Perché visitare il Camposanto Monumentale di Pisa

Scommetto che se vi chiedo cosa vi viene in mente se vi dico Pisa, la risposta quasi di sicuro è la Torre pendente, lo splendido monumento preso d’assalto ogni anno da milioni di visitatori che, incuranti del costo non certo economico del biglietto di ingresso – ben 18€, da prenotare in anticipo sul sito dell’Opera della Primaziale Pisana, istituzione plurisecolare fondata proprio per seguire i lavori di costruzione, cura e manutenzione dei monumenti di Piazza dei Miracoli – e dei quasi 300 scalini stretti e scivolosi si trascinano fino alla cima per ammirare dall’alto il panorama unico del Duomo e del Battistero, testimoni di un periodo d’oro in cui la città toscana aveva una delle più potenti marinerie del Mediterraneo. Duomo, Battistero, Torre… ma non manca qualcosa? Purtroppo il Camposanto Monumentale di Pisa, che è parte dei gioielli di Piazza dei Miracoli, viene fin troppo spesso dimenticato e di sicuro assai meno frequentato rispetto ai suoi famosi vicini. E invece io, oggi, voglio convincervi che visitare il Camposanto monumentale di Pisa è davvero interessante!

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Ed anche io, che pure a Pisa ci sono stata più e più volte sia per diletto che per lavoro, fino a poco tempo fa non ero mai entrata a visitare il Camposanto Monumentale di Pisa ed è stato solo grazie ad uno degli incontri organizzati dall’Associazione Italiana Travel Blogger, che nello specifico ci ha portati a percorrere in quota le antiche mura di Pisa, a visitare gli arsenali repubblicani e medicei, ad ascoltare dalle parole di un archeologo l’avventura del ritrovamento di antiche navi pisane perfettamente conservate, che ho potuto varcare il portone di questo luogo di pace e di arte, dove la perfezione della bellezza fa obliare la tristezza della morte.

Perché il Camposanto Monumentale di Pisa è, a tutti gli effetti, un cimitero, ancora utilizzato per sepolture di personalità che hanno dato lustro alla città (le tombe più recenti sono quelle di prelati e di accademici). Ciò che colpisce, immediatamente e inaspettatamente, è l’atmosfera rarefatta in cui arrivano solo a fatica i rumori del mondo, la perfezione ritmata delle linee del chiostro, il contrasto ipnotico tra il bianco del marmo e il verde intenso del prato interno in un gioco di fughe e di prospettive. D’altra parte, il muro esterno, monolitico e compatto del Camposanto, interrotto solo da un portone di accesso, nulla lascia presagire sulla vastità degli spazi e sulla loro misticità.

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Il ‘padrone di casa’, l’Opera della Primaziale Pisana, ci ha dato il benvenuto mentre ad accompagnarci a visitare il Camposanto monumentale di Pisa, così come il Battistero ed il Duomo, è stata una delle guide professioniste di Pisa Guide  che, per prima cosa, ci ha spiegato che l’origine della denominazione ‘camposanto’ ha a che fare con le crociate e la Terrasanta – la Repubblica Marinara di Pisa svolse un ruolo di primo piano nel Mediterraneo per un lungo periodo a partire dall’XI secolo e prese parte, con le sue navi, alle prime Crociate – in quanto la terra posta all’interno del chiostro, destinata ad accogliere le tombe delle personalità più importanti della città, sia stata portata  proprio dalla Terra Santa al ritorno dalle battaglie della III^ Crociata.

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Il Camposanto Monumentale di Pisa fu edificato a partire dal 1277 da Giovanni di Simone per risolvere un problema pratico: fino ad allora le sepolture venivano effettuate, in modo disordinato, attorno alla Cattedrale, spesso riutilizzando sarcofagi romani per inumare i defunti. Oggi quei sarcofagi hanno trovato una sistemazione definitiva lungo le pareti delle gallerie del portico e contribuiscono a rendere il Camposanto un museo lapideo molto interessante mentre nei quattro corridoi del portico (due maggiori e due minori) sono ospitate decine e decine di tombe con le lapidi a filo pavimento (simili a quelle che si trovano nella Cripta di Madrid).

