I Grandi Maestri 100 Anni di fotografia Leica

C’è una mostra, a Roma, che gli appassionati di fotografia non possono perdere: fino al 18 febbraio 2018 presso il Complesso del Vittoriano – Ala Brasini  sarà aperta al pubblico I Grandi Maestri 100 Anni di fotografia Leica che può essere visitata seguendo un duplice canale espositivo: da un lato, la celebrazione della macchina fotografica Leica, dall’altro l’esposizione di ritratti, paesaggi e foto di reportage vera e propria, con oltre 350 opere fotografiche originali realizzate dai più noti fotografi del ‘900, che attraverso le immagini hanno creato racconti di vita che altro non sono che frammenti della nostra storia più recente, che va dagli anni ’20 del Novecento ad oggi.

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La storia della Leica

La mostra I Grandi Maestri 100 Anni di fotografia Leica inizia ripercorrendo la storia di questo eccezionale apparecchio fotografico. Fin dalla sua nascita, la Leica è stata una macchina fotografica eccezionale: il suo inventore, l’ingegnere tedesco Oskar Barnack  (1879 – 1936) lavorava presso la ditta Leitz per lo sviluppo di microscopi ed era appassionato di fotografia; all’epoca le macchine fotografiche erano scatole pesanti e scomode da trasportare ed utilizzavano pellicole altrettanto poco funzionali, vere e proprie lastre su cui attraverso la luce veniva impressa l’immagine: l’intuizione vincente di Barnack fu quella di creare macchine fotografiche portatili, piccole e maneggevoli, che al posto delle classiche pellicole fotografiche utilizzavano le più piccole pellicole cinematografiche da 35 mm. perforate, che una volta impresse venivano inviate in laboratorio per ingrandire le immagini e quindi stamparle. La nuova macchina fotografica, un gioiello della tecnica tedesca, venne battezzata Leica, sintesi di Leitz Camera e dopo un prototipo del 1913 (la Ur-Leica) fu messa definitivamente in produzione solo nel 1925, con il modello Leica I e presentata alla Fiera di Lipsia.

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Esteticamente innovativa – poco più di una scatoletta – ma indubbiamente bella, la Leica utilizzava materiali di qualità, aveva un corpo metallico e un obiettivo fisso rientrante e successivamente venne integrata con un telemetro e dotata di obiettivi facilmente intercambiabili grazie all’attacco a vite. Ben presto la Leica divenne una delle macchine fotografiche più amate dai reporter e dai fotografi che lavoravano in situazioni di conflitti, ma anche lo strumento preferito dei fotografi specializzati in quella che oggi chiamiamo street photography.

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Nel 1954 l’apparecchio fotografico venne riprogettato e venne creata la Leica M3 con mirino, telemetro e compensazione automatica, nel 1968 venne messa in produzione la Leicaflex SL (fotocamera reflex) e nel  1984 la Leica M6, che mette insieme la misurazione tramite telemetro e la visualizzazione con led nel mirino; nel 1996 viene messa sul mercato il modello S1, la prima macchina fotografica digitale prodotta da Leica  e nel 2004 viene sviluppato un sistema ibrido reflex-digitale (Leica R8). Da qui, ogni anno l’azienda tedesca propone modelli sempre più tecnologici e innovativi, destinati ad una clientela di professionisti e clienti esigenti. L’ultima nata della Leica è il modello M10, estremamente sottile e compatto, l’ideale da portare con sé per essere sempre pronti a scattare foto indimenticabili.

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Tutti gli apparecchi fotografici Leica sono prodotti ancora oggi con cura artigianale e sebbene il loro costo non siano alla portata di tutti, possedere una Leica è il sogno di tanti fotografi, professionisti e appassionati ed il simbolo di un certo modo di fare fotografia e di porsi – come fotografi – nei confronti del mondo. La Leica ha dato impulso al foto-giornalismo, al reportage, alla fotografia di viaggio grazie alla sua perfetta meccanica e alle dimensioni contenute, una fedele compagna pronta a scattare e a fissare per sempre, attraverso le immagini, momenti importanti. Perché spesso una foto vale più di tante parole, come appare sempre più evidente pian piano che si osservano le foto esposte nella mostra I Grandi Maestri 100 Anni di fotografia Leica di Roma.

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La mostra fotografica

Da 100 anni i fotografi più famosi utilizzano la Leica per i loro scatti e l’apparecchio è stato il testimone di eventi che hanno inciso profondamente nella nostra storia. Nella mostra I Grandi Maestri 100 Anni di fotografia Leica sono esposte le foto di fotografi come Henri Cartier-Bresso, Gianni Berengo Gardin, Sebastião Salgado, Robert Frank, Robert Capa, Elliott Erwitt, alcune di queste talmente note da essere icone della nostra storia: penso alal foto nella storia con la morte del miliziano spagnolo di Capa, il bacio a Times Square di Alfred Eisenstaedt,  il volto di Ernesto Che Guevara – sì, proprio quello che ritroviamo stampato su bandiere, magliette e gadget – ritratto nel 1960 da Alberto Korda a L’Avana o le terribili immagini della bambina vietnamita che fugge durante gli attacchi con il napalm, opera del 1972 di Nick Út.

Le  foto in bianco e nero – intense, reali, talvolta imperfette ma sempre emozionanti – e le più recenti foto a colori sono suddivise in 16 sezioni cronologiche e tematiche, accompagnate da una selezione di documenti, libri, apparecchi fotografici e dalla narrazione degli eventi in  cui la scatoletta Leica ha avuto il ruolo di spettatrice e protagonista.

Informazioni utili:
  • Roma sarà l’unica tappa italiana della mostra fotofrafica I Grandi Maestri 100 Anni di fotografia Leica prodotta da Arthemisia e Contrasto e curata dal critico fotografico Hans-Michael Koetzle;
  • la mostra – che come già ricordato resterà aperta  fino al 18 febbraio 2018 presso il Vittoriano – Ala Brasini ingresso lato via dei Fori Imperiali, si può visitare tutta la settimana (orari: lunedì-giovedì dalle 9.30 alle 19.40, venerdì e sabato chiude alle 22.00 mentre la domenica alle 20.30).
  • il biglietto costa 12€, ridotto 10€
  • link di riferimento:  http://www.ilvittoriano.com/mostra-leica-roma.html
  • curiosi di sapere quanto costa una macchina fotografica Leica? Non poco, comunque nell’ordine di alcune migliaia di euro.

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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