La cultura gastronomica e le ricette dell’Istria croata

Pasta al tartufo, un classico in Istria!
Il viaggio alla scoperta dell’Istria (parte croata) è stato, innanzitutto, un viaggio di esplorazione nella cultura gastronomica locale (non per nulla si chiamava Valamar gourmet blogtour!): non pensate che in Croazia si mangi solo e soltanto pesce, come si potrebbe immaginare pensando ai tanti chilometri di costa di cui beneficia la zona, ben 5.835, di cui solo 4.058 km sono coste delle isole. Le ricette dell’Istria racchiudono sapori di mare ma anche di boschi, di terre fertili, di campi arati e di oliveti.
I buffet di dolci e frutta dei Valamar hotel: non solo molto buoni, ma anche molto belli!
La cucina di terra è infatti la più diffusa ed affonda le sue radici negli usi popolari dell’Istria contadina, tramandati nel corso dei secoli fino ad oggi e mai abbandonati, anche al tempo della ex Jugoslavia quando anche l’operaio medio la mattina andava in fabbrica ed il pomeriggio si dedicava alla coltivazione dell’orticello casalingo per trarne prodotti saporiti. Le ricette dell’Istria, nella parte croata, nascono proprio da qui, dalla tradizione e dall’uso di materie locali. Una cucina saporita, schietta, mai troppo elaborata.
Gli antipasti tipici istriani prevedono quasi sempre ottimo prosciutto e buon formaggio.
In questo caso, al tartufo!
Terra che nel corso della storia ha subito numerosi influssi, l’Istria mantiene nelle ricette tracce della cucina della Serenissima Repubblica di Venezia, dell’Austria, ed anche dell’Italia oltre, ovviamente, a preparazioni tipiche della cucina di origine balcanica che creano un melting-pot di sapori e di gusti unici grazie ai pregiati frutti della terra, dei boschi e del mare.
Le pietanze di mare: preparazioni semplici, per esaltare il gusto ed il profumo
Non stupitevi quindi di ritrovare in Istria ricette che assomigliano (appunto, sono simili, ma non uguali) a quelle italiane: zuppe saporite di legumi, formaggi prelibati, olio eccezionale, stufati di carne e insaccati prelibati. Forse, in alcuni tratti e grazie alla comune produzione agricola (olivi, grano, girasoli, uva, frutta, verdura) le ricette dell’Istria non sono molto distanti da quelle della cucina dell’Italia centrale, che richiamano in alcune preparazioni tipiche come i pljukanci, la pasta a base di acqua e farina (la stessa che in Italia darebbe vita a pici, pinci, lombrichelli, strangozzi, ecc.).
la tipica pasta istriana, i pljukanci, in questo caso serviti con asparagi, prosciutto e pomodorini
(foto scattata durante la cena dell’arrivederci al Valamar hotel)
Non a caso il claim pubblicitario che è stato scelto per lanciare in Italia il turismo in Istria è “Benvenuti nella nuova Toscana” (che poi ogni regione del mondo è unica, e l’Istria ha talmente tanto di suo che non ha bisogno di essere paragonata a null’altro, ma questo è un altro, lungo discorso) ed in alcuni tratti paesaggistici, in alcune dolcezze delle colline coperte da olivi e da vigneti, in qualche scorcio dove i cipressi diventano punti di riferimento, effettivamente un poco la ricorda.
La Cantina Benvenuti di Kaldir
Una menzione particolare va alla produzione vitivinicola, ancora non troppo nota in Italia (sebbene cominci a posizionarsi molto bene a livello internazionale).
Piccole cantine, spesso ancora gestite a livello familiare, riescono produrre vini Malvasia e Teran corposi e degni, che accompagnano mirabilmente i pasti. Per non parlare degli splendidi vini passiti, veri vini da meditazione e per me grande scoperta e amore al primo sorso. Da brava “mezza toscana” non potevo non appassionarmi al contesto produttivo enologico e quindi è stato molto interessante poter visitare la cantina Benvenuti di Kaldir, piccolo grappolo di case poco distante dalla bella Motovun (o Montona che dir si voglia), il cui proprietario parla un simpatico e comprensibilissimo italiano con inflessioni venete e che è stato orgoglioso di mostrarci le sue vigne più pregiate, collocate su terrazzamenti ad oltre 400 metri di altezza da cui nasce il prestigioso vino Muscat San Salvatore, vincitore di numerosi premi tra cui la medaglia d’oro al VinIstra, il contest dei vini istriani.
Panna cotta e composta di frutta hand made all’Agroturizam Stefanic
E’ stata una chiacchierata bella e coinvolgente, in cui il discorso dal vino si è  esteso alla passione per la sua terra e al consapevole orgoglio di dar vita ad un prodotto di qualità elevata. Assaggiare i suoi vini è stato un momento sublime, tant’è che abbiamo acquistato molto volentieri un paio di bottiglie pregiate da riportare a casa, tra cui una di prezioso Moscato invecchiato.
Crepes ripiena di ricotta di pecora, miele, granella di mandorle ed un filo di olio di oliva:
quando la semplicità degli ingredienti è vincente!
Oltre al vino, in Istria è ancora molto viva la produzione delle grappe tradizionali, semplici o ancor più di frequente arricchite con frutta, erbe, miele e perfino mandorle ed olive! Ovunque siamo stati, la caratteristica accoglienza di benvenuto è stata proprio a base di grappa o di un meno alcolico bicchiere di Teranino, un vermouth a base di vino Teran. Che se te lo offrono nel pomeriggio o prima di pranzo come aperitivo si riesce anche a reggere ma… a noi è stata offerto perfino alle 9.30 del mattino!
La “colazione” presso la famiglia Karlìc: tartufi, tartufi ed ancora tartufi!
(qualcuno ha preso tre volte la frittata, ma non diciamo troppo in giro!)
Nel corso del gourmet tour, tra una colazione saporita con le specialità al tartufo della famiglia Karlìc, il wine-tasting nelle cantine Benvenuti, la cena sofisticata e estremamente curata al Fine Dining Restaurant Spinnaker di Porec – inserito nell’Hotel Riviera della Valamar – un pranzo a base di pesce al Ristorante Due Fratelli di Labin ed una scorpacciata di affettati, salumi e ciliegie appena colte dall’albero nell’Agroturizam Stefanic credo che abbiamo davvero assaggiato quanto di meglio produce l’Istria.
Avete idea del sapore che hanno le ciliegie appena colte dell’albero? 🙂
Anche le ottime cene e colazioni a buffet dell’Hotel Valamar Zagreb di Porec, dove alloggiavamo e che ci ha offerto una grandiosa cena in terrazza per salutarci non sono state da meno, tant’è che una volta a casa la bilancia è stata spietata: dopo il Valamar gourmet tour siamo tornati con più di 2 chili a testa...
le fritole, dolce tipico natalizio dell’Istria
( che noi abbiamo molto apprezzato anche in primavera!)
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

