Botero in mostra a Roma con le sue donne morbide

L’ho anticipato nel post sulle 7 mostre in programma a Roma tra aprile e giugno 2017: dal 5 maggio al 27 agosto presso il Complesso del Vittoriano – Ala Brasini, sarà esposta la mostra retrospettiva di Fernando Botero, in occasione dei 50 anni di carriera del pittore colombiano, noto al grande pubblico per la sua produzione di opere in cui le persone, gli spazi e perfino gli oggetti hanno dimensioni generose e si collocano in contesti allo stesso tempo immobili ed onirici. Attraverso le sue donne morbide, l’artista esprime sua visione del mondo, assolutamente personale ma sempre estremamente poetica.

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L’obiettivo del mio stile è di esaltare i volumi, non solo perché questo amplia l’area su cui posso applicare il colore, ma anche perché trasmette la sensualità, l’esuberanza, la profusione della forma che sto cercando. (F. Botero).

Al centro delle opere di Botero ci sono donne e uomini in carne, quasi sempre con gli occhi piccoli, che riempiono lo spazio trasformandolo in luogo dove le azioni, le attività appaiono immobili, cristallizzate nel momento, non c’è la fluidità dei movimenti, ne’ la propensione all’azione. I suoi quadri paiono fotogrammi distorti in cui le azioni, le storie di vita restano appese alla tela: Botero ha uno stile plastico e popolare, apparentemente comprensibile e facilmente riconoscibile, ed è questo uno dei motivi del suo successo internazionale.

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In realtà, la vita del pittore è sempre stata piuttosto complicata e complessa: nato a Medellin, in Colombia,  nel 1932, più volte sposato, assai spesso criticano e a lungo non apprezzato per la sua produzione artistica, sia nella sua terra di origine che nei circoli artistici internazionali. Ha vissuto a Parigi, a New York, in Italia (dove ha lavorato a Pietrasanta, dove ha casa ed è anche cittadino onorario), non sempre in floride condizioni economiche, Botero è riuscito a creare uno stile nuovo, che ha come muse ispiratrici da un lato le forme generose delle opere del rinascimento, di Velasquez (incantevole la sua Meniña vestita con abito grigio e rosso, la gonna ampia per via del guardinfante), di Rubens e dall’altro i colori netti, le atmosfere, il linguaggio visivo ed interpretativo tipico del Sud America.

Il problema è determinare la fonte del piacere quando si guarda un dipinto. Per me il piacere viene dall’esaltazione della vita, che esprime la sensualità delle forme. Per questa ragione il mio problema formale è creare sensualità attraverso le forme (F. Botero).

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Le sue donne e uomini floridi, obesi più che in carne, sono sempre immobili pur quando sono ritratti in un volteggio del tango, che siano ritratti su tela o tradotti in sculture; sembrano l’antitesi della sensualità e della bellezza secondo i canoni comuni eppure riescono ad attrarre proprio in quanto facilmente riconoscibili. Un Botero è un Botero proprio perché ha uno stile inconfondibile, che – non me ne vogliate per questo paragone azzardato – rammenta le illustrazioni dei libri dei bambini, in cui le immagini vengono tratteggiate utilizzando geometrie facili, colori netti e linee semplici. La mostra romana su Botero, con la sua collezione che abbraccia un così lungo arco temporale,  vuole cercare di andare oltre la riconoscibilità istintiva e narrare il percorso artistico che ha portato Fernando Botero a diventare ‘il pittore delle forme estese’.

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Nella mostra su Botero, curata dallo storico e critico d’arte Rudy Chiappini (già direttore del museo d’arte moderna di Lugano) in collaborazione con lo stesso artista, sono esposte circa 50 delle tantissime opere prodotte dall’artista; la selezione, che arriva a Roma in prestito da diversi Musei e collezioni internazionali, ripercorre la carriera del pittore ottantacinquenne nel periodo che va dal 1958 al 2016, in modo da garantire la comprensione della sua evoluzione stilistica unica in cui forme, volume e colore sono i tre elementi fondamentali di un percorso complesso di comprensione (o, di contro, di vera obnubilazione) della realtà, spesso violenta e difficile come quella conosciuta nella Colombia della sua infanzia. Tra le opere in mostra a Roma, i Musici, Donna seduta , Passeggiata sulla collina, Natura morta con strumenti musicali tanto per citare le più conosciute. Il Maestro Botero ha voluto presenziare all’inaugurazione della mostra romana, a cui hanno partecipato storici dell’arte, galleristi, esponenti della politica e dello spettacolo: una festa per l’esposizione ma soprattutto per gli 85 anni del pittore, in splendida forma.

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La mostra si articola in più sale espositive, tutte al primo piano dell’Ala Brasini del Palazzo del Vittoriano e quel che più mi ha colpito visitandola sono state le dimensioni dei quadri, molto grandi: le riproduzioni e le stampe non riescono nemmeno lontanamente a far intuire quanto i volumi siano ampi non solo nei soggetti ma anche in termini di spazio e dimensioni delle tele. Inoltre, i colori delle opere sono decisamente più vivaci di quanto si possa intuire dalle fotografie.

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Fernando Botero

Informazioni utili:

  • Botero al Complesso del Vittoriano, ala Brasini – dal 5 maggio al 27 agosto. La mostra è aperta tutta la settimana, con orario 9.30 – 19.30. Il venerdì ed il sabato prolunga l’orario di chiusra fino alle 22.00 e la domenica fino alle 20.30. Sono previste aperture straordinarie il 2 giugno, il 29 giugno ed il 15 agosto (consultare gli orari sul sito).
  • Il biglietto di ingresso (12€ il biglietto intero, 10€ il ridotto) comprende l’audioguida.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

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    Claudia Landoni Maggio 04, 2017

    a Pasqua sono andata a prendere un aperitivo a Pietrasanta e facendo un giro all’esterno della fonderia Mariani, con la quale Botero lavora, ho visto una statua nuova di zecca, pronta per essere pulita e consegnata, chissà dove e chissà quando. No so se tu sia già stata nella chiesa in cui Botero ha dipinto su un lato il Paradiso e sull’altro all’Inferno, raffigurandosi anche lui…nel posto più caldo 🙂

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      Claudia Boccini Maggio 04, 2017

      Questa sera andrò alla pre-inaugurazione della mostra romana: chissà che non trovi la nuova statua! 🙂
      (apprezzo sempre l’ironia di chi si mette dalla parte dei peggiori e Botero, oltre a piacermi come artista, mi piace anche per questo!)

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