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L’edificio del Camposanto Monumentale non venne terminato prima del XVI° secolo – nel frattempo era intervenuta anche la sconfitta dei Pisani da parte dei Genovesi nella Battaglia della Meloria e quindi l’assoggettamento di Pisa a Firenze – e le pareti attorno al portico vennero decorate con tecnica ad affresco da artisti di spicco dell’epoca, tra cui Buonamico Buffalmacco (Il Trionfo della Morte), Francesco Traini (La Crocifissione), Giovanni Scorcialupi (Storie di Cristo), Benozzo Gozzoli (Storie dell’Antico Testamento, L’adorazione dei Magi).

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Nel corso degli anni gran parte del ciclo degli affreschi (in totale 2.000 metri quadrati di estensione) hanno subito ingiurie del tempo ed anche le gallerie aperte e soggette alle intemperie hanno contribuito non poco al decadimento delle pitture. Tuttavia i danni maggiori risalgono alla II^ guerra mondiale quando l’esplosione di una bomba aerea incendiò e fece fondere il tetto in piombo del Camposanto distruggendo  alcune porzioni di affreschi.

Il piano di restauro è stato avviato già a partire dalla fine della seconda guerra mondiale e nel corso degli anni si è proceduto ad un attento lavoro di recupero e quasi tutti gli affreschi restaurati sono stati riposizionati. Un ultimo tassello ancora mancante era il grande affresco “Il Trionfo della Morte” di Buonamico Buffalmacco, opera emblematica del Camposanto e capolavoro dell’arte del Trecento, che dopo un restauro attentissimo ed economicamente impegnativo (ben 7 milioni di euro) curato dall’Opera della Primaziale Pisana tornerà a breve al suo posto, presumibilmente il 17 giugno 2018 in occasione della festa di di San Ranieri, il patrono di Pisa. Il “Trionfo della Morte” verrà montato su strutture particolari appositamente studiate in collaborazione con il CNR, con la caratteristica di essere autoriscaldanti per evitare che si formi condensa ed umidità tra i pannelli restaurati e il muro su cui sono appoggiati.

Secondo Antonio Paolucci, già Ministro per i Beni Culturali, sovrintendente dei Musei fiorentini, Direttore dei Musei Vaticani e Direttore dei lavori di restauro, il Camposanto Monumentale di Pisa può essere definito la “la cappella Sistina dei pisani” ed è è un compendio dell’arte italiana del 1300 (cfr. intervista Paolucci su Repubblica, minuto 1.36).

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Nel portico si aprono alcune cappelle devozionali, tra cui la Cappella Ammannati (con il sepolcro in marmo di Ligo Ammannati) e la Cappella Aulla, con una terracotta invetriata di Giovanni della Robbia. Una curiosità storica sono poi le grandi catene rugginose appese sulla parete più corta del portico del Camposanto Monumentale di Pisa (a sinistra rispetto all’entrata): si tratta delle catene di Porto Pisano, che veniva utilizzate per chiudere il porto della città e contrastare l’accesso delle navi nemiche. A seguito della battaglia della Meloria, quando Pisa dovette soccombere alla potenza di Genova,  per sottolineare la sconfitta le catene del porto vennero portate via e spezzate in più frammenti, per essere esposte prima nella città ligure e, successivamente, donate a Firenze (che nel frattempo aveva conquistato l’influenza sulla città). Solo nel 1860 Pisa è rientrata in possesso di quasi tutti gli anelli della catena.

 Informazioni utili:

  • i biglietti si acquistano on-line (vedi sopra, link ad Opera della Primaziale Pisana)
    • biglietto per visitare il Camposanto Monumentale di Pisa: 5€
    • biglietto per visitare il Camposanto Monumentale di Pisa + Battistero e/o Museo delle Sinopie: 7€
    • biglietto per visitare il Camposanto Monumentale di Pisa + Battistero + Museo delle Sinopie: 8€
  • orari di apertura: variabile in base al periodo dell’anno, orientativamente in primavera ed estate 8.00 – 20.00 (in alcune giornate di luglio e agosto fino alle 22.00); in inverno dalle 9.00/10.00 fino alle 18.00.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

  1. Avatar
    Marinella Aprile 08, 2019

    Complimenti per la descrizione che hai fatto e per le foto che ha postato.
    Saluti.
    Marinella

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