Mostra Canaletto 1697-1768 ecco perché devi visitarla

Uno scenografo specializzato in paesaggi urbani, un attento osservatore della realtà, un fotografo armato di pennello anziché di reflex ma soprattutto un grande pittore vedutista del Settecento, particolarmente prolifico ed apprezzato dai suoi contemporanei. La sua arte non è però solo riproduzione statica di eventi, perché Canaletto è luce, è leggerezza, è immagine sociale contestualizzata attraverso i dettagli. Per chi vuole avere l’opportunità di ripercorrere la vita e la produzione di Giovanni Antonio Canal, pittore veneziano vissuto a cavallo dell’epoca dei lumi, è stata da poco inaugurata a Roma la mostra Canaletto 1697-1768, promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina con l’organizzazione dell’Associazione Culturale MetaMorfosi in collaborazione con Zètema Progetto Cultura e a cura di Bożena Anna Kowalczyk. La mostra è stata allestita in un contenitore d’eccezione, Palazzo Braschi, i cui spazi barocchi e neoclassici affacciano sulla conca di Piazza Navona, in assoluto una delle piazze più belle della Capitale.

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E’ una di quelle mostre d’arte che proprio non bisogna lasciarsi sfuggire, un evento di quelli importanti che permette di conoscere la produzione complessiva dell’artista e di conoscere in modo approfondito il suo sentire pittorico. Ed è soprattutto una mostra fruibile a più livelli di conoscenza. Perché i quadri di Canaletto sono popolari, nel senso che soprattutto le tele del periodo veneziano sono quadri facilmente comprensibili, rappresentano paesaggi e situazioni collettive serene, fotogrammi pittorici di eventi, paesaggi, architetture. Ma sono anche, grazie anche alla notevole produzione dell’artista, quadri universali (passatemi il termine), nel senso che le opere di Canaletto fanno parte del bagaglio conoscitivo collettivo sia perché si possono ammirare  nei più grandi musei italiani ed internazionali sia perché sono facilmente riconoscibili per il loro stile che ha la la particolarità di essere quasi didascalico e  facilmente comprensibile anche dai non addetti ai lavori. Non importa se si tratta della National Gallery di Londra, del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, della Gemäldegalerie di Dresda, dell’Ermitage di San Pietroburgo o del Metropolitan Museum di New York, in ogni caso le tele di Canaletto sono una calamita per i visitatori, che restano affascinati dalla minuziosa tridimensionalità e dai colori luminosi delle rappresentazioni. La mostra Canaletto 1697-1768 è quindi l’occasione per approfondire a tutto tondo l’opera e la vita dell’artista, che viene presentato al pubblico attraverso 42 dipinti e cospicui materiale storico e bibliografico.

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In particolare, nella mostra  Canaletto 1697-1768 – che resterà aperta fino al 19 agosto 2018 e celebra i 250 anni dalla scomparsa del pittore veneziano – vengono esposti dipinti , disegni, volumi e documenti di archivio che aiutano a contestualizzare la biografia del pittore veneziano. Una vita spesa tra Venezia, Roma, Londra, una cultura pittorica formatasi nella bottega paterna di produzione di scenografie teatrali (e l’impostazione teatrale resterà sottesa a tutte le sue opere) e quindi la cura del dettaglio quasi maniacale – addirittura pare che per dare maggiore tridimensionalità alle sue opere Canaletto intagliasse la vernice fresca – che lo porterà ad essere amato da una committenza internazionale affascinata dall’Italia, che scopriva nel corso del Grand Tour.  Molto interessante la produzione artistica del pittore legata al suo periodo a Londra, in cui i fasti veneziani lasciano il posto a paesaggi bucolici e viste del Tamigi così come le tele con soggetto archeologico. Saranno nove anni intensi, in cui il suo stile si arricchirà di nuove intuizioni.

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Tra le opere in mostra a Palazzo Braschi vanno segnalati ‘Bucintoro di ritorno al Molo‘ (opera in prestito del Museo Pushkin di Mosca), il ‘Canal Grande con Santa Maria della carità‘ (prestito della Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli di Torino) ed una vera curiosità, ovvero due tele che in realtà erano un solo quadro legato al periodo londinese che rappresenta Chelsea vista da Battersea Reach, che venne tagliato prima del 1802 e solo in occasione della mostra Canaletto 1697-1768 può essere visto nella sua unità. La parte a sinistra è di proprietà del National Trust del Regno Unito (conservata a Blickling Hall) mentre quella di destra è stata concessa in via eccezionale dal Governo di Cuba, in quanto parte del patrimonio artistico del Museo Nacional De Bellas Artes de la Habana.

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La mostra è suddivisa in otto sezioni in cui viene analizzato  il suo rapporto con il teatro, la passione per l’archeologia dell’antica Roma, il periodo veneziano e l’apice del successo,  il rapporto non sempre facile con i suoi collaboratori, le vedute di Roma e dell’Inghilterra, l’ultimo periodo veneziano. Ad arricchire il percorso espositivo, fornendo ulteriore materiale di riflessione, i documenti storici in prestito dall’Archivio di Stato di Venezia.

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Informazioni utili:

  • Museo di Roma a Palazzo Braschi ingresso da Piazza Navona, 2 e da Piazza San Pantaleo, 10
  • La mostra Canaletto 1697 – 1798 resterà aperta dall’11 aprile 2018 al 19 agosto 2018, tutti i giorni ad eccezione del lunedì. Orario di ingresso: ore 10 – 19
  • Biglietto mostra 11€; con incluso il Museo di Roma 17€ – previste riduzioni
  • Il catalogo della mostra, curato da Bożena Anna Kowalczyk,  è edito da Silvana Editoriale

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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