In gita da Roma: andar per fraschette ai Castelli Romani

Per i “romani de’ Roma” una consolidata tradizione domenicale prevede di andare di tanto in tanto a pranzo ai Castelli, in una delle tante “fraschette” che si trovano tra Albano Laziale, Ariccia, Frascati e Genzano. Nate inizialmente come cantine dove bere vino locale accompagnandolo con qualche spuntino particolarmente saporito per favore la sete, le fraschette – che prendono il nome dalla “frasca”, il cespuglio o il ramoscello che venivano appesi fuori dalla porta come insegna – si sono pian piano tramutate in osterie con cucina, dove spesso la tavola (rigorosamente apparecchiata con tovaglie di carta!) viene condivisa con altri avventori e vengono proposti i piatti tipici della tradizione, in genere con formula “menù tutto compreso”.
Al primo impatto vi potranno sembrare tremendamente turistiche, una volta entrati vi renderete conto che la maggior parte dei clienti è formato da intere famiglie “veracemente romane” attirate dai prezzi minimi (difficilmente spenderete più di 25 euro a testa, ma già con 15 euro potrete mangiare fino a saziarvi!) e dalla cucina casareccia.
Nonostante la “caciara” (traduzione: confusione), le battute talvolta grevi, i frizzi ed i lazzi che invadono gli ambienti, il menù che vi sarà servito sarà genuinamente buono ed anche il vino, sempre incluso nei menù a prezzo fisso, è decente (certo, non vi aspettate DOC o DOCG, qui si parla di vinello ruspante…)
In un menù base c’è sempre un abbondante antipasto (che può comprendere prosciutto, salame, formaggi, mozzarella, porchetta di Ariccia, verdure grigliate e stufate, legumi, bruschette, salsicce secche e coppiette*, olive) ed un primo piatto (matriciana, carbonara, cacio e pepe, gnocchi, fettuccine ai funghi porcini), accompagnato da acqua, vino e pane. Salendo di prezzo – ma, come vi dicevo, al massimo spenderete 25 euro a testa – l’antipasto diventa più ricco ed è compreso anche un secondo (in genere a base di salsicce grigliate e spiedini), ciambelline dolci al vino, caffè e liquore.
Suggerire una fraschetta piuttosto che un’altra è difficile: ce ne sono talmente tante che spesso conviene affidarsi all’intuito o scegliere quelle con più avventori, che dovrebbero essere – ma solo in teoria – anche le più valide.
Per quanto ci riguarda, ultimamente siamo stati ad Ariccia, la piccola cittadina dei Castelli dove sorge Palazzo Chigi, opera di Gian Lorenzo Bernini e di Carlo Fontana (curiosità: qui vi sono state girate alcune scene del film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti) con il grande parco all’italiana annesso e la prospiciente Collegiata di Santa Maria Assunta, sempre del Bernini, che richiama le linee architettoniche del Pantheon.
La fraschetta dove siamo stati è un locale abbastanza particolare perché accanto alle classiche sale per famiglie, ve ne è una decisamente fallica, con appendiabiti, lampadari, corrimano, sedie, perfino toilette con decine e decine di membri maschili in legno (no, vi prego, non vi scandalizzate, per favore!) che viene utilizzata in occasione di addii al celibato o è frequentata da ragazzi in vena di battute salaci…
P.S.: dopo il pranzo in fraschetta, per digerire è d’obbligo andare a fare due passi al Lago di Albano!
(*) coppiette: strisce di carne di maiale salate, speziate ed essiccate, più o meno piccanti
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

  1. Avatar
    Lallabel Gennaio 27, 2014

    A noi piacciono questi locali veraci! Adesso però mi è venuta voglia di carbonara… argh!

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