Il quartiere di Shimokitazawa di Tokyo

Che quartiere scegli, a Tokyo? Meglio il lussuoso quartiere di Ginza, l’elegante zona di Omotesando, la frenetica Shibuya, il tradizionale e verde Ueno oppure l’elettrizzante Akihabara? Io scelgo, senza alcun dubbio, il caratteristico quartiere di Shimokitazawa! Piccolo, fuori dalla cerchia dei quartieri degli affari e dei grandi grattacieli che fanno assomigliare la capitale giapponese ad una delle tante metropoli del Mondo, Shimokitazawa non è un quartieri turistico, uno di quelli che si visitano necessariamente la prima volta che si atterra a Tokyo. Ed anche noi, a dir la verità, lo abbiamo scoperto solo durante il terzo viaggio in Giappone, un’attesa ripagata dalla scoperta di una zona di Tokyo diversa, assolutamente distante dall’iconografia classica che si può avere di un quartiere giapponese, qui non ci sono ne’ grandi grattacieli futuristici ne’ i templi della tradizione.

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Gallerie d’arte e insoliti edifici nel quartiere di Shimokitazawa

Il quartiere di Shimokitazawa è assolutamente unico, un labirinto di piccole strade tagliato a metà dai binari della ferrovia – la stazione è in posizione centrale – su cui si affacciano centinaia di piccoli negozi che vendono oggetti curiosi o di design, abbigliamento vintage, dischi, libri. Nell’insieme quel che più ci ha incuriosito è il numero incredibilmente elevato di locali culturali e librerie, qui ci sono officine creative e ristoranti alla moda, pasticcerie, gallerie d’arte, bar dall’aspetto quasi parigino. C’è chi definisce il quartiere di Shimokitazawa come il regno degli hippy giapponesi, un po’ di atmosfera alternativa in effetti si respira, è una fucina di tendenze e di progetti innovativi ma noi abbiamo avuto l’impressione che più che essere un rifugio per giovani squattrinati sia un quartiere in fluida evoluzione, sempre più apprezzato da chi possiede un buon reddito visti anche i costi delle case che vengono proposte dalle numerose agenzie immobiliari che ci sono in zona.

Facile da raggiungere, collocato vicino al centro caotico di Tokyo ma altrettanto lontano per consentire una migliore qualità di vita, nel quartiere di Shimokitazawa le automobili hanno vita difficile, per via delle stradine strette, poco più che viottoli asfaltati su cui si affacciamo case di forme bislacche, spesso una attaccata o sovrapposta all’altra: ma non fidatevi delle apparenze, non sono solo case minime per studenti o coppie, assai spesso gli ambienti interni sono stati ristrutturati seguendo progetti di architetti di grido.

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Alcune delle vie del quartiere di Shimokitazawa

Ben collegato grazie alla stazione ferroviaria, che si trova proprio al centro del quartiere ed è in corso di totale rinnovamento, il quartiere di Shimokitazawa ha un’anima bohemienne ed hipster allo stesso tempo. Noi lo abbiamo visitato a mattina del 1° gennaio, in uno dei rari  momenti di quasi tranquillità quando gran parte dei negozi erano ancora chiusi e relativamente poche persone camminavano per le sue vie. Nonostante ciò, lo spirito internazionale e multiculturale del quartiere era evidente: tra l’altro, è stato il luogo di Tokyo dove abbiamo incrociato più residenti occidentali – e sì, se dovessi vivere a Tokyo, anche io probabilmente farei di tutto per abitare qui!

Una volta arrivati alla stazione di Shimokitazawa, servita dalla linea ferroviarie Odakyu Odawara Line e dalla  Keio Inokashira Line, vi suggerisco di uscire dalla parte dove si trova il MacDonalds (punto di riferimento fondamentale, in una città dove le vie quasi mai hanno nomi!) ed imboccare la strada in leggera discesa a destra, un continuo susseguirsi di negozi di abbigliamento usato, di cappelli di ogni forma, di scarpe particolari, di borse dalle forme insolite. Anche nel quartiere di Shimokitazawa ricordatevi l’abitudine tutta giapponese che vuole che negozi e ristoranti non si trovino solo al piano terreno dei palazzi ma anche ai piani superiori o inferiori. Quindi, alzate lo sguardo e cercate di interpretare le insegne, che locali e negozi interessanti potrebbero essere non solo al piano stradale.

