GoCambio, imparare una lingua straniera con la rete di ospitalità

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Avete già sentito parlare di couchsurfing, il “surfare tra divani per garantirsi un alloggio a basso costo”? Un  modo di viaggiare – praticato soprattutto all’estero – che permette di contenere i costi appoggiandosi per dormire alla disponibilità di  parenti, amici, amici degli amici, conoscenti dei parenti e perfino sconosciuti raggiunti tramite l’apposito sito di contatto. Un divano, un letto in una camera degli ospiti, perfino un appartamento momentaneamente libero. Nel concetto e nella traduzione di couchsourfing (se vogliamo essere brutali e non nasconderci dietro ad anglicismi possiamo anche definirlo dormire a scrocco) c’entra un po’ tutto questo e molto più, perché nella filosofia del couchsurfing è implicito anche il piacere dell’ospitalità e la voglia di incontrare e conoscere persone che arrivano da tutto il mondo.

Immagino che abbiate anche ben chiaro il significato del motto latino “do ut des“, ovvero ti offro qualcosa affinché anche tu mi ricambi in qualche modo. A metà strada tra il couchsurfing e il molto latino do ut des, da qualche tempo è nato – grazie alla fantasia ed alla fiducia nella sharing economy di Ian O’Sullivan, uno dei fondatori del portale di insegnamento della lingua inglese LoveTeFL.com, il sistema di interconnessione di contatti GoCambio, che mette insieme le esigenze di chi vuole viaggiare e chi vuole apprendere una lingua straniera.

Quante volte abbiamo pensato che fosse ora di riprendere in mano la grammatica di inglese, ritrovare la facilità di conversare in tedesco, provare ad imparare il portoghese o il giapponese o far abituare i nostri figli alle sonorità di una lingua straniera? E quante volte, tariffe e costi di iscrizione alla mano, ci siamo accorti che frequentare una scuola di lingua o u college all’estero è troppo pesante per il nostro budget o siamo troppo “grandi” ed impegnati per stare troppo tempo lontano da casa?

Se avete una stanza libera e siete disposti ad offrire un pasto casalingo, con GoCambio potete ospitare un ospite straniero – che diverrà il vostro tutor –  che si impegna a offrire, a voi ed alla vostra famiglia, due ore di lezione o conversazione quotidiane. Uno scambio alla pari, in fondo: voi migliorate (o imparate da zero) una lingua straniera e l’ospite… ci guadagna un tetto sotto cui dormire ed un pasto sicuro a costo zero! Ma chissà, invece di ospitare, potreste essere voi stessi interessati a visitare in Paese straniero senza spendere troppo ed offrirvi come tutor di italiano: con Go Cambio i ruoli non sono definiti, ciascuno può, di volta in volta, essere Host (quindi ospitare) o GuestTutor (e quindi ospite).

Importante precisazione: GoCambio non ha nulla a che vedere con il portale ufficiale di couchsurfing nè collabora con tale portale. Sono proprio due progetti e realtà diversi!

Immagino che ora arrivino tutte le domande… che poi sono le stesse che mi sono fatta anche io prima di decidere di scrivere questo post (affermo e confermo: NON è un post sponsorizzato, ho deciso di scriverlo perché l’iniziativa mi incuriosisce ed è alquanto nuova) e che ho in parte rivolto a Martina Fava, Italy Country Manager di GoCambio.

La mia prima domanda (ed immagino che sarà anche la vostra) è stata “come faccio a fidarmi di chi ospito?” : la sicurezza di Host e GuestTutor è al primo posto per GoCambio e chiunque, prima di dare l’ok definitivo allo scambio, può cautelarsi controllando tramite il sistema di verifica i riferimenti messi a disposizione, può inoltre prendere contatti preventivi tramite mail, “vedere in faccia” e parlare con il candidato tramite Skype oltre ad analizzare i suoi profili social e seguendoli per qualche tempo (fonte: portale GoCambio).

Ma è tutto davvero gratuito? Devo pagare un’iscrizione, una percentuale, una fee?  Questa domanda l’ho posta a Martina e questa è la sua risposta: “per ora non abbiamo entrate di nessun tipo, in realtà (…) Per il futuro, abbiamo in programma di integrare sul sito un corso TEFL per chi desidera diventare un insegnante di inglese certificato, e quello sarà a pagamento. Ma per ora, è tutto completamente gratuito e non ci sono tasse di iscrizione al sito né per essere messi in contatto tra GuestTutor e Hosts”.

Chi ci guadagna? Devo pagare qualcosa? Il “guadagno ” è sia per i guest che per i tutor: ciascuno ottiene un benefit di reale valore economico (rispettivamente due ore di lezione/conversazione private e modulate in base alle proprie esigenze ed un pernottamento + 1 pasto) ed entrambi avranno la possibilità di partecipare ad uno scambio culturale ed entrare in contatto con persone, usi e abitudini di altri Paesi , oltre ad instaurare una conoscenza che potrà continuare anche terminato il periodo con GoCambio.

