Cucinare con il vapore a Beppu, in Giappone

Cosa ho fatto in Giappone oltre a visitare le sorgenti naturali, rilassarmi negli Onsen, passeggiare sui sentieri di montagna visitare città? Ho cucinato con il vapore a Beppu! Certo, non in una cucina normale, dove le pentole si pongono sui fornelli. No, io ho cucinato a Beppu sui vapori dell’inferno! Alt, momento, che qui Belzebù non c’entra proprio un bel nulla perché l’inferno di cui parlo non è quello di Dante & Co. ma ‘inferno’ è il nome giapponese che viene dato alle fumarole che caratterizzano il territorio della cittadina ed in particolare la zona del distretto di Kannawa. Il metodo di cottura in questione, Jigoku Mushi (la cottura a vapore dell’inferno) è un metodo adottato in queste zone da diversi secoli, quando di necessità (e di fin troppi vapori bollenti) si faceva virtù.

Vicino alla zona delle sorgenti naturali (rileggetevi il post, vi aiuta ad entrare nell’atmosfera e a comprendere meglio dove ci troviamo!), poco distante dal capolinea degli autobus di Kannawa, c’è infatti un locale che permette ai visitatori di cimentarsi con questa particolarissima tecnica culinaria che, nella sua semplicità estrema, permette cotture salutari e soprattutto saporite. Il locale,  Jigoku Mushi Kobo (questo il sito web, cliccate sulla traduzione in inglese) è strutturato in più zone ed all’interno c’è anche l’angolo dell’ufficio turistico, dove ci sono addetti che parlano un ottimo inglese e possono esservi di aiuto per comprendere il metodo di cottura. La struttura è gestita dalla Municipalità di Beppu e qui sono tutti volontari, che ci lavorano per tramandare e far conoscere gli antichi usi. E, lo ammetto, cucinare con il vapore a Beppu mi è piaciuto proprio tanto, molto molto divertente!

Funziona così:

  • una volta entrati, andate al banco delle prenotazioni e riservate una postazione di cottura: potreste aspettare un po’ (noi abbiamo atteso 80 minuti) perché cucinare ‘Jigoku Mushi’ è una vera particolarità;
  • acquistate alla macchinetta gli scontrini per noleggiare tutto quanto necessario per la cottura: innanzitutto, dovete premere il tasto delle ‘pentole’ in cui inserirete i diversi ingredienti. Le pentole in realtà sono ciotole di acciaio, cesti di vimini e contenitori di acciaio;

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  • quindi acquistate gli scontrini degli ingredienti che volete cuocere: potete scegliere tra verdure, pesce, carne, riso, uova, polpette di riso e pesce, pannocchie, funghi. Noi abbiamo preso polpo e patate, zucca dolce, polpette di pesce e gamberetti, uova sode e un assortimento di verdure, oltre a un paio di birre analcoliche (in questo posto l’alcool è vietato) e ad un gelato di agrumi jizu per un totale – pentole incluse – di 3.000 yen in due (meno di 25€);

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  • in cambio degli scontrini, l’addetto alla preparazione sistemerà gli alimenti che avete acquistato nelle pentole, inserendole in un cestello di acciaio una dentro l’altra secondo l’ordine di cottura: gli ingredienti che necessitano di più tempo di cottura vanno in basso, ciò che cuoce rapidamente, come il polpo o le polpette di pesce, in alto. Vi verrà dato anche un timer, essenziale perché avete 30 minuti di tempo per portare  a termine la cottura degli alimenti (più che sufficiente, ma potete avere a disposizione le postazioni di cottura per più tempo pagando un piccolo supplemento) e un foglietto in inglese con le istruzioni;

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  • quando è il vostro turno, verrete accompagnati da una volontaria alla vostra postazione, che altro non è che un buco in una struttura di mattoni in cui passa il vapore ad altissime temperature. Le postazioni sono all’aperto, e la visibilità in alcuni momenti – quando contemporaneamente vengono sollevati più coperchi – è davvero scarsa! Tutto è molto pulito, ordinato, organizzato. Se all’inizio l’impressione che si prova è di star cucinando in modo fin troppo spartano, poi ci si rende conto che il sistema è rodato e funziona alla perfezione;

