Itinerario e informazioni utili per un viaggio in Scozia

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Un super post con tutte le informazioni utili per un viaggio in Scozia! Ancora non ci credo: finalmente sono riuscita a realizzare uno dei miei sogni da bambina (ed una delle mie “cento cose da fare prima di morire“) e ne sono felicissima! L’itinerario di viaggio in Scozia, come scrivevo nel post di presentazione, è stato davvero ricco di di scoperte, di incontri ed anche di momenti sereni, in un’ambiente naturale ancora incontaminato e dove le persone che vi abitano, pur sembrando apparentemente burbere, sono di grande disponibilità e gentilezza squisita. Un po’ come ho già fatto per il post sul viaggio in Thailandia, provo a ricapitolare le informazioni utili per un viaggio in Scozia soffermandomi sull’itinerario, raccontando cosa abbiamo visitato, segnalando le tappe più significative e, per quanto possibile, accennando ai costi sostenuti in modo da offrire una traccia a chi, come noi, ha voglia di terre scozzesi per le sue vacanze! Anche in questo caso, il viaggio lo abbiamo organizzato in autonomia, utilizzando internet sia per fare ricerche che per prenotare. E, va detto, è stato un viaggio totalmente auto-finanziato a forza di risparmi (come raccontavo nel post Risparmiare per viaggiare).

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RIEPILOGO GENERALE:

  • Periodo: dal 29 giugno 2016 al 10 luglio 2016;
  • Volo aereo: Roma – Londra – Roma con British Airways, prenotato direttamente sul sito ufficiale della compagnia con 6 mesi di anticipo. A favore: atterra ad Heathrow (quindi ben collegato con il centro di Londra) e permette una franchigia bagaglio di 23 kg. Inoltre, è compreso uno snack ed una bevanda.
  • Trasferimento Londra – Edimburgo e Glasgow – Londra: in treno utilizzando la compagnia Virgin Train.
  • Trasferimenti in Scozia: auto a noleggio, prenotata sul sito della Hertz con lo sconto Telepass (sì, quando di tratta di risparmiare le troviamo tutte!).
  • Pernottamenti: per Edimburgo e Glasgow ho scelto strutture alberghiere della catena alberghiera IHG (Holiday Inn Express *** ad Edimburgo, Indigo Hotel **** a Glasgow), mentre per i pernottamenti durante il tour tra le Highlands ho prenotato tramite Booking sia piccoli hotel che Guest House. Solo in un caso non sono stata del tutto soddisfatta, ma vi spiego il motivo nel post dedicato agli alloggi in Scozia, che ho intenzione di scrivere a breve).
  • Pasti: abbiamo sempre fatto abbondanti colazioni in hotel – speso proprio la colazione scozzese, con di tutto di più, incluso l’haggis! – mentre per pranzo e cena abbiamo scelto quasi sempre pub locali, possibilmente storici. Ci siamo trovati molto bene senza spendere troppo anche se – a dirla tutta – dieci giorni di cucina scozzese “pura” rischiano di stroncare anche il fegato più resistente!
  • Parcheggio a Roma: come sempre da oramai un po’ di anni, abbiamo lasciato la nostra auto al parcheggio ParkingGo di Fiumicino, che ha un servizio efficiente e curato.
  • Approfondimenti, informazioni e guide di viaggio: come guide e manuali di viaggio ho acquistato su Amazon la corposa guida Scozia di Lonely Planet (€22,53) e anche il più agevole manuale Scozia di National Geographic Traveller (€11,96), oltre al numero monografico sulla Scozia di Meridiani (€5,27) di agevole lettura e con informazioni non rinvenibili sulle classiche guide. Inoltre, direttamente ad Edimburgo, ho acquistato da Lidl (!) un atlante stradale della Scozia aggiornato.Si sono rivelati utilissimi anche il sito di Visit Scotland ed i blog dei miei colleghi blogger dell’Associazione italiana Travel Blogger, in particolare quello di Claudia (Viaggi Verde Acido) e Stefano (Check-in), che sono stati in Scozia prima di me.
  • Temperature: dagli 8° di Inveraray ai 21° di Glasgow
  • Connessioni internet: all’aeroporto di Heathrow, nelle stazioni ferroviarie e perfino negli autobus di Edimburgo il wi-fi è libero e gratuito, vi viene richiesta solo una registrazione di base. Pressoché tutti i ristoranti ed i pub hanno wi-fi a disposizione dei clienti. Gli hotel più moderni garantiscono un collegamento veloce e diffuso, mentre negli hotel più tradizionali o nelle guest house non sempre è assicurato nelle stanze, più che altro perché il segnale arriva molto debole. Nel caso specifico dell’hotel Alexandra di Fort Williams, era possibile avere il wi-fi in stanza solo a pagamento, in cambio di 5£.
  • Come vestirsi: a “cipolla”, con pantaloni lunghi, maglietta a mezze maniche, felpa o pile leggero (se possibile con cappuccio, contro vento ed eventuale pioggia), un giubbino impermeabile leggero anche pieghevole, scarpe comode da trekking o da ginnastica ma con suola non liscia,  un ombrello (ma se c’è vento ci fate davvero poco), una sciarpina leggera, occhiali da sole. Non dimenticate una crema solare (se c’è il sole scotta) e uno spray repellente contro i temibili moschini “midges”, che però noi non abbiamo avuto – per fortuna! – il piacere di conoscere. Trovate con difficoltà lavanderie a gettone per rinfrescare i vestiti, quindi calcolate bene  i capi di abbigliamento da portare con voi.
  • Costi: riepilogo nella scheda i costi principali che abbiamo sostenuto. A questi si aggiungono le spese per i pasti (una media di 70£ al giorno per entrambi), i costi della benzina (circa 80£ in totale), i costi dei trasporti urbani (circa 35£), i costi dei musei, dei castelli e delle visite (circa 150£ in tutto).

