Un bellissimo fine settimana tra i Monti Sibillini
I Monti Sibillini costituiscono un ecosistema unico del Centro Italia, in cui coesistono armonicamente la natura ancora selvaggia, i borghi storici – spesso microscopici – e tante piccole attività imprenditoriali, artigianali e agricole, per lo più a gestione familiare. E trascorrere un fine settimana tra i Monti Sibillini assicura la possibilità di conoscere un eco-sistema integrato in cui la natura è il filo comune che lega ogni cosa.
Una delle filiere più importanti e conosciute del territorio in cui si trovano i Monti Sibillini è sicuramente quella agro-alimentare: cereali, formaggi, insaccati che superano ogni prova e che – prodotti con amore e attenta cura – partono alla volta dei mercati nazionali ed internazionali. Tutto perfetto, quindi? Sì, fino al 24 agosto 2016 (e poi ancora nel gennaio 2017), quando la serie di terremoti e scosse di assestamento – terremoto che proprio tra i Monti Sibillini ha avuto l’epicentro – hanno colpito Lazio, Marche ed Umbria lasciandosi dietro una scia di disastri creando condizioni sfavorevoli e bloccato le attività (e la quotidianità) di chi tra i Sibillini abita.
Paesini che già potevano contare solo su poche centinaia di abitanti hanno finito per svuotarsi, ben visibili le ferite sugli edifici, le abitudini e le consuetudini stravolte dalla necessità di doversi trasferire sulla costa e da questa tornare giornalmente per seguire le attività lavorative e della ricostruzione.
A tutto ciò, si aggiunge la diaspora dei turisti, quelli che sceglievano di trascorrere vacanze o fine settimana tra i Monti Sibillini all’insegna dello sport, dell’escursionismo e dell’aria buona e di quelli che apprezzavano le atmosfere genuine dei paesi, che hanno scelto di abbandonare temporaneamente queste montagne incantevoli, zeppe di leggende che affondano le origini nella notte dei tempi ed i cui panorami sono mozzafiato, tanto che nulla hanno da invidiare a quelli alpini.
Nasce su queste premesse e si sviluppa sotto un cielo blu intenso capace di rendere magnifici i colori autunnali dei boschi, il nostro bellissimo fine settimana tra i Monti Sibillini nell’ambito del progetto Good Morning Sibillini.
Fine settimana tra i Monti Sibillini: l’evento Good Morning Sibillini
L’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha organizzato Good Morning Sibillini come un evento diffuso, che dimentica i confini regionali ed abbraccia Umbria e Marche (regioni su cui si sviluppa il territorio del Parco stesso) per valorizzare e, appunto, risvegliare, l’attenzione collettiva su questa zona d’Italia abitata da uomini e donne talvolta aspri e schivi ma sempre generosi e coraggiosi e promuovere un turismo consapevole, attento, informato, che torni a prendere confidenza con i Monti Sibillini ed il suo sistema sociale.
Perché nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nonostante alcuni sentieri non siano più percorribili e alcuni rifugi portino i segni del terremoto, è ancora possibile fare escursioni, passeggiate e trekking, percorrere itinerari in mountain bike, incantarsi davanti alle albe ed ai tramonti, partecipare alle escursioni guidate organizzate dallo stesso Ente Parco, sostare presso locande, rifugi e ristoranti che – non senza difficoltà – hanno aperto di nuovo le porte ai turisti.
E al di là della possibilità di entrare in contatto con un sistema-natura efficiente e validissimo, in cui trovano spazio attività educative, sportive e naturalistiche in mezzo ad una natura che definire strepitosa è poco, il fine settimana tra i Monti Sibillini del blog tour è servito anche ad incontrare le persone, il motore umano che ha permesso ad aziende ed imprese di ripartire.
