Come dormire a casa di architetti famosi a Rotterdam

SimoneRotsPhoto MaartenLaupman

photo credit: http://www.wakeupinit.com/

Avete sempre sognato di dormire in un hotel alternativo? Vi piace da matti seguire i trend culturali ed artistici? Seguite con passione i progetti dei maggiori architetti internazionali? Ecco ancora una novità che arriva dalla terra dei tulipani, per la precisione da Rotterdam: con l’iniziativa Wake up in architecture, lanciata in concomitanza della Biennale di Architettura (International Architecture Biennale Rotterdam  – IABR 2016, si terrà dal 23 aprile al 10 di luglio al Fenixloods, nel quartiere di Katendrecht) sarà possibile dormire a casa di architetti famosi, che metteranno a  disposizione camere nelle proprie case oppure nei loro studi di architettura. Quindi non consuete stanze di hotel, ma luoghi vissuti in cui gli architetti elaborano progetti o abitualmente vivono.

Wibbine Kien, Jeroen Hoorn, Rogier Kien. Slaakhuys, Rotterdam

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Il progetto nasce su iniziativa di Hotel Rotterdam, Wake up in it, che ha come mission il compito di collegare gli eventi cittadini ad esperienze dirette con gli artisti o con i protagonisti che partecipano agli eventi stessi. Oltre al Wake up in architecture, Hotel Rotterdam organizza altri eventi simili, in cui c’è la possibilità di dormire nelle case di artisti, musicisti, pittori, ecc.

In fondo, il format funziona e basta cambiare il nome, come nel caso dell’Hotel Rotterdam Wake up in Jazz (in questo caso, gli ospiti che mettono a disposizione stanze nelle loro case sono musicisti), e così via per Wake Up in Art, Wake Up in Cultuur, Wake Up in Poetry (e quindi alloggi legati ad esponenti dell’arte, della cultura, della poesia).

L’obiettivo di Wibbine Kien e Judith van den Berg, le ideatrici di Wake up in it, è creare situazioni uniche ed irripetibili, dando vita ad esperienze esclusive, in cui il visitatore potrà vivere a stretto contatto con gli artisti ed il loro stile di vita. Le due ragazze, che si possono contattare on-line oppure trovare, con il loro cubo-reception-punto informativo che ricorda un hotel in miniatura, nei principali eventi d’arte che si svolgono a Rotterdam (ma non solo, il format è esportabile anche altrove).

W.Kien&J.vandenBerg

photo credit: http://www.wakeupinit.com/

Per dormire a casa di architetti famosi, è necessario prenotare le stanze on line e l’idea alla base  del concept è di non limitarsi a promuovere un pernottamento in una location insolita, ma andare oltre: al momento della prenotazione, infatti, oltre ai classici dati personali attraverso un sistema di  domande e questionari verrà infatti individuato il vostro profilo che sarà associato (il cosiddetto match) all’architetto che vi è più affine, in modo da creare una esperienza unica ed uno scambio bidirezionale. E, solo a quel punto, potrete conoscere l’indirizzo del vostro alloggio a Rotterdam. In ogni caso, partecipano al progetto architetti selezionati non solo per la loro notorietà, ma anche per la disponibilità ad interfacciarsi con ospiti.

Tra i 25 architetti ed artisti che hanno dato la loro disponibilità all’iniziativa  spiccano i nomi di Fancine Houben e Robert Winkel, la prima fondatrice di Mecanoo, studio con decine di progetti internazionali all’attivo ed il secondo fondatore dello Studi MEI, focalizzato nella trasformazione di edifici industriali e nello sviluppo di progetti innovativi, come lo Schiecentrale 4B a Rotterdam.

M.VerheijenPhotoJ.vandeVen2

photo credit: http://www.wakeupinit.com/

L’esperienza è davvero insolita e innovativa, ed i costi per il pernottamento sono nella media di un buon hotel: tasse incluse, una camera singola costa 90€ mentre una stanza doppia 140€. Il pagamento deve essere fatto in anticipo, ogni stanza è ovviamente diversa dall’altra ed i posti sono limitati.

Ma c’è di più: oltre alla colazione, inclusa nel prezzo della stanza, è previsto un incontro con l’architetto ospitante. Una bella opportunità per chi apprezza ed ammira il nuovo corso architettonico dei Paesi Bassi!

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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