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Una annotazione: noi siamo stati in Scozia immediatamente dopo il referendum su Europa si – Europa no e abbiamo beneficiato di un tasso di cambio Euro/Sterlina a dir poco eccellente: due settimane prima di partire avevo cambiato 100€ in valuta con un rapporto 1£- 1,38€, mentre quando siamo arrivati in Scozia il cambio era 1£-1,17€.

A proposito di moneta contante: io ho cambiato alcuni euro in  sterline in Italia, prima di partire,  giusto per eccesso di cautela e per le prime evenienze (leggi: toilette a pagamento! 🙂 ) , perché dappertutto accettano la carta di credito anche per 1£ e i bancomat italiani funzionano benissimo anche con i POS britannici. Tra l’altro, pagando con la carta viene applicato il tasso di cambio aggiornato.

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ITINERARIO E INFORMAZIONI UTILI PER UN VIAGGIO IN SCOZIA

29 giugno 2016 – Roma – Londra – Edimburgo

Scozia arriviamo! Il nostro volo British per Londra è il primo della mattina e decolla alle 7.15: questo significa che – tra arrivare fino all’aeroporto di Fiumicino, lasciare la macchina al parcheggio, prendere la navetta, lasciare i bagagli per l’imbarco e espletare le formalità di sicurezza e di controllo documenti (la Gran Bretagna, anche prima di decidere di lasciare l’Unione Europea, non aveva mai sottoscritto la convenzione di Schengen) – ci siamo alzati alle tre e mezza di notte. Ma un’alzataccia non è nulla rispetto alla felicità di sapere che ci aspettano le Highlands! Come sempre, il volo con il vettore inglese è gradevole, decente il lunch-box che viene servito (sandwich e dolcetto), buona la birra mentre il caffè… è caffè all’inglese, ma bisogna abituarsi, no? :). Atterriamo al Terminal 5 di Londra Heathrow con 10 minuti di anticipo e poco dopo già le valigie sono pronte sul nastro per essere ritirate. Come sempre, mi chiedo perché solo a Fiumicino il ritiro bagagli sia tanto complicato e lungo!

Dal Terminal 5 dobbiamo raggiungere la stazione londinese di Kings Cross, in pieno centro, per prendere alle 14.00 il treno che ci porterà fino in Scozia. Con la metropolitana (Piccadilly Line, linea che collega direttamente Heathrow a Kings Cross) ci vuole all’incirca un’ora. Abbiamo tutto il tempo necessario ma preferiamo avviarci subito: si sa mai qualche ritardo imprevisto… il nostro biglietto non ammette cambi e ci scoccerebbe parecchio dover acquistarne uno nuovo a tariffa piena!

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Talmente previdenti che arriviamo in stazione con 3 ore e mezzo di anticipo: insomma, abbiamo tutto il tempo per fare una passeggiata – per quanto le valigie al seguito ce lo consentono – nella stazione di Kings Cross, ammirando la moderna architettura del tetto e l’immancabile binario 9 e 3/4 reso famoso dalla saga di Harry Potter, che non è altro che un cartello appeso sul muro della stazione, arricchito con un carrello della spesa tagliato a metà, metà gabbia della civetta Edvige e… un negozio che vende gadget legati al maghetto! Nonostante tutto, davanti a quello che è un vero e proprio set teatrale, pronti per fare una foto ambientata (costo: 8£, mica niente!), ci saranno stati almeno 100 tra ragazzi e ragazze! La stazione di Kings Cross è piacevolmente simile ad una piazza su cui affacciano le vetrine dei negozi ed i treni sono in posizione defilata. Tra l’altro, si accede ai binari passando un rigido controllo dei biglietti e solo 10 minuti prima che il treno per cui è stato acquistato il biglietto parta.

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A due passi da Kings Cross c’è St. Pancras, altra stazione di Londra dedicata ai treni internazionali: se Kings Cross è bella, quest’ultima mi ha affascinato: una struttura moderna che esalta il guscio vittoriano, un vero centro commerciale con tanti negozi di brand nazionali ed internazionali e numerosi ristoranti, mentre i treni si trovano sul piano rialzato oppure nel vicino terminal. Da qui parte anche il treno Eurostar che passa sotto la Manica e collega Londra con Parigi. Insomma, davvero una gran bella stazione! Qui, anche per far passare il tempo, abbiamo pranzato con un tagliere di salumi e formaggi inglesi e due buone birre artigianali, le prima di una lunga serie di degustazioni.

