Le Grotte di Pastena: il tesoro sotterraneo della Ciociaria

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Le Grotte di Pastena sono uno dei siti geologici e naturalistici più interessanti del Lazio: sono un’insieme di cavità di tipo carsico scavate nella roccia dal lento scorrere del torrente Fosso Mastro (che a fine gennaio 2015 era di un inquietante color lattiginoso!) e si trovano in provincia di Frosinone, tra il Comune di Pastena e il Comune di Falvaterra. Poco note al di fuori del Lazio, le grotte sono una cattedrale della natura modellata dall’acqua: il fluire del torrente ha scavato gli antri bui e profondi ed il lento scorrere delle gocce d’acqua li ha riempiti con stalattiti e stalagmiti dalle forme affascinanti. Si possono visitare seguendo un sentiero turistico agevole che passa attraverso i due rami che compongono le grotte stesse, denominati “attivo” (il ramo inferiore) e “fossile” (il ramo superiore), in cui si trovano formazioni geologiche di particolare valore scientifico.

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Dopo aver acquistato il biglietto di ingresso sul piazzale del parcheggio (c’è un piccolo chiosco in legno) e percorso il sentiero mattonato fino all’ingresso delle Grotte, si arriva davanti al varco aperto nella collina in cui si immette il torrente Fosso Mastro. Una costruzione con uffici e toilette è il “punto di ritrovo” in cui si incontra la guida che accompagnerà nella visita (vi prego di far attenzione al termine utilizzato: accompagnare, non guidare) delle Grotte di Pastena. Dopo aver sceso delle scalette, si arriva finalmente all’imbocco della grotta, creata artificialmente di fianco all’accesso naturale dell’antro.

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Il percorso interno è ben illuminato e comodo: si cammina su una stradina di cemento che passa lungo le diverse sale che compongono l’insieme delle Grotte di Pastena; talvolta la stradina si trasforma in scale da salire o scendere. Poco dopo essere entrati, ci si trova in un ambiente incredibilmente umido, dove l’aria è rarefatta e il vapore acqueo diventa visibile. In alcune circostanze il tasso di umidità può raggiungere addirittura il valore del 100% , con una temperatura stabile tra i 14° ed i 15°. Se avete problemi respiratori, di asma o di claustrofobia potrebbe essere sconsigliata la visita.

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Nonostante l’ambiente sia ben illuminato, in alcuni settori diventa angusto ed asfissiante: tuttavia l’impatto emotivo con la scenografia sotterranea fatta di stalattiti e stalagmiti che assumono forme antropomorfe o di animali fantastici, le forre misteriose ed i dirupi che portano fin nelle viscere della terra fanno superare qualsiasi attacco claustrofobico.

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Più piccole delle famose Grotte di Frasassi, sicuramente meno scenografiche delle Grotte di Postumia e meno note delle Grotte di Castellana, le Grotte di Pastena sono uno dei grandi tesori del Lazio assai poco valorizzato. Chi visita le Grotte lo fa soprattutto grazie al passaparola: non c’è una vera strategia di comunicazione, l’accoglienza ai turisti è ridotta all’osso: un addetto che stacca i biglietti ed in paio di “guide” che portano i turisti lungo il sentiero delle Grotte. Non c’è un pannello esplicativo, non c’è una brochure da leggere, men che meno c’è una postazione multimediale ed anche il sito Facebook è – come dire – miserello. La stessa guida addetta ad accompagnare i visitatori  si limita, appunto, a scortare i gruppi e ad elargire minime spiegazioni sulle Grotte.

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Nei lunghi tratti di percorso dentro le grotte la situazione ha del surreale: la guida davanti che cammina in silenzio e spedita lungo il sentiero illuminato, lasciandosi dietro gli spauriti visitatori che si guardano attorno con perplessa curiosità: non si sa dove si va, ne’ esattamente dove si è. Di tanto in tanto (ma proprio tanto…) la guida “elargisce” preziosissime briciole di conoscenza elementare. Ma non provate a fargli domande troppo specifiche perché se potrà le eluderà oppure, se costretto, si limiterà a darvi una risposta che vi lascerà insoddisfatti: io ho inutilmente chiesto se le Grotte di Pastena sono abitate da fauna endemica o se vi sono state ritrovate tracce di antropizzazione che risalgono a prima che Carlo Franchetti, barone e speleologo, le scoprisse nel 1926 (non è che ho chiesto la composizione specifica della stalattite X posta nella sala Y, eh!) . Se volete trovare la risposta a tante domande che sicuramente scaturiranno mentre visitate le Grotte di Pastena è preferibile leggere prima della visita le diverse sezioni del sito ufficiale: accanto a dettagli scientifici, troverete aneddoti e storie legate alla scoperta delle Grotte stesse (ed io, questo, l’ho scoperto solo dopo averle visitate, mannaggia!).

