Come visitare il Castello di Rodengo

Se durante le vacanze in Sud Tirolo Francesco si è dedicato al trekking intensivo e ad alta performance tra boschi, valli e cime montane mentre io, non abbastanza in forma per seguirlo, io ho colto l’occasione per approfondire la storia della Regione dedicandomi a visite culturali che rimandavo da tempo. Tra queste, sono finalmente riuscita a visitare il Castello di Rodengo (Schloss Rodenegg), uno dei manieri manieri medievali più belli dell’intero Sud Tirolo posto in una posizione strategica, inespugnabile ed incredibilmente panoramica. Per chi non conosce benissimo la zona, ci troviamo a pochi chilometri a nord di Bressanone, tra Sciaves (l’altipiano famoso per la coltivazione delle mele) e il comune mercantile di Rio Pusteria: siamo davvero all’imbocco della Val Pusteria, oggi come mille anni fa percorsa da una strada fondovalle che permette l’agevole collegamento il nord ed sud d’Europa: capite bene che attorno all’anno 1000 (ma anche nei periodi storici successivi) poter contare su un Castello, per di più ben munito di apparati di difesa, fosse quasi indispensabile!

arodengo1

Ho raggiunto il Castello di Rodengo usando i mezzi pubblici: da Valles, dove con Francesco abbiamo fatto base per un breve soggiorno presso il Valserhof Hotel, ho preso l’autobus di linea (1) che in meno di un’ora, fermando a Rio Pusteria e nelle frazioni di San Benedetto, San Paolo e Chivo, raggiunge Villa, dove ha sede il Comune di Rodengo. Dalla fermata dell’autobus (è davanti alla stazione dei Vigili del Fuoco), arrivare fino al Castello è una breve passeggiata di 10-15 minuti: si attraversa il piccolo centro abitato, si lasciano a sinistra il municipio e a destra l’hotel Landhotel e si prosegue in direzione della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta (Pfarrkirche Maria Himmelfahrt), un bell’edificio leggermente discosto dal nucleo del paese ma ben visibile per l’alt0 campanile: poco prima di arrivare al recinto della chiesa la strada si dirama e bisogna prendere quella che scende a destra e percorrerla fino ad arrivare al piazzale con parcheggio prima del ponte che immette al Castello.

arodengo13

Vi avverto subito: purtroppo è possibile visitare il Castello solo tramite visita guidata ed in orari definiti (che trovate in fondo al post), perché il maniero è tutt’oggi di proprietà privata e viene utilizzato dai nobili proprietari. Quando si arriva al portone di accesso al castello, dopo aver attraversato un lungo ponte di legno (una volte era un ponte levatoio), sul citofono si leggono infatti i nomi dei nobili che lo posseggono, i conti Thurn und Taxis e i Von Wolkenstein.

Le visite guidate vengono effettuate sia in italiano che in tedesco e una volta varcato l’antico portone di ingresso e pagato il biglietto (2),  si viene suddivisi in gruppi base alla lingua parlata. In totale, per visitare il Castello di Rodengo ed i suoi giardini è necessaria più di un’ora e mezza: vi assicuro che la visita è interessantissima e che alla fine del tour varcherete il portone soddisfatti!

arodengo7

Il Castello di Rodengo, le cui prime notizie risalgono al 1140, è una fortezza pressoché inespugnabile – ed infatti nessun nemico riuscì mai a varcare le sue mura – perché dal lato di Villa è isolato da un fossato ed ha mura poderose, mentre sul retro è protetto da un costone di roccia scosceso sulla gola del fiume Rienza, impossibile da scalare senza essere visti. Inoltre, il Castello di Rodengo non solo è in una posizione scenografica in mezzo agli alpeggi ma custodisce al suo interno un ciclo di affreschi prezioso, rinvenuto solo nel 1972, il cosiddetto Ciclo di Ywain, uno dei primi esempi di pittura romantica profana. Non so se qualcuno di voi ricorda una vecchia canzone di Angelo Branduardi, “Il Signore di Baux”: ecco, a me visitare il Castello di Rodengo ha fatto tornare in mente questa canzone

