Terzo viaggio in Giappone con i dettagli

Il viaggio in Giappone è terminato (purtroppo!) ed è tempo di tirare le somme di un’esperienza che abbiamo fortemente voluto: è stata infatti la terza volta che siamo tornati a Tokyo e mi rendo conto che a molti la sola di idea di tornare più e più volte in uno stesso luogo, ripetere viaggi già fatti e scoprire destinazioni già conosciute, può far venire l’orticaria. Tuttavia ci sono luoghi, Paesi, Nazioni che con un solo viaggio non si riescono  a comprendere appieno. E’ appunto il caso del Giappone, Nazione che è tutto ed il contrario di tutto, è tradizione e futuro, sobrietà e luci al neon sparate nella notte. Quindi, a chi mi chiede “perché ancora Tokyo, perché ancora un viaggio in Giappone, perché non scegliere un’altra destinazione che ci sono tanti Paesi da visitare, perché sempre lo stesso“, posso solo cercare di raccontare in qualche modo – che le parole sono insufficienti e chi conosce un poco questo Paese incredibile può di sicuro confermarlo – il fascino che questa Nazione e questo popolo esercitano sui viaggiatori occidentali (e ovviamente su di noi!).

Il Giappone è infatti un Paese dove l’educazione e  il rispetto sono valori ancora ben chiari; in cui l’organizzazione è un traguardo raggiunto e l’efficienza ed il miglioramento un traguardo a cui tendere; in cui la cultura – che affonda nella filosofia zen, nella religione buddista e shintoista – si esalta nel dettaglio della perfezione, nella ritualità codificata.

Il Giappone è speciale, unico, difficile da inquadrare nei nostri schemi occidentali, è molto più di una Nazione, perché è un sistema complesso, dove il singolo esiste solo in quanto parte di una collettività. E, quindi, converrete con me che un solo viaggio in Giappone, soprattutto se limitato ai consueti itinerari turistici Tokyo – Kyoto – Osaka,  non riesce a far comprenderne le sue peculiarità se non in modo superficiale. E, allora, al grido di battaglia (e hashtag di rito, lo trovate soprattutto su Instagram perché Twitter mi ha creato qualche problema di geolocalizzazione), ecco che #BussolaGiapponeTre è diventato realtà!

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Per questo “terzo episodio” non ci siano quindi limitati a restare a Tokyo – sebbene la città non finisca mai di stupirmi con nella sua immensa estensione e ogni volta mi stupisco di come un groviglio di case, vie, superstrade, canali, templi e poi ancora grattacieli, negozi e centri commerciali, treni che sfrecciano a velocità fantastiche e linee metropolitane che paiono fili di gomitoli colorati attorcigliati tra loro possano dar vita ad una realtà che funziona alla perfezione. In ogni caso, a Tokyo qualche giorno ci siamo stati per riprenderci dallo stress del fuso orario e del lungo viaggio in aereo e ne abbiamo approfittato per visitare un paio di zone della città che ancora ci mancavano (e sì, il decentrato, poco conosciuto e squisitamente bohemienne quartiere di Shimokitazawa ci è piaciuto davvero tanto da meritare un post dedicato) ma ben presto ci siamo spostati di oltre 1000 km. scendendo fino al sud del Giappone, nell’isola del Kyushu, una delle 4 più grandi isole che insieme ad altre migliaia e migliaia di isole (oltre 6.800) danno vita alla Nazione, che morfologicamente è un arcipelago. Le altre grandi isole sono l’Hokkaidō a nord, l’Honshu al centro – qui c’è anche la città di Tokyo – e lo Shikoku, una grande isola racchiusa tra il Kyushu e l’Honshu, di fronte ad Hiroshima, probabilmente una delle meno conosciute e frequentate dai turisti occidentali. 