Siamo partiti da Roma in un piovoso e buio pomeriggio di venerdì alla volta di Amandola, uno dei comuni marchigiani più grandi che si trovano all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dove siamo arrivati percorrendo la via Salaria, strada sempre meno trafficata man mano che ci siamo addentrati tra le montagne mentre i tanti sensi unici alternati e le luci feroci degli insediamenti temporanei del post terremoto ci segnalavano che ci stavamo addentrando nella zona più segnata dal sisma.
Ché a dirla tutta, finché non ci passi accanto, non ci vivi dentro, nemmeno ti rendi ben conto di cosa possa significare per una comunità un disastro così grande perché una cosa è la tv, i video, la narrazione mediata da terzi, altro è vedere case abbandonate, impalcature che abbracciano con forza edifici, campanili di chiese dove non risuona più alcun rintocco: fa malissimo al cuore e allo spirito se sei un forestiero, immagino quanto lancinante sia il dolore per chi qui ha sempre abitato e vissuto.
Ma come sempre, la rinascita è più che possibile e, anzi, è già avvenuta.
I Monti Sibillini sono proprio così, un’unione inscindibile in cui trovano spazio aspetti naturalistici, antropologici e sociologici e di ciò ne abbiamo potuto avere un piccolo assaggio fin dal risveglio della mattina di sabato quando, aprendo le finestre della nostra camera essenziale ma accogliente presso l’Agriturismo Cittadella dei Sibillini, il buongiorno ce l’ha dato una giornata luminosa di autunno che nulla aveva a che spartire con la serata piovigginosa della sera precedente.
Al posto delle gocce di pioggia, un paesaggio fantastico in cui i colori aranciati dei boschi contrastava con il cielo blu intenso e con la prima neve che ammantava la vetta del Monte Vettore.
Fine settimana tra i Monti Sibillini: alla scoperta di piccoli paesi e di paesaggi autunnali
L’itinerario alla scoperta del Parco Nazionale dei Monti Sibillini ed, in particolare, del settore a nord-est che si sviluppa tra le provincie di Macerata, Ascoli e Fermo nei comuni di Montemonaco, Montefortino, Amandola, Bolognola e Fiastra è iniziato proprio a Fiastra (attenzione, non ha nulla a che vedere con l’Abbadia di Fiastra, di cui vi ho parlato in un post precedente).
Qui, oltre ad ammirare il lago azzurro che è stato artificialmente creato nel 1955 a seguito della costruzione della diga sul fiume Fiastrone per scopi idroelettrici e che in estate diventa meta di sport e attività balneari, abbiamo visto da lontano le lame rosse, particolari formazioni di argille a forma di pinnacoli, nate a seguito dell’erosione degli agenti atmosferici, che nel colore e nella conformazione mi hanno ricordato non poco le decantate ocre rosse del Roussillon provenzale.
Da Fiastra ci siano spostati insieme alla guida Michele Sensini, nel piccolo borgo di Bolognola, noto per essere una delle stazioni sciistiche del Monti Sibillini, dove abbiamo imboccato il sentiero – facilissimo! – che porta fino all’area faunistica dedicata al ripopolamento del camoscio appenninico, sottospecie del camoscio alpino che ha curiosi legami con i camosci dei Pirenei come dice anche il nome in latino (Rupicapra pyrenaica ornata).
Gli animali pur in cattività hanno 3 ettari di bosco a loro disposizione, che riproduce lo stesso habitat naturale in cui sono abituati a vivere, con terreni e pareti rocciose dove arrampicarsi. I camosci sono animali selvatici e schivi, dichiarati a rischio d’estinzione e non amano troppo farsi vedere sebbene nell’area faunistica vengano nutriti dall’uomo (non lo sapevo: sono vegetariani e mangiano tanto sale!) e quindi, purtroppo, non siamo riusciti a fotografarli.
Ripartendo da Bolognola (struggente la sua chiesa, apparentemente intatta ma a ben guardare squarciata nel campanile) siamo saliti in quota fino a 1.389 metri, fino a raggiungere l’ altopiano di Ragnolo, un vero e proprio terrazzo sui Monti Sibillini da cui – nelle giornate terse e soleggiate – si riesce addirittura a vedere il mare Adriatico e più oltre fino alle coste della Croazia.