E’ quasi ora della nostra  partenza, per cui attraversiamo la strada e torniamo a Kings Cross: sui tabelloni è annunciato il treno per Edimburgo e ci avviciniamo alla nostra vettura. I treni della Virgins Train che collegano Londra ad Edimburgo ed oltre (il nostro treno arriva fino ad Aberdeen) sono composti da solide vetture con qualche anno di età ma con gli interni rinnovati nel colore dominante del brand di Sir Richard Branson: rosso! I bagni sono piccolini ed anche le poltrone abbastanza ravvicinate. Noi abbiamo viaggiato in standard, ma vi consiglio – se la differenza di costo non è eccessiva, di investire in un biglietto di First Class perché avete più spazio, l’ambiente è più confortevole con tavolini e wi-fi gratuito (in standard vi costa 10£) ed in più servono pasti e spuntini inclusi nel biglietto; può capitare che tra la standard e la prima ci siano solo 20£ di differenza ed in quel caso è davvero conveniente, soprattutto per un viaggio che dura oltre 4 ore e mezza! Una curiosità che mi ha fatto strabuzzare gli occhi (e Francesco non riusciva proprio a crederci): per aprire le porte del treno in caso di discesa, non c’è nessun pulsante automatico, nessun sistema di gestione avanzata ma… si tira giù il finestrino della porta, si mette il braccio all’esterno, si aggancia la maniglia esterna e… si apre la portiera da fuori! Non ci credete? Ho fatto una foto apposta al cartello del treno che spiega come si deve fare!

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Il treno parte in orario e percorre  il lungo tragitto (sono quasi 700 km.) fermando di tanto in tanto in città i cui nomi ho solo letto nei libri di storia o in qualche romanzo (Doncaster, York, Newcastle), ma assai più spesso attraversa campagne infinite, distese di verde, coltivazioni, rare case e fattorie. Il cielo è insolitamente limpido e sebbene la stanchezza inizi a farsi sentire, non riesco ad appisolarmi: troppo l’entusiasmo e tanta la voglia di vedere i paesaggi attraversati dal treno. tra foreste e coltivazioni, spuntano anche i grandi coni bianchi di una centrale nucleare. Un po’ inquietante in verità, in un contesto ambientale simile! In ogni caso, credo che i passeggeri che hanno condiviso con noi il viaggio in treno, ancora si stiano chiedendo chi fossero quei due italiani non giovanissimi in preda ad un raptus fotografico: sia io che Francesco abbiamo saltellato da una parte all’altra della carrozza per un paio di ore, cercando di scattare (impossibili) foto in movimento!

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Arriviamo ad Edimburgo e scendiamo alla stazione di Haymarket (ok, ho sbagliato, saremmo dovuti scendere alla stazione principale, Edimburgo Waverley, ma mi sono incasinata con i punti di riferimento) e considerata la stanchezza ed i bagagli al seguito  preferiamo prendere un taxi (ebbene si! anche ad Edimburgo ci sono i tipici taxi inglesi!) per arrivare fino a Leith, in quella che è la zona portuale della città, ora riconvertita in zona commerciale e di servizi, dove c’è l’ Holiday Inn Express Waterfront, il nostro hotel. Costo del taxi? £14, assolutamente in linea con i costi del taxi di Roma.

Il tempo di arrivare, fare il check-in, di posare le valigie nella nostra stanza Holiday (così simile ad una cabina di una nave da crociera, tanto per restare in tema portuale!) e subito fuori a cercare un posto qualsiasi dove mangiare qualcosa prima di andare a nanna. Detto, fatto: a 5 minuti di strada dall’hotel c’è il centro commerciale Ocean Terminal, la casa dello yacht reale Britannia, una delle attrazioni di Edimburgo che ho inserito tra quelle da visitare. La visita la rimandiamo e ci dedichiamo alla cena, che in questo caso di scozzese non ha proprio nulla: semmai balla il sirtaki, visto che siamo andati in un ristorante greco!

Perché ho scelto proprio il quartiere di Leith come base per scoprire Edimburgo? E’ ben collegata con il centro (davanti al nostro hotel avevamo una fermata con 5 bus, tutti diretti in centro ed uno di questi, il n. 22, in funzione 24 ore. In bus il centro dista 12 minuti esatti!), è piena di negozi, locali, pub, ristoranti dove pranzare/cenare, è una zona in crescita con alcune costruzioni interessanti e, soprattutto, gli hotel costano molto ma molto meno che nel pieno centro della città!

