Montreal, città de la joie de vivre
Ho scritto diversi post sul mio viaggio estivo in Canada, ma del nostro itinerario a Montreal – così come di Quebéc, l’altra grande città in cui siamo stati – ancora non ho condiviso nulla. Forse perché l’incontro con la natura canadese, anzi quebecchese, è stato così esaltante da metter sotto tono le emozioni, vive ed intense, che abbiamo provato visitando i grandi centri urbani.
Montreal è stata la nostra prima tappa ed attraverso i colori delle sue vie, sobri oppure sorprendentemente elettrici, il Canada ci ha dato il benvenuto: quartieri vivaci e lunghe strade costeggiate da palazzi eleganti, opere d’arte nelle piazze, sui volti dei passanti il sorriso di chi può vivere intensamente ma senza stress inutili in una città a misura d’uomo. Città giovane e fatta di giovani: i ragazzi arrivano da ogni parte per frequentare le prestigiose università che qui hanno sede, come la Mc Gill, l’Université de Montréal , l’Università del Quebéc a Montreal-UQAM, la Concordia Univesity. E l’itinerario a Montreal ha tenuto conto di queste caratteristiche.
In estate a Montréal le biciclette circolano senza sosta – si possono noleggiare grazie al sistema di bike sharing BIXI – e la sera le vie principali si riempiono all’inverosimile: un classico incontrarsi con amici e conoscenti per bere e mangiare qualcosa insieme, ascoltando musica o partecipando ai numerosi eventi e festival culturali che si svolgono durante tutto l’anno. Lo charme della città è tangibile: palazzi, grandi parchi, servizi efficienti, disponibilità dei suoi abitanti, costo della vita non impossibile. Noi l’abbiamo vista in estate ma chi ci vive ci ha raccontato che anche nell’inverno (freddo, si può arrivare anche a -30°) la qualità della vita resta alta.
La nostra base, da cui partire per seguire l’itinerario di Montreal, è stato lo Chateau Versailles, un hotel de charme storico in Rue Sherbrooke, in pieno quartiere dei musei. Una posizione strategica, da dove potevamo spostarci, a piedi o con le efficientissime metropolitane, per andare a visitare quanto più possibile nel poco tempo che avevamo a disposizione (a Montreal siamo rimasti poco più di due giorni).
Che poi, forse non tutti lo sanno, ma Montreal è un’isola, posta alla confluenza del fiume San Lorenzo con l’Ottawa: isola in senso geografico, ma non in senso figurato. Ben collegata grazie all’aeroporto internazionale Pierre Elliott Trudeau, alle numerose highway che attraversano il territorio canadese e posta a poco più di 600 km. di distanza da New York, a Montreal il mix tra cultura francese, pragmatismo inglese e apporti culturali degli immigrati che arrivano da tutte le parti del mondo ha dato vita ad un complesso sociale in cui le diverse comunità convivono e collaborano, proiettate nel futuro con grande apertura mentale. E dove il fermento culturale è evidente.
L’itinerario a Montreal ha seguiti le vie più famose, quelle dove la città offre il meglio di sè. Rue Sherbrooke – sovrastata da Mont Royal, il polmone vede di Montreal – è la via elegante su cui si affaccia il Museo delle Belle Arti i palazzi di fine ottocento, raffinate boutiques e le più grandi università del Quebec, la parallela Rue Ste-Caterine è la via dello shopping, della movida, delle arti.
ue St. Catherine attraversa tutta la città, da un capo all’altro, costeggiando la Chiesa Anglicana di San Giacomo Apostolo – la cui guglia riflessa sulle pareti di vetro dei grattacieli che la stringono d’assedio crea un curioso contrasto – e poi vicino il grande centro commerciale Eaton Centre, da cui si accede al Resò, il “mondo sotterraneo” fatto di negozi, passaggi, gallerie d’arte, ristoranti, indispensabile per conservare la vita sociale quando fuori la neve ed il freddo raggiungono livelli umanamente insopportabili.