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Atmosfere quasi occidentali in questa parte del quartiere di Shimokitazawa

Vi avverto: sarà difficile riuscire a resistere a fare acquisti anche perché qui i prezzi sono generalmente più competitivi che in altre zone di Tokyo. Una volta arrivati alla fine della strada in discesa, si apre una piazzetta con palazzi più alti, edifici che ricordano città europee più che nipponiche. La doppia fila di alberi che ornano la strada, i tanti murales che adornano muri e serrande, i negozi di fiori e piante, i tavolini all’aperto dei bistrò contribuiscono a creare l’illusione di essere lontani da Tokyo. Tornando indietro verso la stazione e superando il ponticello che oltrepassa la linea ferroviaria, si entra in una zona più residenziale del quartiere di Shimokitazawa, ugualmente affollata di negozi (qui però ci sono soprattutto piccoli supermercati, profumerie, torrefazioni, fornai).

Non ancora stravolto dal turismo, nel quartiere di Shimokitazawa si ritrova l’atmosfera informale di un vivace paese, con i suoi riti e le sue storie: solo qui ho visto tanti cagnolini al guinzaglio di affettuosi padroni – e sì, ci c’è anche un Neko bar, il bar dove si prende il caffé in compagnia dei gatti – tante ragazze in bicicletta con il cestino di paglia, in alcuni casi decorato con fiori e giovani famiglie alle prese con shopping e brunch festivo. Una curiosità: in questo quartiere ci sono diversi piccoli teatri sperimentali e centri di produzione musicale, un motivo in più per visitarlo di sera, quando l’atmosfera si scalda e le tante enoteche e ristoranti sono affollati (ricordatevi, però, che la metropolitana di Tokyo chiude a mezzanotte!).

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Alcuni negozi del quartiere di Shimokitazawa

Come avrete ben capito, nel quartiere di Shimokitazawa non mancano certo ristoranti o locali dove mangiare, per tutti i gusti e le tasche: noi ci siamo fermati per pranzo da Origin Dining, ristorante giapponese “con i tagliandini” da acquistare alla macchinetta all’ingresso (*); il locale si trova  poco più avanti della piazzetta da cui inizia il viale con gli alberi. Il ristorante è sulla sinistra e in due abbiamo speso meno di 2300 yen (pranzo completo con più piatti e due birre).

Shimokitazawa ci è piaciuto parecchio, forse – lo ammetto – è perché assomiglia molto ad un quartiere occidentale e alcune abitudini giapponesi talvolta troppo rigide sono stemperate. Qui ho visto meno inchini, meno ossequio esagerato nei confronti dei clienti, atmosfere più rilassate. Una meta diversa per chi vuole conoscere un’altro aspetto di Tokyo, città multiforme dove riescono a convivere tradizione, presente e futuro.

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Street art nel quartiere di Shimokitazawa

Informazioni utili:

Il quartiere di Shimokitazawa si trova nella zona ovest di Tokyo ed il modo più semplice per raggiungerlo è quello di utilizzare la metropolitana Chyoda Line (linea verde) fino alla fermata di Yoyogi-Uehara, da cui prendere,  per due fermate e non più di 5 minuti di tempo, il treno della ferrovia locale Odakyu Odawara Line. La metro nella stazione di Yoyogi-Uehara ferma sulla stessa banchina della ferrovia, quindi non dovete nemmeno uscire o spostarvi da una parte all’altra. Il costo del tragitto può essere facilmente pagato con un a Suica Card prepagata (se non ricordo male, abbiamo speso 260 yen).

(*) la macchinetta con i tagliandini è il sistema giapponese per fare veloci ordinazioni ed evitare problemi di pagamento: si inseriscono i soldi in una macchinetta simile ad un juke-box, si schiacciano i tasti corrispondenti alle pietanze e/o alle bevande scelte, si prendono i tagliandi ed il resto. Una volta al tavolo, si consegnano alla cameriera i tagliandi e giusto il tempo di preparare avrete servito il pasto.

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

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    Serena Puosi Gennaio 31, 2018

    Ciao Claudia,
    stavo facendo ricerche su uno dei quartieri di Tokyo che mi è piaciuto di più e mi sei uscita come primo risultato, grandissima! Mi sono ritrovata nelle tue parole e spero di poter tornare in questo luogo senza trovarlo cambiato. Io l’ho girato solo di sera e ancora mi mangio le mani per non aver fatto tutto lo shopping che avrei voluto fare lì! 😀

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      Claudia Boccini Gennaio 31, 2018

      Ciao Serena! Che bello leggere un tuo commento qui sul mio blog. Onoratissima! E – ora esce fuori la Claudia più birichina – ti faccio mangiare anche i polsi oltre che le mani perché… sono di nuovo in partenza per il Giappone! 🙂

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