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30 giugno 2016 – Edimburgo

Sveglia, sveglia, siamo in Scozia! Il tempo di fare colazione e poi via, sul bus n. 22 per arrivare in centro città. A proposito di autobus urbani: un biglietto per una corsa singola costa £1,60 mentre il biglietto giornaliero £4,00. Fatevi i vostri conti ma se pensate di utilizzare il bus più di tre volte, il biglietto giornaliero è la scelta migliore. Altra informazione utile da dare è che i biglietti si fanno a bordo dal conducente, mettendo le giuste monete nella macchinetta accanto al volante. Non sono accettate banconote e non viene dato il resto, per cui fate sempre in modo di avere qualche pound in tasca.

Dedichiamo tutta la giornata  alle visite della Old Town di Edimburgo e, in particolare:

  • il Castello (solo all’esterno)
  • il Royal Mile con le sue case antiche, i negozietti, le sartorie specializzate in kilt
  • la Cattedrale di St. Giles
  • lo Scottish Storytelling Centre
  • The People’s Story Museum
  • la Canongate Kirk ed il suo cimitero
  • entrare nei tanti Close (=vicoletti)
  • Dunbar’s Close Garden
  • il Parlamento Scozzese
  • una passeggiata nel verde all’Holyrood Park per vedere Edimburgo dall’alto

Se per pranzo ci siamo accontentati di un paio di sandwich presi in offerta “meal deal” (*), per cena scegliamo di andare in uno dei pub più antichi della città che si trova proprio vicino l’hotel, nello Shore di Leith: il Kings Wark. Per dopocena, non ancora stanchi e grazie al sole ancora alto, ci dedichiamo ad uno dei nostri giri pazzi sugli autobus della città: saliamo sul n. 22, passiamo nel mezzo del centro cittadino fino ad arrivare al lontanissimo capolinea, in quell’Edimburgh Park progettato dall’architetto Richard Meyer dove hanno sede le principali istituzioni finanziarie scozzesi e quindi torniamo indietro: molto meglio di un bus turistico e soprattutto a costo minimo!

(*): il meal deal è un’offerta take-away per un pranzo veloce e si trova – a prezzi che variano dai 3£ ai 7£ – un po’ ovunque in Scozia, non solo nei supermercati ma anche nelle rivendite di giornali e dai benzinai. In genere comprende tramezzini, oppure sandwich, o insalate; una bibita, l’acqua o uno smoothie ed un pacchetto di patatine o uno snack dolce ed è una vera salvezza per spuntini veloci o se volete risolvere il pranzo spendendo poco.

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1 luglio 2016 – Edimburgo

Di nuovo una mattinata di sole: non sembra nemmeno di essere in Scozia: in ogni caso un po’ di pioggia va messa nel conto: portatevi gli impermeabili leggeri, mi raccomando! Il programma della giornata è serrato: il tempo che abbiamo per visitare Edimburgo è poco e dobbiamo concentrare al massimo. Un vero problema sono gli orari dei musei, che aprono alle 10.00 (ma talvolta anche alle 11.00) del mattino e chiudono alle 17.00 tranne rarissime eccezioni.

Nel secondo giorno  ad Edimburgo, ci dedichiamo a:

  • visita del Royal Yacht Britannia (ci vogliono, piene, due ore e mezzo!)
  • la residenza reale di Holyrood Palace (solo esterno, purtroppo, perché la Regina d’Inghilterra era ad Edimburgo!)
  • Museum of Edimburgh
  • Scottish National Gallery
  • una lunga passeggiata lungo mare nella zona balneare di Portobello

A pranzo ci siamo accontentati di uno spuntino veloce (jacket potato, ovvero patate lesse ripiene di formaggio e tonno per me, di formaggio e bacon Francesco) mentre per cena siamo andati al pub The Conan Doyle, in York Place, consigliatissimo.

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2 luglio2016 – da Edimburgo a Inverness

Lasciamo Edimburgo con un bel po’ di rimpianto: due giorni sono assolutamente insufficienti per visitarla come si deve e per approfondire la conoscenza della città. Vabbè, sarà la buona scusa per poter tornare! Oggi andiamo alla Hertz per ritirare la macchina che abbiamo noleggiato da Roma: come richiesto, ci viene data una Focus nuova (ha solo 320 miglia di strada percorsa!). Un inciso: da Roma avevamo pre-pagato il noleggio ma solo in sede di consegna abbiamo potuto ampliare l’assicurazione con quella che viene generalmente definita Kasko, ovvero l’assicurazione completa che elimina le mille franchigie a carico in caso di incidenti o anche piccoli danni. In pratica, abbiamo pagato altri 210€ oltre ai 221€ già spedi, ma vuoi mettere la tranquillità? :).

La strada verso Inverness è lunga, oltre 250 km, in assoluto il tragitto più lungo di tutto il viaggio in Scozia. Prendiamo la M90 che da South Queensferry ci fa attraversare il Forth passando sul Road Forth Bridge, mentre sulla destra vediamo il famoso vecchio ponte Forth Bridge, un ponte ferroviario dalle strutture rosse particolarissime destinato ad essere sostituito dall’avveniristico ponte che vediamo in costruzione alla nostra sinistra. La superstrada corre veloce (ed anche un po’ noiosa, tra l’altro pioviggina) fino alla cittadina di Perth, dove prendiamo la A9, la strada che porta nelle Highlands.