In Kyushu abbiamo trovato temperature sono piuttosto miti grazie al clima è subtropicale, tant’è che ad inizio di gennaio c’erano già alcune piante in fiore e nelle ore centrali della giornata si stava bene anche senza piumino, un po’ come in Italia a marzo/aprile. In questa parte del Giappone i flussi turistici sono relativamente meno intensi e vi è la possibilità di immergersi in un Giappone ancora rurale, in cui i campi coltivati e le risaie occupano ampie distese, le coste sono frastagliate e danno rifugio a natanti e barche da pesca mentre a breve distanza colline e montagne, per lo più di origine vulcanica, movimentano il paesaggio. La distanza da Tokyo è notevole, tant’è che per arrivare in Kyushu ci sono volute ben 9 ore di treno veloce shinkansen e da qui si fa prima a raggiungere la Corea e la Cina via traghetto e/o aereo che non la capitale! 

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Dopo la prima tappa a Tokyo – opportuna e necessaria dopo un volo intercontinentale di 14 ore, tra voli e scali aerei, che è stata anche l’occasione per partecipare ai riti del 1° dell’anno, insieme a centinaia di migliaia di cittadini che si recano ai principali templi della città per le preghiere di inizio anno e per acquistare gli amuleti che li accompagneranno nel corso dei mesi a venire, con il treno abbiamo proseguito alla volta di Beppu, cittadina di provincia scelta non a caso per la possibilità di fare bagni nei rinomati Onsen termali e visitare le sorgenti naturali di acque bollenti e ribollenti che sgorgano nel suo territorio. Ci siano quindi spostati a Fukuoka, grande città vitale, centro economico e politico del Kyushu, che è diventata la nostra base per raggiungere con il treno altre località: da qui siamo stati ad Arita, conosciuta in tutto il mondo per la vasta produzione di porcellane giapponesi, un’industria artigianale con manufatti di altissima qualità capaci di rivaleggiare con le più famose porcellane europee (e non per nulla Arita è gemellata con la città tedesca di Meissen, altrettanto famosa per l’industria ceramica di qualità).

Un’altra delle mete pianificate, che abbiamo ugualmente raggiunto da Fukuoka, è Nagasaki, città simbolo insieme ad Hiroshima della follia nucleare ma anche uno dei luoghi che più ha avuto modo di subire influssi con la cultura occidentale: per lungo tempo il Giappone è stato chiuso all’esterno ed uno dei pochi porti di scambio aperti ai commerci con l’occidente era proprio Nagasaki, dove vivevano piccole colonie di portoghesi prima e, successivamente, di olandesi, una presenza davvero “esotica” per il Giappone del tempo! Oggi a poca distanza da Nagasaki, è stato realizzato perfino un parco tematico, Huis Ten Bosch, che riproduce esattamente (immagino che non sia proprio uguale, eh!) una immaginaria città olandese, Palazzo Reale e canali inclusi! Questo ce lo siamo evitato: abbiamo fatto bene, che dite? 😉

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Viaggio in Giappone – itinerari

Insomma, l’itinerario del viaggio in Giappone è stato davvero molto ricco, con la possibilità di provare tante esperienze nuove, come cucinare utilizzando il vapore di una caldera termale o assaggiare a Fukuoka il Tonkotsu, la saporita zuppa a base di brodo di ossa di maiale (no, no  fate ihhhhh di ribrezzo, che l’ho assaggiata anche a Tokyo ed è buonissima!) in uno dei tanti Yatai, la versione nipponica della cucina di strada(gli yatai sono chioschi specializzati in street food, che aprono soprattutto di pomeriggio-sera e sono in genere molto affollati).

Per quanto riguarda l’organizzazione pratica del terzo viaggio in Giappone (i costi sono per 2 persone tranne dove indicato):