3 Comments

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    Claudio Monteverdi Ottobre 11, 2016

    L’Istria é croata dal 1946, quando,a seguito di vera e propria pulizia etnica, 350000 italiani se ne sono andati via esuli. Le “dominazioni” di cui parla lei,fanno sembrare governi legittimi come degli invasori. Invece così non é stato, per sommi capi: Venezia ha governato l’Istria dopo il vuoto di potere dovuto alle invasioni barbariche. Alla caduta di Venezia, divenne parte dell’Impero Austroungarico. Alla caduta di questo divenne Italiana ed alla fine, come già detto, croata. L’unica “dominazione” fu forse quella Austroungarica, sentita come tale dalla popolazione di lingua italiana durante il Risorgimento, ma era roba “importata” da fuori, dall’Italia . Questo solo per amor di verità non per polemica o revanscismo politico.

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      Claudia Boccini Ottobre 11, 2016

      Gentile Claudio, la ringrazio molto per la precisazione storica. Quel “dominazioni” in effetti non doveva esserci.

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      Franco FERENCIC Luglio 23, 2019

      L`ISTRIA non e` Croata.Non so chi si e` inventato questa definizione.Ma non e` neanche Slovena e` Italiana.ISTRIA e` ISTRIA e niente altro.Poi ci sono :ISTRIA parte Croata,parte Slovena e parte Italiana.Molte volte il vocabolario e` molto importante!GRAZIE!

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