Bruges, le belle Fiandre

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Arrivare a Bruges da Bruxelles è facile: si va alla stazione, si sale su uno dei treni, che hanno orari frequenti, e… dopo 90 km. e circa un’ora e mezza di viaggio si scende nella bella (no, troppo poco: meravigliosa) città fiamminga. Già nel percorso che dalla stazione di Bruges porta al centro della città (15 minuti di passeggiata comoda) si capisce che siamo in un posto speciale, a metà tra il sobrio villaggio medievale e la sontuosa città barocca e mercantile.

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Lungo la via che porta dalla stazione fino al centro della città si costeggiano deliziose casine di mattoni dalle finestre decorate da leziose tendine, vasi fioriti e statuine aggraziate o piccoli oggetti: è davvero difficile non cadere nel voyeurismo e trattenersi dallo scrutare all’interno per cercare scorci di quotidianità!

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Paragonata a Venezia per i canali che la attraversano e la circondano, sebbene Venezia sia un’altra cosa, la città di Bruges – o, con il nome fiammingo, Brugge – è una delle destinazioni a mio parere assolutamente imperdibili nel corso di un viaggio in Belgio. Se Bruxelles è affascinante, Anversa monumentale, Ostenda marittima e regale mentre Gent è un concentrato di architetture, proposte artistiche e nuove tendenze (e mi fermo qui perché queste sono le sole città che ho avuto tempo di visitare), Bruges è romantica e struggente. Riesce ad esserlo persino in periodo di Avvento quando, come è capitato a noi, le sue piazze e le sue vie sono così piene di persone a passeggio che è complicato camminare e del tutto impensabile riuscire a fare delle foto senza “presenza umana”.

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Il centro di Bruges, dal 2000 Patrimonio dell’umanità Unesco, è piuttosto piccolo e raccolto e consente ai turisti che fanno base a Bruxelles di concentrare la visita in una giornata. Insomma, potete davvero dire ‘ vado a fare una gita di qualche ora a Bruges e poi torno!”.  Tuttavia, se dovessimo tornare in Belgio (anzi, correggo: quando torneremo in Belgio) vogliamo dedicare almeno un paio di giorni alla città fiamminga per aver tempo di entrare con tutta calma nei suoi musei, nelle sue chiese, perderci tra le vie che costeggiano i canali, passeggiare di sera quando le luci rendono Bruges un paese delle favole.

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A Bruges è interessante anche lo shopping: ci sono negozi di livello internazionale molto interessanti ed ancor più lo sono le rivendite di cioccolata, di alta qualità e con costi più economici rispetto alla Capitale belga. Sembra che le cioccolaterie in città siano più di 55: noi non le abbiamo contate ma di certo sono tante ed hanno vetrine espositive da far venire voglia di assaggiare ogni dolcezza esposta. Talmente buono il cioccolato di Bruges che non ho resistito ad acquistarne una buona scorta da riportare a casa!

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Non bastasse, per gli appassionati del cioccolato a Bruges c’è anche un museo del cioccolato, che noi purtroppo non abbiamo visitato per il troppo poco tempo a disposizione (ed ecco perché insisto a dire che una sola giornata a Bruges è poco!). Ma di Musei buffi e bizzarri, oltre che di interessanti, a Bruges ce ne sono diversi: il Museo delle patatine fritte, quello dei diamanti, quello della birra

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La passione per il commercio e per gli scambi economici di Bruges risalgono al medioevo: già porto commerciale sull’Atlantico, a cui è tutt’oggi collegata da un canale navigabile da piccole imbarcazioni, era la base per i commerci di stoffe, di lane e sete preziose che si svolgevano nel continente europeo, è stato uno dei porti della Lega Anseatica a cui facevano riferimento anche i mercanti di Genova e Venezia. L’ampliarsi dei contatti portò conseguenzialmente lo sviluppo delle banche e del sistema finanziario tant’è che anche i banchieri di Firenze avevano a Bruges un loro “sportello”, come lo definiremmo oggi, e nel 1309 fu istituita quella che a ragione può essere considerata l’antenata delle moderne borse valori. 51l

Torniamo all’itinerario che abbiamo seguito per visitare Bruges: per arrivare in centro dalla stazione è sufficiente attarversare la grande piazza e prendere la Oostmeers, via che attraversa il canale del Minnenwaterpark per poi entrare nella città vecchia. Alla fine della strada va seguita per pochi metri la Gaoezeputstraat fino ad incrociare la Kleine Heilige Geeststraat. Alla fine ci si trova sulla piazza su cui affaccia la cattedrale di Bruges, Sint-Salvator. Qui una sosta è dovuta: la chiesa è particolarmente interessante, sia nei suoi interni che nelle strutture esterne, sebbene quando ci siano stati noi fossero in corso imponenti lavori di restauro che ne limitavano parecchio la fruibilità della Cattedrale e l’imponente coro ligneo non fosse visibile.

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Poco più avanti inizia la Steenstraat, principale via commerciale di Bruges, con negozi, rivendite di cioccolata, librerie e un paio di sale da tè dove in inverno è piacevole rifugiarsi per sfuggire al freddo. Dopo aver girato per le vie laterali e percorso anche la bella Silverstraat, abbiamo proseguito fino al Markt, una piazza grandissima che, dopo le piccole vie dominate dai palazzi dalle tipiche facciate smerlate, ci è sembrata incredibilmente enorme. Gli edifici che circondano la piazza erano i cosiddetti “palazzi delle nationes“, ovvero le ricche sedi delle corporazioni dei mercanti che arrivavano a Bruges da ogni parte del continente europeo.

