Un viaggio a Vienna: tradizione e innovazione
Dieci anni nella vita di un uomo e di una donna, sono tanti. Ancor più lo sono nella vita di una città: non me ne rendevo conto finché l’ultimo fine settimana di giugno non sono tornata, con tanta emozione, a Vienna. Sono legata a questa città per tanti motivi – tutti belli! – e più che una vacanza il mio è stato un ritrovarsi gioioso con quella che è stata la meta del mio primo viaggio “da grande”, seguito da tanti altri negli anni seguenti.
A Vienna ho rivissuto il mio incerto sillabare parole tedesche, studiate con passione e una buona dose di curiosità – soggetto/pronome + verbo + complemento + II^ parte del verbo se separabile, mi raccomando, il verbo principale va sempre al 2° posto! – ed ho rivisto con affetto vie e piazze amiche, ho percorso di nuovo le strade acciottolate, ho aperto con trepidazione porte austere per ammirarne i cortili segreti, ho lasciato la mente libera di creare ghirigori fluidi fatti di libri, di racconti, di immagini, di dipinti, di palazzi.
Vienna è una città di palazzi eleganti, lo sono perfino in periferia o quando i segni del tempo sembrano aver avuto la meglio sulla loro dignità. I palazzi imperiali e le chiese della città degli Asburgo rifulgono spesso di fregi dorati, mentre fiori e volute sinuose tratteggiano i luoghi che hanno visto lo Jugendstil (quello che altrove diventa Art Noveau o stile Liberty) diventare corrente artistica nella tipica accezione sviluppata dal movimento della Secessione, di cui l’omonimo Palazzo della Secessione all’angolo con Linke Wienziele è l’esempio più fulgido.
Ho detto “sono tornata”, ma non è corretto: noi siamo tornati. Perché è stato un ritorno a Vienna anche per Francesco, legato alla città del valzer e della Sacher Torte dal ricordo indimenticabile di un affascinante, divertente ma freddissimo Capodanno trascorso a vagare tra i profumi di cannella dei chioschi dei Christkindlmarkt, i mercatini di Natale, inseguendo le luci sfavillanti che trasformavano il Ring in un anello magico e contando sul sostegno di numerosi Punsch (che in Toscana chiameremmo ponce) e Glühwein (vin brulè) più o meno alcolici nella vana speranza di scaldarsi ed allontanare il ghiaccio che era diventato il padrone incontrastato di ogni angolo della città.
Nonostante in questo post abbia inserto alcune foto che ritraggono scorci della Vienna imperiale, immagini scattate nel corso del primo pomeriggio in città quando – per rispettare una tradizione che mi ha accompagnato in tutti i viaggi nella Capitale austriaca – siamo andati a salutare la Pummerin, la guglia del Duomo di Santo Stefano che svetta alta nel cielo – per questa volta non abbiamo messo in programma nessun itinerario sulle tracce della Vienna Classica, già conosciuta e tanto amata. Tuttavia la presenza sobria della Vienna imperiale, fatta di palazzi dai colori chiari, adornati da volute barocche e sovrastati da tetti verdi di rame, di giardini e di viali, si incontra in ogni angolo del centro, anche senza volerlo. Ed ogni volta è – di nuovo e ancora – amore infinito per questa città.
Ma è bene che sia così, che la storia della città resti il sottofondo inatteso di una felice scoperta o riscoperta. Che ci sia senza essere troppo ingombrante, perché Vienna è oggi una Capitale affamata di futuro, una smart city esemplare dove la tecnologia c’è ma non è mai sfacciata o invadente, in cui il wi-fi gratuito, l’interconnessione, la comunicazione, l’uso rispettoso delle risorse naturali hanno smesso di essere ipotesi di progetto per trasformarsi in evoluzione delle abitudini quotidiane ed il rispetto della biodiversità – e della diversità – sono parte della cultura collettiva. Gli spazi verdi non si limitano a qualche parco o giardino (e in ogni caso, a Vienna ci sono ben 850 parchi!) ma ben il 50% dell’area cittadina è costituita da spazi verdi. Lo stesso parco del Prater, vero polmone verde della città (no, vi assicuro, non c’è solo la ruota panoramica : ) ) è esteso per oltre 6 milioni di metri quadrati. Ed è una città dove la cultura non è fatta solo di parole, ma di fatti. Non ci credete? Vi bastano 100 musei, 120 gallerie d’arte contemporanea, 20 università tra pubbliche e private?
E’ bello passeggiare nel centro di Vienna, ammirare le vetrine eleganti in Kärtner Strasse, perdersi nelle viuzze su cui si aprono palazzi nobili dalle linee eleganti ed austere. Altrettanto piacevole osservare come, fin nei più piccoli dettagli, Vienna sia cambiata, evoluta, migliorata. Ma è possibile migliorare ancora una città che da tempo è al top delle classifiche per qualità della vita e dei servizi e che già nel 2013 aveva il terzo posto nell’indice delle Smart Cities curato dal climatologo Boyd Cohen? Ora che l’ho vista dopo dieci anni, posso dire senza ombra di dubbio che si, è possibile!
Se si osserva con attenzione la mappa geografica di Vienna, si vede che l’urbanistica si svolge attorno a tre cerchi concentrici, più o meno regolari: il primo è la Ringstrasse, l’insieme di viali che circondano il centro storico – e quest’anno, che ricorre il 150° anno della loro costruzione, sono palcoscenico di appuntamenti ed eventi – seguiti da un secondo anello esterno che corrisponde all’incirca alla Landesgerichtsstrasse, e da un terzo asse viario, assai più esterno, che raccorda i quartieri periferici della città. Nel mezzo, un sistema di trasporti urbani efficientissimo, fatto di tram, autobus, 5 linee di metropolitane e treni leggeri e di 937 chilometri di trasporti pubblici, interconnessi in modo da creare un network efficiente. Ecco una tra le tante cose che ho trovato ancora migliore rispetto a dieci anni fa: il servizio di trasporto urbano, già efficiente e capillare, è ora stato ottimizzato abbattendo le distanze. Non importa se si utilizza la metro o il tram, quello che è certo è che sono puntuali e veloci.
Vienna è in fermento, e non si ferma: stazioni ferroviarie rinnovate – la Wien Hauptbahnhof è un capolavoro di architettura ferroviaria e la Westbahnof lascia letteralmente con il fiato sospeso, protesa com’è nel vuoto – vie pedonalizzate, musei di arte contemporanea e di avanguardia, grattacieli altissimi messi a vedetta del Danubio, vecchi depositi di gas trasformati in edifici di abitazione e centri commerciali, una nuova città fatta di uffici, alberghi, centri commerciali ma anche abitazioni che stanno sorgendo sulle sponde dell’Alte Donau.
Se volete qualche notizia pratica su Vienna e su cosa visitare, vi rimando al mio post dettagliato con tante informazioni utili e aggiornate. Vi invito invece a seguirmi nei prossimi post per scoprire cosa si può fare a Vienna (e nei suoi dintorni) senza disturbare – per una volta – Sissi e Franz Joseph d’Asburgo ed il loro mondo incantato fatto di Castelli e Palazzi.
2 Comments
Ciao, amo tantissimo Vienna. Ci ho vissuto per un mese e poi sono tornata due volte ancora. Il mio compagno è viennese al 50% quindi è anche una questione di cuore oltre che di Bellezza 😀
Mi ha fatto piacere leggere questo articolo e guardare le foto 🙂
Grazie mille! Io per amor di Vienna (e dei viennesi 😛 ) mi son pure messa a studiare tedesco!