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Passiamo piccoli, minuscoli paesi formati da una manciata di costruzioni, vediamo cartelli che indicano castelli e decidiamo di fermarci a Blair Atholl Country, borghetto di case a supporto del Castello di Blair Atholl dove, oltre all’Atholl Arms Hotel, locanda-pub dove ci siamo fermati per un pranzo che più scozzese non si può (haggis con purè di patate e zucca per me, fish & chips per francesco, il tutto in porzioni giganti accompagnate da birra a – sigh! – temperatura ambiente) c’è un delizioso ex mulino ad acqua ancora funzionante in parte trasformato in sala da tè, in un’atmosfera idilliaca (e nel frattempo è tornato a splendere il sole!).

La strada prosegue nella brughiera e costeggiando  i Glen, caratteristici rilievi del Cairngorms National Park. L’aria è leggera e molto, molto fresca (il termometro della macchina segna i 10°, poi i 9°, quindi gli 8°, piove di nuovo e ci aspettiamo, da un momento all’altro, che inizi a nevicare!) ma da lontano io vedo i caratteristici camini delle distillerie. Siamo a due passi dalla distilleria Dalwhinnie, la più elevata della Scozia, famosa per whisky dal gusto particolare. Ovviamente, facciamo una deviazione e ci fermiamo per partecipare ad un tour guidato e ad un assaggio!

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Ancora qualche decina di chilometri e finalmente arriviamo ad Inverness. Voglia di visitare la città? Pari a zero, anche perché tutte le guide non ne parlano poi in modo così entusiasta. Considerato che siamo abbastanza provati dalla guida a sinistra che, sommata ad una macchina che conosciamo poco, alle strade spesso strette e al tempo balordo – un continuo alternarsi di pioggia e sole – richiede una costante attenzione, preferiamo andare dritti verso la deliziosa Guest House Avalon per riposarci un po’. Il giorno dopo, prima di ripartire verso Fort Williams, faremo un breve giro ad Inverness per vedere la cattedrale. Ma niente di che. Inverness è, soprattutto, una punto di sosta quasi obbligato per visitare il Loch Ness e le Highlands ed è un centro di interscambio tra treno e bus.

3 luglio 2016 – da Inverness a Fort William

Uno dei tratti più belli del nostro itinerario, che costeggia tutto il Loch Ness. Bello, bello, bello! Un lago grande grande grande che, anche senza la favola di Nessie, merita di essere visto. Se poi vi va, potete anche navigarlo con i battelli che partono da Inverness o da Drumnadrochit.

Lungo la strada, prima di arrivare a Fort William (sono poco più di 100 km.), ci siamo fermati:

  • nel villaggio di Drumnadrochit per prendere materiale sul Loch Ness al locale Ufficio turistico;
  • al Castello di Urquhart per visitarlo e scattare mille foto;
  • a Fort Augustus per vedere in funzione il complesso di chiuse e ponti girevoli  che mettono in collegamento, tramite il Caledonian Canal, il mare di Scozia con il mare del Nord, pranzare presso la locanda The Boaty e per fare una bella passeggiata fino al Loch Ness;

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La strada da Fort Augustus a Fort William è stretta e piena di curve ma attraversa scenari paesaggisticamente intensi ed interessanti. Dopo i minuscoli centri abitati che si incontrano lungo il percorso, più grandi fattorie che veri e propri villaggi, Fort William appare come una metropoli: può contare su una popolazione di ben 10.000 abitanti, ha un vero e proprio centro commerciale, scuole, college, locali dove trascorrere una serata bevendo una birra ed ascoltando musica. Molto amata dagli escursionisti e dagli appassionati di trekking per i numerosi sentieri che portano fin sul Ben Nevis, la montagna più alta della Gran Bretagna (1.345 mt.) e l’unica ad avere una seggiovia (!), Fort William è collegata con il treno a Glasgow e ad Edimburgo (ci vogliono più di 4 ore per la prima e più di 5 ore  per la seconda).

A Fort William abbiamo alloggiato presso l’Hotel Alexandra, hotel storico proprio davanti al parco The Parade, e cenato in un pub della High Street.

 4 luglio 2016 – da Fort Williams a Mallaig e poi a Oban

L’idea è di raggiungere l’isola di Skye ma a Fort William il tempo è nuvolo e una fitta cappa di nebbia avvolge la cittadina e le zone circostanti: il rischio di arrivare sull’isola e non vedere nulla è molto più che concreto (Skye è famosa per le sue nebbie!). Tuttavia la distanza che separa Fort William da Oban è minima e c’è tutto il tempo per arrivare – almeno – fino a Mallaig, il piccolo porto da cui partono i Ferry per Skye e per le Piccole Isole (Rum, Eig, Canna). L’itinerario è immerso nel verde, incrociamo torrenti, piccole cascate e loch, c’è poco traffico e perfino la pioggia di tanto in tanto lascia passare qualche raggio di sole, anche se poi vince e torna a conquistare il cielo. Più ci avviciniamo a Mallaig più incontriamo piccoli agglomerati urbani, qualche campeggio ma soprattutto pascoli.

