Visitare Testaccio per ritrovare la Roma verace

Testaccio è un rione di Roma che non frequento spesso perché è fuori dal mio consueto itinerario casa-ufficio-casa e,  forse proprio per questo, ogni volta che ci vado è quasi una festa. Si respira aria di Roma vera, a Testaccio. E’ una città nella città, con una sua fisionomia urbanistica e sociale ben definita, che lo differenzia dagli altri rioni e quartieri di Roma, sebbene negli ultimi decenni questa particolarità si stia perdendo con l’arrivo di nuovi abitanti appartenenti a ceti sociali diversi, non più solo operai, impiegati e piccoli commercianti. E visitare Roma senza visitare Testaccio significa comprendere la città solo a metà.

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Cosa visitare a Testaccio: Mattatoio di Testaccio

Essere testaccino era un vanto, quasi un marchio di denominazione di origine controllata, significava essere più romano dei romani trasteverini a parte, un quartiere verace che girava attorno a due centri nevralgici, il grande mercato all’aperto di Piazza Testaccio e il complesso industriale del Mattatoio, incuneato poco più avanti tra il fiume Tevere ed il Monte dei Cocci. Entrambi garantivano una specificità unica: da queste parti si mangiava bene (e in gran parte dei locali che affollano lo scacchiere di vie tra Via Marmorata, Lungotevere Testaccio e Via Galvani ancora molto bene si mangia!), cucina povera ma saporita dove la gastronomia del cosiddetto quinto quarto, che usava frattaglie e scarti di macellazione era portata a livelli di eccellenza: da queste parti la trippa alla romana, la pasta con la pajata (intestini di vitello da latte, non fate bleah! perché se cucinati bene sono squisiti!), la coda alla vaccinara, il fegato con le cipolle, i nervetti conditi erano – e sono ancora, sebbene il Mattatoio sia stato spostato in altra zona di Roma – le proposte più comuni di ristoranti e trattorie.

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Cosa visitare a Testaccio: Mattatoio di Testaccio, edifici

Si arriva a Testaccio da Trastevere o da Piramide, la porta d’accesso è appunto via Marmorata mentre le “spine dorsali” che portano al vecchio Mattatoio sono Via Aldo Manuzio e Via Galvani, alla fine delle quali si incontra il complesso di archeologia industriale del vecchio Mattatoio. Pian piano si lasciano i rumori della città, i tram che sferragliano ed il traffico regolarmente caotico, per immergersi in una realtà che è quella di 40, 50, 100 anni fa.

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Cosa visitare a Testaccio: Mattatoio di Testaccio, luoghi

Visitare Testaccio, per chi non è di Roma, è calarsi nell’atmosfera della Roma umbertina di fine ‘800, quando l’esplosione urbanistica della città, da poco Capitale del Regno d’Italia, rendeva necessario costruire edifici per gli operai, dare stabilità abitativa alla nuova classe impiegatizia ed, anche, riunire in un unico luogo – non troppo distante ne’ troppo vicino dal centro, l’attività di macellazione delle carni, regolamentandone nello stesso tempo le procedure per garantire il rispetto di norme igieniche avanzate.

Testaccio a Roma è sinonimo di mercato e di mattatoio. Testimoni di un’epoca passata e che oggi assumono il compito di dare (soprattutto, di non far perdere) identità ad uno dei rioni storici della Capitale.

Il mattatoio di Testaccio

Il progetto dell’architetto Gioacchino Ersoch prevedeva una geometria industriale organizzata rigidamente, con stalle e recinti per gli animali, capannoni per la macellazione in senso stretto, altri edifici per la lavorazione e spazi per consentire l’incessante via vai di mezzi, che ancora si possono vedere passeggiando tra gli edifici, in parte abbandonati o in attesa di recupero. Molti gli elementi in ghisa e ferro originari che si possono vedere (tra cui i pilastri ed i cancelli delle stalle) mentre lungo le facciate dei padiglioni corrono ancora le rotaie su cui correvano i ganci su cui venivano appese le carcasse degli animali.

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Cosa visitare a Testaccio: Mattatoio di Testaccio, edifici

E’ un complesso enorme, che da quando è stato dismesso (nel 1975) come centro di lavorazioni carni non riesce a ritrovare una destinazione definita e unitarietà: all’interno, a cui si accede dal portale neoclassico sormontato dalla figura di Mercurio alle prese con un toro (non sono sicurissima di questo, ma è comunque una divinità con le ali alle prese con un bovino e sicuramente non si tratta di  un angioletto!) i vecchi edifici del Mattatoio sono stati parzialmente riutilizzati e trasformati per cui aule universitarie (qui ci sono alcuni Dipartimenti della facoltà di Architettura dell’Università di Roma Tre) e centri espositivi e culturali convivono con edifici fatiscenti, piazzali incolti, vecchie strutture che nel corso dei decenni hanno visto il sacrificio di milioni di animali.

