Sui Colli Piacentini in visita alla cantina Luretta

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Come già vi raccontavo, il territorio della provincia di Piacenza non è solo il luogo deputato alla produzione di fantastici salumi ma è anche terreno di coltivazione di vitigni storici che producono vini eccellenti, facili da amare fin dal primo sorso. Ci sono poi cantine che rappresentano l’eccellenza in termini qualitativi, come la Cantina Luretta nel Comune di Gazzola che abbiamo visitato nell’ultimo giorno dell’itinerario alla scoperta delle eccellenze dei Colli Piacentini. Interessante intanto il luogo dove la cantina si trova: esattamente di fianco al bel Castello di Momeliano, di cui utilizza le cantine per l’affinamento dei suoi vini nelle barriques di rovere di Allier.

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La storia della Cantina Luretta ha qualcosa di epico seppur ambientato in un tempo recente: le vigne furono acquistate nel 1988, erano  terreni incolti e abbandonati e Felice Salamini, diventato vignaiolo per passione dopo esser stato per anni un allevatore di bestiame e collezionista di vini, ebbe un’intuizione lungimirante. Ebbe il coraggio, quando ancora non era una moda, di scegliere metodi di coltivazione biologici e naturali, filosofia tutt’oggi seguita anche dal figlio Lucio. Controcorrente anche la scelta di puntare su vini fermi e affinati anziché sui frizzanti tipici del piacentino.

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Nelle vigne della Cantina Luretta  – gli appezzamenti hanno un’estensione di oltre 50 ettari e sono disolocati su terreni con composizione chimica diversa per differenziare il prodotto –  si usano soltanto rame e zolfo, i “medicinali” chimici ed il concime  sono banditi e volontariamente si promuove una resa bassa per migliorare  la qualità della produzione (in un anno si ricavano circa 230,ooo bottiglie). Tutte queste accortezze hanno consentito ai vini della cantina Luretta di fregiarsi della certificazione biologica AIAB.

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C’è rispetto per la terra e per i vigneti e c’è grande cultura del vino. Le viti della cantina Luretta producono pochi grappoli per pianta perché lasciate da sole ad affrontare condizioni avverse, mancanza di irrigazione,  annate siccitose o fin troppo piovose e la prima vendemmia destinata alla produzione è stata volontariamente fatta solo dopo cinque anni dall’impianto delle vigne. La resa è minima (praticamente di una vigna coltivata con i metodi standard) ma il vino che nasce da questi grappoli è unico in termini di sentori: nel bouquet si ritrovano i profumi dei fiori di primavera, dell’aroma del miele e del grano tostato.

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Ancor meno la famiglia Salamini difetta in capacità di promozione del prodotto e marketing: spesso la Cantina Luretta partecipa ad eventi e a Fiere di settore internazionali (non ultima, la grande accoglienza che i vini della Cantina Luretta hanno avuto in Cina, mercato emergente e con grandi possibilità di sviluppo). Il vino della Cantina Luretta è qualcosa di complesso, fatto di uva, di sole, di capacità unama ed anche di grande cultura. Le stesse etichette che caratterizzano i vini della Cantina Luretta hanno nomi letterari, fantastici e onirici, creati dalla fantasia e dalla capacità di guardare oltre il significato delle parole. Nessun stupore, quindi, se presso la sala di degustazione della Cantina Luretta verrà stappata una bottiglia di Nani e Ballerine, di  Sélin dl Larmari o di Achab (e se siete curiosi dell’origine della denominazione dei vini, potete chiedere alla proprietaria Carla Asti.

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Da Piacenza per arrivare in val Luretta sono pochi chilometri e una puntata alla Cantina Luretta è d’obbligo: intanto per vedere (purtroppo solo dall’esterno) il Castello di Momeliano, antico maniero le cui origini risalgono al X° secolo e curiosamente citato nell’opera teatrale in versi di Giuseppe Giacosa “Una partita a scacchi” e poi per partecipare ad una degustazione guidata della produzione enologica della Cantina stessa. La sala delle degustazioni è accogliente e e confortevole, alle pareti mostre temporanee di pittori contemporanei, in un angolo una fiammante affettatrice Berkel pronta ad entrare in funzione per tagliare i salumi che accompagneranno la degustazione. Se poi vorrete acquistare qualche bottiglia da riportare a casa, sappiatelo: i prezzi sono corretti per un prodotto di nicchia e di qualità elevata.

Il fiore all’occhiello della Cantina (ed è davvero eccellente) è sicuramente Principessa, un brut chiaro dal perlage intenso con struttura elegante e aromatica.

Tra i rossi della Cantina Luretta:

  • L’ Ala di Drago, Gutturnio Superiore Colli Piacentini DOC da uve barbera e bonarda
  • Gutturnio Superiore Colli Piacentini DOC, uve barbera, bonarda
  • Achab, Pinot Nero dei Colli Piacentini  vinidicato in purezza
  • Carabas, Barbera DOC dei Colli Piacentini vinificata in purezza
  • Pantera, da uve barbera, bonarda e cabernet
  • Manvantara, Bonarda DOC ei Colli Piacentini vinificata in purezza
  • Corbeau, da uve Cabernet-Sauvignon (12 mesi in barrique)

I vini bianchi della Cantina Luretta

  • Bocca di Rosa, da Malvasia di Candia aromatica
  • I Nani e le Ballerine, uva sauvigno in purezza coltivata su terreno calcareo
  • Selìn dl’Armari, uva chardonnay
  • Le Rane, da uve di Malvasia di Candia aromatica, vino bianco dolce

Gli spumanti della Cantina Luretta

  • Principessa, Spumante metodo classico brut da uve chardonnay
  • Principessa Pas Dosé (*),  Spumante pas dosè da uve chardonnay e pinot nero
  • On attend les invités, Pinot Nero
  • On attend les invités riserva, Pinot Nero imbottigliato in Magnum (solo 500 bottiglie all’anno)

(*) nel corso della maturazione non viene aggiunto lo sciroppo di dosaggio ma vino e quindi si ottiene uno spumante molto secco, ancor più di uno Brut.

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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