Andiamo in Canada: l’itinerario in Québec

Quando si è trattato di scegliere il mio regalo di compleanno non ho avuto dubbi: un viaggio. Ma dove? Volevamo una destinazione dove poter trovare, nello stesso tempo:
  • una grande offerta culturale
  • ampi spazi di natura incontaminata
  • atmosfere eleganti
  • esperienze elettrizzanti
E volevamo andare lontano pur sentendoci un po’ a casa. Dove trovare tutto insieme se non in… Canada?
Quebec City. Scala caratteristica a Place Royale
Fonte foto: Wikimedia. Autore:Saphir QC- Odette Tremblay
Ma poiché il Canada è  immenso – e preparando il viaggio me ne rendo conto ogni giorno di più – mentre il budget ed i giorni di vacanza purtroppo non lo sono, ci siamo limitati ad andare alla scoperta del solo Canada orientale, in particolare di una piccola parte del Québec (che è altrettanto grande: ha 2.000 km. di estensione da nord a sud e 1.500 da est a ovest per un territorio che è grande 5 volte e mezza l’Italia!). Il Québec è un territorio unico: qui si ha l’unione tra il vecchio ed il nuovo mondo, tra le origini francesi, l’influenza inglese e le radici dei nativi americani. Ed è grazie a questo melting-pot che il Québec è  una meta attraente, diversa da qualsiasi altra!
Montreal, City Hall
Fonte foto: Wikimedia. Autore: Jim Trodel
Nonostante per questo viaggio ci siamo affidati ad un’agenzia di viaggio sperando di non dover impazzire per organizzare tutto (mai speranza fu più frustata…), il nostro itinerario si è arricchito giorno dopo giorno di nuovi tasselli e pian piano le tappe del nostro itinerario sono diventate fin troppo numerose. E se all’arrivo siamo atterrati nella bella Montreal, l’aero del rientro a Roma è decollato da Toronto, in Ontario (e che, si va in Canada senza fare una puntata alle Cascate del Niagara?). Nel mezzo, un lungo percorso in auto di quasi 3.000 km.
Montreal.  Parc du bassin Bonsecours and dome of the Marché Bonsecours
Fonte foto Wikimedia. Autore: 
AnnaKucsma
Cominciamo da Montreal: la seconda città francofona dopo Parigi è una città estremamente tollerante, sicura, accogliente, multiculturale. Vi convivono 80 diverse comunità provenienti da tutto il mondo ed il suo stesso patrimonio architettonico concilia modernità e tradizione. Montreal, città esuberante dove il design e la “joie de vivre” sono ovunque, è l’unico luogo al mondo dove esiste una rete pedonale sotterranea di oltre 30 km. (il Réso) in cui in inverno si trasferisce la vita cittadina per fuggire dal freddo che arriva dal nord estremo.
Montreal.  Il vecchio porto
Fonte foto Wikimedia. 

Qui, assolutamente da visitare: Vieux Montreal, la moderna Downtown, il Mont Royal ed il suo parco, il Centro canadese per l’architettura, il Museo d’arte contemporanea, il complesso di abitazioni Habitat 67, seguendo un itinerario che porta attraverso le antiche dimore per giungere fino alle nuove architetture che rendono Montreal città del futuro ma totalmente agganciata alla sua identità quebecchese.

Montreal.  Panorama
Fonte foto Wikimedia. 

Non è mancata (ovviamente!) qualche puntata negli atelier e negli showroom degli artisti e dei designer canadesi ed un passaggio sotto la Tour de Montreal, il simbolo dei Giochi Olimpici del 1976 inclinata come la Torre di Pisa, sebbene con una dimensione ed una pendenza ben maggiori: è infatti alta 165 metri ed inclinata di 45°!