Il bosco qui lascia il posto ad ampi pascoli e se in in primavera si coprono di fioriture multicolore, in inverno ospitano l’unica pista di sci da fondo della zona e sono il paradiso per chi ama ciaspolare.
Dire Monti Sibillini significa dire rispetto della tradizione anche a tavola, significa la disponibilità di prodotti genuini, il cui sapore è il plus di qualsiasi ricetta.
Durante il nostro fine settimana tra i Monti Sibillini un aspetto importante – ciò che è legato alla convivialità è sempre importante! – è stata la scoperta dei sapori della tradizione presso il Rifugio Tribbio, che è parte del sistema di rifugi che si incontrano lungo il percorso di trekking il Grande Anello dei Sibillini.
Il rifugio, oltre ad offrire accoglienza per la notte – dispone di 4 camere per un totale di 20 posti letto – ha un eccellente servizio di ristorazione e noi più che un pranzo abbiamo fatto una vera e propria degustazione a base di piatti poveri ma saporiti come la zuppa di legumi, i crostini con le cicorie e le verdure di campo, la polenta con le spuntature, gli strozzapreti con salsiccia e vino vernaccia e, vera chicca del pasto, lo spezzatino di cinghiale.
Peccato non essere rimasti più a lungo per apprezzare la calda accoglienza del Rifugio, ma ci aspettavano ancora un paio di incontri davvero speciali e dovevamo cercare di raggiungere il paese di Cessapalombo prima che il sole tramontasse del tutto.
Il motivo della fretta è che il Giardino delle Farfalle, uno dei musei e centri visita del Parco, deve essere visitato con la luce perché è un vero e proprio giardino dedicato alle farfalle autoctone, che nella giusta stagione (da primavera fino al primo autunno) vengono attratte all’interno dell’area del centro visita grazie alla piantumazione di specie arboree e alla coltivazione di fiori particolarmente graditi ai colorati animaletti alati.
Come vi dicevo anche poco sopra, è un luogo ideale per le famiglie, per i bambini e per tutti coloro che vogliono trascorrere una giornata nel verde imparando cose nuove: al Giardino vengono proposti percorsi guidati, laboratori, lezioni all’aperto, esposizioni museali.
Gli edifici in muratura, che erano la sede del Giardino delle Farfalle, hanno riportato danni ingenti a causa del terremoto ma Fabiana e Patrizio, i due gestori, non si sono persi d’animo e, con atteggiamento che ho notato essere comune a tutti coloro che vivono nel Parco, anziché lamentarsi aspettando interventi ‘dall’alto’ si sono rimboccati le maniche allestendo strutture alternative ugualmente belle e accoglienti e portando avanti, comunque, la missione del Giardino (ed alla riapertura del Giardino, prevista per la primavera, pare che ci saranno grandi sorprese che non vediamo l’ora di scoprire!).
Ci siamo poi diretti verso l’azienda agricola del signor Luigino Maurizi, che si trova in una posizione spettacolare in mezzo ai boschi (peccato che fosse già buio, ma vi assicuro che non esiste inquinamento luminoso e le stelle sembrano così vicine da riuscire a toccarle con mano!) per una chiacchierata amichevole in cui oltre a darci dettagli sulle sue attività come imprenditore agricolo – produce cereali, alleva vacche e vende legna e carbone – ci ha raccontato alcuni aneddoti legati alla vita di montagna e agli animali che vi abitano tra cui di una volpe intraprendente, non troppo spaventata dalla presenza dell’uomo, sorpresa a rubare i croccantini del gatto di famiglia!
Saremmo restati a lungo ad ascoltare Luigino ma era oramai tempo di rientrare ad Amandola, dove ci aspettava Diamanti a Tavola, il festival del tartufo bianco pregiato e dei prodotti tipici dei Monti Sibillini, giunta alla 20^ edizione.
