L’avvincente storia di Utrecht in un percorso verticale

Utrecht è la città che abbiamo visitato per ultima nel corso del nostro viaggio in Olanda ma poiché la storia di Utrecht è anche la storia dei Paesi Bassi e la municipalità è stata spesso al centro di vicende importanti per l’intero territorio  – tutti abbiamo studiato sui libri di storia il Trattato di Utrecht, accordo di pace che mise fine ad un periodo di guerre sanguinose che avevano sconvolto l’Europa del XVII° secolo, definendo confini e zone di influenza –  credo che meriti uno dei primi articoli post viaggio. Ma non solo. Perché proprio ad Utrecht è possibile conoscere la città prendendo parte a due distinte visite guidate che messe insieme “costruiscono” un percorso verticale, e dalle viscere della città si arriva quasi a toccar le stelle!

Comincio subito con il dire che Utrecht è una gran bella città, vicina ad Amsterdam – in treno ci si impiega all’incirca mezz’ora – ed è  attraversata come molte altre località olandesi da canali che nei tempi passati erano utilizzati come vere e proprie “vie d’acqua” e su cui venivano trasportate merci. La curiosità è che i canali di Utrecht hanno un doppi livello, in alto corrono le strade, le vie ciclabili e i marciapiedi per i pedoni ombreggiati da alberi mentre in basso, a poca distanza dall’acqua del canale, c’è un livello “di servizio”, un tempo adibito alle attività mercantili: dove una volta c’erano magazzini ed uffici portuali oggi si aprono ristoranti, bar, locali in cui rilassarsi guardando il placido scorrere delle acque.

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Ad Utrecht c’è un’ampia scelta di attività turistiche e non mancano interessanti mercati tipici, i numerosi musei sono di respiro internazionale ma c’è un fulcro attorno cui ruota tutta l’urbanistica della città ed è facile da individuare: da qualsiasi parte si guardi, l’occhio cade inevitabilmente sull’alta torre campanaria della Cattedrale, la Domtoren, in assoluto la torre gotica più alta dell’intera Olanda con i suoi oltre 112 metri.  Se si arriva ad Utrecht da lontano, è proprio la Domtoren ad annunciare la città: la torre si trova sulla piazza del Duomo (in olandese Domplein), uno dei luoghi più affascinanti e scenografici della città che insieme alla Domkerk, la Cattedrale della città dedicata a San Martino di Tours, si trova nella parte più antica di Utrecht, ovvero la zona in cui i soldati romani inviati nel 1° secolo dopo Cristo dall’Imperatore Claudio posero i loro accampamenti militari ed edificarono in seguito una fortezza difensiva seguendo i consueti criteri costruttivi del castrum romano, quindi una pianta rettangolare con una due vie principali in asse perpendicolare, un piccolo avamposto successivamente denominato con il nome di Traiectum (traducendo dal latino, significa all’incirca passaggio sul fiume, in questo caso il fiume Reno) che era parte di un più complesso sistema difensivo.

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Tra una passeggiata nelle belle vie della città e una sosta nei parchi – molto rilassante l’atmosfera del De Voorveldse Polder, accanto cui sorge lo Star Lodge Hotels dove abbiamo pernottato e proprio deliziosa l’oasi verde del Wilhelminapark, tra una visita al Centraal Museum per incontrare lo stile e le opere della corrente De Stijl e un tuffo nell’infanzia con la sosta al Museo della dolcissima coniglietta Miffy, personaggio creato dall’artista Dick Bruna, ad Utrecht abbiamo potuto ripercorrere la storia della città in un percorso verticale, toccando con mano le fondamenta della città fino a volgere lo sguardo a 360° su Utrecht ed il territorio olandese circostante, senza alcun limite se non il cielo stesso. Siamo partiti dal basso, anzi, per l’esattezza proprio da sotto terra, fino ad arrivare alla sommità della torre campanaria Domtoren e questo grazie alla collaborazione con Utrecht Marketing che ci ha invitato a rivivere la storia della città guardandola da due punti di vista unici, diversi ma assolutamente non privilegiati. Sia il percorso del Domunder, che porta fin nelle “viscere di Utrecht” che la la possibilità di salire sulla torre campanaria Domtoren sono infatti due attività normalmente aperte al pubblico, ed è possibile prenotare la visita ed acquistare i biglietti sia su internet che presso il locale Ufficio del Turismo (vi consiglio di prenotare prima di partire perché soprattutto nella bella stagione entrambe le due visite guidate sono molto apprezzate e generalmente non ci sono troppi posti per turno di visita). E’ sicuramente meglio iniziare con il percorso del Domunder perché vi fornirà tantissime informazioni sulla città di Utrecht, sulla sua origine, sulla sua storia e le sue vicende e vi farà rivivere attraverso un complesso sistema di luci, suoni, rumori ed immagini multimediali, l’evento disastroso che nel XVII° secolo ha cambiato il volto della città e parte della sua urbanistica, per proseguire poi con la “scalata” della Torre, fino ad arrivare proprio in cima.

