A Tokyo noi andiamo al Miraikan, e tu?

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Ciao a tutti!

Sapete che a Tokyo non ci sono solo manga, anime, pagode e templi, vero? Ma sapete che nel giro di  40 minuti ed un viaggio in metro si passa dalle atmosfere tradizionali di Asakusa ai… viaggi intestellari? E che c’è un luogo (definirlo Museo non è del tutto corretto, più avanti capirete perché) dove la realtà virtuale è molto concreta, quasi inquietante? Perfino la zona di Tokyo in cui si trova è particolare: fino a qualche decennio fa qui c’era solo mare ed invece ora… c’è la futuristica isola artificiale di Odaiba, sede – tra l’altro – della Fuji TV.

Ma insomma, dove ci stai portando, oggi?

Siamo appunto sull’isola di Odaiba, collegata con la terraferma dalla linea di trasporto automatizzato Yurikamome (i treni partono sia da Shimbashi – raggiunta dalle linee metropolitane Ginza e Asakusa) – che da Toyosu, dove ferma la metro Yurakucho) ed il luogo in cui stiamo andando è il Miraikan, il Museo Nazionale delle Scienze Emergenti e dell’Innovazione.

Per arrivarci facilmente, una volta saliti a bordo del treno Yurikamome  – se partite da Shimbashi, occhio al percorso: ad un certo punto le vetture saliranno su una rampa elicoidale con un loop di 270 gradi che le porterà fino al livello del bel ponte Shuto Kōsoku Jūichi-gō Daiba-sen Tōkyō-kō Renraku Kyō  – tranquilli, tutti lo conoscono come Rainbow Bridge,  il Ponte dell’Arcobaleno, perché di notte la struttura, le campate, i tiranti e perfino le corsie di marcia  si illuminano con i colori dell’iride –  dovete scendere alla fermata del Telecom Center e prendere le scale che portano al giardino.

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Le sculture “futuristiche” (c’è anche un piccolo Shuttle in pietra!) vi faranno capire che siete arrivati al Miraikan, che dall’esterno appare come un qualsiasi altro palazzo moderno di  vetro e acciaio. Però… però una volta entrati (non dimenticate di acquistare il biglietto, mi raccomando! Gli adulti pagano 620 yen, mentre i ragazzi fino a 18 anni 210 yen) vi troverete in un ambiente fantastico, dove il benvenuto è dato da un mappamondo sospeso gigante, il Geo Cosmos, una Terra grande e bellissima ricreata con centinaia di brillanti pannelli LED, attorno cui ruota il museo.

Il Miraikan si sviluppa su sette livelli, suddivisi in esposizioni permanenti (incluse nel biglietto), esposizioni temporanee e un grande Planetario (con  biglietto aggiuntivo). I percorsi tematici sono tre: “Tsunagari“, o lo stato della Terra, l’ “Esplorazione delle Frontiere” – lo spazio, il sistema solare, la vita, gli uomini, la scienza, lo sviluppo della medicina – e l’ambiente altamente tecnologico “Crea il tuo futuro“, orientato alla robotica e della domotica.

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Adatto a grandi e bambini, che hanno a disposizione tantissime postazioni su cui poter sperimentare e conoscere la scienza attraverso il gioco, il Miraikan è – più che un Museo – un centro divulgativo della tecnologia giapponese e dei risultati raggiunti dall’alta specializzazione nipponica nel campo delle scienze. Se i settori dedicati alle scienze ambientali sono molto interessanti, straordinario è, a dir poco, il piano dedicato alla robotica.

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Al Miraikan lavorano ed operano scienziati provenienti da tutto il mondo, qui si tengono lezioni e sperimentazioni e gli stessi ricercatori, ad orari stabiliti, si prestano a spiegare ai visitatori i successi ottenuti ed i numerosi progetti in corso. In più, se siete molto curiosi ed avete voglia di saperne di più, in ogni settore ci sono guide volontarie, che parlano anche inglese, disponibili a fornire informazioni dettagliate. Secondo la filosofia del Miraikan, la scienza si conosce attraverso le esperienze e quindi non mancano sale per conferenze, laboratori attrezzati dove si tengono corsi e workshop, biblioteche. Ovviamente tutto ciò che è in esposizione – tranne alcune eccezioni – si può toccare e provare. Impossibile resistere!

