La medina di Hammamet

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Nel recente viaggio  in Tunisia, organizzato dall’Ente del Turismo tunisino e da Tunisair, una delle mete visitate che a noi è piaciuta di più sia per i colori che per l’intrigo dei vicoli che fanno immaginare storie da mille e una notte, è stata Hammamet e la sua Medina.

Case bianche, porte e finestre blu cobalto, un labirinto di  vicoli stretti stretti dove arriva forte l’odore del mare e dove perdersi è piacevole (anche perché non è grandissima e difficilmente si smarrisce il senso dell’orientamento 🙂 ), e come in tutte le Medine (il nome arabo significa “città”), ci sono venditori di oggetti caratteristici, stoffe e spezie, piccoli bar dove fumare il narghilè ma anche interessanti ateliér e gallerie d’arte.

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Abituati a decenni di turisti italiani che hanno fatto di Hammamet meta privilegiata delle loro vacanze estive (complice il clima gradevole, il costo della vita basso, la calorosa ospitalità tunisina), i venditori del Souk parlano un italiano spigliato, sebbene tra le righe si capisca che il commercio non vada più così bene come una volta e che la presenza di turisti italiani sia calata negli ultimi tempi. Eppure, da quanto abbiamo visto, Hammamet è sostanzialmente una città sicura e controllata. C’è clima sereno, i bimbi giocano e sul lungomare i bar sono pieni di famiglie che sorseggiano bevande alla frutta o mangiano gelati, mentre ai tavoli accanto gruppi di giovani ragazze chiacchierano allegre e… scattano selfie!

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Entrando dalla porta di fianco alla Kasbah, si può percorrere tutta la Medina fino a trovarsi, di nuovo, davanti al mare, in una piazzetta-anfiteatro con palme e panchine. È’ un luogo di pace, e non a caso. Poco distante da qui, città dei morti accanto alla città dei vivi, c’è l’ingresso al cimitero di Hammamet, con decine di migliaia di tombe che guardano il mare.

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Il centro storico di Hammamet è bellissimo: domina la Kasbah, il forte militare costruito per proteggere la città dalle invasioni, un edificio che si ritrova spesso nelle città tunisine. Salendo sui bastioni della Kasbah di Hammamet la vista e’ spettacolare mentre il mare Mediterraneo e l’orizzonte paiono infiniti, un panorama che vale tutti i pochi euro  (2, se non sbaglio) necessari per entrare nel Forte.  Curioso il contrasto di colori: il Forte è un monolite di un compatto color ocra (e se non ci fossero le auto moderne parcheggiate appena fuori, l’illusione di trovarsi sul set cinematografico di Lawrence d’Arabia sarebbe completa) mentre la Medina è un lieve velo fatto di calce e mattoni bianchi, punteggiato di azzurro luminoso.

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Lungo i vicoli della Medina di Hammamet si aprono le caratteristiche porte azzurre, spesso decorate da chiodi che creano volute e disegni geometrici, mentre di tanto in tanto sulle pareti appaiono disegni di pesci dipinti in colori vivaci. Hammamet, prima ancora di città turistica è porto di mare e di pescatori e pare che i pesci dipinti portino fortuna o, comunque, buona pesca!

Ben poche le finestre che affacciano sugli stretti, angusti vicoli della Medina e, quando ci sono, sono protette da grate metalliche e volute di ferro battuto. La Medina di Hammamet e’ come una bella donna dagli occhi intensi e   misteriosi, la cui sagoma ci appare sfuggente e improvvisa nel riquadro di un portone.

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La Medina è affascinante, silenziosa e struggente, più si entra al suo interno (vi ricordo che è difficile perdersi) più i rumori del traffico di Hammamet scompaiono lasciando spazio al suono delle onde che si rifrangono sulla riva sassosa, appena dietro le mura delle case. Accanto alla battigia passa un sentiero che costeggia le case della Medina e le mura della Kasbah fino a tornare nella piazzetta che affaccia sul mare, dove c’è un gruppo di statue azzurre, forse sirene. Se vi è possibile percorretelo al tramonto, il cuore si riempirà di un amore profondo per Hammamet e per la Tunisia e vi verrà voglia di restare per sempre qui (o, comunque, di tornarci il prima possibile!).

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Hammamet, che dista dalla capitale Tunisi solo 70 km., è una città costiera che affaccia sul golfo di Cap Bon ed è da sempre votata al turismo internazionale, con un’ampia offerta di hotel sia nel centro della città, dove però mi sono sembrati un po’ datati, sia nella vicina località di Jasmine Hammamet, dove le strutture sono decisamente più nuove e moderne. Tanti i bar e i locali dove è piacevole trascorrere momenti di relax.

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Sito Archeologico di Pupput – Hammamet

A poca distanza dalla Medina di Hammamet tanto da fare/vedere: da non perdere il sito archeologico romano di Pupput, con resti musivi e colonne, uno degli insediamenti  nati a seguit della colonizzazione romana del  Nord Africa, il cui nome latino completo era Colonia Aurelia Commode Pia Felix Augusta Pupput. L’insediamento è scampato quasi miracolosamente alla speculazione edilizia e alla costruzione dell’ennesimo grande hotel della costa.

Sempre nei dintorni di Hammamet e’ possibile dedicarsi ad attività  sportive esclusive (a Jasmine Hammamet c’è un moderno porto turistico e a breve distanza dalla città ci sono due Golf Club apprezzati dai golfisti internazionali, il Golf Jasmine Valley (18 buche, per gli esperti, ha paar  17) ed il Golf Club Citrus (con due circuiti da 18 buche, La Forêt e Les Olivier, entrambi con paar 72). In particolare, al Golf Club Citrus, abbiamo partecipato ad un lunch buffet con piatti della tradizione tunisina, circondati dal verde e dalle palme, in un’atmosfera che definire incantevole non è abbastanza.

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Citrus Golf Club

Ancora, a pochi chilometri c’è Nabeul, la capitale dell’artigianato tunisino, tradizione portata avanti di padre in figlio e promossa dal locale Centro Arti e Mestieri. Qui si possono acquistare oggetti belli e realmente artigianali, in particolare vetri e bottiglie decorate, gioielli di metallo sbalzato, stoffe icamate, essenze e infusi di fiori, oltre a belle ceramiche dai colori vivaci (io ho preso una Tajine, la tipica pentola conica per cuocere la carne e le verdure).

Per ulteriori informazioni:

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

1 Comment

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    Claudia Landoni Aprile 27, 2016

    ci sono stata trent’anni fa e mi era piaciuta tantissimo! …sarebbe davvero ora di tornarci 🙂

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