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La strada che percorriamo costeggia per lunghi tratti la ferrovia, dove in estate transita anche The Jacobite,  il treno a vapore d’epoca che collega Fort William a Mallaig, percorrendo il viadotto ferroviario a 21 archi di Glennfinnan: sia il treno che il viadotto sono stati resi celebri nei film della saga di Harry Potter. Forse lo ricordate: è l’Hogwarts Express, il treno su cui salgono gli aspiranti maghetti a Kings Cross, al binario 9 e 3/4, per raggiungere la scuola per maghi di Hogwarts. A Mallaig ci rilassiamo un po’: vediamo l’isola di Skye proprio davanti a noi, immersa nella nebbia e un bel po’ ci dispiace aver dovuto rinunciare ad andare. Ciao ciao Skye, cerchiamo di vederci più in là!

Il tempo di una passeggiata, di un caffè e di un po’ di spesa per pranzo (ebbene sì, ancora il Meal Deal che tanto la colazione è stata abbondante come sempre e le porzioni della cena scozzese sono sempre esagerate!) Torniamo indietro verso Fort William lungo la stessa strada, la A830, per poi proseguire alla volta di Oban costeggiando il Loch Linnhe sulla A82 prima e sulla A828 poi per entrare nella contea dell’Argyll.

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Lungo la strada facciamo una tappa per ammirare il particolare Castello di Stalker, che sono sicura avete già visto in qualche rivista o sito internet: è infatti il Castello più fotografato della costa scozzese, caratteristica torre costruita su un piccolo lembo di terra che con l’alta marea si trasforma in isola. Va detto: molto bello e di grande effetto! Una curiosità: la parola stalker sembrerebbe derivare (almeno così mi dice wikipedia) dalla parola gaelica stalcaire, che ha il significato di cacciatore.

Arriviamo ad Oban nel primo pomeriggio la nostra stanza presso la Guest House Glenrigh, in posizione ottimale davanti al golfo, la stanza è già pronta e dopo aver posato le valigie, usciamo per per visitare Oban, cittadina turistica e centro commerciale ed amministrativo della zona nonché capitale dei frutti di mare e porto di connessione per le isole Ebridi interne ed esterne.

Ad Oban abbiamo:

  •  visitato la distilleria Oban
  • fatto una passeggiata fino alla Torre di McCaigs per vedere il panorama
  • fatto shopping
  • prenotato l’escursione all’isola di Mull ed all’isola di Iona (ve ne parlerò nel dettaglio più avanti)
  • ascoltato incantati lo struggente suono delle cornamuse
  • mangiato dell’eccezionale street food  di mare ad un baracchino sul porto piuttosto spartano, seduti sui grandi tavoli di legno comunitari insieme ad una famiglia giapponese. Un enorme “plateau royale” per due con aragosta, gamberoni, granchio, gamberi, cozze e calamari, freschissimo e saporito, al costo di solo 27£.

Al rientro in Guest House, la nostra stanza con vista ci ha accolti con il termosifone acceso, il piumone e una bottiglia di sherry.

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5 luglio 2016 – Oban – Mull – Iona – Oban

Oggi giornata totalmente dedicata alla visita dell’isola di Mull e dell’incantevole e mistica isola di Iona, da cui San Columba, monaco di origine irlandese, portò il cristianesimo alle genti di Scozia. Come già scritto, ve ne parlerò in un post dedicato ma una cosa voglio dirla da subito: l’isola di Mull è molto grande e merita assai più di una gita giornaliera mordi e fuggi e se dovete organizzare un viaggio in queste terre, dedicategli almeno un paio di giorni più uno solo per Iona. A noi è rimasto un non so’ che di incompiuto ed il rimpianto di aver avuto pochi giorni a disposizione per approfondire la visita.

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6 luglio 2016 – da Oban  a Inveraray

Ancora pochi chilometri da percorrere in auto, passando lungo la A816 prima (foreste, campi desolati, nemmeno una pecora o una mucca: insomma, paesaggio quasi spettrale e la pioggia battente di certo non aiuta) e la strada costiera dell’Argyll, la A83 poi. Una giornata caratterizzata dalla pioggia, che però non ci è stata di ostacolo. Siamo comunque riusciti ad fermarci a Kilmartin, micro paese lungo la strada che di per sé non ha grandi attrattive mentre nei dintorni si può visitare il Temple Wood, un antico sito probabilmente risalte al 3.000 avanti Cristo con due circoli di pietra (immaginate Stonehenge in piccolo) rivolti uno a nord ed uno a sud. Il cerchio più a sud mostra oggi 13 pietre erette, alte circa 12 metri (in origine erano 22) al cui interno è incluso un cerchio di pietre più piccolo con una sepoltura al centro mentre il cerchio a nord è decisamente meno appariscente e le teorie ipotizzano che fosse individuato da palizzate e non da lastre di pietra. Il tempio di pietre è nel bel mezzo dei pascoli ed è quasi inutile dirvi che per vederlo ci siamo inzaccherati come… bovari!

