Pescocostanzo: dove l’Abruzzo incontra lo stile rinascimentale e barocco

L’Abruzzo in inverno è speciale: racchiude scorci di natura ed incontri inaspettati che aprono il cuore alla gioia e rendono felici come se il cielo, l’aria, l’ambiente di questa terra fossero dei potenti euforizzanti. Un Abruzzo che è ancora rurale nonostante wi-fi e tecnologia che corre sotto le spesse mura di mattoni, dove il calore dell’accoglienza e la tradizione sono il cardine delle comunità locali.
L’anno scorso vi ho raccontato la nostra splendida esperienza di sciatori di fondo, inesperti ma entusiasti, sulla pista di Macchiarvana all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo e della riscoperta di Pescasseroli, centro nevralgico e gestionale del Parco, del nostro incredibile incontro con un cucciolo di lupo a Scanno e delle apparizioni emozionanti e magiche lungo la strada che hanno accompagnato il nostro percorso di scoperta. Ma poco distante c’è un gioiello urbanistico dove anche il visitatore più frettoloso dovrà fermarsi: Pescocostanzo.
Diverso dalle altre cittadine della zona, piccolo eppure estremamente raffinato, il paese di Pescocostanzo, fondato nel secolo X a circa 1400 metri di altezza ed oggi inserito all’interno del Parco Nazionale della Maiella, si caratterizza per le sue linee armoniose in stile rinascimentale e barocco, i colori tenui che vanno dal bianco al nero passando per infinite gradazioni di grigio e di tortora, per la bella piazza che è anche il cuore della vita cittadina e per il particolarissimo acciottolato che traccia un sentiero attraverso il paese toccando le dimore e le costruzioni più interessanti.
Centro commerciale, di scambi culturali e di creazione e divulgazione della cultura, grazie ad uno speciale statuto ottenuto da Ferdinando I d’Aragona gli abitanti di Pescocostanzo poterono godere di benessere economico e di una valida amministrazione. Nel 1774 divenne Comunità padrona di se stessa” – Universitas Sui Domina – e questo motto è ancora  inserito nello stemma cittadino.
Il borgo deve la sua unicità (l’urbanistica è diversa da qualsiasi altro paese della zona) grazie agli operai ed alle maestranze di origine lombarda che furono chiamate a ricostruire il paese distrutto dal terremoto del 1465.
Interessante in tutte le stagioni, in primavera ed in estate – quando i fiori ornano le finestre ed i balconi con macchie di colore –  Pescocostanzo con la neve assume contorni sfumati e le luci delle case e delle vie brillano nella notte , oggi come centinaia di anni fa, come richiamo per i viandanti.
Di tanto in tanto si aprono nelle facciate delle case le porte delle botteghe orafe: qui l’arte della filigrana è patrimonio antico ed i bellissimi gioielli in vendita sono lavorati con la stessa cura e passione che veniva impiegata nei secoli scorsi. Qui c’è in vendita anche la Presentosa, la spilla muliere che tanto avrei voluto ricevere in dono per San Valentino!
Pescocostanzo fa parte della Comunità montana Alto Sangro e Altopiano delle 5 miglia, si raggiunge velocemente con l’Autostrada A24 (uscita Sulmona) e mentre gli sciatori potranno raggiungere in breve tempo le vicine piste da sci di Roccaraso o, se innevati, fermarsi ai vicini impianti di Vallefura, chi non ama sciare potrà regalarsi qualche ora alle Terme Alte di Rivisondoli, fare lunghe e piacevoli passeggiate presso la Riserva del Bosco di Sant’Antonio (dove è allestito in stagione un anello per lo sci di fondo), visitare il Museo e la Scuola di ricamo a tombolo presso Palazzo Fandago (in estate vi potrà capitare di vedere nelle strade ricamatrici che creano pizzi raffinati) o soffermarsi sulle architetture della Basilica di S. Maria del Colle, già Collegiata dell’Assunta, o sulle tipiche case con gradinate e pianerottoli (i così detti “vignali”).
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

1 Comment

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    Anabella Gennaio 08, 2014

    Bellissime queste fotografie, quasi quasi che mi viene voglia di prendere la macchina, è una terra che Amo!!
    un abrazo grande
    Anabella
    my washi tape

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