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Il tour Domunder parte da Domplein e l’ingresso è al n. 4 della piazza, a pochi passi dall’Ufficio del turismo: la prima parte del percorso di visita è esplicativa e le informazioni vengono fornite sia in olandese che in inglese. Attraverso ricostruzioni, mappe, strumenti ed immagini ci si focalizza sui metodi costruttivi utilizzati dai romani per erigere la fortezza di Trajectum: se all’inizio veniva utilizzato come materiale il legno, successivamente, a seguito di incendi e per rafforzare la capacità difensiva, furono fatte  giungere dalla Germania attraverso imbarcazioni che scendevano lungo il fiume Reno delle pietre robuste e leggere, simili alla pietra pomice, le stesse che sono state ritrovate dagli archeologi alla base della cinta muraria antica. Sempre nella sala di esposizione c’è la ricostruzione del laboratorio archeologico e alcune teche con materiali di lavoro. Il percorso prosegue con un filmato, che narra le vicende del Duomo di Utrecht e la nascita di quella che sarebbe dovuta essere probabilmente la Cattedrale più grande dell’Olanda: l’edificio del Duomo come lo vediamo oggi è infatti solo una (piccola) parte del complesso della Cattedrale gotica e se ci chiediamo perché la torre campanaria sia stranamente così distante dalla Chiesa, la risposta va cercata in una data: 1° agosto 1674.

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La prima cattedrale di Utrecht, sorta sullo stesso terreno su cui era stata edificata la fortezza romana di Trajectum, era di legno tuttavia nell’VIII° secolo il vescovo Willibrord, monaco di origini anglosassoni, decise di edificare una Chiesa in pietra per preservarla dai continui incendi: era una chiesa semplice, solo successivamente modificata in stile romanico; con l’espandersi dei commerci e con il maggior potere economico e politico della città, nel XIII° secolo fu poi deciso di costruire una nuova Cattedrale, che andava ad ampliare la precedente, da edificare secondo i canoni dello stile gotico francese allora in uso.

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Una Cattedrale che nelle ambizioni dell’epoca doveva essere enorme e le cui dimensioni complessive si possono ancora facilmente intuire se si presta un po’ di attenzione alle linee ed ai segni  posti sulle strade circostanti la zona di Domplein – sono ben visibili quelli che si trovano circa a metà di Servetstraat, davanti all’arco da cui si possa sotto la Domtoren – che indicano il perimetro occupato nel XVII° secolo dalla Cattedrale gotica mentre sulla stessa piazza del Duomo sono indicate tramite l’utilizzo di mattoni di colori diversi dove erano posizionate le grandi colonne dell’edificio; la Torre campanaria, che oggi vediamo staccata dal Duomo, allora era un tutt’uno con la Cattedrale e ne costituiva anche la porta di accesso: per far immaginare come dovesse è stata collocata una gigantografia sulla parete del Duomo che riproduce prospetticamente la cattedrale gotica: provate a guardare dall’arco sotto la Domtoren e l’illusione è perfetta!

Tuttavia per problemi progettuali (e c’è chi dice anche per l’uso di materiali scadenti) l’edificio gotico non era poi così solido e il 1° agosto 1674 la fragilità della struttura fu evidente in occasione di  una terribile tempesta, forse un vero e proprio tornado, che colpì i Paesi Bassi. La tempesta perfetta riuscì a fare danni ovunque ma quando arrivò ad Utrecht, successe la tragedia: le deboli strutture della Cattedrale gotica non ressero l’urto e tutta la navata centrale crollò in gran parte: resistettero alla furia del vento e della pioggia solo la parte più antica della Cattedrale (quella che ancora oggi vediamo sulla piazza), la torre campanaria, parte dei chiostri. Una vera tragedia, che gli abitanti di Utrecht dell’epoca imputarono ad un castigo divino. In ogni caso, i detriti, le pietre, le lesene e i capitelli spezzati non furono rimossi e resteranno a terra, in quella che oggi è la Domplein, per oltre 150 anni!