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La vera meta della giornata è però Inveraray ed il suo Castello, attuale residenza del Duca di Argyll. Il Castello è diventato famoso per essere stato utilizzato come luogo di riprese per lo sceneggiato Downtown Abbey, ha un bel parco e un grazioso ponticello che lo separa dal fiordo. Del Castello e del particolare paesino di Inveraray ve ne parlo in un post dedicato, quindi abbiate pazienza!

Il pomeriggio la pioggia che continua a scendere senza tregua ci consiglia di raggiungere quanto prima la Guest House che ci ospiterà per la notte: sebbene sia esattamente dall’altro lato del fiordo, proprio davanti al Castello di Inveraray, per raggiungerla bisogna costeggiare tutto il braccio di mare e percorrere oltre 30 km. Va detto che la Thistle House di St Catherines merita qualche chilometro in più: è davvero bellissima! A cena ci dirigiamo nel vicino villaggio di Strachur, dove ci fermiamo al pressoché unico pub-ristorante-hotel, The Craggans Inn.

7 luglio 2016 da Inveraray a Glasgow

Oggi abbiamo il problema della riconsegna dell’auto a noleggio a Glasgow, entro le 14.30 se non vogliamo pagare una salata penale: dobbiamo quindi velocizzare le visite lungo la strada! Da St. Catherines percorriamo una bellissima strada montana, la A83, che passa nel mezzo del Parco dei Monti Grampiani: a me fa un po’ sorridere chiamare monti il Beinn an Lochain ed il Bein Ime, cucuzzoli alti poco più di 1000 metri, ma dal fondo della carreggiata appaiono comunque imponenti ed immagino che d’inverno, con la neve alta ed il vento freddo che arriva dall’oceano, la strada diventi difficile. Ci accompagna l’immagine di una Scozia pastorale dove, differenza delle Highlands e della zona di Edimburgo, sono tante le fattorie e non mancano le pecore e le tipiche mucche scozzesi pelose. Attraversiamo la cittadina di Talbert e siamo oramai nelle Lowlands: qui cambia l’ambiente, più urbanizzato e turistico, Glasgow è a meno di mezz’ora e sono tanti i cittadini che vengono in questa zona per le loro vacanze. La strada costeggia il Loch Lomond, il lago più grande della Gran Bretagna e numerosi sono i cartelli che indicano resort, campi da golf, camping, outlet.

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L’arrivo nei dintorni di Glasgow ci riporta alla realtà, dopo 6 giorni di pace e ritmi lenti: la città è grande ed estesa (conta su 598.830 abitanti, mentre Edimburgo ne ha 495.360, fonte Google riferita al 2011), le strade sono a scorrimento veloce, spesso sopraelevate e il traffico caotico. Per prima cosa abbiamo lasciato le valigie al Boutique Hotel Indigo, strategicamente vicino alla stazione centrale, quindi siamo un po’ impazziti per riuscire a trovare la sede Hertz di riferimento: abbiamo girato a lungo e vuoto, ancor di più per fare il pieno di carburante prima di lasciare l’auto. Alla fine, in qualche modo, ci siamo riusciti e finalmente liberi dallo stress della guida a sinistra siamo andati alla scoperta della più grande città scozzese.

Il centro della città si gira facilmente a piedi (soprattutto se siete buoni camminatori), mentre per il Riverside Museum, in periferia, è necessario prendere l’autobus – n. 2 o n. 3 fino a Partick, attraversare il piazzale della stazione ferroviaria e quindi un tratto a piedi. In generale, il trasporto urbano è efficiente ed oltre ai bus c’è anche un sistema di trasporto in metropolitana (che però non abbiamo utilizzato e quindi non saprei darvi informazioni utili); in ogni caso sono bus e metro sono gestiti da due aziende diverse. A Glasgow, un biglietto per il bus giornaliero viene £4,50.

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Glasgow è una città culturalmente vivace e piena di giovani (e ci mancherebbe altro, con tutti i college e le Università che ci sono in città!), attenta alle mode e un contenitore pregiato di arte contemporanea. Se siete appassionati di nuove tendenze e di design, non potete perdervela!