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Sebbene l’estensione delle Grotte di Pastena raggiunga i 5 km (percorribili da speleologi con attrezzature specialistiche), il percorso turistico dentro le grotte è di circa 1,5 km e dura 50 minuti. Nell’itinerario si attraversano diverse grotte, definite “sale” quando raggiungono notevoli ampiezze, in cui si trovano delle stalattiti e stalagmiti monumentali. Molte di queste grotte sono il rifugio di colonie di pipistrelli (io non li ho visti e a dir la verità non li ho nemmeno cercati: sai com’è, se non vedo, non tremo….

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L’itinerario all’interno delle Grotte di Pastena prevede:

  • il Salone d’ingresso: affascinante il contrasto tra il buio dell’antro  ed il chiarore che si vede oltre l’imboccatura della grotta;
  • la Sala del lago blu: dalla parete rocciosa una cascata compie un balzo di 10 metri per andare a finire in un laghetto con sfumature bluastre alimentato da sorgenti perenni;
  • il Corridoio Franchetti, in onore dello scopritore delle Grotte di Pastena

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  • la Sala del salice piangente: una stalagmite ed una stalattite si sono unite creando una colonna, le cui concrezioni hanno la vaga somiglianza con la sagoma di un salice;
  • la Sala delle diramazioni con testa d’elefante: anche qui la fantasia dei primi scopritori si è scatenata nel dare un nome alle forme che assumono le stalattiti e le stalagmiti richiamando animali, mostri, creature fantastiche;
  • la Sala dei pipistrelli – vediamo se siete preparati: perché si chiama così? 🙂  ha una caratteristica particolare: per entrare nella sala bisogna “scivolare” attraverso due colonne calcaree!

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  • la Galleria delle meraviglie e la Sala delle colonne: in inverno i pipistrelli eleggono la sala a loro dimora e producono una notevole quantità di escrementi guano che “con il suo elevato tenore di composti azotati, costituisce un nutrimento eccellente per molte specie animali”  (cit. dal sito delle Grotte di Pastena)
  • la Sala del Monte Calvario, così definita perché sopra un grosso cumulo di roccia e fango, quasi una collinetta al centro della grotta, si elevano alcune stalagmiti che sembrano riprodurre il Calvario di Cristo così come è rappresentato nell’iconografia popolare.

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Si arriva alle Grotte di Pastena percorrendo l’Autostrada A1 ed uscendo al casello di Ceprano. Il biglietti di ingresso costa 9 € e sono previste riduzioni (il biglietto consente l’accesso anche al Museo della civiltà contadina e dell’olivo, nel paese di Pastena. Le Grotte sono aperte dal 1° aprile al 30 settembre dalle 9.00 alle 19.00 e dal 1° ottobre al 31 marzo dalle 10.00 alle 16.00 (sabato e domenica fino alle 17.00).

(Tutte le foto di Claudia Boccini e Francesco Iaccio – scusate la qualità orribile ma era davvero difficile scattare al buio, senza flash e nel contempo seguire la guida nell’itinerario)

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

  1. Avatar
    Serena @ BlackCatSouvenirs Febbraio 04, 2015

    Le grotte hanno sempre un gran fascino!!
    Peccato per la guida che accompagnava solo anziché guidare 😀 😛

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    • Avatar
      Claudia Boccini Febbraio 04, 2015

      effettivamente se ci fossero state un po’ più di informazioni, di storie e di racconti… sarebbe stata un’esperienza superfantastica! P.S.: va anche detto che la guid avrà avuto una settantina d’anni o poco meno… 😉

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