Le volute di acciaio di Beverly Pepper: arte all’Ara Pacis
Metti una domenica in città, a Roma Ed aggiungi la voglia di fare una passeggiata da Trastevere a Piazza del Popolo costeggiando il Tevere, per inseguire le ombre dei platani ancora spogli che si allungano sui marciapiedi. Un percorso da turista, più che da cittadino di Roma: camminando le distanze si dilatano, gli odori di cucina, di muffa e di antico che provengono dai palazzi sono soffusi nell’aria ed i rumori del quotidiano arrivano netti, non mediati dai finestrini dell’auto o del bus. Cammini con gli occhi sopraffatti dalla luce e complice la bella giornata ed il cielo azzurro e terso per la brezza di tramontana, scopri una città fatta di luce e di colori sfacciati, di contrasto e di amalgama.
Nel percorso ti sovviene che sei ancora in tempo per visitare le mostre che ti hanno incuriosito, per arricchire e rendere preziosa la giornata. Sai bene che in una mattina così “perfetta” nulla ti può stupire, nemmeno gli enormi monoliti che sembrano galleggiare nell’area perimetrale dell’Ara Pacis, il rosso intenso dell’acciaio esaltato nel contrasto con il bianco del marmo.
Nessun altro luogo di Roma avrebbe potuto ospitare le quattro grandiose opere di Beverly Pepper, scultrice americana nata a Brooklyn nell’oramai lontano 1922 e da decenni innamorata del nostro Paese, tanto da aprire uno studio anche in Umbria, a Todi, dove ancora produce la sua arte.
Sono totem giganteschi, simboli di infinito, fori nella serratura della vita, stargate fantastici oppure balocchi abbandonati da un gigante?
Le opere di Beverly Pepper, realizzate in acciaio corten (*), si esaltano nella luce tagliente che si impossessa del mese di febbraio, il rosso vira nel ruggine e si accende di bagliori improvvisi, le sgranature del metallo assumono la consistenza del legno intagliato. Opere contemporanee collocate in quello che appare come precario equilibrio su una struttura ugualmente contemporanea ma che al suo centro racchiude uno dei simboli del passato più emblematici: l’Ara Pacis, il simbolo della pax augustea, il momento di massimo equilibrio, splendore e stabilità dell’impero romano.
L’utilizzo dell’acciaio corten contribuisce ad esaltare le forme e la ruggine appone un segno distintivo alle opere di Beverly Pepper, quasi fossero elementi naturali viventi in costante modificazione. Le volute imperfette delle sculture ricordano tralci vegetali avviluppati su se stessi e nonostante la dimensione ed il peso, appaiono leggere, quasi sospese tra cielo e terra.
Informazioni utili:
“Beverly Pepper all’Ara Pacis”, Area del Museo dell’Ara Pacis
fino al 15 marzo 2015
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