La prima tappa del tour itinerante lungo le strade del Quebéc ha seguito lo Chemin du Roy, la più antica via canadese che dal 1737 unisce le tre principali città della Nuova Francia, l’area colonizzata dai francesi tra il XVI ed il XVIII secolo: Montréal, Trois-Rivières et Québec e non sono mancati, lungo la strada, interessanti villaggi in stile franco-canadese dove abbiamo volentieri fatto una sosta.
Montreal Rue St-Louis Fonte foto: Wikimedia. Autore Chensiyuan 
Québec. Fonte foto Wikimedia. Autore Gilbert Bochenek
Québec City, dove ci siamo fermati per un paio di giorni in uno dei boutique hotel più belli della città (questa volta abbiamo fatto le cose davvero in grande!) ha la particolarità di essere la città fortificata più a nord nel continente americano ed è stata dichiarata patrimonio universale dell’umanità dall’Unesco. E’ una città estremamente romantica, permeata dal fascino europeo che in alcuni tratti, soprattutto nel quartiere di Vieux Quebec, la città vecchia, la fanno assomigliare a Parigi, con i suoi negozi, le gallerie d’arte, i numerosi musei.

Abbiamo poi proseguito lungo la Route des Phares nel Quebec Maritime seguendo la riva del fiume San Lorenzo (ma chiamarlo fiume è davvero riduttivo: per passare da una parte all’altra con il traghetto sono necessarie anche 2 ore e mezzo!), definito in quebecchese “la Fleuve“: la maiuscola sottolinea il rispetto per questo fiume navigabile in tutte le stagioni, lungo ben 1600 km. e largo, nel suo punto più ampio, 100 km., che rappresenta una delle più grandi riserve di acqua dolce del mondo. Fiume importante per l’economia ed i commerci: non a caso l’80% della popolazione del Québec vive sulle sue rive!

Phare Ile du Pot à l’eau de vie
Fonte foto: Wikimedia Autore: Saphir QC Odette Tremblay
Purtroppo non è stato possibile esaudire il mio desiderio di soggiornare in uno dei tanti fari che si trovano lungo il percorso (in Québec ci sono 43 fari, di cui la maggior parte proprio sul San Lorenzo) perché le prenotazioni debbono essere fatte con un anticipo di molti mesi. Sono però più che sicura che la memoria della macchina fotografica è stata gratificata dai tanti fari incontrati lungo il percorso! Abbiamo fatto quindi sosta a Riviere du Loup dove, grazie alla perfetta assistenza di Québec Maritime, l’ente del turismo locale, abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad una crociera-escursione organizzata dalla società Croisières AML.
E, qui, la prima sorpresa: abbiamo avvistato alcune delle numerose balene che frequentano il fiume San Lorenzo (la stagione migliore è da maggio ad ottobre). In Québec ci sono 13 diverse specie di mammiferi marini, tra cui delfini, balene nere, beluga, globicefali, orche, megattere, balenottere… Il paradiso per chi ama questi bestioni!
Il giorno successivo ci siamo svegliati di buon ora perché ci aspettavano tanti, ma proprio tanti chilometri da percorrere: la meta era Percè, sulla punta estrema della penisola di Gaspè. Per farlo sono state necessarie più di 11 ore di viaggio: d’altronde il nostro è stato un viaggio on the road, non una vacanza! La strada prevista segue la costa sud della penisola delle Gaspesie per poi riprendere, al ritorno, la Via dei Fari, passando per Matane, Cap Chat e Gaspè. Ed anche qui, la macchina fotografica ha fatto un ottimo lavoro!