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  • dopo aver indossato un paio di guanti di gomma spessa, dovete aprire la ‘caldaia’ spostando il pesantissimo coperchio di legno che la chiude e inserire con cautela il cestello ‘porta pentole’ per poi richiudere immediatamente il tutto;
  • nel frattempo, vi verranno forniti i tempi di cottura e verrà impostato il timer, che suonerà ogni volta uno degli alimenti impilati è pronto per essere assaggiato (nel nostro caso, il primo a cuocere è stato il polpo, seguito a ruota dalle polpette di riso e dai gamberetti mentre le ultime a cuocere sono state  le patate;

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  • scordatevi di mangiare con calma e rilassati, soprattutto se avete preso alimenti con tempi di cottura diversi: ogni tot. di minuti la sveglia suona e dovete andare nella zona cottura, aprire il coperchio, estrarre il cestello porta pentole, prendere quanto pronto, richiudere il coperchio e portare in tavola. Non ci sono camerieri o inservienti, il personale che circola è tutto volontario ed ha il compito di istruire i novelli cuochi e far sì che non succedano problemi, non certo di servire a tavola;

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  • scegliete un tavolo: nel costo è compreso tutto quanto necessario e quindi trovate piatti, tovaglioli, bicchieri e bacchette mentre negli scaffali trovate le salse, il sale e anche posate in stile occidentale. Un consiglio (ho sbirciato i miei vicini di posto): se pensate di assaggiare pesce, vongole o gamberetti, procuratevi in un supermercato un paio di limoni, che una spruzzatina ci sta benissimo. Le vicine di tavolo si erano anche portate l’olio ma, a dir la verità, a me la cottura a vapore è piaciuta anche senza alcun grasso aggiunto;

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  • il gusto delle pietanze è eccellente, con il vapore la cottura è veloce ed il gusto viene esaltato. In più, la presenza di sali minerali nelle acque termali conferisce sapore e gusto molto particolare anche ad un semplice uovo sodo!
  • una volta terminata la cottura, se dovete prendere un dolcetto dovete tornare al banco delle prenotazioni mentre le bevande le trovate alle macchinette a gettoni;

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  • Avete finito di mangiare? Bene, cucinare a vapore a Beppu significa anche occuparsi di riordinare per cui fate i bravi e di corsa a lavare pentole e piatti! Come vi dicevo, il luogo funziona con volontari e quindi è giusto che ciascuno provveda a lavare i piatti e le stoviglie utilizzate per cui a disposizione ci sono diversi lavabi, sapone, spugnette: qui sì che fa tanto effetto campeggio!. Di tanto in tanto, una delle volontarie verrà a verificare che abbiate lavato bene e che abbiate riordinato come si deve (sarà un caso, ma a lavare i piatti ho visto solo e soltanto donne, nonostante il locale fosse pieno di famiglie!)

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  • in attesa che sia il vostro turno – come vi dicevo, al momento della prenotazione vi viene assegnato un orario – potete approfittarne per visitare la zona di Kannawa, caratteristica con il suo pavimento in lastroni, le abitazioni basse con piccoli giardini, le fumarole che ogni tanto si levano nell’aria. Oppure, vicino al locale del Jigoku Mushi, potete provare l’esperienza del bagno di vapore ai piedi: sotto una tettoia circolare ci sono numerosi sedili posti davanti a cavità dove si inseriscono le gambe, che si coprono con un cassetta di legno sagomata: pare che facciano benissimo! Sempre accanto al locale della ‘cottura con il vapore’ c’è una fonte di acqua ferruginosa ed un bagno plantare nell’acqua termale.

Qualche consiglio per cucinare con il vapore a Beppu:

  • cercate di prendere pesce e verdure, carne e verdure in modo da assaggiare sapori diversi. E assaggiate le uova: cotte in questo modo assorbono naturalmente il sale e sono buonissime!
  • gli orari di apertura vanno dalle 9.00 alle 20.00 (ultimo giro di cotture)
  • si arriva al Jikogu Mushi dalla stazione ferroviaria di Beppu con i bus 2, 5 e 26 (fermata stazione dei bus di Kannawa) e si scende per 50 metri sulla via Ideyu-Zaka (è quella che ricorda una antica strada giapponese)
  • se come me indossate gli occhiali, fate in modo di toglierli quando sollevate il coperchio di legno o non vedrete più assolutamente nulla perché le lenti si appannano in modo totale;
  • non scordatevi mai i guanti a prova di vapore: se non si sta ben attenti è facile ustionarsi.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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