L’ansia del viaggio

Come sempre, mi riduco all’ultimo momento (o quasi). Nonostante ogni volta cerchi di programmare con largo anticipo itinerari, destinazioni e tragitti, ogni volta mi ritrovo a navigare in internet come se non ci fosse un domani, alla ricerca di quel dettaglio, di quel particolare, di quella indicazione che ancora non ho ancora ben chiara. Perchè – potrà sembrare incredibile per una che parla di viaggi ed esperienze legate al viaggio, che sembra tanto sicura di se’ stessa e sembra districarsi con una certa scioltezza tra aerei, treni, alberghi, coincidenze e prenotazioni – prima di un viaggio qualsiasi, anche Roma-Buonconvento, per dire, e ancor più se devo prendere l’aereo o spostarmi dall’altra parte del Mondo,  io ho sempre l’ansia a mille (no facciamo a duemila che forse è meglio) e il mio sonno è inquieto: mi assale l’ansia del viaggio. E non riesco a contenerla come vorrei.

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immagini Google Maps

Sarà forse una  sorta di paura atavica di lasciare il nido, di staccarmi da quanto conosciuto e sicuro per sfidare il non conosciuto? Per avere una risposta, bisognerebbe chiedere a chi è esperto di psicologia del viaggio (io posso solo provare ad interpretare le mie diverse sensazioni di ansia del viaggio, ma in modo totalmente empirico). Perché è inutile girarci attorno:  il viaggio è sempre uno spostamento del baricentro dal noto all’ignoto, è uno scossone che colpisce la routine e per quanto sia una sensazione esaltante (viaggiare E’ esaltante, ci si sfida, ci si mette in discussione, si rafforzano sicurezze e si combattono dubbi esistenziali, se ne esce arricchiti e fortificati) è di notte – quando la mente perde il controllo e la razionalità – che vuoi o non vuoi, qualche piccola ansia arriva.

Il viaggio è una prova ed io l’affronto volentieri, mai con leggerezza e sebbene possa sembrare svagata o distratta, ho il bisogno fisico di avere tutto – ma proprio tutto – sotto controllo proprio per evitare di essere fagocitata dall’ansia del viaggio. Sta succedendo anche questa volta, mentre definisco i dettagli dell’itinerario per Stoccolma: credevo di aver ben chiara la dislocazione delle diverse zone (ok, l’hotel è il Biz Apartment Gärdet, nella zona di Gärdet appunto, poco distante dal  molo dove attraccano i traghetti che vanno in Finlandia, Lettonia, Russia. E vicino al Magazin III, un centro d’arte che è nei piani visitare) ma ci arriverò di sera e non sarà facile orizzontarmi in una città che non conosco per nulla e, per dirla tutta, un po’ mi spaventano i nomi svedesi delle vie e delle fermate degli autobus: se mi ci metto di impegno – e con una grande, ma proprio grande, dose di fantasia – qualche cosa riesco a intuirla grazie alla lontana somiglianza di alcune parole con l’inglese ed il tedesco ed all’abitudine che ho fin da bambina di giocare con le radici comuni delle diverse parole europee. Ma talvolta la fantasia non basta.

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Immagini Google Maps

Ho preso orari di bus, metro e tram per raggiungere l’hotel dall’aeroporto, ho scaricato mappe ed App sull’Ipad, ho guide cartacee e appunti presi come se dovessi pianificare un tour di 100 persone, ma ancora non sono soddisfatta. Mi manca qualcosa di essenziale per rintuzzare l’ansia: simulare il percorso tramite Google Map e farmi accompagnare dall’ “omino giallo” a fare una bella passeggiata lungo le vie che portano all’hotel, per vederne l’aspetto esterno, in modo da trovarlo con più facilità una volta scesa dal bus.

 Ma solo a me viene l’ansia del viaggio?

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

4 Comments

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    amisaba Luglio 28, 2015

    Claudia, ma una macchina con conducente prenotato in anticipo, magari tramite l’albergo, che vi porti dall’aeroporto all’albergo visto che arrivate di notte? Avrai poi gli altri giorni per muoverti con i mezzi pubblici.

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  2. Avatar
    Alessandra Luglio 28, 2015

    Questa sì, che è una sorpresa!
    Ogni volta che parto – anche solo per raggiungere Milano in treno (50′) – sono in preda all’ansia: controllo e ricontrollo di avere tutto, documenti, soldi, biglietti, borse, appendici varie…
    Un po’ come controllo e ricontrollo di aver chiuso le finestre, la porta, il cancello – col Baldo che mi osserva perplesso.
    Per gli oggetti da portar via mi salvano le liste, per i documenti di viaggio devo affidarmi a me stessa, che ho la memoria a buchi! Per questo controllo e ricontrollo

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