Quanti sono, al momento, gli utenti iscritti alla community? Martina Fava ha evidenziato che “A febbraio, quando la piattaforma è stata lanciata, avevamo 500 utenti, e ora ne abbiamo circa 2000” .

Come ci si iscrive? Si accede al modulo di registrazione e si compila con nome/cognome/mail e si sceglie se si vuole essere guest o host (in qualsiasi momento si può cambiare la scelta). In base alla scelta, vi verrà chiesto il livello di lingua conosciuta (o quale idioma vorreste conoscere/migliorare), se volete migliorare anche un’ulteriore lingua (così avete più possibilità), chi sono i destinatari delle due ore di lezione (adulti, bambini, giovani) e per quale uso (scuola, lavoro, ecc.) ed altre domande specifiche sul livello di conoscenza della lingua straniera. Vengono poi richieste le preferenze sul tipo di Tutor: sesso, nazionalità preferita, fumatori/non fumatori, ulteriori competenze che il Tutor dovrebbe avere. Segue la pagina dei vostri dati, con contatti, disponibilità ulteriori (come andare a prendere all’aeroporto il Tutor, o accompagnarlo a conoscere la città) e lo spazio per una frase “motivazionale” che  vi presenti (provato io direttamente).

Facile e nuovo, no?

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

6 Comments

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    Elena Sala Marzo 13, 2017

    Gentile Claudia, è davvero un’idea geniale, una delle tante che la share economy offre.
    Anche a me piacerebbe tanto conoscere i giudizi di chi la ha testata effettivamente e speravo di trovarne qui nel tuo blog, visto che in rete trovo solo un’ottima rassegna stampa, ma di concreto nulla. Ti racconto la mia storia – Mi sono associata tempo fa, perché interessata a vivere come host questa esperienza. Mi sono appassionata ho selezionato una serie di profili di mio interesse, ci ho perso del tempo (perchè spno pur sempre degli estranei che accogliamo in casa…) e li ho contatti personalmente. Ho inoltrato non meno di 20 messaggi. Bene a distanza di un mese non ho ricevuto uno straccio di commento, fosse anche un rifiuto, il vuoto totale! Mi sono presa la briga di scrivere a GoCambio (anche qui ahimè ho dovuto sollecitare la risposta… ero finito nello spam, mah!). Sai quale è stato il commento? Ci dispiace che non stia avendo un’esperienza positiva, se desidera possiamo mettere la sua ricerca di host in evidenza sulla nostra pagina Facebook! Negativo! Ulta-negativo! Non sono un annuncio pubblicitario che elemosina un host in giro per il pianeta. Un guest deve anzitutto riscuotere la fiducia dell’host che gli aprirà le porte di casa, accogliendolo come uno di famiglia. Allora ami sorge spontaneo chiedermi: Non sarà tutto bloccato in attesa di una quota associativa? Una cosa è certa, che la realtà non corrisponde ai fatti. Peccato ha un grosso potenziale. A proposito per caso sei a conoscenza di altre piattaforme che mettono in contatto famiglie/adolescenti per lo scambio culturale/linguistico? Grazie e sei hai news differenti sarei felice di leggerle.

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      Claudia Boccini Marzo 13, 2017

      Grazie Elena, ti ringrazio davvero per il commento, che contribuisce a chiarisce il servizio (anzi, il NON servizio) reso da GoCambio. Il post lo avevo scritto qualche tempo fa perché mi aveva incuriosito la portata innovativa dell’idea, ma non lo avevo provato direttamente.
      Quel che ho visto negli ultimi tempi è che tante start-up legate al mondo del turismo nascono e muoiono nel giro di pochi mesi (per motivi che non ho ben chiari: forse mancanza di capitali, idea superata da competitor, eccessivo entusiasmo non ripagato da successo commerciale? Chissà) e di sicuro l’esperienza negativa che tu hai vissuto e che hai così bene dettagliato – nun ze’ po’ sentì che ti mettono l’avviso sulla pagina FB! – fa pensare che anche questa sia una delle tante buone idee della sharing economy che hanno finito la loro storia. Per quanto riguarda gli scambi culturali: a parte lo storico e collaudato Intercultura (con selezione e borse di studio) oppure il costoso CSIET per studiare un anno negli USA (http://www.csiet.org/).
      Grazie ancora per il tuo commento!
      Claudia

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    Fasanella luigi natale Ottobre 26, 2016

    Come faccio a iscrivermi?

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    Tiziana Aprile 02, 2015

    Wow! Quindi è un vero scambio: io ti insegno la mia lingua, tu mi ospiti! Sembra perfetto anche per chi viaggia con un budget limitato! E poi ho dato un’occhiata al sito, sembra “pulito” e sicuro!
    Bellissima idea, da provare! Ora mi iscrivo!
    Grazie per tutte le interessanti curiosità su questo blog,
    Tiziana

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      Claudia Boccini Aprile 03, 2015

      Ciao Tiziana grazie per il commento! Ho scritto questo post proprio perché volevo condividere una inziativa che – a mio parere – è innovativa! Mi piacerebbe conoscere i giudizi di chi l’ha effettivamente testato… 🙂

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