navi da crociera, ancor prima di partire, viene fatta una simulazione di sbarco (che poi ci siano capitani incapaci di governare l’imprevisto, è tutto un altro discorso).

Bene, il walkie takie è in carica, il giubbino giallo fluo è pronto… vado a ripassare i percorsi di fuga!

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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