Il tartufo è una delle eccellenze del territorio ed un valore aggiunto all’economia dei luoghi: nei Sibillini si trovano sia tartufi neri che bianchi, in assoluto i più pregiati e costosi (un chilo di tartufi bianchi può raggiungere migliaia di euro!).
La raccolta del tartufo bianco – nome scientifico tuber magnatum pico 1788 – avviene in un periodo piuttosto ristretto, solo dall’ultima domenica di settembre fino al 31 dicembre.
Nell’ambito di Diamanti a Tavola – oltre ai tartufi vengono proposte ai visitatori anche le altre tipicità gastronomiche dei Monti Sibillini, come i salumi, i formaggi, le mele rosa, le marmellate e i prodotti del bosco – all’interno della tensostruttura Pala Tuber si avvicendano chef di ristoranti marchigiani che si sfidano a colpi di ricette, ovviamente a base di tartufo: inutile dirvi che i tagliolini cotti nel brodo e arricchiti di scaglie di tartufo bianco erano a dir poco stupendi e che il battuto di vitello marchigiano con fondente di patate e tartufo nero dei Sibillini, creazioni dello chef Aurelio Damiani della Trattoria Damiani e Rossi di Porto San Giorgio, era da doppio applauso!
Diamanti a Tavola è una festa di popolo corale e partecipata, capace di richiamare visitatori e turisti nel borgo di Amandola proprio grazie alla possibilità di degustare i pregiati tartufi o di assaggiare – a costi ben più modici – menù tipici nelle cantine.
Una festa di piazza che è anche festa di rinascita ed occasione per riaffermare la forza della comunità: Amandola è stato) ed ha passato periodi oggettivamente brutti, non del tutto superati, che hanno però rafforzato legami e stretto di più forti. E sì, anche una festa di paese può essere occasione per tornare, ancora una volta di più, alla normalità ed il mio ringraziamento va a voi, uomini e donne dei Sibillini: la vostra tenacia ed il vostro impegno a ripartire sono di esempio!
La domenica mattina ci aspettava un trekking facile, il Sentiero Natura di Amandola, uno dei sentieri ad anello studiati appositamente per escursionisti poco allenati (pochi chilometri di percorso, minimo dislivello, un rifugio che è base di partenza e di arrivo).
La partenza del nostro gruppo e di tutti coloro che avevano scelto di partecipare alle attività proposte dall’Ente Parco con Good Morning Sibillini – erano presenti anche diverse famiglie con bambini – era fissata al Rifugio Garulla, una struttura nuova e moderna che oltre ad un ristorante offre sistemazioni per la notte ed uno spiazzo dove montare le tende.
Il percorso si snoda inizialmente in mezzo ai pascoli per poi proseguire nel bosco dove, grazie alle guide del Parco nazionale dei Sibillini che ci accompagnavano abbiamo potuto notare impronte di animali selvatici (caprioli, per lo più) ed apprendere nozioni di botanica.
Poche salite, tante discese, un piccolo guado da attraversare ed infine il sentiero entra in una vallata ariosa, da cui si vedono le montagne e in basso un’antico complesso ecclesiastico.
Peccato che, a questo punto, dopo che una delle guide ha segnalato che il percorso sarebbe diventato leggermente più ripido e che avremmo dovuto accelerare il passo per non fare tardi, io mi sia fatta prendere dalla paura blu di non farcela a proseguire e soprattutto di essere di intralcio a tutto il gruppo per cui, dopo essermi consultata con Francesco, abbiamo deciso di tornare indietro sui nostri passi, seguendo a ritroso il sentiero già percorso.