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La storia di Utrecht è avvincente quasi quanto un romanzo e si vorrebbe saperne di più ma dopo la teoria viene il tempo della pratica e quindi bisogna immergersi nelle viscere della terra: una volta apprese le informazioni necessarie per proseguire nell’itinerario, si lascia infatti il centro didattico ed informativo per scendere attraverso una porticina in un ambiente sotterraneo un po’ misterioso. Ma nessuna paura: all’ingresso vi verranno fornite delle speciali torce che svolgono anche la funzione di audio-guide ed un accompagnatore sarà sempre con voi.

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Siete pronti per entrare nella storia e vivere gli eventi del 1° agosto 1674? Improvvisamente le luci si abbassano, da sotto il pavimento, dal soffitto, ovunque, si levano suoni e rumori: ci troviamo nel mezzo della scena della tempesta ed in circa trenta minuti la rivivremo momento per momento, ascoltando i gemiti e lo scricchiolio degli edifici, l’ululato del vento, il rumore delle pietre che si infrangono a terra e spostandoci pian piano lungo un percorso per vedere con i nostri occhi il disastro. Con la torcia possiamo illuminare dettagli – ci sono resti della cattedrale, alcune colonne che facevano parte del deambulatorio, pietre spezzate, mura antiche, perfino una tomba ed uno scheletro. Non siamo più nel XXI° secolo ma stiamo tremando come gli abitanti di Urecht dell’epoca, davanti alla forza impressionante e invincibile della natura. Viene in mente la frase “cenere alla cenere, polvere alla polvere” di biblica memoria e cerchiamo rifugio, di restare uniti: sappiamo che è solo una scenografia particolarmente coinvolgente, che gli effetti sono multimediali e non reali, ma è difficile scacciare la sensazione di precarietà davanti alle rovine della Cattedrale che incontriamo nel percorso!

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Con la nostra speciale torcia illuminiamo dettagli e tramite gli auricolare ascoltiamo gli approfondimenti. Il suono attorno a noi riproduce ancora la pioggia battente e una volta giunti alla fine del percorso riguadagniamo velocemente l’uscita, assicurandoci una volta e poi ancora un’altra, che il sole sia bello alto, che non ci siano nuvole o venti minacciosi all’orizzonte e che l’attuale Cattedrale di San Martino sia ancora al suo posto. Il Domunder è un’esperienza davvero coinvolgente, capace di far tornare indietro nel tempo e con cui si approfondisce la storia di Utrecht senza mai annoiarsi!

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Per quanto riguarda la visita guidata della Domtoren ho lasciato invece a Francesco l’onore dell’ascesa e delle foto mentre io mi precipitavo a fare shopping prima che i negozi chiudessero (ad Utrecht l’orario di chiusura scatta generalmente alle 18.00 e, fidatevi!, ci sono tanti negozi deliziosi da vedere). La torre ha un’altezza di 112 metri e 35 centimetri dal suolo e con la visita guidata è possibile salire i 465 scalini che portano fino in cima su scale sempre più strette e in un punto, quasi alla fine della salita, per passare Francesco si è dovuto girare di fianco. In ogni caso, lascio a lui il racconto della sua esperienza.

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“Salire sulla Torre è abbastanza impegnativo ma non quanto si potrebbe pensare, perché non è che dalla base si arriva sulla cima tutto in una volta, si fanno diverse soste utili per riprender fiato ma soprattutto per approfondire i segreti della Domtoren. La nostra guida – che parlava sia olandese che inglese – ha fatto la  prima sosta a 11 metri di altezza presso la Cappella di San Michele o Michaelskapel, una cappella utilizzata dal vescovo ed edificata in mattoni rossi, piuttosto buia e spoglia, illuminata da un grande lampadario con lampadine che ricordano candele e in cui la luce naturale arriva solo dai finestroni che si trovano in alto. L’atmosfera è davvero particolare ed ecco il motivo per cui oggi questa sala viene utilizzata anche per eventi e per celebrare matrimoni! Si prosegue a salire sulle scale e ben presto si arriva ad un’altra sala con relativa sosta: siamo già a 25 metri di altezza e ci troviamo nella Cappella di Egmond, la Egmondskapel, che prende il nome da colui che fu vescovo di Utrecht tra il 1534 ed il 1559. Utilizzata per lungo tempo come stanza dei guardiani della torre o anche come sala del tesoro, oggi ospita una piccola esposizione museale. La salita fino alla cima della Domtoren è ancora lunga, quindi, via, verso il livello superiore!