Case storiche e grandi palazzi moderni, passato e futuro, arte e joie de vivre: sono le contraddizioni, che si trasformano in armonia di diversità, che rendono unica Montréal. Proseguendo su Rue St. Catherine si attraversano i campus dell’Università UQAM (Université su Quebéc a Montréal) dove la graziosa Chapelle de Notre Dame de Lourdes ed il piccolo spazio verde che la circonda assicurano relax e tranquillità.
La grande spianata che si trova poco più avanti è il cuore del Quartiere degli spettacoli, lo stesso in cui si tiene il Montreal Jazz Festival e dove ha sede l’orchestra sinfonica della città. Se da un lato le fontane e le moderne strutture del Teatro Maisonneuve e del Museo di arte contemporaneaattraggono lo sguardo con le loro forme contemporanee, dall’altro il Complexe Desgjardins, centro commerciale il cui atrio ospita una fontana che delizia i clienti con i suoi giochi d’acqua, è una sirena a cui è difficile resistere.
Proseguendo più avanti si entra nel Village, il quartiere abitato dalla comunità LGBT della città, numerosa, potente ed integrata: cambiano i negozi, le vetrine sono più vivaci, i colori grigi o comunque sobri della città lasciano il posto ad arcobaleni e istallazioni. Non cambia però la sensazione di libertà, il grande spirito di apertura e di accoglienza che è denominatore comune a tutta la città.
Tuttavia questo è solo uno dei volti di Montréal: per scoprire il suo cuore antico bisogna prendere una metropolitana (o allungare molto il passo), scendere alla fermata Champ de Mars la cui stazione ipercolorata rafforza ancora una volta la consapevolezza di essere in una città dove l’arte è di casa e proseguire verso una delle zone più caratteristiche – e genuinamente turistiche – della città.
Nel quartiere del Vieux Port, lungo Rue Notre Dame, Rue Saint Paul, Place Jacques Cartier le strade non sono asfaltate ma ricoperte di lastroni o pietre grigie, le abitazioni settecentesche ed il vecchio mercato esteriormente più simile ad una cattedrale o ad un museo.
In questo settore della città si torna indietro nel tempo, quando tutto ha avuto inizio, alle origini stesse della città: cavalli pigri trainano calessi, i fiori ravvivano l’atmosfera altrimenti un po’ austera e dietro porte e finestre si intravedono piccoli negozi (turistici, vero, ma così belli da visitare!) e l’atmosfera che si respira è decisamente “francese” .
Troppo poco tempo per visitare Montréal, quasi sull’orlo del tour mordi e fuggi. E’ gioco-forza obbligato rinunciare a qualcosa. Noi abbiamo scelto di vivere la città, percorrendo le sue vie, entrando nelle chiese, fermandoci nei bar e sacrificando la visita del musei. Siamo riusciti ad andare a Petite Italie, al mercato Jean Talon. Abbiamo bevuto ottima birra di microbirrifici locali e visto l’installazione “La Folla Illuminata” di Raymond Mason, in Avenue Mac Gill College, che tanto mi ha incuriosiva.
Abbiamo camminato, camminato ed ancora camminato, uscendo la mattina prestissimo e tornando stremati in hotel solo a notte inoltrata. Siamo andati al Villaggio delle Olimpiadi del 1976 ma senza avere il tempo di salire sulla torre dello stadio; abbiamo visitato la città sotterranea solo di sfuggita; non siamo riusciti a fare una passeggiata al Parco di Mont Royal o ad andare al Biodome.Ma davvero non era possibile far tutto. Per visitare Montréal non basta una settimana, figuriamoci quanto poco si può vedere con due giorni e poco più!
Qualche numero e qualche curiosità su Montréal:
- anno di fondazione: 1615, da Samuel de Champlain
- abitanti (fonte 2011): 1.649.519
- piste ciclabili: + 350 km.
- lunghezza di Rue St. Catherine: + 15 km (viene identificata con zona est e zona ovest)
- Università a Montréal: 11
- festival artistici per anno: +50
- il punto più alto della città? Mont Royal, 228 metri
- estensione del Rèso: 30 km.
- esercizi commerciali all’interno del Rèso: + 1.500
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