Fare la pipì in viaggio: come, dove e perché!

Sembra niente, un problema da nulla, ma fare la pipì in viaggio non sempre è così semplice come uno immagina (vado in un bar oppure cerco un bagno pubblico e, plin plin, fatto!) anche perché Paese che vai, toilette che trovi e un minimo di informazione nonché di ingegno e di fantasia sono parecchio utili. Intanto, a parer mio, il grado di civiltà di un popolo si misura – anche – dall’attenzione e dalla pulizia dei bagni pubblici. Che non sempre si trovano, purtroppo.

All’estero sono fondamentali per risolvere improvvise necessità i bagni automatici autopulenti: ne ho trovati a Londra e Parigi, a volte gratuiti o a costi minimi. In pratica sono delle grandi cabine con water e piccolo lavabo che si chiudono automaticamente una volta che si è entrati e che, una volta fuori, vengono completamente lavati con potenti getti d’acqua (questo almeno in teoria, in pratica non sempre è così). Altra possibilità – ma non sempre l’igiene e la pulizia sono garantite – è utilizzare i bagni dei bar, dei distributori di benzina o quelli delle stazioni ferroviarie; tuttavia una soluzione all’impellente bisogno di fare pipì in Europa (e nei Paesi occidentali in genere) se si è in città sono i MacDonald (ed i fast food in genere, ma anche gli Starbucks) ed i centri commerciali.

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Se da MacDonald i bagni ci sono sempre, è pur vero che quasi dappertutto per utilizzarli serve avere il codice di accesso che si ottiene consumando qualcosa (viene rilasciato con lo scontrino e deve essere digitato su una tastierina messa sulla porta della toilette – in caso di gran bisogno potete provare a fare gli indifferenti ed aspettare che qualcuno esca dal bagno per entrare velocemente – nei centri commerciali le toilette sono sempre gratuite e in genere pulite, anche se mettete in conto un po’ di fila, soprattutto se siete femminucce (siamo parecchio pisciaiole, noi…), perché questo è un “trucco-non trucco” e sono in tanti a saperlo! Altra ancora di salvezza per pipinomani convinte è utilizzare i bagni dei Musei, soprattutto se questi hanno l’ingresso gratuito e quindi potete entrare a piacimento: in ciò, Londra è all’avanguardia, la maggior parte dei musei sono ad ingresso gratuito (in realtà chiederebbero una donazione) ed hanno bagni molto puliti. A Bangkok, bagni puliti  e all’occidentale li ho invece trovati al Centro d’arte e cultura (BACC),che ha ugualmente ingresso gratuito.

Senza arrivare agli estremi del Giappone, dove ci sono bagni pubblici anche nelle stazioni delle metropolitana – e li ho trovati puliti, lindi e pinti, in assoluto il top, tanto da battere perfino i bagni di una clinica privata gestita da religiose, che notoriamente sono maniache della pulizia –  nei centri commerciali giapponesi  oltre al water “all’orientale” (una sorta di “turca” ma dalle forme oblunghe, la vedete nel collage di foto) le toilette assai spesso sono accessoriate con i mitici wc Toto, proprio quelli che “puliscono-lavano-asciugano” in un colpo solo (ne parlo meglio nel post super dettagliato che ho scritto un po’ di tempo fa su Trippando, con foto e istruzioni incluse!)  in generale in Europa i bagni pubblici sono sempre meglio tenuti che qui in Italia.

Bagni giapponesi

Ne ho la prima riprova non appena scendo dall’aereo quando, per scaricare la tensione del volo (ehm!) mi precipito nel primo bagno dell’aeroporto di turno: in genere sono tutti in ottime condizioni: a Monaco di Baviera, Francoforte e a Berlino sono puliti e quasi profumati, a Stoccolma e Copenaghen bianchi immacolati, a Vienna moderni ed efficienti o vintage e funzionali, a Londra dipende ma in genere in ottimo stato, a Parigi qualche cartaccia in terra è l’unica traccia di passaggi precedenti (per fortuna lo scalo romano di Fiumicino sta ristrutturando tutte le sue toilette, perché fino a qualche tempo fa… brrr, orrore, i bagni erano un pessimo biglietto da visita!).