Rocher Percè. Fonte foto: Wikimedia. Autore: Dennis Jarvis
Per fortuna arrivati a Percè ci aspetta un albergo – ahimè,  è stato quello che meno ci è piaciuto nel viaggio in Quebéc – affacciato proprio dinanzi alla Rocher Percè, il particolare monolite forato che è il simbolo stesso della penisola. Dopo una giornata così impegnativa una passeggiata ed una cenetta a base di specialità marinare, è quanto meno il minimo!
Nemmeno il tempo di recuperare che già siamo ripartiti: questa volta abbiamo lasciato la costa ed il mare per inoltrarci all’interno della Penisola di Gaspè e raggiungere il Parco Nazionale delle Gaspèsie: meno di 250 chilometri ci porteranno alla Gite du Mont Albert, nel cuore del Parco, dove i teoria avremmo potuto dedicarci ad attività escursionistiche, visite guidate o… rilassarci nella piscina esterna riscaldata, circondati dalle foreste e dalle montagne se… non fossimo arrivati troppo tardi (secondo l’agenzia di viaggio avremmo dovuto percorrere questa tappa in 6 ore: impossibile!)
Difficile lasciare l’incanto della foresta, ma il viaggio continua e da Saint Anne des Mont raggiungiamo Matane (e non sono troppi chilometri questa volta, per fortuna!).
Il Parco delle Isole, al centro di Matane. Fonte foto: Wikimedia. Autore: Alchimist
Nei dintorni visitiamo il bellissimo Jardin de Métis, oasi variopinta di fiori e piante che resiste anche al freddo inverno del Québec, creata da Elsie Reford nel lontano 1926 e, ad oggi, uno dei più bei giardini botanici del Canada.
Da Matane ci siamo imbarcati sul ferry per attraversare il grande fiume e raggiungere la sponda settentrionale: a meno di non voler tornare indietro fino a Québec City, il traghetto è l’unica possibilità.
La Marina di Matane (in fondo a dx il nostro hotel!). Fonte foto: Wikimedia. Autore: Splante1
Noi abbiamo scelto di imbarcarci a Matane e scendere a Baie Comeau, porto principale in funzione tutto l’anno perché gli orari sono particolarmente comodi e per una volta non dovremo fare un’alzataccia, ma ci sono servizi di traghetto anche a Trois-Pistoles/Les Escoumins e Rimouski/Forestville.
Lasciata la Route des Phares e la Penisola delle Gaspésie, ci aspetta ora la Route du Fiord. La meta che in programma era Tadoussac, grazioso piccolo centro abitato il cui simbolo, raffigurato in ogni foto, è proprio il caratteristico tetto rosso dell’hotel Tadoussac dove noi pernotteremo.
Hotel Tadoussac. Fonte foto: Wikimedia. Autore: Taxiarchos 228
Tadoussac. Fonte foto: Wikimedia. Autore:  Bodoklecksel
Qui abbiamo avuto il secondo incontro con le nostre amiche balene: sempre con l’assistenza di Québec Maritime abbiamo prenotato un’adrenalinica escursione in Zodiac, il supergommone che porta numerosi passeggeri, per vedere davvero da vicino le balene e far loro “ciao!”: so già che anche in Italia avete sentito le mie urla mentre solcavamo veloci le acque del San Lorenzo.

