Quanto è buono il Bossche Bollen, il dolce di Den Bosch

Una città si conosce vivendola, passeggiando per le sue vie, apprezzando i luoghi d’arte e di cultura e, nel caso di ‘a Hertogenbosch anche assaggiando un dolce pieno di bontà! A Den Bosch è un rito: tra una visita e l’altra bisogna assolutamente trovare il tempo per fermarsi in una pasticceria o in un bar e ordinare un buon caffè accompagnato da una Bossche Bollen, il dolce caratteristico della città, un sorta di bignè gigante a forma di sfera completamente riempito con panna montata più o meno zuccherata e – udite udite! – una glassatura compatta e lucida di cioccolato fondente!

Noi lo abbiamo assaggiato presso la caffetteria del Noordbrabats Museum e se all’inizio immaginavamo che il dolce fosse di dimensioni simili ad un bignè di profiteroles, quando il cameriere ci ha mostrato la versione ‘normale’ – circa 12 cm. di diametro! – abbiamo immediatamente deciso di dividere un Bossche Bollen in due per non finire sopraffatti da tanta dolcezza (e vi assicuro che anche solo la metà è stata sufficiente per saziarci per diverse ore!).

Il Bossche Bollen di Den Bosch è un dolce tutto sommato recente, che risale al secolo scorso e ovviamente ci sono diverse ricette tramandate nel tempo ma pare che la ricetta originale – bignè + panna montata + cioccolato fondente come copertura – sia quella custodita da una delle pasticcerie più famose della città, la Banketbakkerij Jan de Groot, i cui locali si trovano proprio sulla strada che dalla stazione porta fino al centro storico della città (è poco più avanti della fontana con il drago dorato, sulla destra andando verso il centro).

In realtà di dolci simili al Bossche Bolle ce ne sono diversi nel mondo, solo per citarne alcuni esiste il Moorkop (sempre olandese), il tedesco Mohrenkopf  o Schokoküsse (se avete visitato i mercatini di Natale in zone di lingua tedesca lo avrete visto senz’altro, è una specie di cilindro di cioccolato con una base di biscotto, talvolta decorato con zuccherini colorati)  lo scozzese Tunnock’s Tracake avvolto in brillanti carte argentee, perfino i whippet cake americani assomigliano, nel ripieno e nella glassatura, al Bossche Bollen. Assomigliano, appunto. Perché ciò che realmente differenzia il dolce tipico di Den Bosch dai suoi cugini dolci è il ripieno: il Bossche Bollen è farcito con panna montata (solo in alcuni rari casi, per garantire una maggiore stabilità e conservabilità, viene aggiunta della meringa alla panna), mentre in tutti gli altri casi il ripieno è a base di meringa all’italiana (ovvero, cotta a bagno-maria mentre viene montata) o addirittura il ripieno è a base di gelatinoso marshmallow.

Non dico che la possibilità di assaggiare la Bossche Bollen vale da sola un viaggio a Den Bosch, no questo proprio no (la città va visitata per ben altri ed interessanti motivi!) ma di sicuro posso dirvi che andare a Den Bosch e non assaggiare la Bossche Bollen è un delitto! Magari una piccola, ma assaggiatela! Di Bossche Bollen ce ne sono infatti diverse misure: oltre alla standard da 12 cm, c’è la piccola (poco più grande di un classico bignè da profiterol), ed una grande il doppio di una standard, chiamata reuzenbol, che riesce a saziare  6 o più persone.

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Per mangiare la Bossche Bollen avete due possibilità: seguire il galateo e quindo come ogni persona ben educata dovete munirvi di piattino, coltello e forchettina da dolce e assaggiare il dolce un pezzettino alla volta, se necessario  prelevando prima un po’ di panna e quindi affondando la forchetta nella pasta leggera che la avvolge. L’alternativa più disinvolta prevede invece di mangiare il dolce tenendolo con le mani e assaggiandolo a morsi, con l’immediato risultato di sporcarsi mani, bocca e guance di cioccolato e far scappare la panna montata da ogni parte! Nella seconda opzione, vi consiglio vivamente di tenere a portata di mano un bel po’ di tovaglioli :).

Ma cosa rende tanto buona la Bossche Bollen? Secondo me più elementi: la panna montata, che in Olanda sa davvero di panna; il cioccolato olandese che è particolarmente squisito, il contrasto di sapori che si crea tra la panna ed il cioccolato fondente; la leggerezza croccante della pasta bignè. Gustare la Bossche Bollen con una tazza di caffè è una scelta corretta, perché aiuta a smorzare l’eccessiva dolcezza.

In rete si trovano tante ricette per fare la Bossche Bollen a casa. Io ho scelto di condividere una versione semplice, che non prevede aggiunte alla panna montata di farcitura a parte un po’ di zucchero: probabilmente il dolce non sarà esattamente identico a quello  che si può assaggiare da Jan de Groot a Den Bosch, tuttavia – a parte la pasta choux che può dare qualche timore se non si è mai fatta prima –  è di una facilità disarmante. Vediamola insieme:

  1. per fare la pasta choux (guscio della Bossche Bollen):
    • 300 ml.di acqua
    • 180 gr. di farina
    • 120 gr. di burro
    • 4 uova
    • sale
    • in un pentolino far bollire l’acqua, aggiungere un pizzico di sale e fare sciogliere il burro; In n colpo solo versare tutta la farina e mescolare fin quando l’impasto si stacca dalle pareti. Non appena l’impasto e freddo, aggiungere un uovo alla volta, sempre mescolando.
  2. preparare i bignè:
    • dividere l’impasto in 10 parti e disporle su una teglia ricoperta di carta forno. Cuocere a 200° per circa 20 minuti (i bignè devono gonfiarsi e restare dorati, se iniziano a scurirsi è tempo di toglierli dal forno!) e fateli raffreddare su una gratella.
  3.  farcire il Bossche Bollen:
    • montare a neve fermissima 500 ml. di panna fresca a cui avrete aggiunto un paio di cucchiai di zucchero. Con l’aiuto di una siringa o di una sacca a poche farcite con generosità i bigné (devono essere proprio pieni di panna! Date un’occhiata alla foto scattata alla caffetteria del Noordbrabants Museum per darvi un’idea).
  4. glassare il dolcetto:
    • sciogliere lentamente il cioccolato da copertura a bagno maria aggiungendo un paio di cucchiai di acqua. Prelevare un bignè farcito alla volta e dopo averlo posto su una gratella versatevi sopra il cioccolato fuso, cercando di ricoprirlo tutto o quasi. Una volta pronti, metteteli in frigo fino al momento di servirli.

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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