A Glasgow abbiamo:

  • passeggiato lungo il fiume Clyde
  • percorso tutta Argyle Street e Trongate
  • pranzato da Maggie Mays
  • ammirato gli interni della bella stazione centrale
  • osservato le City Chambers e camminato attraverso George Square
  • visitato la Cattedrale
  • spalancato gli occhi davanti ai complessi universitari ed ai college
  • rabbrividito davanti alla necropoli
  • sorriso davanti alla statua di Wellington con in testa il cono stradale davanti alla GoMA (Galleria di aerte moderna)
  • passeggiato in Buchanan Street, la via dello shopping e dei grandi store
  • cenato alla Bavaria Brauhaus assistendo alla partita degli Europei tra Germania e Francia

8 luglio 2016 – Glasgow

Anche a Glasgow i Musei aprono tardi, spesso alle 11.00, ma la bella notizia è che molti sono gratuiti anche se gradiscono una donazione e chiudono presto (anche alle 17.00) per cui la mattina del nostro “giorno pieno a Glasgow” la cominciamo con una bella camminata lungo le ripidissime vie della zona di Blythswood fino a raggiungere Sauchiehall Street, via commerciale dove hanno la loro sede anche numerose gallerie d’arte e il Centre for Contemporary Arts. Proseguendo lungo la strada, all’incirca un chilometro oltre, si arriva nella zona dell’Università e dei Musei. Interessante anche la zona nuova lungo il Clyde, con le strutture moderne di Zaha Hadid e di Forster & Partner.

cosa abbiamo visitato a Glasgow:

  • l’Università
  • Hunterian Museum (al’interno dell’Università)
  • Hunterian Art Gallery
  • Mackintosh House
  • Kelvingrove Art Gallery Museum
  • Riverside Museum of Transport
  • Clyde Auditorium (l’ “armadillo”)
  • ed ammirato incredibili, magnifiche opere di street-art!

Glasgow people make Glasgow

9 luglio 2016 – Glasgow – Londra – Roma

La scelta dell’Hotel Indigo è frutto di strategia: è a 10 minuti a piedi dalla stazione centrale di Glasgow, dove abbiamo preso, alle 8.40 del mattino, il treno che ci ha riportato a Londra. Anche questa volta, Virgin Trains, solo che il convoglio che parte da Glasgow è un moderno pendolino, uno dei treni che più ondeggiano e che cordialmente odio perché per me significa nausea garantita! Il viaggio lungo la costa occidentale scorre veloce in un paesaggio ben diverso da quello che avevamo osservato nel viaggio di andata verso Edimburgo: un continuo scorrere di case, pascoli, pecore ed ancora case, città, fabbriche. Il treno arriva a Londra Euston, in una sezione della stazione dedicata ai Virgin Trains. La stazione è, a dir poco, caotica: forse sarà stato il periodo estivo, ma ci saranno state in attesa almeno 2.000 persone! Anche prendere la metropolitana per arrivare ad Heathrow non è stato semplice: file per accedere alla stazione della metro, file per fare i biglietti, file per salire a bordo della vettura! A proposito: la metro per arrivare all’aeroporto di Heathrow dalla stazione ferroviaria di London Euston non è diretta: va presa la Victoria Line fino a Green Park e da qui prendere la consueta Piccadilly Line fino all’aeroporto. Mi raccomando: verificate bene che il treno della Piccadilly sia corretto, perché tutti passano per i Terminal 1,2 3 3 ma solo alcuni al terminal 5 (generalmente utilizzato da British Airways) mentre altri vanno al terminal 4. Il biglietto fino all’aeroporto costa £6 (Heathrow è in fascia 6, la più lontana ed anche la più cara) e si può acquistare alle macchinette sia con il contante (accetta monete e banconote) sia con la carta di credito.

scozia cornamusa

Il Terminal 5 ha una zona di attesa accogliente, con un settore commerciale interessante dove fare i piccoli acquisti dell’ultimo minuti, wi fi e poltrone dove aspettare il momento dell’imbarco. Il nostro aereo è decollato in perfetto orario alle 19.40 da Londra ed è atterrato, altrettanto in orario, alle 23.00 a Roma Fiumicino, dove ci aspettava la navetta Parking Go per ritirare la nostra auto al parcheggio.

Un bel viaggio, davvero, ed un bell’itinerario. Unico rimpianto, non aver avuto a disposizione una settimana di tempo in più.

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

  1. Avatar
    paola Aprile 17, 2017

    il post è veramente super, l’ho trovato molto utile e interessante, scritto bene e in modo chiaro, le foto stupendemi manca solo l’info cira il trasporto di trolley , 3, e una valigia… ci sono problemi? chissà se qualcuno può darmi info al riguardo

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    • Avatar
      Claudia Boccini Aprile 17, 2017

      Ciao Paola, ma ti riferisci al trasporto di bagagli in aereo o in auto? In aereo puoi imbarcare – se non sbaglio – fino a due trolley e un bagaglio a mano a persona (e in base al vettore paghi il bagaglio da stiva, talvolta uno è compreso ma dipende dalle tariffe) mentre per l’auto dipende dal modello: noi avevamo una Focus a noleggio e nel bagaglio ci entravano comodi comodi due trolley medio-grandi, uno zaino medio ed una borsa da pc grande. Ti consiglio di verificare bene al momento del noleggio la capienza del bagagliaio, perché è sempre meglio – anche nella tranquilla Scozia – evitare di far vedere che nell’auto ci sono bagagli (insomma, non metterli a vista sul sedile posteriore!)
      Ciao!

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