“… la casa sua il signore di Baux l’ha costruita sui sassi/Passi di mille cavalieri segnano i suoi sentieri/vegliano dall’alto nella notte gelidi i suoi pensieri (…)/Gemono nel sonno i suoi cani sognando della caccia/siede a banchetto la sua dama lo sguardo assorto/fuoco e calore nelle sue sale, danze, colori e allegria/canti e rumori, suoni di risa/nella tua casa, signore di Baux…”

perché davvero il Castello di Rodengo è costruito su un monolite e il suo cortile non è altro che la cima del masso su cui è stata edificata la fortezza! Inoltre, l’atmosfera del luogo, lo stile medievale degli edifici creano l’illusione di essere tornati indietro nel tempo e ci si aspetta, da un momento all’altro, che un cavaliere al galoppo irrompa nella corte!

arodengoCollage

Una volta entrati nel primo portone del castello ci si trova nella zona del torrione, in quello che oggi è un ambiente domestico un tempo vi erano gli spazi riservati alla servitù ed alle guarnigioni: qui ci sono le stalle, un piccolo piazzale, le officine. Salendo lungo il viottolo lastricato in salita (tutto, in questo Castello, è stato realizzato per rendere più ardua l’impresa degli eventuali nemici) si accede alla parte più antica del castello attraverso un ulteriore ponte levatoio ed un portone con grata “a caditoia”. In questa zona c’è anche la Torre di Veit, con  una paurosa prigione interrata!

Si esce quindi in un cortile in stile tirolese in salita, racchiuso da edifici e da mura. In particolare, attorno alle pareti sono dipinti o incisi gli stemmi dei diversi proprietari che si sono succeduti nel tempo. Sempre qui, ancora una prigione, il forno dove veniva prodotto il pane per l’uso del castello e l’ingresso alla piccola sala dove sono stati ritrovati gli affreschi del 13° secolo con 11 “quadri” della storia di Iwayn, poema epico germanico di cavalieri, dame, amore, sotterfugi e morte di Hartmmann von der Aue. All’interno della sala degli affreschi non è possibile fotografare.

arodengo8

Si visitano poi le due cappelle del Castello, al piano terreno, sotto il portico la nuova cappella del 1582 dedicata a San Michele, con pregevoli opere pittoriche e con la curiosità di avere porta e finestre che si aprono per far ascoltare la liturgia mentre al primo piano si trova la cappella più antica, con affreschi interessanti. Sempre al primo piano c’è la sala delle armi, con l’albero genealogico dei Wolkenstein ed una ricca collezione di armi ed oggetti. C’è perfino la maschera che indossava il boia per non esser riconosciuto durante le esecuzioni. Brr! Per fortuna dopo questa sala si esce all’aria aperta, passando accanto al pozzo ed alle cisterne, per visitare i giardini a sud, anche questi una volta raggiungibili solo tramite un ponte levatoio.

Davvero una gran bella visita,  da programmare dalla primavera al primo autunno in quanto è possibile visitare il Castello di Rodengo dal 1° maggio al 1° novembre, con visite guidate che partono alle 11.30 ed alle 14.30. Solo dal 15 luglio al 31 agosti è prevista una visita guidata aggiuntiva alle 15.30 (per informazioni, il custode è il sig. Widmann, telefono: 328 1651332). Il biglietto di ingresso costa 5€ con visita guidata inclusa ma è gratuito con la tessera Museum Mobilcard o con la Almencard Plus(2).

Una volta terminata la visita, vi suggerisco una sosta merenda presso il bar dell’hotel Landhotel: la sua torta di farina di grano saraceno ai frutti di bosco è imbattibile!

arodengo14

Informazioni utili:

  1. Per raggiungere Rodengo in autobus: da Rio Pusteria – dove fermano anche i bus della linea 401 che arrivano da Bressanone e da Brunico – prendere il bus 412 (Valles – Rio Pusteria – Rodengo) o il meno frequente 415 (Alpe di Rodengo/Luson – Rio di Pusteria). Per gli orari, consultare il sito Mobilità AltoAdige.
  2. Le tessera Mobilcard permette di utilizzare tutti i trasporti pubblici provinciali gratuitamente mentre al MuseumMobilcard aggiunge anche l’ingresso gratuito a 90 musei e luoghi di interesse (Castel Rodengo incluso). Nell’area del consorzio turistico Gitschberg-Jochtal la carta assume il nome di AlmenCard e AlmencardPlus e viene consegnata gratuitamente dagli albergatori aderenti al consorzio ai loro ospiti.
  3. Per visitare Castel Rodengo, prevedete scarpe comode in quanto ci sono scale e acciottolati.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

<