A parte premunirsi di pannoloni contenitivi o limitare all’estremo l’ingestione di liquidi per ridurre i passaggi in toilette, una soluzione estrema per fare la pipì in viaggio – ma proprio proprio estrema, da utilizzare se state per scoppiare e siete in un luogo isolato, in aperta campagna o in mezzo ai boschi e dopo aver verificato non ci sia proprio nessuno che passa e se siete in auto incastrandovi tra lo sportello anteriore e posteriore aperti della macchina –  è di utilizzare il vecchio metodo del plein-air: ci si infratta e via. In questo caso, evitate di aggiungere danno a danno: fate in modo di non lasciare fioriture di fazzolettini di carta nel luogo scelto come toilette temporanea (portatevi dietro un sacchettino di plastica ed al primo cestino gettate tutto).

Esistono poi una serie di marchingegni, più o meno discreti, che permettono di fare la pipì in situazioni di emergenza,  sia per uomini che donne (assomigliano ad imbuti con o senza contenitore,  io non li ho mai utilizzati ma se c’è qualcuno che l’ha fatto, mi piacerebbe ascoltarne il giudizio).

Un altro piccolo inconveniente che dobbiamo sopportare quando si è in viaggio all’estero e si sta tutto il giorno in giro per visitare e scoprire luoghi nuovi, è rientrare in hotel/pensione/ostello e… non trovare il bidet! Questo sanitario è diffuso infatti solo in una minima parte del Globo e nel continente nord-americano o nella maggior parte dei Paesi europei lo troverete con grandissima difficoltà o proprio per niente (che se poi c’è una doccia efficiente con il doccino, il problema non c’è ma se, come è successo a noi nel viaggio ad Amsterdam dove eravamo in un bellissimo hotel di design, il bagno ha solo un megagalattico soffione a pioggia a soffitto, le docce si sprecano!). Secondo Wikipedia, il bidet è infatti diffuso, oltre che in Italia, in Grecia, Spagna, Portogallo, Francia, in America Latina ed in alcuni Paesi del Medio Oriente. In Giappone supplisce il Toto (vedi sopra) mentre in Thailandia è sostituito da un doccino fissato accanto al water.

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Ma quali sono le toilette più strane, belle, oppure buffe, che ho incontrato nei miei viaggi?

  • in Thailandia, nel Parco Nazionale Doi Suthep le toilette delle Cascate Mae Sa hanno un sistema di scarico totalmente ecologico: un grande barile d’acqua ed un grosso mestolo, ma da usare con parsimonia!
  • sempre in Thailandia, la suddivisione dei bagni per uomini, donne e monaci;
  • sull’isola di Grinda, nell’arcipelago di Stoccolma, la carta igienica deve essere gettata in un apposito contenitore e non ne water;
  • in una baita alpina non distante dal Lago di Braies, la toilette era in un cubicolo costruito sul prato, poco distante dalla letamaia: un piccolo tronco di legno appeso alla porta avvertiva che era occupata;
  • fantastiche le toilette in Francia nelle piazzole di sosta dell’autostrada che porta in Provenza: vere e proprie strutture polivalenti, con bagni, docce e anche spazio per fare picnic;
  • in Canada, sulla strada che porta a Percé (sulla penisola delle Gaspesie), deliziose le toilette inserite dentro La Piouke, una casetta sul mare;
  • i bagni al secondo piano di Harrods, a Londra: ci trovate, in libero uso, flaconi di profumo e di creme
  • i bagni al primo piano della Tour Eiffel: decisamente una pipì insolita!
  • la toilette “fallica” della fraschetta “Er Burino” di Ariccia;
  • la toilette del ristorante Pied de Cochon a Parigi, in stile liberty;

Quali sono i vostri bagni più strani o più buffi che conoscete? E come ve la cavate per fare la pipì in viaggio quando non ci sono bagni pubblici?

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

  1. Avatar
    Claudia Landoni Gennaio 07, 2016

    articolo utilissimo e direi divertente 🙂 Ho cose da dire in proposito, ma mi viene meglio risponderti su facebook

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