  • aereo: da Roma a Tokyo via Francoforte con Lufthansa. Per l’andata abbiamo fatto l’upgrade e prenotato due poltrone di Economy Premium, con un po’ di spazio e qualche benefit in più rispetto ad una semplice Economy, in modo da arrivare a Tokyo meno stremati dal viaggio e poter subito partire in esplorazione della città (al ritorno ci siamo invece incastrati in due normali poltrone economy, ma tanto eravamo talmente stanchi che avremmo potuto dormire anche sui sassi!).
    • Costo del biglietto aereo a/r  €1.435,76 + € 600 per upgrade in economy premium + 50€ di prenotazione posti in anticipo. Nel costo dell’aereo è anche incluso il soggiorno per 2 notti all’arrivo a Tokyo presso l’hotel Tokyu Stay Shimbashi (tra l’altro, il migliore in assoluto tra quelli utilizzati). Tuttavia con un po’ di pazienza si riescono a trovare tariffe aeree inferiori ma il consiglio è di puntare su compagnie europee, che percorrono la ben più veloce rotta polare. Le compagnie degli Emirati (Emirates, Qatar, ecc.) hanno tariffe spesso più basse  e comfort di standard elevato ma percorrono rotte molto lunghe perché passano dall’Asia. Noi nei precedenti viaggi abbiamo utilizzato Alitalia ed Emirates: la seconda davvero ottima ma anche il volo con Lufthansa è stato eccellente;
  • arrivo, immigrazione e trasferimento verso Tokyo: all’andata siamo atterrati all’aeroporto di Tokyo Narita e abbiamo espletato tutte le formalità di immigrazione (in volo viene consegnato il modulo per la richiesta del visto e le dichiarazioni doganali): foto di rito, impronte, eventuale intervista e passaggio attraverso i varchi doganali. Prima ancora di salire sul treno Skyliner, della compagnia ferroviaria Keisei, che collega Narita alla stazione di Ueno/Tokyo in poco più di 40 minuti (2.400 Yen a persona, circa 21€), abbiamo utilizzato l’Ufficio delle ferrovie JR per cambiare i voucher e ritirare il pass ferroviario. Vi conviene farlo in aeroporto in modo da avere già il documento a portata di mano e perché c’è meno caos. Altra alternativa, è cambiare il voucher alla stazione di Ueno. L’hotel hotel Tokyu Stay era in zona Shimbashi, ben collegato con i mezzi di trasporto pubblico: si può raggiungere sia con la metro gialla, la Ginza Line, o più facilmente con la ferrovia urbana Jamanote Line, che compie un percorso pressoché circolare attorno a quello che possiamo considerare il centro di Tokyo. Il volo di ritorno, sempre con Lufthansa, è decollato invece dall’aeroporto di Tokyo Haneda, molto più vicino al centro e collegato in modo efficiente con il treno monorotaia (che abbiamo preso per la prima volta, passando attraverso quartieri moderni costruiti su terre strappate al mare). Il costo della monorotaia è di 490 yen, meno di 4 euro, ma è gratuito se si ha il Japan Rail Pass;