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Sulla piazza svetta il Belfort, la torre campanaria civica alta 83 metri che volendo si può “scalare” (sono 366 scalini) per avere un panorama grandioso sulla città dopo aver acquistato il biglietto di ingresso. Al suo interno è conservata quella che era la camera del tesoro ed il meccanismo dell’orologio con il carillon che mette in funzione ben 47 campane.

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Dopo aver passeggiato pigramente anche nelle vie laterali del Markt (qualche suggerimento? Philipstokstraat, Vamingstraat, Geldmuntstraat) ed esserci riempiti gli occhi di bello, abbiamo proseguito l’itinerario percorrendo la breve Breidelstraat fino a raggiungere il Burg, la piazza su cui si trovano due delle tante meraviglie di Bruges: il Municipio e la Chiesa del Santissimo Sangue.

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Questa in particolare si è rivelata una grande sorpresa, perché in realtà sono due chiese: quella inferiore in stile romanico e quella superiore in stile neogotico (per raggiungerla si deve entrare in un portone adiacente e salire una scala), vero contenitore di tesori artistici, tra i quali io ho molto apprezzato il pulpito a forma di mappamondo (e poteva essere altrimenti?).

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Un’altra chiesa che a Bruges “val bene una messa” è la Chiesa di Nostra Signora, edificata in stile gotico brabatino, che al suo interno custodisce la scultura di Michelangelo “Madonna col Bambino”, commissionata all’artista fiorentino dai Mouscron, mercanti di tessuti di Bruges che commerciavano con l’Italia, in cambio di 4.000 fiorini.

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Il vicolo Blide-Ezelstraat vi porterà dritti dritti su uno dei ponti da cui si ammira la vista sui canali della città e qui abbiamo fatto una scelta che si è rivelata vincente per conoscere meglio la città di Bruges: ci siamo imbarcati per un giro turistico su una delle tante lance che solcano i canali: da una prospettiva diversa abbiamo scoperto angoli e scorci della città fiamminga che altrimenti difficilmente avremmo potuto vedere.

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Nel momento in cui è stato scritto questo post (2014) il costo del percorso in battello era di 7 euro a persona ed il circuito di navigazione si completa in circa 40 minuti. Nel costo è incluso il commento turistico del pilota in inglese, fiammingo e francese. Consiglio: se vi è possibile, cercate di sedervi davanti per poter scattare belle foto.

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Complici i panorami e le antiche case che vengono costeggiate, lungo le vie d’acqua il tempo diviene rarefatto. Suggestivo il canale nel punto in cui si passa sotto al ponte che immette nel Beghinaggio (Begijnhof in fiammingo), un insieme di abitazioni che risalgono al 1200 dove trovavano dimora le Beghine, donne pie dedite ad attività di preghiera e di carità, tradizione che ancora permane: il Beghinaggio – visitabile liberamente – ospita oggi una comunità di monache benedettine.

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Una simpatica e nutrita comunità di cigni è la fotografatissima protagonista del romantico laghetto artificiale Minnewater. I cigni sono un po’ la mascotte della città e protagonisti di una leggenda che sconfina nella storia: dopo che Pieter Lanchals (Pietro Collolungo) – uno degli amministratori della città di Bruges nell’epoca in cui la stessa era sottoposta al dominio di Massimiliano d’Austria – fu giustiziato, il sovrano impose alla città di mantenere per l’eternità una colonia di cigni, ovvero di “colli lunghi”.

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Il clima insolitamente mediterraneo che ci ha accolti nel nostro tour di Bruges, il cielo azzurro e la luce speciale tipica del nord Europa ci hanno presentato una città delle Fiandre spettacolare, i cui colori erano ben distanti da quelli piuttosto scuri che siamo abituati a veder riprodotti dai pittori fiamminghi nei loro quadri.

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A proposito di pittori fiamminghi e di arte: a Bruges va visitato il Groningen Museum, a cui si accede da un ingresso sul Dijver e che possiede una collezione notevole di opere di artisti fiamminghi primitivi tra cui Van Eyck e Memling. Molto bella la struttura museale, interessante la collezione e piacevole la sosta nel piccolo giardino prima di riprendere il percorso di visita.

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Per gli appassionati dei mercatini di Natale, a Bruges le tipiche casine vengono allestite sia nel Markt che nella Simon Stevinplein, uno slargo alberato che si trova sulla destra prima di arrivare al Markt. Inoltre, nei paraggi della stazione c’è la grande ruota panoramica, che attrae grandi e bambini.

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Informazioni utili:

  • a Bruges pranzare/ cenare non è un problema: molti i locali con menù a prezzo fisso, non necessariamente turistici (come il Duc de Bourgogne, storica locanda affacciata sul canale dove noi abbiamo pranzato molto bene), anche se qualche “trappola per turisti” non manca (ad esempio,  consultando il menù del Caffè che si trova accanto alla Cattedrale di Sint Salvator, dove ci siamo limitati ad un cappuccino, ci è sembrato riportare costi decisamente eccessivi).
  • Per muovervi nel solo centro della città non vi serviranno mezzi pubblici così come per mangiare non avrete problemi ma anzi l’imbarazzo della scelta: come in tutto il Belgio si mangia molto bene e con costi differenziati, adatti a tutte le tasche (tradotto: si va dal chiosco che vende panini al ristorante sofisticato, con tutte le gradazioni possibili nel mezzo).

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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