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Sebbene non vi sia un percorso prefissato per visitare il Miraikan, la scelta migliore è, una volta fatto il biglietto, prendere l’ascensore (ancor meglio le scale mobili: mentre si sale il panorama sulla baia di Tokyo e la grande ruota panoramica si svela pian piano) ed arrivare subito al 5° livello (al 6° c’è il planetario ed al 7° sale per conferenze):  una volta visitato – siamo nella zona “Explore the Frontiers”, qui si trova anche la ricostruzione della stazione sperimentale orbitante: ho visto pure come  vive, dorme, mangia e… fa pipì Samantha Cristoforetti! – scendere attraverso l’Oval Bridge, la passerella sospesa che gira attorno alla grande Terra sospesa, fino al 3° livello, in assoluto il più strabiliante!

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In pratica, ci si ritrova in mezzo al futuro prossimo che verrà, con riproduzioni di città del domani (mi sono divertita tantissimo a “gesticolare” per impartire istruzioni ad un computer, far mangiare un grissino ad un criceto virtuale, muovere oggetti a distanza, far emergere ologrammi tridimensionali da una sfera,  giocare con la foca robot Paro (altro che pet-therapy!), mentre l’attenzione di Franz è stata completamente catturata dagli androidi e dagli umanoidi. Ad un certo punto, l’ho anche perso!

Va detto che seguire la storia e l’evoluzione dei robot, da quelli antropomorfi ma comunque ancora ben lontani dall’umanizzazione (insomma, sembravano C1-P8 e C3-PO di Guerre Stellari) è affascinante, sebbene la vera sorpresa arrivi con gli androidi. Che rispondono a richiami, a suoni , a domande e che interagiscono tra loro e con gli umani. In alcuni casi, come Komodoroid, l’androide “in guisa di femmina” utilizzata per leggere le previsioni del meteo in tv, sono talmente reali da risultare pure un po’ inquietanti. Al primo impatto, vedendola da lontano, ne’ io ne’ tanto meno Franz (che pure di mestiere fa l’informatico ed un po’ di cibernetica ed affini ne dovrebbe sapere) avevamo capito che si trattava di un androide: i gesti, i movimenti, le espressioni del tutto identici a quelli umani. Anche dopo averla vista, continuo a ripetere a me stessa: incredibile!

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Dal terzo livello si termina al primo, per il progetto “Tsunagari“, parola giapponese che all’incirca significa “connessione”, di cui la grande Gea sospesa è il focus principale e che, tramite la collaborazione tra ricercatori ed artisti internazionale, coinvolge i visitatori e promuove il concetto di sostenibilità ambientale: la sfera ad intervalli prefissati divulga dati scientifici, mostra video che fanno leva sull’immaginazione, si trasforma in contenitore di conoscenza. E per non perdere nemmeno un  dettaglio, ci sono comode poltrone chaise-longue dove sdraiarsi… occhio a non addormentarvi, però, che Tokio vi aspetta per altre sorprese!

Informazioni utili:

Orario di apertura: tutti i giorni ad eccezione del martedì, dalle 10.00 alle 17.00 (il fine settimana orario prorogato fino alle 19.00). Chiusura annuale dal 28 dicembre al 1° gennaio. L’ingresso è gratuito il sabato per tutti i ragazzi di età inferiore ai 18 anni oltre ad altre date specifiche, da verificare direttamente sul sito del Miraikan.

Per visitare il Miraikan a noi sono servite un paio di ore (lo ammetto, lo abbiamo girato un po’ di corsa e senza soffermarci troppo, perché poi volevano andare a fare shopping a Ikebukuru) e nella struttura si trovano  armadietti guardaroba, un fornito Museum Shop, gli immancabili distributori di bevande ed anche una piccola caffetteria (cioè, non è piccola… solo che il Miraikan, soprattutto nelle giornate uggiose e piovigginose, è strapieno di visitatori!).

E’ possibile scattare fotografie, video e fare selfie (quelli con gli androidi sono ambitissimi!) tranne che nel Planetario. Per avere più informazioni (e per preparare la vostra visita) potete anche scaricare la guida in pdf del Miraikan.

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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