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  • treno: per spostarci da una parte all’altra del Giappone (e risparmiare tanti, ma tanti soldini!) abbiamo acquistato via internet dall’Italia il Japan Rail Pass, utilissimo per spostarci da Tokyo fino al sud con gli Shinkansen (tutti, tranne i treni Nozomi e Mizuho) poi giornalmente dalla stazione di Hakata (è questo il nome della stazione ferroviaria di Fukuoka) verso le altre città del Kyushu: il costo può sembrare elevato ma a conti fatti abbiamo risparmiato tantissimo, più del doppio;
    • costo del JRPass: 29,110 yen a persona, circa 250€ (sommando il costo dei diversi itinerari in treno, abbiamo risparmiato più di 600 euro)
  • assicurazione; abbiamo acquistato l’indispensabile assicurazione sanitaria (anche questa volta, come da un po’ di anni a questa parte, stipuliamo un’assicurazione di viaggio annuale multi-viaggio con Columbus assicurazioni, che garantisce prestazioni di qualità) al costo di € 253,49;
  • mezzi pubblici e metropolitane: valutato quanto avremmo dovuto usare la metropolitana o i mezzi pubblici, in alcuni giorni abbiamo optato per l’acquisto di un biglietto giornaliero (a persona: 1000 yen a Tokyo, 900 yen a Beppu inclusi i bus che portano alla zona geotermale, 620 yen a Fukuoka, altrimenti le singole corse partono da un minimo di 160 yen a salire in base al tragitto percorso) perché molto conveniente. Altra alternativa, acquistare una Pasmo o una Suica Card (sono carte ricaricabili, dei borsellini elettronici con cui si pagano bus metro e molto altro, incluso le bevande alle macchinette automatiche onnipresenti per le strade di Tokyo);
  • hotel: sia a Tokyio che a Beppu e a Fukuoka abbiamo alloggiato nei business hotel perché, nonostante le camere generalmente minuscole (avete visto il video che ho messo su Youtube?), hanno un rapporto qualità/prezzo imbattibile e, comunque, in hotel in Giappone ci stiamo giusto il tempo per dormire!
    • Tokyo: Hotel My Stay Shimbashi – costo per 2 notti incluso nel pacchetto viaggio Expedia “volo + hotel”; in assoluto, il miglior albergo in cui siamo stati in questo viaggio;
    • Beppu: Beppu Daiti Hotel – costo per 2 notti Yen 32.880 (€ 269.166): piccolo hotel a gestione familiare, comodo perché vicinissimo alla stazione ma per il resto nulla di che ed anche la colazione lasciava un po’ a desiderare; in ogni caso le stanze sono piuttosto grandi per lo standard nipponico. SE dovete andare a Beppu, meglio puntare su hotel business delle catene alberghiere più conosciute;
    • Fukuoka: Hotel Wing International Select Hakata: costo per 3 notti Yen € 30.960 (€ 253.448) rapporto costo qualità elevato. Piacevole, ben arredato ma con un enorme handicap: le camere normali sono davvero microscopiche. Nonostante ciò, è un hotel che ci è piaciuto parecchio per i servizi, il décor moderno e adatto a viaggiatori e la sua collocazione, strategica per visitare la città e raggiungere la stazione ferroviaria.
    • Tokyo: solo per una notte, prima di ripartire per l’Europa, abbiamo alloggiato all’Hotel MyStays Hamamatschuco, costo € 106,70. Decoroso, pulito e con stanze non opprimenti, perfetto per chi deve ripartire con l’aereo da Tokyo Haneda (l’altro aeroporto che serve la capitale giapponese). 
  • pasti: non preoccupatevi, in Giappone non avrete problemi per mangiare bene e spendere relativamente poco! Molte volte abbiamo pranzato nei locali che utilizzano gli impiegati per la loro pausa pranzo (spesa media per 2 persone, 1.600-1800 yen, meno di 15€ al cambio dell’11.1.2017 (1000 yen= 8,188€), oppure nelle Izakaia, le locande senza troppe pretese (anche qui, al massimo abbiamo speso 2.500 yen,  meno di 21€ in due). Ovviamente ci sono anche ristoranti più raffinati o specializzati in cucine regionali, in ogni caso, al massimo abbiamo speso 10.000 Yen per un raffinato pranzo in stile tradizionale, pari a 81€ in due. In totale, per le spese per i pasti, per gli ingressi ai musei ed ai parchi, per i trasporti urbani e per piccoli sfizi come un caffè o un dolcetto, in totale abbiamo speso in due meno di 700€ (a parte le spese per acquisti vari, assolutamente non quantificabili vista la mia passione per lo shopping, che in Giappone trova la sua massima espressione!).
  • cambio valuta: prima di partire da Roma abbiamo cambiato circa 500 euro, con un tasso piuttosto sfavorevole  (1000Yen =8,5€)  rispetto a quello che abbiamo trovato in Giappone prelevando tramite bancomat e carta di credito. A proposito: per prelevare la soluzione migliore è utilizzare gli ATM dei negozi SevenEleven, che accettano Bancomat, Visa e MasterCard, anche prepagate.
  • prese elettriche: in un mondo tecnologico, è essenziale avere a disposizione un adattatore oltre ad un trasformatore (in Giappone la corrente viaggia a 100 V rispetto ai 220 V italiani). Le prese sono diverse da quelle europee, simili a quelle americane. Noi abbiamo risolto portando con noi il Dodocool, che ha, tra le altre, la presa giapponese  e due uscite per USB.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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