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La sosta successiva avviene dopo 221 scalini: siamo nel piano delle campane e soprattutto siamo già arrivati a 49 metri di altezza!  Le enormi 14 campane (di cui alcune originali del 1505) in particolari occasioni vengono ancora suonate ‘a forza di braccia’ grazie alla Gilda dei Klokkenluiders, un’ associazione di ispirazione medievale di suonatori di campane; la campana più grande, la Salvator, pesa ben 8.227 chili mentre la più piccolina (è ovviamente tutto relativo) viene chiamata Adrian e pesa ‘solo’ 281 chili.

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Salendo ancora si arriva al punto in cui è  posizionato il carillon della Torre, composto da 50 campane di diverse misure (di cui 33 sono le originali realizzate nel 1664 dai fonditori fratelli Hemony) che ogni 15 minuti rallegrano Utrecht con il loro suono cristallino e musicale grazie a meccanismi automatizzati che riproducono brani di grandi compositori o di artisti contemporanei. Tutti i sabati tra le 11.00 e le 12.00 le campane del carillon danno vita ad un concerto diverso, grazie all’abilità della signora Malgosia Fiebig, 17° maestro di carillon ufficiale di Utrecht, che lo suona utilizzando una sorta di clavicembalo da cui aziona le campane.

Successivamente, arrivati a 318 gradini (sempre più stretti) si sosta nella zona della lanterna, particolare perché completamente aperta (non è stata una scelta casuale: così il vento non trova resistenza e si evitano problemi strutturali) e da cui si ha una bella vista sulla città e sul suo circondario. Manca ancora un po’ per arrivare proprio in cima e da qui davvero le scale diventano strettissime, a chiocciola e impegnative perché si sale dentro uno dei pilastri della torre: non si vede la fine e l’impressione è di non arrivare mai! Dopo ben 465 gradini in totale e 40 minuti di tempo, siamo finalmente arrivati alla sommità della Domtoren: inutile dire che la vista è fantastica nonostante le reti di protezione che circondano l’ultimo piano e da quassù la Cattedrale sembra una casa di bambole munita di guglie e pinnacoli. Dall’alto si intuisce facilmente come dovesse essere la Cattedrale prima degli eventi burrascosi del 1674, il chiostro è una macchia verde e il piccolo giardino sotto la torre quasi non si vede.”

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Informazioni utili :

  • Domunder – in Domplein 4; aperto da martedì a domenica con visite guidate ogni ora a partire dalle 10.30 fino alle 16.30; solo di martedì e mercoledì è previsto una visita straordinaria alle 19.30. Costo del biglietto 11€ adulti, ridotto per studenti e ragazzi 8,50€ (pagamento solo con carta di credito). Il percorso complessivo dura all’incirca un’ora, un’ora ed un quarto. Consigliata per bambini a partire dagli 8 anni di età.
  • Domtoren – Domplein, La visita parte dall’Ufficio Turistico di Utrecht ed è necessariamente guidata. Il costo del biglietto – che si può acquistare anche su internet – è di €9 (previste riduzioni) ed ogni giorno ci sono diverse visite ma per gli orari esatti bisogna consultare la pagina per l’acquisto dei biglietti; sulla torre non si possono portare zaini o borse ingombranti e per custodirli ci sono armadietti gratuiti presso l’Ufficio turistico ma bisogna ricordarsi che l’Ufficio chiude alle 17.00. I ragazzi di età inferiore ai 16 anni possono partecipare solo se accompagnati da un adulto e la visita dura complessivamente un’ora.

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

3 Comments

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    Anna Malagoli Maggio 10, 2017

    Grazie Claudia per questo tuo stupendo pezzo sulla città di Utrecht. Complimenti anche per le foto!

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