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Cosa visitare a Testaccio: Mattatoio di Testaccio, edifici

Sì, lo ammetto: non sono vegetariana ma passeggiando all’interno del vecchio Mattatoio di Testaccio mi sono chiesta con sgomento quanti animali siano transitati per queste mura alimentare il ventre affamato di Roma! I padiglioni ancora non ristrutturati (ma lo saranno mai?) sembrano appena essere stati utilizzati, le insegne di marmo che individuavano uffici e servizi, i paranchi e le carrucole arrugginite, gli stabbi dove gli animali aspettavano la loro sorte ancora sono al loro posto.

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Cosa visitare a Testaccio: Mattatoio di Testaccio, uno dei vecchi padiglioni

All’interno del Mattatoio di Testaccio, oltre alle aule universitarie, alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio e ad una sede della Scuola di belel Arti di Roma, è stato collocato il Macro-Testaccio, sede distaccata del Macro Museo d’Arte Contemporanea Roma di Via Nizza e il Macro-Pelanda, enorme spazio ricavato nei padiglioni del Mattatoio una volta utilizzati per pelare i suini ed oggi utilizzato per esposizioni, attività formative, laboratori. Inoltre, parte dello spazio dietro gli edifici del Macro, verso Lungotevere Testaccio, in quello che era il Campo Boario, è utilizzato dalla Città dell’Altra Economia,  dove si tengono eventi ed incontri per la promozione dell’agricoltura biologica, del  commercio equo e solidale e delle discipline e filosofie connesse alla rinnovabilità e all’economia consapevole. Qui ci sono anche una libreria, un bar-ristorante ed un supermercato di impronta bio: solo un tentativo, a mio parere, di dare una nuova vita alla struttura di archeologia industriale che invece potrebbe essere opportunamente valorizzata e recuperata. Ma. si sa, a Roma tutto è molto complicato.

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Cosa visitare a Testaccio: Mattatoio di Testaccio,il portale di ingresso

Il nuovo mercato rionale di Testaccio

Altro motivo per visitare Testaccio è il nuovo mercato rionale, trasferito nel luglio 2012 dalla storica sede di Piazza Testaccio a via Galvani, in pratica si trova proprio di lato all’ex  mattatoio. Un mercato di concezione contemporanea (progetto dell’architetto Marco Rietti), molto luminoso e caratterizzato da linee nette, non solo rivendita di merci deperibili ma anche centro di aggregazione del quartiere, dove pranzare con pochi euro assaggiando le specialità proposte da giovani chef che rielaborano la cucina romana in versione street food e utilizzando la piazza con tavolini condivisi per sedersi.

Si possono acquistare piatti di pasta semplice o ripiena cucinata al momento, bere centrifughe e assaggiare insalate totalmente bio (da Zoe, consigliatissimo!), provare la cucina del quinto quarto in versione panino, assaggiare gelati bio o vegan ,a anche un piatto tipico della cucina romana, il carciofo alla giudìa. Comodo il parcheggio coperto e nelle belle giornate molto ambiti i tavolini all’aperto

Al nuovo mercato di Testaccio c’è anche il chiosco di Cristina Bowerman, chef stellata, che qui propone cucina gourmet all’interno di bicchieroni di carta. E’ un mercato all’aperto seppur coperto e, come lo storico mercato di Testaccio, accanto alle rivendite di alimentari si aprono rivendite di abbigliamento, accessori, scarpe, borse, libri, arredi per la casa, stoffe per un totale di 103 chioschi ed una sosta dopo la visita al Mattatoio di Testaccio è la migliore conclusione di una mattinata di visite alla Roma testaccina.

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Cosa visitare a Testaccio: Mattatoio di Testaccio, il campo boario

Informazioni utili e link:

Mercato di Testaccio:

  • ingressi da via Beniamino Franklin, via Alessandro Volta, via Aldo Manuzio, via Lorenzo Ghiberti
  • orari di apertura; dal lunedì al sabato dalle 7:00 alle 15:30

Mattatoio di Testaccio:

Macro Testaccio

La Pelanda

Città dell’altra economia

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

  1. Avatar
    Lara Aprile 02, 2017

    Ciao Claudia, grazie mille per questo articolo! Non sono di Roma, volevo fare un giro alternativo agli itinerari turistici e così, ispirata dalle tue descrizioni ed alle tue foto, ho scelto una passeggiata al Testaccio. Ho scambiato quattro chiacchiere con l’oste di Checchino: “testaccini” da cinque generazioni, nel culto del quinto quarto; mi ha mostrato la cantina del ristorante, dove ho visto i cocci che dan nome al quartiere!

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      Claudia Boccini Aprile 04, 2017

      Lara, grazie a te per esserti fermata a leggere 🙂 Mi fa davvero piacere!
      I testaccini sono persone speciali, e riuscire a vedere i ‘cocci del monte del cocci’ è avere la possibilità di fare un salto nella storia di Roma antica. Felice di esserti stata utile!

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