Una bella tazza di tè con Enrica
Non c’è nulla di più bello, nei pomeriggi e nelle sere autunnali che impercettibilmente si trasformano in freddo inverno, di una bella tazza di tè caldo. Corrobora, riscalda, coccola. Fa bene allo spirito e riempi l’anima di calore. Più che berlo, io il tè lo annuso: apro con cautela il barattolo che lo contiene, ne respiro gli effluvi ancora non modificati dall’incontro con l’acqua bollente, sempre timorosa che improvvisamente l’aroma svanisca e con lui la magia dell’attimo. Ascolto i racconti dei luoghi da cui proviene, immagino sere nel deserto, piantagioni infinite, scatole laccate e tazze raku, geishe e monaci zen impegnati nella cerimonia del tè. E poi penso ai vascelli che solcavano gli oceani per trasportare le pregiate foglioline, alle battaglie combattute e ai lunghi viaggi intrapresi in nome del tè.
Si può girare il mondo, bevendo una tazza di tè. Mi inebrio dei suoi aromi, che virano dall’aspro all’affumicato passando per il dolce e l’erbaceo, più o meno stagionato a seconda del luogo di provenienza ed al trattamento subito. Tè lasciato al naturale, oppure arricchito di frutta, fiori, spezie che lo trasformano in una bevanda ogni volta diversa. E di tè ne ho tanti, nella mia dispensa, selezionati nel corso dei viaggi o fatti arrivare da Paesi lontani. Così come ho una piccola collezione di teiere – buffe, raffinate, tradizionali o semplicemente curiose.
Quando un paio di mesi addietro sono stata coinvolta in uno swap collettivo di tè, non mi sono tirata indietro: scambiare miscele e condividerne gli aromi è un piacere unico, quasi come offrire un pezzettino di se stessi. Perché io sono dell’idea che il tè che scegliamo in fondo ci rappresenta per quel che siamo: più o meno fruttati, dolci o asprigni, morbidi, metallici o astringenti.
E quindi anche il tè che mi ha inviato Enrica parla di lei: della sua leggerezza poetica, della sua fantasia fatta di sogni, del suo saper guardare oltre le apparenze, della sua passione per le cose ben fatte. E non per nulla la sua miscela preferita è tè bianco ed albicocca: l’esplosione della primavera, il lento risveglio della natura che esplode nei mille colori dei fiori in boccio, il ronzio delle api operose.
Assieme a due pacchetti di tè – l’altro è una specialissima miscela “Torta della Nonna”, adatta al periodo di Natale, a base di tè nero, scaglie di mandorla, noci, petali di girasole e aromi – Enrica mi ha inviato una delle sue splendide creazioni decorate a mano, un grande cuore con un’alce tenera che è ora appeso nel mio studio, così che io possa averla sempre accanto: è la serenità!
Se vi incuriosiscono le decorazioni di Enrica e volete saperne di più su di lei e sul suo mondo incantato, fatto di omini e donnine sognanti, di buffi animali antropomorfi sospesi in un non-luogo che è lontano dalla realtà ed al tempo stesso così vicino, potete fogliare le pagine del suo blog. Io, intanto, vado a bere una bella tazza di tè!
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