#nonpartosenza, ovvero l’indispensabile dei viaggi

Si parte! No, tutti tranquilli, ancora per qualche tempo (poco) starò tranquilla a casa a debita distanza da aerei, treni, traghetti, monopattini e mezzi di trasporto cammellati! Ma, quando parto, ho sempre con me un bagaglio –  grande o piccolo poco importa. Un pezzettino di casa e di me stessa, fatto di tanti piccoli oggetti spesso indispensabili, talvolta bene auguranti o apotropaici. E visto che il blog Trippando ha chiesto a tutti i blogger (travel e anche no) qual’è il loro #NonPartoSenza, volentieri svuoto il mio bagaglio e ve lo mostro!
Quando viaggio, #NonPartoSenza alcune piccole comodità, gadget tecnologici o oggetti-feticci senza i quali potrei aspettarmi da un momento all’altro il diluvio universale, il risveglio dei morti viventi, la caduta del Walhalla.
1. Potrei mai partire senza un blocchetto di post-it ed almeno un paio di pennarelli colorati? Sia mai che debba lasciare un messaggio, un appunto, un memo e non ho a portata di mano nemmeno un “pizzino” su cui scrivere! E poi, vi confido un piccolo segreto: di tanto in tanto mi diverto a lasciare post-it con smiley allegri ed un bel “Be Happy” nei luoghi che visito (musei, ristoranti, alberghi)!
2. Potrei mai lasciare a casa il mio tenerissimo portapenne azzurro con i cricetini gialli che mi segue in tutti i viaggi da almeno vent’anni? In verità ancora non ho ben chiaro se lo porto perché è un comodo contenitore o perché mi diverte sapere di avere due mostrilli gialli in valigia!
3. Qui si passa all’indispensabile assoluto. Sono miope (non proprio talpa ma senza occhiali rischio di incontrarvi per strada e non salutarvi…) e visti i precedenti, l’idea di perdere, rompere o dimenticare gli occhiali da vista mi fa star male. Per cui è obbligatorio portarne un paio di riserva da infilare nel bagaglio a mano, con custodia rigida a prova di scossoni e di urti.
4. Qui invece rasento lo squilibrio mentale, lo so. Non sono una fumatrice anzi, chi fuma e soprattutto chi lo fa dove non è permesso mi infastidisce al punto da farmi dar fuori di matto (come ben sanno i miei colleghi). Eppure un accendino usa e getta, di quelli che ti vendono ai semafori ad 1 euro, lo porto sempre con me. Saranno forse abitudini da ex scout?
5. L’agenda. Anzi, la gatto-agenda. Un modello “faux Filofax” piena di tante pagine a quadretti, a righe oppure bianche da sostituire tassativamente il 31 dicembre di ogni anno in una sorta di rito di rinnovamento, con dentro alcune taschine dove conservare scontrini e ricevute. Ci scrivo appunti, frasi che mi hanno colpito, ci appiccico biglietti di musei e del tram. E ci trovo tutti i numeri di telefono ed indirizzi che potrebbero servirmi nel caso in cui l’armamentario del punto 10 venga colpito da contemporaneo ed improvviso black-out.
6. Uno spazio dedicato lo ha il mini beauty, in cui inserisco campioncini e mini taglie di prodotti cosmetici che vengono regalati nelle profumerie o allegati ai giornali. Shampoo, balsamo (indispensabile per evitare l’effetto Maga Magò), bagnoschiuma e saponi vari, spazzolino e dentifricio, crema per il corpo e per le mani, un profumo speciale (Diptyque, raro e prezioso), la crema antirughe specifica di Boot’s (c’ho n’età…), il pettine, lo smalto trasparente, qualche salviettina rinfrescante.
Porto poi sempre con me una bustina di sapone liquido per panni (utilissimo per piccoli bucati) ed una spugnetta che diventa grande se si bagna, entrambe della Stanhome. Il tutto viene inserito in una pochette trasparente a prova di controlli aerei.
7. Tranne quando prendo gli aerei (ancora non ho capito se l’uncinetto può essere considerato arma pericolosa o meno, anzi se ha avete certezze in merito siete pregati di illuminarmi!), nel bagaglio a mano entra sempre l’occorrente per il crochet. Nulla di eccezionale, un piccolo gomitolo di lana ed un uncinetto. Lavorare piccole forme – l’anno scorso ero in fissa per i cuoricini, quest’anno per i quadrati ed i triangoli – mi rilassa e mi aiuta ad addormentarmi.
8. Ancora, nella borsa ci sono sempre un libro cartaceo (ne ho anche caricati sull’Ipad, ma “toccare” la carta rientra tra le cose che mi fanno star bene), un fazzolettone di cotone multiuso preso in Sudtirolo quando ero adolescente ed il sempre utile sacchetto di stoffa pieghevole per lo shopping acquistato a Berlino.
9. Poi #nonpartosenza una sciarpa o un foulard. Difficilmente mi viene la febbre, ma sono una abbonata annuale a raffreddore, mal di gola e tosse ed ho capito che l’unica vera prevenzione è tenere il collo al caldo. Le sciarpe variano in base alle stagioni, alle tipologie di viaggi, al colore che in quel momento è il mio preferito.
10. E poi ci sono loro, amore e delizia di ogni viaggiatore che si rispetti: gli aggeggi tecnologici senza i quali oggi nulla sembra più possibile. Nell’ordine, in senso orario (non è che li porto proprio tutti ogni volta, sono onesta): uno smartphone della Samsung, poco usato per le telefonate ma capace di scattare buone foto e di connettersi con i social; il mini Ipad (Santo subito!) dove prendo appunti, rispondo alle mail, consulto app, scatto foto e scrivo direttamente i post ; la macchina fotografica “seria” (ne approfitto per presentarvi la mia prima reflex!); la digitale compatta utilissima per foto scattate al volo e per finire il telefono, nella foto c’è il mio vecchio Blackberry, telefono totalmente inadatto per fotografare e poco pratico per la condivisione social (non c’era nemmeno Istagram!) ma che era praticissimo per le mail, per correggere al volo documenti Office e per ricevere/fare telefonate.

Ed ecco, visto nell’insieme, il mio #nonpartosenza. Scommetto che anche voi avete i vostri oggetti-feticcio che vi accompagnano nei viaggi. Io sono molto curiosa, ora, di vedere i vostri. Vi va di fotografarli e condividerli?
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

<