Ritorno in Giappone
Se mi seguite sui Social, saprete che da qualche giorno stiamo vivendo una nuova avventura in terra nipponica: dopo il veloce assaggio “mordi e fuggi” di Tokyo dello scorso anno, in questa occasione abbiamo esteso l’itinerario alla scoperta dei luoghi più significativi della storia e della cultura del Giappone. E quindi siamo stati anche a Kyoto, Nara, Hiroshima, Kanazawa!
Va chiarito, innanzitutto, che Tokyo sta al Giappone come New York agli Stati Uniti e quindi non si può usare come metro di paragone per l’intera nazione; tuttavia il territorio e’ talmente vasto e differenziato che riserva continue ed inaspettate scoperte.
Se per i singoli luoghi visitati (e sul come, cosa, quanto, dove) ci saranno a breve numerosi post, quel che qui voglio annotare sono alcune impressioni e riflessioni estemporanee sull’universo Giappone:
- Tokyo è un mare fatto di persone: mai viste tante e tutte in movimento, ad ogni ora del giorno e della notte;
- le ferrovie giapponesi (nello specifico, le Japan Railways) sono di una efficienza mostruosa, di una puntualità da manuale e di una pulizia meticolosa che in Italia nemmeno ce la sogniamo!
- gli alberghi giapponesi hanno le stanze microscopiche ma in compenso hanno tutti i gadget: oltre al classico shampoo/bagnoschiuma e balsamo, ci sono creme e lozioni, rasoio, spazzolino, dentifricio, pettine e spazzola, dischetti per lo strucco, spugne, sali da bagno, sveglia, calzascarpe, spray per deodorare gli abiti, bricco per scaldare l’acqua, bustine di tè, blocchi per scrivere, carta, penna, pigiamino o abbigliamento da relax (!), ciabattine, spazzola per abiti, bicchieri, phon, ecc. e quasi sempre avrete a disposizione una lavatrice/asciugatrice;
- i bambini sono responsabilizzati fin da piccoli: per andare a scuola prendono da soli treni, bus, metro… Non urlano, non strepitano e non si lamentano: eppure sorridono, ridono e sono felici come tutti i bambini del mondo;
- conviene di più andare a pranzo/cena fuori che non cucinare in casa. Nelle grandi città c’è l’imbarazzo della scelta tra ristoranti, locande e fast food, ma anche nelle città più piccole non di scherza!
- la frutta è davvero cara: un paio di mele possono costare anche 1200 yen, ovvero quasi 10 euro;
- la cortesia è formale: nei negozi, hotel, ristoranti vi saluteranno più volte; in ascensore, tra un piano e l’altro, il buongiorno è una rarità;
- non pensate agli onsen giapponesi come alle nostre terme: negli onsen si sta solo a bagno nell’acqua quasi bollente, difficilmente ci sono idromassaggi e giochi d’acqua; il piano terra non esiste, ma si calcola durettamente dal piano 1.
- il sushi è davvero gustoso, e da dipendenza;
- se vi vedono in difficoltà con una mappa stradale, i giapponesi si fanno in 4 per darvi una mano: poi magari si trovano in difficoltà anche loro (la città è enorme), ma almeno, ci provano!
- l’inglese inizia ad essere una lingua almeno in parte conosciuta (evviva! anche se la pronuncia è ancora molto “sui generis”);
- benedetta l’istituzione del “combini”, la drogheria/mini market di quartiere dove trovare a qualsiasi ora tutti i generi di prima necessità;
- In Giappone noi occidentali sentiamo immancabilmente grossi e goffi: le misure dei sedili, delle auto, dei vestiti, gli spazi nelle stanze d’albergo, sono tutti più piccoli fi quelli cui suamo abituati;
- in Giappone non abbiate paura di morire di sete: l’acqua è generalmente potabile. Comunque ad ogni angolo della strada trovate i distributori automatici di bevande;
- per visitare il Giappone in treno senza svenarsi, essenziale il JR Pass, da acquistare prima di partire (lo spediscono ad un indirizzo di propria fiducia con il corriere).
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