E, ovviamente, ci siamo persi! Io dicevo di andare a sinistra, lui a destra, il sentiero era simile a quello seguito all’andata ma in realtà non era quello, morale della favola abbiamo perso più di un’ora e mezza prima di riprendere il giusto sentiero e tornare indietro fino al rifugio Garulla, esattamente quando il resto del gruppo stava rientrando, fresco come una rosa, dopo aver completato l’anello (e no, non era complicato, l’ho saputo da loro!).
Quindi non so dirvi cosa c’è oltre l’Abbazia ma posso raccontarvi per filo e per segno cosa non bisogna mai fare in montagna: mai intraprendere sentieri – anche se facili – se non si è un minimo allenati; mentre si cammina avere sempre dei punti di riferimento e seguire i segnavia bianchi e rossi; portarsi una mappa topografica dietro; avere acqua di scorta e soprattutto mai farsi prendere dall’ansia pensando che il bosco pulluli di lupi, orsi e strani animali!
Il Parco Nazionale del Monti Sibillini propone diverse tipologie di itinerari, alcuni davvero facili altri adatti solo ad escursionisti esperti e i miei preferiti sono sicuramente i percorsi urbani, che consentono di scoprire i paesi medievali e le piccole pievi; a seguire le passeggiate ed i Sentieri Natura, di cui 2 sono adatti per essere percorsi anche con i passeggini – mentre le escursioni ed i trekking impegnativi li lascio volentieri ai più esperti, che potranno scegliere di seguire il Grande Anello dei Sibillini o farne alcune tappe.
Fine settimana tra i Monti Sibillini: informazioni e link utili
- Parco nazionale dei Monti Sibillini
- Il Giardino delle Farfalle di Cessapalombo (al momento, solo pagina facebook)
- Rifugio di Tribbio (Fiastra)
- Rifugio Garulla (Amandola)
- Agriturismo Cittadella (Montemonaco)
- Azienda agricola Luigino Maurizi (Cessapalombo)
- Comune di Amandola
- Diamanti a Tavola
- Nel territorio dei Monti Sibillini alcune strutture turistiche hanno subito danni ma tante altre sono aperte e funzionanti, così come le strade sono quasi tutte percorribili: insomma, è davvero possibile organizzare una vacanza o un fine settimana tra i Monti Sibillini.
- Sul sito del Parco Nazionale dei Monti Sibillini (vedi sopra) si trovano tutte le indicazioni utili, con aggiornamenti costanti sullo stato dei sentieri, delle strade e delle chiusure/aperture delle strutture turistiche, inclusi ristoranti, hotel, B&B, agriturismi e rifugi (nello specifico, le informazioni turistiche le trovate nella sezione Visitare il Parco).
- Per raggiungere il versante marchigiano dei Monti Sibillini avete due possibilità: seguire la strada statale Salaria fino ad Acquasanta del Tronto e quindi seguire le indicazioni per Comunanza e Amandola oppure prendere l’autostrada A1 con uscita ad Orte, quindi proseguire per Spoleto-Foligno e da qui prendere la nuova superstrada che collega l’Umbria con Civitanova Marche, uscendo a Caldarola (seguire le indicazioni per Sarnano e Amandola).
- Al blog tour sui Monti Sibillini hanno partecipato Maria Luisa Roncarolo di Italia coi Bimbi (post: Week end sui Sibillini con bambini), Alessandro Bertini di Girovagate, Monica Nardella di Turista di Mestiere e gli instagramers Gionata Smerghetto (@gionata_s) e Federica Lazzarini (@chicwave).
- Ringrazio l’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini per l’accoglienza e la disponibilità ed un grazie particolare va a Michele Sensini, giornalista, comunicatore ma soprattutto guida escursionistica free-lance che ci ha accompagnati nell’itinerario alla scoperta dei Monti Sibillini: le sue informazioni e la sua conoscenza del territorio – ma ancor più delle persone che vi abitano – sono state preziose per comprendere, almeno un poco, lo spirito dei Sibillini (*).
Il blog tour è stato effettuato in collaborazione con l’Ente Parco Nazionale dei Sibillini.
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