Il mattino successivo abbiamo ripreso la strada, seguendo lo spettacolare Fiordo di Saguenay fino ad arrivare al placido Lac Saint Jean e da poi a Chambord.

Baia di Saguenaiy. Fonte foto: Wikimedia. Autore: Eric Salard, Paris
Qui, tenetevi forti, abbiamo fatto un balzo indietro di un secolo: la nostra destinazione è il Village Val Jalbert, dove fin dalla fine dell’800 era in piena attività una cartiera, attorno cui era nato un villaggio operaio modello, con scuole, chiesa, negozi, trasporti. Oggi il villaggio fantasma è diventato una struttura turistica-naturalistica dove comprendere lo spirito dell’epoca e immedesimarsi nello stile di vita del secolo scorso, oltre che approfittare delle attrattive naturali (c’è una bella cascata, un fiume, tanti sentieri da percorrere…).
Val Jalbert, la cascata accanto alla vecchia cartiera (foto di repertorio).
Fonte foto: Wikimedia. Autore: Peter Van den Bossche
Val Jalbert, le case tipiche (foto di repertorio). 
Fonte foto: Wikimedia. Autore: Clifden
A Val Jalbert ci siamo finalmente presi una pausa ed abbiamo preso parte alle attività proposte dal Villaggio: passeggiate, riposo ed esplorazione del Lac Saint Jean, visita del Museo Mashteuiatsch di arte e cultura nativa, la Route des bluets, ovvero dei mirtilli, gustosa produzione tipica della zona!
Da Lac Saint Jean l’ultimo tratto di itinerario in Québec passa in mezzo ai boschi, in un territorio disseminato di laghi: crateri, fiordi, canyon, cascate che ci accompagnano fino a Saint-Alexis-des-Monts e lo spettacolare hotel Sacacomie, dove tra un’escursione in canoa su lago omonimo e una cena con vista sulle foreste ci siamo riempiti gli occhi e la mente, facendo scorta di ricordi.
Il Lago Sacacomie. Fonte foto: Wikimedia. Autore: Eric Salard
Hotel Sacacomie. Fonte foto: Wikimedia. Autore: Eric Salard
Difficile lasciare il paradiso, ma l’itinerario era pianificato al dettaglio e non ammetteva troppe variazioni: da Saint-Alexis-des-Monts abbiamo ripreso la strada che costeggia le Laurentides e abbiamo lasciato il Québec per entrare in Ontario con destinazione Ottawa, dove pernotteremo, ed infine Toronto e le Niagara Falls.
Lungo l’itinerario ci siamo regalati alcune soste gourmet a base di prodotti del territorio e del fiume: non solo aragoste, quindi, perché la cucina del Québec mescola con ottimi risultati le influenze europee e native americane. Sidro, pesce affumicato, formaggi (ve ne sono ben 300 diversi tipi!), carne saporita, salmone e vino: per quanto possa sembrare strano considerate le latitudini, in Québec si produce un ottimo vino ed i Domaine, le tenute che generalmente si trovano lungo il confine sud dello Stato, spesso permettono ai visitatori di fare wine-tasting (fatto!). Peccato invece non aver potuto visitare  una Cabane à sucre in funzioneè il luogo dove non solo si produce lo sciroppo d’acero ma si possono assaggiare piatti tipici preparati con questo dolce liquido, come le fave al lardo, lo sciroppo d’acero caramellato e le crepès dolci. La produzione dello sciroppo d’acero avviene in inverno ed ha un processo davvero complesso: basti sapere che da 40 litri di linfa si ottiene un solo litro di sciroppo d’acero!
Informazioni utili:
  • per arrivare in Canada dall’Italia ci sono numerosi voli diretti di 8 ore, operati da Air Canada, Air Transat e Alitalia oltre a innumerevoli collegamenti (con scalo) dalle capitali europee. Il fuso orario rispetto a Roma è -6 (quando a Roma sono le 8 di sera, in Quebèc sono le 2 del pomeriggio). Noi abbiamo utilizzato all’andata un volo Lufthansa con scalo a Francoforte ed al ritorno un  volo diretto dell’Air Canada;
  • il Québec è formato da 22 regioni turistiche ed è francofono (il francese è la lingua ufficiale anche se l’inglese è parlato e compreso nelle zone turistiche e nelle città, mentre lo è meno nelle aree rurali);
  • così come negli Stati Uniti, la mancia (il “pourboire“) è praticamente obbligatoria ai camerieri, baristi, taxisti, parrucchieri. Per definire la mancia da lasciare, i quebecchesi sommano gli importi delle due tasse applicate al loro conto dei ristorante (TPS et TVQ) – e danno come pourboire la stessa somma (detto in altro modo: raddoppiano l’importo delle tasse). Se negli hotel il facchino vi porta i bagagli, ricordate che anche lui si aspetta una mancia: calcolate almeno un dollaro canadese (CAD) per valigia;
  • per noleggiare e guidare un’auto in Canada, la patente di guida internazionale, seppur non obbligatoria, è caldamente raccomandata in quanto con la sola patente di guida italiana ci son stati problemi ed incomprensioni con la polizia locale o con le società di noleggio. Da tenere ben presente che il limite di velocità orario è generalmente di 90 km./h e le multe terribili!;
  • Le prese elettriche sono di tipo americano e l’elettricità viene erogata a 110 volt: dall’Italia è necessario premunirsi di adattatore.
L’organizzazione del nostro viaggio è stata largamente supportata – con informazioni, assistenza, disponibilità  – dall’Ente ufficiale del turismo Québec Original, che ringraziamo particolarmente. Ed in qualità di blogger italiani in visita nel Québec per raccogliere materiale per articoli e post, siamo stati ufficialmente accreditati dal Ministero del Turismo del Québec.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

1 Comment

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    Lallabel Luglio 17, 2014

    *____* mi sono commossa leggendo l’itinerario e vedendo le foto di quello che vi aspetta… meraviglia assoluta! Il Canada è uno dei miei (nostri) sogni!
    Probabilmente potrei copiare il vostro itinerario aggiungendo magari una sosta in uno dei meravigliosi laghi canadesi per permettere a mio marito di avverare il suo sogno di pescatore… ma che spettacolo, vi invidio (con affetto)!

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